Nel commentare il successo su Edmund che gli è valso l’accesso al terzo turno (troverà Struff), Novak Djokovic è tornato a parlare della neonata associazione di giocatori di cui può vantare la paternità. E del disaccordo manifestato da Federer e Nadal su questa iniziativa politica. “Più volte ho parlato con loro del progetto – svela – anche prima di rendere ufficiale la cosa riunendo tutti i giocatori sul Grandstand. (Roger e Rafa) sono stati sempre molto consapevoli di quanto stesse accadendo. Rispetto ovviamente la loro scelta di non essere coinvolti. Pensano che non sia il momento giusto, ma qui sono in disaccordo. È sempre il momento giusto per un’associazione dei giocatori, lo sarebbe stato anche negli ultimi 20 anni e non è stata mai realizzata. Adesso stiamo andando avanti“.
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ASSENZE – Dialettica che si sposta anche sulle questioni di campo. La mancata partecipazione degli altri due big – ma magari sarebbe stato lo stesso anche in presenza – mette sulle spalle di Djokovic il ruolo di grande favorito del torneo. A chi gli ha chiesto quanto faccia effetto su di lui l’assenza di Federer e Nadal nella bolla di Flushing Meadows, ha risposto netto: “Su di me zero. Sicuramente è grande invece l’impatto della loro assenza per lo US Open, si tratta di leggende dello sport. Allo stesso modo c’è da dire che il livello rimane molto alto: tranne loro due e forse Wawrinka, gli altri ci sono tutti“.