Il gran giorno di Sinner (Scanagatta, Clerici, Cocchi, Mastroluca, Azzolini). «Quanto amore dalla gente, per me è una marcia in più» (Cocchi)

Rassegna stampa

Il gran giorno di Sinner (Scanagatta, Clerici, Cocchi, Mastroluca, Azzolini). «Quanto amore dalla gente, per me è una marcia in più» (Cocchi)

La rassegna stampa di martedì 6 ottobre 2020

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Sinner, assalto a “Le Roi” Nadal. E Trevisan può tutto con la Swiatek (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)

E’ un martedì che al Roland Garros il tennis italiano non credeva di vivere, con i quarti di finale di Sinner-Nadal e Trevisan-Swiatek, mentre a Parigi l’ombra del Covid-19 si fa più minacciosa, bar e ristoranti sull’orlo della chiusura obbligata e sembra strano che il tedesco Zverev domenica abbia detto di avere avuto la febbre a 38 ma non abbia avvertito l’organizzazione – che avrebbe in tal caso dovuto fermarlo e metterlo in quarantena – ma anche che nessuno abbia controllato e misurato la temperatura all’uscita dall’hotel e all’ingresso al Roland Garros. L’altro giorno Shapovalov, forse nervoso per aver perso 8-6 al quinto e incavolato con la Francia intera per essere stato derubato di un punto importante, aveva denunciato: «All’US Open era vera bolla, qua a Parigi no. Dagli hotel si entra e si esce senza controllo, l’organizzazione è pessima». Insomma dopo le ingenue dichiarazioni di Zverev, già beccato quest’estate fra discoteche e feste, anche il Roland Garros, che l’ha testato all’arrivo e poi 5 giorni fa, mentre a New York la temperatura veniva misurata ogni giorno all’ingresso non ci fa una gran figura. Tornando alla iornata di oggi, speriamo che Nadal, 4 partite senza perdere un set, 23 game persi in 12 set, non nasconda la palla a Sinner, il più giovane italiano di sempre ad aver raggiunto i quarti a Parigi. Per la verità nessuno si aspetta che accada. Tsitsipas, ieri vittorioso su Dimitrov 63 76 (11-9) 62, ha detto di Sinner: «E’ calmissimo in campo. Ha grossi colpi, entrambi i fondamentali, è alto (1,88) e questo lo aiuta nel servizio. Un anno non era così solido come ora negli spostamenti da destra a sinistra. Ma è miglioratissimo. Prevedo un grande futuro per lui, non mi stupirebbe se ottenesse altre grandi vittorie su top-5 e top-3. Tira molto forte, il che rende difficile batterlo…». […] E’ una vera incognita l’altro match che ci interessa. Martina Trevisan può sorprendere Iga Swiatek che ha dato 62 61 alla favorita n.1 Halep? La fiorentina gioca un tennis più vario e ha meno da perdere. Può vincere solo se le riesce di spezzare il ritmo a Iga, ma fuori dall’Italia vedono tutti favorita la Swiatek.

Lettera a un ragazzo. Così puoi battere il re del rosso (Gianni Clerici, La Repubblica)

Se si usasse ancora, vorrei scrivere una letterina a Jannik Sinner per dargli con modestia un consiglio, ammesso che un uomo di 19 anni freddo come gli inverni di casa ne abbia bisogno e voglia dar retta a un vecchietto che potrebbe essere il bisnonno. Rafa Nadal si può battere. E Sinner è il giocatore adatto al delitto perfetto. Il nostro ragazzo, negli ottavi di finale contro uno Zverev febbricitante ma non per questo impedito al gioco, mi ha impressionato per potenza, velocità di braccio e sveltezza di gambe. Fantastico, il giovanotto, sui colpi di rimbalzo con i piedi ben piantati cinque metri oltre la riga di fondo campo, colpi micidiali uniti a un servizio molto migliorato in peso e sicurezza. L’italiano riusciva così a cogliere in controtempo il tedesco, quasi sempre costretto in difesa a fare il “tergicristallo” macinando chilometri e energie. La conquista del terzo set da parte di Zverev è stata un’illusione che ha permesso a Sinner di tirare un po’ il flato. Dopo si è rimesso al lavoro con la serietà di un boscaiolo di San Candido dal tocco magico e spietato. Oggi ha di fronte Nadal, il re della terra rossa francese. Ebbene caro Sinner, voglio semplicemente dirti che devi “togliergli” il dritto, impedirgli di infierire con il suo uncino mancino sul tuo rovescio. La chiave della partita starà in questo dettaglio e nella velocità dei colpi. Si giocherà sui decimi di secondo e avere 19 anni può aiutare. […]

Attacco al Re (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

E’ il giorno dell’esame. Jannik Sinner, con i suoi 19 anni, ha studiato e si è preparato, arrampicandosi fino ai quarti di finale del Roland Garros, fino ad arrivare davanti alla porta dell’aula magna, di fronte al Professor Rafa Nadal, cattedratico del rosso, specialista della terra, re indiscusso dello Slam parigino che ha conquistato 12 volte. Sinner contro Nadal, un duello inedito, in grado di annichilire qualunque matricola. Ma non il 19enne della Val Pusteria trapiantato a Bordighera: «Rafa a Parigi è a casa sua, nessuno mai riuscirà a ripetere le sue imprese in questo torneo. Non mi immagino una partita facile – ha detto dopo aver battuto Zverev, un altro pezzo grosso -, ma io posso fare soltanto una cosa: entrare in campo con l’atteggiamento giusto, contro giocatori di questo livello bisogna dare il massimo». I due si sono incrociati in allenamento a Roma, e per il giovane Jannik il campione di 19 Slam ha avuto parole di grande stima. Ma oggi le cose cambiano. Oggi, Sinner, sarà un rivale pericoloso, che non avverte la pressione del predestinato ma si diverte a confrontarsi coi fenomeni: «Per me è un sogno essere ai quarti di finale di uno Slam – ha detto il più giovane italiano a raggiungere questo traguardo -, è vero non sono uno che dimostra tanto le emozioni, ma sono al settimo cielo. Non significa che mi debba bastare. Devo crescere tanto, sia tatticamente che fisicamente. La strada è ancora molto lunga». L’altoatesino sarà anche il più giovane italiano di sempre nella top 50 (attualmente 46 nel ranking live) e il primo giocatore nato nel 2001 a raggiungerla. Insomma, corre veloce il ragazzo che fino a 12 anni era campione di slalom gigante. Perché la mentalità da campione è quella che fa la differenza, quella che lui ha sempre avuto. Lavoro e umiltà, testa bassa e pedalare: «E’ la sua grande virtù – spiega Riccardo Piatti -. Arriva da un ambiente duro, la montagna, e da uno sport molto faticoso come lo sci. La sua famiglia poi conosce bene il significato di lavoro e sacrificio. Per questo Jannik è cresciuto con i valori giusti e adesso sta raccogliendo i primi frutti delle sue fatiche». La stessa attitudine che ha fatto di Rafa Nadal un combattente. […]: «Il tennis di Jannik è già pronto per avversari di questo livello – spiega ancora il tecnico -, quello che gli manca è l’esperienza. Dovrà essere molto equilibrato, soprattutto mentalmente perché sarà una partita a scacchi. Rafa cercherà di farlo giocare male, di destabilizzarlo. Un po’ lo attaccherà e un po’ si difenderà, cercherà di farlo giocare ma soprattutto di farlo pensare. Jannik di volta in volta dovrà trovare le soluzioni per scardinare il suo impianto di gioco». […]

Sinner, esame di laurea (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Rafa Nadal giocherà la centesima partita in carriera al Roland Garros. Jannik Sinner la quarta. Basterebbe questo a dare la misura della sfida che attende l’azzurro, capace di spingersi fino ai quarti di fmale al suo debutto nello Slam parigino. Sinner, comunque vada sicuro di entrare per la prima volta fra i primi 50 del mondo alla fine del torneo, è il più giovane italiano di sempre fra i migliori otto di uno Slam. […] L’azzurro negli ottavi ha vinto di forza e d’autorità la sua prima partita contro un Top 10 in uno dei quattro tornei maggiori, ha sconfitto il numero 7 del mondo Alexander Zverev, finalista agli US Open. Ha festeggiato appena con un pugnetto al cielo, in maniera molto composta, quasi distaccata. «Maria Sharapova mi aveva detto di esultare e festeggiare un po’ di più» ha dichiarato Jannik in un’intervista a Eurosport, svelando il contenuto di un messaggio della russa a Riccardo Piatti, coach dell’azzurro che ha allenato anche “Masha” negli ultimi mesi della sua carriera. «Mi piace giocare contro i migliori del mondo, anche se so che non è mai facile – ha proseguito – Sono giovane, voglio migliorare tutto. Voglio servire meglio, migliorare tanto l’approccio a rete e il gioco di volo. Ci vuole tempo, certo, non si ottengono risultati in un giorno». Sinner ha avuto modo di allenarsi più volte con i top player, tra cui Djokovic. Ha giocato anche un set di allenamento con Rafa Nadal sul Centrale del Foro Italico durante gli ultimi Internazionali BNL d’Italia. In più di un’occasione, ha ricevuto gli apprezzamenti dello spagnolo per i suoi colpi vincenti. Certo, a Parigi sarà diverso. Nadal, dodici volte vincitore del torneo, disputa il suo quattordicesimo quarto di finale. È a sole tre vittorie dall’eguagliare il record di venti titoli Slam di Roger Federer. Se dovesse riuscirci sarebbe il primo nella storia, uomo o donna, a vincere uno stesso torneo per tredici volte. […] L’aspettativa nei confronti dell’azzurro però è alta. «Io al posto di Nadal non sarei tanto tranquillo… secondo me Sinner è già pronto a giocarsela quasi alla pari e prestissimo entrerà nei Top 10» ha scritto Adriano Panatta sul suo profilo Twitter. […]

Special Sinner (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Lui non esulta mai, regala agli avversari appena un sorriso di circostanza. Lei, invece, ride. Comincia a farlo già dai game che introducono al match point. Non si trattiene. Muove dal servizio, che affronta sorridendo, sogghigna sulla volée, ridacchia sul passante. Nei colpi da fondo, quel suo potente «Ah» che li accompagna, fastidioso per le avversarie, nei momenti finali del match raddoppia. Diventa «Ah ah». E la festa ha inizio. Jannik Sinner è il predestinato, Martina Trevisan la ragazza tornata al tennis. Lui vuole un seggio lassù, nell’Olimpo dei campioni, con vista sui Campi Elisi. Non ha fretta, non è smodato, non dà nulla per scontato, nemmeno le sue attuali mancanze, che da qualche parte si saranno nascoste, dato che non se ne vedono molte quando gioca. Non è un montato, è uno che si è dato un obiettivo e lo persegue, con una serietà che gli fa onore. Ha doti naturali che lo invitano a darci dentro e la tranquillità di chi possiede un corredo di tutto rispetto, genetico e tennistico. […] Martina vuole un appartamentino tutto per sé. «Un loft ganzetto», dice, obbligando le traduttrici a farselo tradurre. Qu’est-ce que c’est ganzetto? D’accordo. Tiriamola corta… Il loft ganzetto è un appartamentino che fa la sua bella figura. E lei lo vuole, calcola che con quanto ha guadagnato in questa avventura parigina, qualcosa di carino potrebbe uscirci. In fondo, non serve a questo il tennis? Si, in ultima analisi, ma a lei è servito anche come cura. «Quando stava per uscire dall’anoressia», racconta Matteo Catarsi, il coach, «la prima cosa che ha avuto voglia di fare è riprendere in mano la racchetta». Cinque anni senza tennis, dalla fine del 2009 agli inizi del 2014. Cinque anni di buio che l’hanno spinta a fare una delle cose più difficili, per tutti. Chiedere aiuto. Cioè sconfiggere le proprie remore, i pudori, la paura di che cosa avrebbero pensato gli altri e ammettere apertamente che da sola non ce l’avrebbe fatta. E’ stata quella la prima prova di coraggio. Oggi Martina racconta la sua vita senza finzioni. Dice: «E’ un messaggio che forse potrà servire a qualcuno. Mai smettere di sperare e di sognare, mai rinunciare a se stessi. Mai darsi per vinti». Il suo tennis è cosi. «Sinner? Un tipo speciale». Lo presenta con due parole Rafa Nadal. «E’ un giovane nato per il tennis, migliora rapidamente. Mi chiedevo se sarebbe riuscito a battere Zverev, e non ho saputo rispondere alla domanda. Insomma, non lo davo per scontato, ma nemmeno per impossibile. Dunque, non sono impressionato dalla sua impresa, quanto dal suo stile di gioco. Ha una velocità sorprendente con la racchetta e ne sa trarre colpi straordinari. Dovrò essere al massimo delle mie possibilità». Capito? […]

«Quanto amore dalla gente, per me è una marcia in più» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Che rumore fa la felicità? Quello di una pallina sulla terra rossa del Roland Garros. Martina Trevisan ha riscoperto la felicità sul campo da tennis, e lo ha fatto alla grande con il primo quarto Slam della carriera. Una vita che ha saputo metterla di fronte a difficoltà importanti come l’anoressia. Una vita che ha riscoperto anche grazie al tennis, il primo amore. Ora tutto è alle spalle, la voglia di rincorrere quella pallina gialla è tornata, o forse non se n’è mai davvero andata, e la 26enne fiorentina oggi si gioca un posto in semifinale contro Iga Swiatek. Cena presto, due chiacchiere con il mental coach, e a nanna.

Martina, neanche il tempo di assaporare la gioia del primo successo contro una top 10 ed è già il momento di guardare avanti.

È vero. Va tutto così veloce. Ma non vedo l’ora di giocarmi anche questa opportunità. Iga è un’avversaria difficile, ma io mi sto divertendo, mi sto godendo ogni partita. Sono contenta del mio tennis. Per ora non mi pongo il problema di dove posso arrivare. Vivo momento per momento, punto per punto. Se questa meravigliosa esperienza continuerà non potrò che essere felice.

Il suo tecnico Matteo Catarsi è un punto fermo della sua rinascita tennistica.

Sì, lui mi conosce fin da quando ero bambina. Abbiamo un rapporto molto sincero e diretto. Il mio team ha sempre creduto in me, mi hanno sempre ripetuto che potevo stare a questo livello, anche quando ero un po’ dubbiosa.

La sua vita. inevitabilmente, cambierà. Ora tutti la conoscono.

Non penso che cambierà più di tanto. Si, ora devo fare i conti con le interviste, i media, e non ci sono tanto abituata. Sono una persona piuttosto riservata, mi piace stare “nel mio”. Però l’amore della gente è bellissimo. Ho ricevuto tanti messaggi sia sul telefono che attraverso i social. Anzi, mi scuso se non ho ancora risposto a tutti. Un’ondata di affetto che scalda cuore e dà una spinta in più.

Quando ha capito che il tennis era ancora parte della sua vita?

Con tanto lavoro su di me, anche attraverso l’aiuto di una psicologa. Quando ho abbandonato lo sport l’ho fatto in maniera totale, senza più toccare la racchetta. Poi ho fatto la maestra per un anno, e poi ho ricominciato questa vita.

Lei non ha problemi a parlare del disturbo che l’ha colpita anni fa.

No, però dell’anoressia se n’è parlato anche troppo. Ora vorrei voltare pagina e che si raccontasse dei risultati, e del tanto lavoro per ottenerli. La mia esperienza può aiutare anche altre persone, e posso dire a chi soffre che non bisogna arrendersi ma focalizzarsi sui propri sogni e provare a raggiungerli. Ai genitori che il modo di scoprire il malessere c’è. Ogni situazione è soggettiva ma se si vuole, i segnali della sofferenza si vedono.

Cosa le place del tennis?

Mi piace giocare, mi piace competere, caricarmi, esultare. Amo il fatto che in campo sei da solo, devi risolvere i problemi senza l’aiuto di nessuno. E se ce la fai, e vinci, allora la gioia è doppia.

Martina, è felice?

Sì, finalmente.

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