Federer: "Punto all'Australian Open, ma non riesco ad allenarmi per più di due ore"

Flash

Federer: “Punto all’Australian Open, ma non riesco ad allenarmi per più di due ore”

Lo svizzero fa il punto sul percorso di avvicinamento alla nuova stagione e svela: “Con Djokovic non ci sentiamo da un paio di mesi”

Pubblicato

il

Roger Federer - Australian Open 2020 (foto Twitter @AustralianOpen)
 

Roger Federer, per il rientro, ha messo nel mirino l’Australian Open del 2021. L’avvicinamento alla prossima stagione è però nel segno della cautela, senza forzare le tappe, complice l’instabile agenda del 2020 che non ha mai invogliato agli azzardi. “Non posso ancora allenarmi sul campo per più di due ore di fila – ha raccontato a inizio ottobre alla Schweizer Illustrierten -, ma posso lavorare intensamente sulla condizione e sulla forza, senza avvertire dolore. Non saranno necessarie altre operazioni”.

Lo svizzero è stato operato due volte in artroscopia al ginocchio destro dopo lo Slam di Melbourne, l’unico a cui ha partecipato. E si è tenuto fisiologicamente fuori dall’accidentata ripresa del circuito post lockdown, prolungando come mai era accaduto prima la sua permanenza in Svizzera. “Non mi metto addosso alcuna pressione – le sue parole – mi prendo tutto il tempo necessario. Parteciperò a un torneo solo quando sarò pronto al cento per cento, al momento l’ipotesi più probabile è che possa andare in Australia a gennaio“.

NOLE A DISTANZA – All’esplicita domanda sulle polemiche innescate dall’ideazione e dalla gestione dell’Adria Tour a giugno, ha scelto di non rispondere nel merito evidenziando però come – a inizio ottobre, data della chiacchierata – il suo filo con Novak Djokovic non fosse propriamente diretto. “Ci siamo sentiti l’ultima volta un paio di mesi fa – la sua versione – ma per parlare solo della ripresa del circuito e di come organizzare nei tornei le misure di sicurezza contro la pandemia. La posta in palio era in quel momento molto alta sia a livello sportivo sia a livello economico“. Contatto evidentemente precedente, per collocazione temporale, rispetto alla rottura politica di Flushing Meadows. Federer e Nadal, ricordiamo, hanno preso le distanze (anche a nome del Players Council dell’ATP) dalla creazione della PTPA, associazione di giocatori parallela di cui il numero uno del mondo è il principale promotore insieme a Vasek Pospisil. Il serbo, dal suo punto di vista, non ha mai nascosto la speranza di un riavvicinamento delle posizioni (“Roger e Rafa li vorrei dalla mia parte“).

PRATICA APERTA – Nella chiacchierata col settimanale in lingua tedesca – in occasione della visita agli stabilimenti della Jura, azienda di macchine per il caffè di cui è testimonial – il trentanovenne di Basilea è tornato con un tocco al volo anche sul tema del ritiro. Senza aggiungere nulla a quanto già noto: “È una cosa a cui penso fisiologicamente da cinque anni – svela – ma poi decido sempre di andare avanti. Giocherò fin quando mi divertirò e soprattutto fin quando il fisico mi sosterrà“. La pratica rimane sulla scrivania, sulla strada verso i 40 anni che scoccheranno il prossimo 8 agosto. Nel giorno che, da programma, dovrebbe concludere l’Olimpiade di Tokyo.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement