Russia 2: Veronika Kudermetova - Pagina 4 di 4

Al femminile

Russia 2: Veronika Kudermetova

Il lungo percorso compiuto prima della affermazione ad alti livelli della attuale numero 2 di Russia Kudermetova, recente finalista del torneo di Abu Dhabi

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Veronika Kudermetova - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Le caratteristiche tecniche di Kudermetova
Come gioca Kudermetova? Devo confessare una mancanza: dopo aver verificato nei database, penso di non averla mai vista giocare prima del 2018. O quanto meno: non la ricordo. Per me quindi è difficile individuare quali sono stati i progressi sostanziali che le hanno permesso di trasformarsi in una giocatrice così competitiva.

Secondo la scheda WTA è alta 1,75 (il dato mi sembra corretto), con gambe più potenti che agili, e questo fa di lei una tennista che preferisce l’attacco alla difesa. Sicuramente oggi uno dei suoi punti di forza è la prima di servizio. Nella classifica degli ace per match del 2020 era ottava con 120 ace in 24 partite, vale a dire esattamente 5 ace a match. E disporre di una prima di servizio incisiva ovviamente consente di gestire con maggiore tranquillità i game di battuta. Però c’è spazio per crescere con la seconda, che non è alla altezza delle più forti.

Direi che tutto sommato è una giocatrice simmetrica, cioè senza particolari squilibri nei due colpi base al rimbalzo. Rimane comunque una tennista di impronta femminile: vale a dire che non cerca spesso lo spostamento a destra con l’obiettivo di colpire in prevalenza con il dritto, come accade in ATP. Anzi, secondo me uno dei suoi colpi più efficaci è il rovescio anomalo in avanzamento, giocato dal centro verso sinistra, una soluzione tipica del tennis femminile.

A mio avviso uno degli aspetti più personali del suo gioco, che potrebbe consentirle ulteriori miglioramenti, è la naturale propensione per le soluzioni sulla verticale. Si tratta di una qualità non tanto frequente nel tennis contemporaneo. Per esempio utilizza la smorzata non solo come vincente definitivo, ma anche come alternativa di manovra: esegue quindi volutamente il drop-shot con un certo margine di sicurezza, in modo da attirare l’avversaria a rete, per innescare scambi di volo o comunque al di fuori del solito palleggio da fondo campo.

Una volta a rete si apprezza la buona impostazione da doppista. Sono due gli aspetti del suo gioco di volo che mi convincono meno. Non è super-reattiva, e quindi sulle palle più veloci qualche volta sembra proprio mancarle il tempo per dare il taglio dall’alto in basso alla palla, come richiede il manuale per “incattivire” le volée. Ma probabilmente il colpo a rete meno efficace è lo smash: più di una volta l’ho vista con qualche incertezza di coordinazione al momento di intervenire sulle traiettorie alte.

Cito un dato interessante che si può ricavare dalle statistiche dei suoi match “chartizzati”: oltre il 17% dei suoi vincenti arrivano da punti giocati a rete, un valore sopra la media del tennis attuale (vedi QUI: mi riferisco allo spicchio verde nella torta in basso a sinistra).

Altri aspetti migliorabili: forse la risposta. È vero che nel suo curriculum vanta ben due vittorie contro Pliskova (che è sicuramente una grande battitrice) ma da una giocatrice con la sua solidità nei colpi al rimbalzo ci si potrebbe attendere maggiore efficacia di fronte ad avversarie con battute non irresistibili. Chissà, potrebbe essere un problema collegato alla sensazione di reattività non eccezionale, già citata sopra a proposito delle volée.

Il confronto con le più precoci giocatrici del 1997
Per chiudere, visto che ormai è diventato un tema ricorrente degli articoli del martedì, ho preparato un confronto con le più precoci giocatrici nate nel 1997 (di cui ho parlato più di recente QUI). Mi riferisco a Bencic, Kasatkina, Ostapenko, Osaka e Konjuh. Ecco una tabella sintetica che consente di confrontare il loro rendimento stagionale con quello di Kudermetova. I numeri accanto al nome sono quelli del ranking ufficiale di fine anno.

Come si vede, se si esclude il periodo iniziale nel quale Kasatkina e Ostapenko sono dietro a Kudermetova perché esordiscono più tardi a livello professionistico, per un lungo tratto Veronika rimane staccata dalle coetanee. Per esempio nel 2016 sono tutte entro le prime 50 del mondo, a parte lei. Poi, negli anni successivi, sono gli infortuni a determinare le uscite dalle prime cento di Bencic e soprattutto Konjuh.

In pratica perché Kudermetova risulti competitiva con le altre occorre attendere il 2018; da quel momento inizia la risalita, che la porta a diventare la migliore dietro a Osaka nel 2020 (se si calcolano solo i punti raccolti nello scorso anno solare). Nel corso degli anni i valori si sono quindi rimescolati, ma non è detto che si cristallizzeranno in questo modo: stiamo comunque parlando di giocatrici di 23 anni, e ci sarà ancora tempo prima di tracciare i bilanci definitivi delle loro carriere.

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