Miami è giovane (Azzolini). Pasqua sarda a tutto tennis, con Musetti e (forse) Berrettini (Ambu). Nargiso: sono due ragazzi fantastici, ci faranno divertire per i prossimi 10 anni (Mastroluca)

Rassegna stampa

Miami è giovane (Azzolini). Pasqua sarda a tutto tennis, con Musetti e (forse) Berrettini (Ambu). Nargiso: sono due ragazzi fantastici, ci faranno divertire per i prossimi 10 anni (Mastroluca)

La rassegna stampa di mercoledì 24 marzo 2021

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Miami è giovane (Daniele Azzolini, Tuttosport)

È un tennis molto simile a quello che verrà, fatto salvo il ritorno del pubblico e data per scontata la fine della pandemia. Dicono così del tennis di queste settimane. Di certo, con l’assenza dei tre cannibali, è meno prevedibile, senza per questo sconfinare nell’assoluta imponderabilità che guida l’altra metà del tennis, quella al femminile, dove tutto si ribalta di settimana in settimana e le vincitrici di giornata paiono atterrite alla sola idea di assumere responsabilità di cui non sanno che farsene. Curioso… Il dominio quasi ventennale di Serena non ha formato le nuove leve nel sano spirito di rivalsa che serve a issarsi più in alto che sia possibile, e da lì rivendicare il comando. Piuttosto, ha fondato un gruppo di straordinarie inseguitrici, esperte in agguati, magnifiche nell’immaginare incursioni e cospargere di trappole i campi del circuito, ma incapaci di appropriarsi dello scettro e governare a lungo. Ragazze nate per essere numero due… Fateci caso, l’unica che mostri oggi gli inconfutabili segni di un destino da primadonna è Naomi Osaka, nata quando Serena già vinceva, dunque troppo giovane per subirne gli influssi più negativi. Può accadere lo stesso in campo maschile? La risposta al momento è affermativa. Se non sono i Medvedev, gli Zverev, i Thiem la risposta futuribile allo scontato e non troppo lontano addio di Federer, Nadal e Djokovic, occorre spostare le lancette anagrafiche e cogliere le opportunità tra i giovani “più giovani” che il circuito abbia già reso riconoscibili. E qui ci sono due italiani, i due più giovani tra i primi cento, Lorenzo Musetti (fresco di compleanno, 19, e di best ranking, 94) e Jannik Sinner (prossimo ai 20, n. 31), un greco di origini russe che il padre fa giocare ovunque, senza soste, Stefano Tsitsipas, 22 anni, numero 5 ATP e maestro alle ATP Finals, un canadese israeliano di famiglia russa, Denis Shapovalov, 21 anni, numero 11 ATP, e un diciassettenne spagnolo, Carlos Alcaraz, che ha già ottenuto il beneplacito di Nadal. Sfide che il primo Masters 1000 di stagione il torneo di Miami può disporre al centro della sua doppia settimana, per provare a dimenticare i 21 ritiri comunicati nelle ultime ore. Sembra di capire che parte dei tennisti abbia tutta l’intenzione di fare come meglio gli aggrada, scegliendo ciò che ritengono meglio per loro in questi tempi di acceso confronto con il Covid-19. Senza Federer, Nadal e Djokovic, senza Thiem e Berrettini (per restare ai primi dieci), Miami punta su Medvedev e schiera tutti i “più giovani” che forse un giorno lotteranno per il primato. L’interesse viene dunque dal raccogliere il succo di queste prime sfide.

Pasqua sarda a tutto tennis, con Musetti e (forse) Berrettini (Stefano Ambu, Nuova Sardegna)

La sorpresa dell’uovo di Pasqua potrebbe essere il numero dieci al mondo Matteo Berrettini: ha già rinunciato a Miami per un infortunio e, in caso di recupero, rischia di diventare la star e l’uomo da battere dell’Atp 250 Sardegna Open, in programma dal 4 all’ 11 aprile sui campi in terra rossa del Tennis Club Cagliari. La certezza è invece Lorenzo Musetti: a lui una delle tre wild card del torneo. Ci dovrebbe essere pure Fabio Fognini, numero 17 al mondo. E potrebbe fare il bis pure Marco Cecchinato, che a settembre si era rilanciato proprio con l’Atp 250 a Santa Margherita di Pula. Partite in tv, ma forse anche live sulle tribune di Monte Urpinu. «Vediamo – ha detto durante la conferenza stampa di presentazione il presidente della Federtennis Angelo Binaghi -. Riguardo al pubblico, l’anno scorso ho condotto una battaglia furibonda per gli Internazionali di Roma, ottenendo dal ministro la possibilità di accesso di 1.000 spettatori per semifinali e finali. E quindi pur sapendo che le prime giornate, di Pasqua e Pasquetta, sono state individuate come “rosse” dall’ultimo Dpcm, nutro la speranza che nei giorni seguenti, se la Sardegna potesse tornare di colore bianco, si possa provare a chiedere un accesso molto limitato di pubblico al torneo». Il torneo era originariamente in programma a Houston. «Ma – ha spiegato l’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa- appena si è presentata l’occasione l’abbiamo portato in Sardegna». Nell’entry list – senza considerare le wild card – otto giocatori nella top 50 del ranking mondiale, guidati dal cileno Cristian Garin, numero 20 della classifica, e dal britannico Dan Evans, 28. Gli altri tennisti italiani sono Lorenzo Sonego, 37, e Stefano Travaglia, 68. «Questo succede– ha detto Binaghi- anche in un momento molto particolare per il tennis italiano, in cui per la prima volta in 110 anni della nostra Federazione, nove italiani sono nella Top 100 mondiale. Siamo ormai nel ristretto grippo delle superpotenze e, cosa più importante, due di questi nove giocatori sono i più giovani tra i primi 100».

Nargiso: sono due ragazzi fantastici, ci faranno divertire per i prossimi 10 anni (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Il futuro dei tennis è azzurro. Ha il volto di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, i due teenager con la miglior classifica ATP. Grazie alla semifinale del carrarese ad Acapulco, l’Italia può vantare per la prima volta nella sua storia nove giocatori tra i primi 100. Entrambi hanno di fronte una sfida decisiva, come ci spiega Diego Nargiso, primo italiano a conquistare il titolo junior in singolare a Wimbledon: non farsi prendere dalla fretta di esplodere, dalla paura di non avere abbastanza tempo. Da spettatore e da coach. chi guardi più volentieri e perché? «Come Diego, mi piace più guardare Lorenzo perché si avvicina alle caratteristiche di tocco, di divertimento che mi piace. Da allenatore, mi emozionano entrambi in modo diverso. Jannik infatti si vede che è un predestinato, ha una capacità impressionante di colpire la palla, ha dei margini di miglioramento immensi nel gioco di volo e nei cambi di ritmo».

Loro si stimano molto e non lo nascondono. Questo buon rapporto può aiutarli?

Sì, ho notato anche io il loro rapporto. Ricordo che li avevo visti a Roma tre anni fa nelle prequalificazioni, Sinner aveva stima di Lorenzo. Sono due ragazzi molto sinceri, spontanei. Ambedue credono molto nel talento dell’altro, credo che questo sarà una grande risorsa per entrambi. Abbiamo due ragazzi fantastici che si stanno affacciando ai vertici del tennis. Jannik l’ha fatto con più continuità, Lorenzo ha fatto intravedere a Roma e ad Acapulco di poter vincere contro qualunque avversario. Noi appassionati italiani potremo goderci grandi cose nei prossimi dieci o quindici anni.

Dal punto di vista tecnico, cosa rende per Sinner apparentemente più facile la transizione verso posizioni di vertice?

Le sue caratteristiche sono un po’ più semplici da ordinare, da mettere insieme. Jannik colpisce in maniera splendida di dritto e di rovescio. Sta migliorando tanto il servizio, ha schemi forse più semplici da eseguire perché ha meno variabili. Questo gli fa eliminare i lazzi che invece Lorenzo utilizza e che, se non ben ordinati dentro un canovaccio chiaro, possono distrarlo.

Acapulco per Lorenzo è stato un po’ come per te il debutto a Roma: un torneo di svolta. Quale sarà per lui la chiave, dovendo ora abituarsi a giocare più partite di livello più alto ogni settimana?

Credo che debba prendere le parole che dice Sinner. “Devo giocare 50-60 partite all’anno di questo livello”. Non per vincere, ma per imparare a vincere contro questi giocatori. Deve continuare e non farsi condizionare da quelle che saranno le tappe intermedie, esperienze necessarie perché l’apprendimento non è sempre lineare. Spesso alcuni tifosi non lo capiscono, ma qui interviene il team. Da questo punto di vista Jannik mi pare favorito perché ha accanto Riccardo Piatti che fa questo lavoro dal 1987, 1988 e mette intorno a Jannik una specie di involucro che nasce da tutte le esperienze che ha vissuto da allora. […]

Dove possono arrivare?

Secondo me, entrambi hanno possibilità di vincere grandi tornei, e parlo di Masters 1000 e Slam. Senza alcun dubbio, vedo Jannik stabilmente fra i primi venti del mondo. Con le possibilità che ha, con il lavoro che farà, avrà una sicura continuità. Per quanto riguarda Lorenzo, potrebbe esspre meno continuo ma fare exploit anche più alti di Jannik.

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