Sinner, la lezione per diventare più grandi. Primato storico Italia: dieci nella top 100 (Scanagatta). Sinner punta sul rosso: da Montecarlo a Parigi obiettivo Finals e top 10 (Cocchi). Sinner deluso non si dà pace: "Voglio subito capire che cosa ho sbagliato" (Azzolini)

Rassegna stampa

Sinner, la lezione per diventare più grandi. Primato storico Italia: dieci nella top 100 (Scanagatta). Sinner punta sul rosso: da Montecarlo a Parigi obiettivo Finals e top 10 (Cocchi). Sinner deluso non si dà pace: “Voglio subito capire che cosa ho sbagliato” (Azzolini)

La rassegna stampa di martedì 6 aprile 2021

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Sinner, la lezione per diventare più grandi. Primato storico Italia: dieci nella top 100 (Ubaldo Scanagatta, Giorno – Carlino – Nazione Sport)

È mancata la ciliegina sulla torta. Tutti, incluso Jannik Sinner (nella foto), avrebbero firmato alla vigilia del Masters 1000 di Miami – lui era ancora n.31 ATP – per ritrovarlo in finale domenica di Pasqua e oggi n. 23 del mondo. Nonché n. 7 nella Race verso le finali mondiali ATP di Torino 2021. L’appetito era venuto mangiando. Non capita sovente di affrontare in una finale di un 1000 un tennista che ti sta dietro nel ranking come Hubi Hurkacz che era n.37. A seguito del vittorioso 7-6 6-4 il polacco (24 anni) lo ha superato in tromba: n.16. E Sinner è deluso come noi dopo aver assaporato il primo grande trionfo, perché oggettivamente ha giocato ben al di sotto delle proprie capacità. Poca varietà, poca lucidità. A 19 anni può succedere. Il guaio è che tutti lo avevano già battezzato «non umano», solido come una roccia ben oltre i suoi 19 anni e mezzo. Invece Jannik ha sofferto psicologicamente l’essere il favorito di tutti, bookmakers inclusi. E non è stato lucido proprio per nulla. Nel primo set Hurkacz non ha giocato neppure un vincente, ma si è limitato ad aspettare i suoi errori, giunti per troppa impazienza. Il coach di Jannik, Riccardo Piatti, aveva ammonito ad aver pazienza («Ha giocato solo 70 match ATP, aspettate ne abbia giocati 150»). E Sinner ne ha più dei suoi tifosi che però contando i suoi punti ATP degli ultimi 12 mesi – cancellando quelli congelati ad altri per proteggere i risultati d’epoca pre-pandemica – lo considerano già top-ten. Chi scrive non è impaziente e scommette su un sicuro avvenire da campione. Già dopo Montecarlo (via fra una settimana), Madrid, Roma e Parigi, sorteggi permettendo, vedrete. Intanto, anche grazie alle imprese dell’altoatesino, l’Italia del tennis maschile si ritrova con dieci giocatori tra i primi 100 del mondo: non era mai successo prima. Eccoli: 10 Matteo Berrettini, 18 Fabio Fognini, 23 Jannik Sinner, 34 Lorenzo Sonego, 69 Stefano Travaglia, 87 Salvatore Caruso, 90 Lorenzo Musetti, 91 Gianluca Mager, 93 Marco Cecchinato, 96 Andreas Seppi.

Sinner punta sul rosso: da Montecarlo a Parigi obiettivo Finals e top 10 (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

Dimenticare Miami e tornare coi piedi per terra. Quella rossa, dove ha mosso i primi passi da bambino in Alto Adige e dove, lo scorso anno, si è guadagnato i quarti di finale Slam al Roland Garros. Aveva di fronte Rafa Nadal, l’imperatore della terra, che dall’alto dei suoi 13 titoli a Porte D’Auteuil aveva comunque dovuto battagliare per quasi 3 ore. Una prestazione che lo aveva entusiasmato a tal punto da volersi confrontare col pupillo di Riccardo Piatti per ben due settimane di quarantena nella bolla di Adelaide, prima della partenza dell’Australian Open. La sconfitta in finale al Masters 1000 sul cemento della Florida per mano dell’amico-rivale Hurkacz, è già nella scatola dei ricordi. Non c’è tempo per l’amarezza, è il momento di analizzare, programmare il futuro e la rincorsa verso le ATP Finals di Torino di novembre. L’Italia, che si è imita davanti al televisore per il talento dai capelli rossi, lo vuole tra gli otto maestri che si sfideranno in Piemonte. Jannik e il suo team non sono soliti fare proclami, ma la speciale classifica per Torino dice numero 7, il ranking mondiale 23 e la rincorsa è appena cominciata. Confermare la posizione nella race e salire fino sull’Olimpo della top 10 non sono traguardi fori portata. Il programma di Jannik sulla terra rossa è piuttosto intenso. L’obiettivo è sempre accumulare più match possibili per continuare a scrivere il suo romanzo di formazione tennistica. E quindi, via con un altro Masters 1000 la settimana prossima sulla terra amica di Montecarlo, dove vive e si allena con colleghi di alto lignaggio, ma non ha mai giocato il torneo. Da lì poi si sposterà in Spagna per giocare uno dei tornei più amati da Rafa Nadal, l’ATP 500 di Barcellona. Attualmente, l’altoatesino è iscritto anche al torneo di Monaco di Baviera ma non è ancora sicura la sua partecipazione, che verrà decisa a seconda di come procederà il lavoro con il team. Jannik sarà poi al Masters 1000 di Madrid, dove sembra che non parteciperà Novak Djokovic, e ovviamente agli Internazionali d’Italia al Foro Italico. Chiuderà il periodo “rosso” il Roland Garros. Ci saranno tante prime volte ancora per Sinner che, a causa dello stop per pandemia, sta iniziando soltanto ora ad assaporare tutti i tornei della stagione. A parte Roma e Miami, Jannik non ha mai vissuto da protagonista altri Masters 1000 (escluse le qualificazioni di Cincinnati lo scorso anno, dov’è uscito al primo turno), e anche a Barcellona non ha mai partecipato. Esperienza, partite e lavoro fisico saranno la ricetta per i prossimi mesi del 19enne che ha tanta fretta di crescere: «Penso che lavorerò molto con il mio preparatore atletico Dalibor Sirola, perché è l’aspetto in cui devo migliorare di più». […]

Sinner deluso non si dà pace: Voglio subito capire che cosa ho sbagliato” (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Lo aveva detto, quasi preconizzato, se solo qualcuno fosse stato a sentirlo. Non era un annuncio di sconfitta, ci mancherebbe altro… Ma una richiesta. Legittima. Quella di tenere in considerazione lo stato d’animo con cui giungeva a questa finale, e i pensieri di un ragazzo che ha ben chiaro quale sia il percorso da compiere. Un diciannovenne che sta esplorando, insieme, se stesso e il tennis, deve permettersi di considerare i primi inciampi della carriera come inevitabili scivoloni. Gli stessi di un bimbo che compia i primi passi con qualche mese d’anticipo su ogni possibile previsione. Non perdo, imparo. II motto di Nelson Mandela, che Berrettini ha introdotto nel circuito – pietra filosofale di un impegno nel tennis che muova da uno stimolo sempre positivo – vale anche per Jannik Sinner. Tanto più dopo questo primo tentativo in una finale Masters 1000, che nel passato si è concessa anche ai diciannovenni, ma solo a patto che poi diventassero i primi della classe. Hewitt, Nadal, Djokovic… Semola resta ai bordi di questi due così esclusivi, ma solo per ora, per questa prima volta. E niente vieta di pensare che presto ce ne sarà un’altra. «Non vedo l’ora di riunirmi con il mio team, e capire che cosa ho sbagliato in questa finale. Non tutto, certo, questo lo so. Ne fa fede il buon torneo che ho giocato. Ma qualcosa sì… Qualcosa non ha girato a dovere e la devo mettere a fuoco quanto prima. Perché mi pesa. E non sono felice di questa sconfitta, sebbene sia giunta contro un amico, uno dei pochi che posso definire tali nel giro del tennis». Avrà le risposte che cerca, Jannik, il team di Bordighera è di prim’ordine. E forse le tradurrà in quel passo avanti che indica la frase di “Nelson” Berrettini. L’impressione che ha dato la finale di Miami è che Hubert Hurkacz sia riuscito a far pesare quei pochi vantaggi che gli venivano dal ruolo secondario che sembrava dovesse ricoprire in questo match titolo in palio. Quel po’ di esperienza in più, offerta dai cinque anni di anzianità di servizio che vanta sul compagno di doppio italiano, gli ha permesso un approccio alla finale privo di stordenti batticuore. E la sua predisposizione a rendere intercambiabile la tattica di gara ha fatto la differenza. […] La strada per raggiungere gli obiettivi sognati è lunga, e servirà essere corredati di tutto punto. Piano B, piano C e via secondo le lettere dell’alfabeto. «Lui è andato 7-6 4-0 grazie ai suoi colpi vincenti, ma non mi ha preso a pallate. Ho commesso degli errori e sono andato sotto, ma non 6-1 6-1 senza speranza. Per questo sono convinto che vi sia una spiegazione agli errori che ho commesso». […] Si va sul rosso europeo, il tennis lascia il cemento. Montecarlo comincia la prossima settimana, e sarà un duro impegno per Fognini. Berrettini torna in campo a Cagliari, ma solo in doppio, con il fratello Jacopo. Da ieri, il nostro tennis vale dieci posti nella Top 100. È un bel record. Sinner è salito al numero 23 (ma nella Race è settimo), Musetti al 90, ed è rientrato in gioco Mager. È un tennis che vale, per numeri, quelli di Spagna e Francia. E in più mette in campo i giovani più forti del circuito. Vale la pena aspettarli.

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