Gli Internazionali aprono al pubblico (Esposito, Grilli, Vecchiarelli). Madrid, va a Berrettini il derby con Fognini (Crivelli, Azzolini, Palliggiano)

Rassegna stampa

Gli Internazionali aprono al pubblico (Esposito, Grilli, Vecchiarelli). Madrid, va a Berrettini il derby con Fognini (Crivelli, Azzolini, Palliggiano)

La rassegna stampa di mercoledì 5 maggio 2021

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Roma, porte aperte. Dagli ottavi basterà la mascherina (Elisabetta Esposito, La Gazzetta dello Sport)

«Abbiamo lavorato tantissimo, ma siamo orgogliosi di poter dire che con gli Internazionali d’Italia lo sport riapre al pubblico». Valentina Vezzali sorride, mentre il presidente della Fit Angelo Binaghi e quello di Sport e Salute Vito Cozzoli gongolano di soddisfazione. Conferenza stampa dell’edizione numero 78 degli Internazionali Bnl d’Italia, in programma dall’8 al 16 maggio: poche ore prima il sottosegretario allo Sport Vezzali ha firmato un decreto che permette l’ingresso del pubblico per il 25% della capienza degli impianti dal giovedì. Non sarà necessario certificato vaccinale o tampone recente, basterà indossare una mascherina Ffp2. Il Foro Italico sarà diviso in tre blocchi separati e non comunicanti, con ingressi, uscite e servizi autonomi. Per evitare il problema coprifuoco la sessione diurna inizierà alle 10, le serali si divideranno tra Centrale e Grand Stand e inizieranno alle 18 e alle 19. Quanto ai biglietti, chi ne aveva per i primi giorni sarà rimborsato, mentre per domenica si dovranno fare dei tagli, con priorità a sponsor, abbonati e ordine di acquisto. Gli altri saranno spostati su altri campi o in altri giorni, oppure rimborsati. «E’ giusto che lo sport riparta dal tennis, è una disciplina sicura, in campo e sugli spalti: i nostri tifosi sono tranquilli», puntualizza Binaghi.

Festival d’Italia a porte aperte (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Noi c’eravamo, in quegli splendidi anni Settanta (del nostro tennis), appollaiati sui tubi innocenti che circondavano il campo Centrale (quello delle statue, ora dedicato a Nicola Pietrangeli), a urlare per ore il nome di Adriano, ad applaudire le tre finali consecutive dei nostri prodi (1976-1978, due volte Panatta e una Zugarelli). Noi c’eravamo, e dopo quasi mezzo secolo siamo ancora qui, a commuoverci per un rovescio di Musetti o a stupirci per una sberla di Sinner. C’è grandissima attesa per la 78° edizione degli Internazionali d’Italia, e ieri finalmente è arrivata la conferma della parziale riapertura del Foro Italico al pubblico, sancita in conferenza stampa dalla sottosegretaria Valentina Vezzali, presenti Binaghi, la sindaca Raggi e il presidente di Sport e Salute, Cozzoli. Dunque, a partire da giovedì 13, sarà permessa la presenza di spettatori al 2S% della capienza sui campi Centrale, Grand Stand, Pietrangeli, e su quelli secondari. I posti saranno tutti numerati, con uscite e ingressi separati, come pure i servizi di ristorazione e quelli igienici. Gli spettatori dovranno indossare mascherine FFP2, mentre non è previsto l’obbligo del tampone. Per consentire il rispetto del coprifuoco alle 22, le gare cominceranno prima: alle 10 quelle del programma pomeridiano, alle 18 sul Centrale e alle 19 sul Grand Stand per il programma serale. «Siamo felici di essere il primo sport in Italia ad aver ricevuto la deroga dal governo per poter aprire in sicurezza al pubblico – ha detto Binaghi – e credo che sia giusto così, perché il tennis è lo sport più sicuro. Chi aveva acquistato biglietti fino a mercoledì sarà rimborsato, ma nelle altre giornate dovremo fare dei tagli perché, soprattutto per il Centrale, sono stati acquistati più tagliandi di quanti posti siano ora disponibili. Daremo priorità a sponsor, abbonati e ordine di acquisto. Chi aveva acquistato i biglietti col supervoucher potrà decidere di usarlo per Atp Finals, Next Gen o per i prossimi Internazionali. Altrimenti si potrà chiedere il rimborso». Sabato via alle qualificazioni, c’è grande attesa per gli azzurri. In campo ne vedremo almeno otto: già nel tabellone principale Berrettini, Sinner, Fognini e Sonego, le wild card sono state assegnate a Musetti, Travaglia, Caruso e a Mager o Cecchinato (dipenderà dai risultati della settimana); tra le donne nessuna ha conquistato di diritto il tabellone principale, mentre le wild card hanno premiato Giorgi, Trevisan e Cocciaretto. «È un anno speciale per il tennis italiano – ha concluso Binaghi – spero davvero di vedere i nostri protagonisti fino alla fine».

Tennis, il Foro Italico riapre al pubblico (Valerio Vecchiarelli, Corriere della Sera – Roma)

Gli Internazionali di tennis (8-16 maggio) aprono le porte del Foro Italico al pubblico e l’annuncio, dato dal sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali durante la presentazione del torneo, sa di liberazione. Il decreto permetterà la presenza del 25% della capienza degli impianti da giovedì 13, giorno degli ottavi di finale, fino alla finale di domenica 16. Federtennis e Sporte Salute hanno messo a punto un programma che dividerà in 3 cluster (Centrale, Grand Stand e «Nicola Pietrangeli», campi laterali) impermeabili il Parco del Foro Italico, con entrate, uscite e servizi distinti. Doppi turni di presenze tra le sessioni del giorno e quella serale sdoppiata. Inizio delle partite anticipato alle 10 al mattino, alle 18 sul Centrale e alle 19 sul Grand Stand la sera, per evitare che si sconfini oltre il coprifuoco. Unico obbligo per tutti la mascherina e il rispetto del distanziamento. «E’ per noi motivo di grande orgoglio – ha esordito il presidente federale Angelo Binaghi – essere stato il primo sport in Italia ad aver avuto la deroga. Abbiamo l’occasione di poter dimostrare al mondo come l’Italia intera si stia avviando verso la normalità. L’unica nota dolente arriva dalla biglietteria: a conti fatti potremo avere 5500 spettatori il giovedì e 2500 nel giorno della finale. Siccome sono stati molti di più coloro che hanno acquistato il biglietto, dovremo scegliere: priorità agli sponsor, quindi premio alla fedeltà degli abbonati. Per tutti gli altri c’è pronto un super voucher da spendere negli altri grandi appuntamenti internazionali che saranno organizzati in Italia, o l’immediato rimborso».

Un Berrettini Real (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il vangelo secondo Matteo si srotola attorno a una parola semplice: battuta. Quando serve le prime a una media di 213 km orari con punte a 232 ottenendone l’85% dei punti, con il 64% di punti con la seconda e nessuna palla break, Berrettini è sostanzialmente ingiocabile per molti, se non per tutti. E infatti il derby generazionale contro Fognini non ha storia, deciso com’è da due break ottenuti dal romano all’inizio dei due set (secondo e terzo game) e ai quali Fabio non può replicare perché quando Matteo è al servizio gli è impossibile scambiare, finendo travolto dalle soluzioni prepotenti del più giovane avversario che risolve gli scambi di solito entro i tre colpi. Una prestazione solida, di sostanza, che conferma l’onda lunga della fiducia acquisita con la vittoria al torneo di Belgrado e la rapida adattabilità di Berretto alle insidie della terra. «Il tennis italiano dovrà essere grato per sempre a Fabio – ha ricordato spesso il numero 10 del mondo – perché ci ha tenuto in piedi nei momenti difficili e poi con il trionfo a Montecarlo ha dimostrato che anche noi possiamo stare al livello dei più forti del mondo». Una stima ricambiata: «Sono il più vecchio della ciurma e sono fortunato a competere con questi ragazzi, che sono forti. Questo mi fa rimanere tranquillo, vuol dire che il livello ce l’ho ancora. Sinceramente a Matteo auguro il meglio. Gli auguro di fare meglio della top 10, di vincere Slam, di fare meglio di quello che ho fatto io». Negli ottavi, Berrettini troverà uno tra Ramos e Delbonis: «Ho trovato subito feeling con le condizioni di Madrid — commenta l’allievo di Vincenzo Santopadre – e in questo momento sono molto soddisfatto della mia condizione fisica e mentale, anche se non bisogna mai abbassare la tensione. E pensare che e stato proprio il servizio una delle cause dell’infortunio: durante la quarantena in Australia mi ero allenato poco su quel colpo e cosa gli addominali ne hanno risentito. Ora mi voglio divertire». Reduce dalla semifinale a Barcellona, Sinner debutta con un successo su Pella approfittando del ritiro dell’argentino (problemi all’inguine) sul 4-4 del secondo set a capo di un match comunque controllato a lungo. Sinner affronterà oggi l’australiano Popyrin («Mi sono allenato con lui, serve bene e tira forte») con il rischio di pensare già al possibile ottavo con Nadal (che intanto battezzerà l’erede Alcaraz).

Berrettini dilaga (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Alla fine, il derby d’Italia lascia una domanda inevasa. Esiste ancora il Fognini collerico, che reagisce di fegato agli eventi negativi del match, che si lancia in quei cupi, stizziti monologhi, nei quali intrecciava uomini e cose senza che vi fosse necessariamente un perché, e lanciava alti lai rivolgendosi per vie dirette alle divinità tennistiche? Sembra di no. Il Fabio furioso non esiste più. Cancellato dalla faccia del tennis come da questo match madrileno di secondo turno, contro la giovane nemesi Matteo Berrettini, il suo esatto contrario. Alto, svelto nonostante la mole, concentrato, travolgente. Una delle migliori esibizioni del Berretta da terra rossa, favorito dall’altitudine che aggiunge un pizzico di velocità in più al gioco, e in grado di prendere possesso del match sin dal primo colpo mulinando servizi da formula uno e dritti talmente squassanti che su alcuni di essi persino lo stesso spento Fognini di ieri è stato costretto a sussultare. Fognini non è nato per fare scena muta, il suo tennis è un insieme geometrico di colpi da manuale, ma sostenuto da una linfa vitale strenuamente collegata ai suoi stati d’animo. Lui ha sempre cercato una mediazione, fra le esagerazioni del carattere e il carburante che gli serve, e spesso l’ha trovata. Ieri invece è sembrato spento, quasi invecchiato, senza forze. Sta pensando al del ritiro? È un lecito dubbio ma non c’è niente del genere nel prossimo futuro. «Vivo una situazione che non conosce vo, alla quale mi devo abituare. II tennis non mi manca, ne ho in abbondanza, e so che se ci saranno le condizioni mi permetterà di divertirmi ancora per un po’. Ma il fisico, e l’età, mi obbligano a considerazioni che non amo fare. Sento però che recuperare è più difficile di una volta, e che la catena di piccole cose che non funzionano comincia ad allungarsi. Anche qui a Madrid qualche problema l’ho avuto e non sono riuscito a smaltirlo come ero abituato a fare». […]

Berrettini bomber. Fognini si arrende (Davide Palliggiano, Corriere dello Sport)

Sono bastati due break per portarsi a casa il derby. Matteo Berrettini ha il fuoco dentro in questo periodo dell’anno, ha un servizio che fa male, tanto male. Chiedere per informazioni a Fabio Fognini, che da Madrid è uscito a testa alta, pur non avendo mai avuto una palla-break nel 6-3 6-4 con cui il romano s’è imposto nel secondo turno del Masters 1000 di Madrid. II servizio, inevitabilmente, ha fatto la differenza. Vere e proprie cannonate da parte del 25enne numero 10 del mondo, molte di queste oltre i 230 km/h: 85% di punti vinti sulla prima di servizio, il primo break già al secondo game del primo set e l’altro al quarto del secondo. Picchi di una partita regolare e con altre cinque palle-break sprecate contro le zero di Fognini, a tratti sconsolato, nonostante il pubblico fosse quasi tutto dalla sua parte. «Ho fatto bene ciò che so fare bene» il titolo di Matteo. Detta così, sembrerebbe banale, ma non lo è, perché la sua partita ha rasentato la perfezione: «Sono partito forte all’inizio dei due set, la mia è stata una prestazione solida: questa è stata la chiave per vincere la partita». Negli ottavi affronterà il vincente tra lo spagnolo Ramos-Viñolas e l’argentino Delbonis. Per Fognini, invece, è tempo di autoanalisi e concetti che si rafforzano con il passare dei giorni: «Penso che giocherò ancora per molti anni – ha spiegato – Sulla partita non ho nulla da dire, il suo servizio gli ha dato un grosso vantaggio in ogni game e nelle mie condizioni non era facile rispondere. Ho però una certezza: non vedo un problema a livello di tennis. Faccio più fatica del normale a recuperare, sono sincero, ma posso ancora dire la mia e ho il cuore in pace. A Roma posso essere un cliente scomodo per chiunque, ma prima è importante recuperare sotto tutti i punti di vista». […]

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