Canadian Open 2021: Tennis Canada vuole far svolgere il torneo. Possibile un trasloco a Cincinnati?

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Canadian Open 2021: Tennis Canada vuole far svolgere il torneo. Possibile un trasloco a Cincinnati?

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Rogers Cup Montreal (foto via Facebook, @CoupeRogers)
 

A poco meno di tre mesi dall’inizio della stagione nordamericana sul duro, Tennis Canada ha emesso un comunicato per aggiornare sulla situazione del Canadian Open che da quest’anno abbandonerà la sua tradizionale denominazione di Rogers Cup e sarà ribattezzato National Bank Open.

Lo scorso anno il Masters 1000 maschile previsto a Toronto e il WTA 1000 (allora Premier 5) in programma a Montreal erano stati cancellati a causa della pandemia, e rimandati a quest’anno ignorando l’usuale alternanza che avrebbe dovuto vedere le due sedi scambiarsi i tornei nel 2021.

Tennis Canada è in costante contatto con tutti i livelli del Governo del Canada, così come con l’ATP e la WTA” dice la nota, che conferma come la priorità attuale sia quella di tenere regolarmente la manifestazione a Toronto e a Montreal all’inizio di agosto, facendo affidamento sull’accelerazione che ha avuto la campagna vaccinale in Canada nell’ultimo mese.

 

“Tuttavia, storicamente il National Bank Open rappresenta il 90% degli introiti di Tennis Canada per la stagione, ed è critico che le edizioni 2021 vengano disputate. Di conseguenza, il nostro team sta sondando tutte le possibilità a nostra disposizione e Tennis Canada ha iniziato a trattare con la USTA per esplorare possibili alternative per disputare il torneo negli Stati Uniti. Tuttavia, questa opzione verrà considerata soltanto dopo che tutte le opzioni per mantenere il torneo in Canada saranno divenute impercorribili”.

Già diverse settimane fa Ubitennis aveva appreso che si stava considerando la possibilità di spostare il National Bank Open a Cincinnati, disputando così due tornei combined in due settimane consecutive in Ohio con il Canadian Open prima del tradizionale Western&Southern Open che lo scorso anno era stato trasferito a Flushing Meadows.

La situazione sanitaria ai due lati del confine nordamericano è abbastanza diversa: negli USA la vita si sta avviando rapidamente alla normalità, e diversi stati hanno già rimosso tutte le restrizioni alla capacità per quel che riguarda gli eventi di massa. A Cincinnati, il numero di nuovi casi giornalieri di COVID-19 è ormai da settimane al di sotto dei 10 ogni 100,000 abitanti e quasi il 40% della popolazione è stata completamente vaccinata, riporta il New York Times. Alla fine di aprile la squadra di baseball dei Cincinnati Reds ha aumentato il numero massimo degli spettatori ammessi all’interno del proprio stadio dal 30 al 40 per cento della capacità, arrivando quindi a ospitare quasi 17.000 spettatori sugli oltre 42.000 posti disponibili.

È quindi verosimile pensare che a Cincinnati si potrà giocare con almeno il 50% del pubblico presente al Lindner Family Tennis Center di Mason, cosa che al momento sembra inimmaginabile in Canada. I Toronto Blue Jays di baseball e i Toronto Raptors della NBA, così come le squadre di calcio MLS di Toronto, Montreal e Vancouver, stanno disputando i rispettivi campionati disputando le partite casalinghe negli Stati Uniti per evitare di dover attraversare il confine e dover sottostare alle severissime norme di quarantena imposte dal governo canadese. Il campionato di hockey NHL si sta disputando con i sette team canadesi che hanno disputato una lega a parte e si affronteranno nei playoff per designare chi dovrà andare a sfidare le squadre USA per poter vincere la Stanley Cup.

Al momento la percentuale di persone che hanno ricevuto entrambe le dose del vaccino in Canada è in cifra unica piuttosto bassa, e il numero di infezioni, soprattutto a Toronto, continua ad essere più del triplo di quello registrato in Ohio.

Sembra ci possa essere qualche rilassamento verso la fine del mese di maggio: il premier Justin Trudeau ha espresso il desiderio di andare di persona al vertice dei G8 in Cornovaglia il prossimo giugno, ma ciò sarà possibile solamente in caso di rilassamento delle norme sanitarie previste per i viaggi internazionali.

Tuttavia per quel che riguarda il National Bank Open, a questo punto sembra abbastanza velleitario pensare che sarà possibile ospitare in Canada l’evento con un numero di persone ammesse sugli spalti tali da consentire un risultato economico soddisfacente per Tennis Canada. Lo scorso anno, parlando con il direttore del torneo di Montreal Eugene Lapierre, Ubitennis aveva riportato come fosse impensabile dal punto di vista economico per Tennis Canada tenere la manifestazione a porte chiuse: i diritti televisivi, soprattutto per il torneo femminile, non sono minimamente sufficienti ad assicurare un reddito sufficiente. Ragion per cui se dovesse essere possibile andare “in affitto” a Cincinnati per una stagione per poter far disputare il torneo in modo economicamente sostenibile, è abbastanza probabile che Tennis Canada finirà per percorrere questa strada.

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