Orgoglio Berrettini. E oggi la sfida Sinner-Nadal (Crivelli, Esposito, Mastroluca, Marchetti, Bertellino)

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Orgoglio Berrettini. E oggi la sfida Sinner-Nadal (Crivelli, Esposito, Mastroluca, Marchetti, Bertellino)

La rassegna stampa di mercoledì 12 maggio 2021

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Orgoglio Berrettini: «Vi ho dimostrato perché sono top-10» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Preoccuparsi è dannoso come aver paura: rende le cose più difficili. Ieri, sul Centrale sferzato dal vento e sotto un cielo plumbeo, Matteo Berrettini deve essersi ricordato che un top ten non può mai essere soggiogato dalla paura. Neppure se è reduce da una finale persa appena 48 ore prima che ha indubbiamente lasciato graffi al morale. Che il primo turno dell’ex ragazzino che su questi campi palleggiava con Nadal e Federer potesse nascondere molte complicazioni era scritto nelle scorie psicologiche e fisiche della sconfitta di Madrid e nelle qualità del rivale, il georgiano Basilashvili, numero 30 Atp, non un mostro di continuità ma già capace, in stagione, di vincere due tornei, a Doha sul cemento e a Monaco sulla terra. All’inizio del match il fantasma di Zverev e la profondità dei colpi dell’uomo di Tbilisi sono un rompicapo per Berretto, che infatti ha la mano freddissima al servizio: appena il 36% di prime in campo. «Sapevo che le condizioni erano molto diverse rispetto a Madrid – confessa Matteo – dove mi bastava mettere un servizio e poi esplodere il dritto, grazie alla velocità superiore della palla in altura. Lui ha subito giocato bene, è stato molto continuo, senza cali. Ha fatto una partita di alto livello». Per uscirne, serviranno le doti che vanno oltre la tecnica e che rendono completo il bagaglio di un campione: il cuore, l’orgoglio, la volontà di non cedere alla sconfitta. E così il rendimento alla battuta di Berrettini sale di botto, consentendogli di togliere ritmo al georgiano. Una vittoriosa battaglia di nervi che dimostra una volta di più quanto ci stia bene, Matteo, tra i grandi del mondo: «Sono rimasto lì con la testa. Mi sono scavato dentro, ho tirato fuori tutto quello che avevo con una mentalità molto buona. Ho sempre detto che mi sento legittimamente un top ten, perché quello che ho ottenuto non me l’ha regalato nessuno. Ho dimostrato che il tennis non è soltanto una questione di colpi. In queste situazioni, l’energia che uno ci mette e il modo di approcciare le difficoltà contano di più». Oggi, nel secondo turno, lo attende l’australiano Millman, numero 42 Atp, avversario tignoso e battagliero: «Non non ho mai giocato contro di lui, non mi ci sono mai nemmeno allenato, ma dai risultati credo stia attraversando un buon momento. So che tipo di giocatore è: un gran lottatore, molto tenace. Certo, mi sento favorito, ma dovrò dimostrarlo». […]

Nadal, benedizione a Sinner: «E’ il mio debutto più duro» (Elisabetta Esposito, La Gazzetta dello Sport)

L’estate in cui Jannik Sinner nasceva, Rafa Nadal diventava professionista. Era il 2001 e il maiorchino da poco quindicenne iniziava la scalata al ranking. Poco meno di vent’anni dopo, eccoli uno di fronte all’altro in una sfida dal sapore agrodolce. Jannik e carichissimo: «Cercherò di fargli più male possibile». Rafa si tiene cauto, non ha bisogno di proclami, del resto qui ha già vinto nove volte e, sulla terra rossa, ha storicamente pochi rivali. Ma che non stia affatto sottovalutando la partita di oggi è evidente in ogni sua parola: «E’ un esordio duro, forse il più duro che mi potesse capitare. Sinner è giovane, ma migliora giorno dopo giorno, sta scalando il ranking, viene da una grande prova a Miami e ha acquistato fiducia. È uno di quelli che ti obbligano a giocare al meglio, vediamo se ne sarò capace…». La stima quando si parla del proprio avversario spesso è più forma che sostanza. Ma Rafa è sincero. Lo dimostra la storia. Dopo essersi sfidati per la prima e finora unica volta ai quarti del Roland Garros 2020, a gennaio di quest’anno lo spagnolo ha scelto Sinner per le due settimane di allenamenti nella bolla degli Australian Open. Se non lo considerasse forte, avrebbe senza dubbio chiesto a qualcun altro. Quelle giornate di sfida costante hanno lasciato il segno. Jannik una volta ha detto: «Allenarmi con lui a Melbourne è stata la cosa migliore che potesse capitarmi a 19 anni, non solo per la mia carriera, ma anche come esperienza di vita. Non lo scorderò mai». […]

Berrettini sul ring da vero Top-10 (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Non ha avuto il ponentino malandrino, né il cri cri dei grilli. Per dire il suo sì e passare il primo turno agli Internazionali BNL d’Italia, Matteo Berrettini non ha avuto alle spalle il fascino di Roma. Ha dovuto contare solo su se stesso. Sotto un cielo grigio, in un Centrale del Foro Italico vuoto, che gli ha messo un po’ di tristezza, il numero 1 azzurro ha rimontato 4-6 6-2 6-4 il georgiano Nikoloz Basilashvili, uno dei tre giocatori ad aver vinto già due titoli ATP quest’anno. «Ho dimostrato che il tennis non è solo una questione di colpi. In queste situazioni, contano di più l’energia che ci metti, come affronti le difficoltà – ha detto dopo la partita – Il mio avversario ha giocato bene, è stato molto continuo, senza cali. Ha fatto una partita di alto livello. Io sono rimasto lì con la testa. Mi sono scavato dentro, ho tirato fuori tutto quello che avevo». Nel primo set, la sua stanchezza si vede, si sente, si traduce in un 36% di prime di ser contro un avversario in fiducia, che lo attacca senza indecisioni dal lato del rovescio e chiude il parziale con più del doppio dei vincenti. Ma dal secondo set, la partita cambia verso e il numero 1 azzurro si accende. Raddoppia la percentuale di prime di servizio, e il dato numerico diventa vantaggio competitivo, gli consente di avvicinarsi al campo e far valere la varietà di soluzioni. Il terzo parziale è il più difficile. C’è vento, il cielo è coperto, il georgiano non molla. Se si entra nello scambio, Berrettini va in affanno ma Basilashvili ha battuto solo un Top 10 sulla terra battuta in carriera: non può essere un caso. Berrettini ora affronterà l’australiano John Millman, trentunenne di Brisbane, numero 42 del mondo, per raggiungere un potenziale ottavo di finale contro Stefanos Tsitsipas. […]

Nadal: «Sinner, il peggior inizio!» (Christian Marchetti, Corriere dello Sport)

Jannik ringhia ancora. Il ko di Madrid da Popyrin ha fatto catapultare al Foro Italico un Sinner carico e quadrato. Pronto anche a sfidare Rafael Nadal. E ora lo scherzo del destino di mettere l’uno di fronte all’altro l’allievo e il maestro al secondo impegno. Sebbene, ieri, il 19enne di San Candido numero 18 del mondo sia stato avvistato sul Centrale a prendere lezioni da Djokovic, impegnato in un tennis subacqueo con Fritz. Nadal batte Sinner 7-6, 6-4, 6-1. Questo il verdetto dell’unico precedente tra i due, i quarti di finale del Roland Garros di un anno fa. Ma, per Jannik, Rafa è un libro aperto. Non semplicissimo. Si sono allenati in quarantena prima dell’Australian Open, il ragazzo italiano ha cercato di assorbire tutto come una spugna e ha messo tutto nel suo bagaglio. Jannik si è presentato a Roma dicendo a tutti. «Ah, no, eh. Non mi parlate di film, serie tv e libri. Io sto pensando solo al tennis». Ebbene, oggi lo dimostrerà. E Rafa Nadal, sceso lunedl al numero 3 del ranking mondiale, dall’alto dei suoi 34 anni preannuncia: «Nulla dura per sempre. Devi accettare il ricambio generazionale e vedere cosa viene fuori. Noi (i ‘Fab 3″ Djokovic, Nadal, Federer; ndr) siamo più vecchi e loro (le facce nuove della next generation) sono sempre più forti, a me non piace nascondere la verità. Non stiamo giocando tanti tornei come quelli che giocavamo prima ed è normale che dopo vent’anni nel tour assistiamo all’arrivo di una generazione vincente». Dal punto di vista della preparazione, spiega il maiorchino, «contro Sinner sarà un inizio difficile nel torneo, una delle peggiori partenze possibili. Spero di essere pronto abbastanza». Preparatevi a una battaglia.

C’è sinner-Nadal. E Roma si ferma (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Tutti gli occhi puntati sulla grande sfida tra Rafael Nadal, nove volte campione a Roma, e Jannik Sinner, n. 18 Atp e personaggio a dispetto del non volerlo essere a ogni costo. Il pronostico è dalla parte del mancino di Manacor, re della terra rossa, ma Sinner è pronto a giocarsi le proprie possibilità perché nell’unico precedente su questa superficie (Roland Garros 2020) per più di un set aveva fatto partita pari con Rafa, che arriva al confronto dopo lo stop patito nei quarti a Madrid per mano di Zverev. Sinner ha già esordito in modo convincente a Roma, battendo in due set il francese Humbert, altro mancino, preparandosi al grande evento. I due si conoscono bene essendosi allenati insieme per 15 giorni ad Adelaide, in preparazione agli Australian Open. Il giovane azzurro è pronto a dar battaglia: «Entrerò in campo con la giusta mentalità e cercherò di fargli male con il mio gioco. Anche lui però mi conosce meglio. Il tennis è uno sport di situazioni e ognuna richiede la giusta soluzione». Nadal risponde con la saggezza delle mille battaglie vinte: «Jannik è un tennista in costante ascesa. Dovrò giocare bene, ne sono consapevole. So che è molto motivato e impaziente per il duello. Anche io lo sono. Roma è un torneo che mi ha dato tante soddisfazioni e sono contento di esserci». […]

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