Parla Ivanisevic: "Djokovic può fare il Grande Slam. A Parigi lezione di tennis a Nadal"

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Parla Ivanisevic: “Djokovic può fare il Grande Slam. A Parigi lezione di tennis a Nadal”

“Se c’è qualcuno in grado di vincere i quattro Major nello stesso anno è proprio Djokovic. Nella semifinale del Roland Garros, Rafa mi è sembrato per la prima volta impotente”

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Il secondo titolo a Parigi è dunque arrivato. Per trasportare Novak Djokovic nella storia, o meglio, nell’ancor più ristretta cerchia di leggende della storia del nostro gioco. Unico tennista dell’era Open a vincere almeno due volte tutte e quattro le prove del Grande Slam; diciannove titoli Major, meno uno dalla doppia stella raggiunta solo da Roger Federer e Rafa Nadal, appaiati a quota venti. Il prossimo obiettivo sarà raggiungerli, magari già a Wimbledon tra un paio di settimane. Dovesse riuscire l’allucinante impresa, il famelico numero uno potrebbe pensare al sorpasso già in stagione, che peraltro significherebbe Grande Slam solare.

Senza dimenticare che in estate si dovrebbe volare ai Giochi di Tokyo: lo Sam potrebbe addirittura tingersi d’oro, roba da Steffi Graff 1988. Non vorremmo correre troppo, del resto già lo stanno facendo in troppi, e allora conviene prendere fiato e ascoltare. Magari prestando attenzione a un tassello via via divenuto decisivo nel team del serbo; un tizio che quando disserta, peraltro, difficilmente delude il possessore del microfono. In una lunga intervista concessa a Tennis Majors, Goran Ivanisevic ha parlato del recentissimo passato e del prossimo futuro di Nole, condendo le sue opinioni con competenza, conoscenza dei dettagli e una buona dose di pepe.

Da diverso tempo sostenevo che per Novak sarebbe stato più facile affrontare Nadal in semifinale – ha esordito l’ex bombardiere da Spalato -. Eravamo a Belgrado quando è stato sorteggiato il tabellone del Roland Garros; lui non era per nulla contento di essere dalla stessa parte di Rafa e Roger, mentre io pensavo che fosse un’ottima notizia: Rafa a Parigi ha vinto 13 titoli senza mai perdere una finale (in verità neanche una semifinale, prima di quest’anno, ndr), e tutti sappiamo quanto i risultati pregressi e la fiducia influiscano sull’approccio all’ultimo atto di uno Slam. L’inizio dell’incontro è stato molto simile a quello dello scorso anno, ma stavolta, quando si è trovato sotto 0-5, Nole ha resettato tutto, e il match ha cambiato direzione in quel preciso momento. Credo che avrebbe potuto vincere anche più facilmente quel famoso terzo set, ma in generale penso che il suo tennis sia stato perfetto: non ho mai visto Nadal così impotente sul suo campo“.

In molti hanno analizzato le chiavi tattiche che hanno portato alla grande impresa contro il cannibale, ma vale la pena di ascoltare il parere in merito di uno degli artefici del grande upset. “Prima di tutto Novak era finalmente pronto a stare in campo per venti ore, se fosse stato necessario. Nel 2020 continuava a provare ad accorciare i punti, mentre stavolta era psicologicamente preparato a correre, correre e correre ancora; a condurre in porto una battaglia estenuante. Si è aperto il campo molto bene, ed è riuscito a difendersi alla grande sul lato sinistro. In molti parlano del vantaggio che avrebbe ottenuto dal fatto di giocare di sera, dei conseguenti rimbalzi più bassi, ma non credo che ciò abbia influito chissà quanto. Infine, ma è una questione cruciale, Nole è stato molto più deciso quando si è trattato di chiudere i punti. Tutti sanno che contro Rafa spingi, spingi e improvvisamente lui contrattacca mettendoti nei guai. In questo caso Nole ha creduto nei suoi colpi, anche quando li ha sbagliati. Rafa ha potuto fare ben poco“.

Rafael Nadal e Novak Djokovic – Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)

Un risultato epocale, certo da tramandare ai posteri, ma un bel fardello di energie consumate prima di combattere il duello decisivo per il trionfo. Il serbatoio, come ha fatto notare il grande Goran, stavolta era stipato. “Battere Nadal non sarebbe servito a nulla se avessimo perso la finale. Ovvio, sconfiggere il più grande di sempre sulla terra battuta è una sensazione meravigliosa, ma lo devi dimenticare dopo un’ora. Sapevamo che Tsitsipas sarebbe stato duro da battere: sta giocando alla grande, è giovane, allenato. Ha un ottimo servizio, un gran dritto, il suo rovescio è migliorato in modo esponenziale e non ha paura di prendere la rete. Stefanos è il mio preferito tra i giocatori della nuova generazione. Novak era molto motivato, è partito bene, poi ha giocato un brutto game quando è andato a servire per il primo set sul 6-5 e altri tre o quattro brutti punti nel tie-break. È riuscito a recuperare, guadagnando il set point con una gran risposta, ma Tsitsipas ha giocato quel dritto di cui ti puoi solo complimentare. Nel secondo Nole si è spento, esattamente come una lampadina“.

Chissà quanti demoni avranno a quel punto preso posto nel box serbo sul Philippe Chatrier. “Ma non ero preoccupato, sapevo che se Novak avesse vinto il terzo avrebbe vinto anche la partita. Non solo per la sua esperienza in certi contesti, ma perché a mio parere Stefanos stava giocando bene, ma non abbastanza per vincere in tre. Nel terzo Nole è rientrato con un’altra faccia, e quando ha ottenuto il break non ha più mollato la partita. Nel quinto avrebbe potuto vincere anche più comodamente“. Esperienza, energia, uno sguardo diverso. È bastato questo a fornire la salvifica scialuppa di salvataggio in un mare fattosi grosso? “Nole ha iniziato a variare, ad aprirsi meglio il campo, a giocare più aggressivo. A non lasciare più spiragli: quando l’avversario nota il cambio dell’andazzo, non gli è facile uscirne, trovare soluzioni alternative. Nel secondo set avrà subito una dozzina di contropiedi, ha smesso di lasciare che ciò potesse accadere. Da metà del terzo in poi notavo Tsitsipas mentre guardava il suo angolo, suo padre, chiedendosi “cosa posso fare?”. Ma a quel punto era entrato nella ragnatela, e quando entri non è facile uscirne“.

Lo scorso autunno erano piovute innumerevoli critiche sulla testa di Ivanisevic, il quale si era azzardato a predire che il suo pupillo avrebbe battuto Nadal nella prossima finale del Roland Garros. La profezia ha sbagliato round, non potendo conoscere il tabellone che l’urna avrebbe svelato, ma infine si è in qualche modo avverata. “Sono stato massacrato, ma ho il diritto di esprimere le mie opinioni. Sono parte del team di Nole ed è perfettamente normale che creda nel mio giocatore, vi sembra strano? Lo scorso anno forse non era pronto a competere alla pari con lui, ma quest’anno gli ha dato una lezione di tennis. Ci hanno biasimato per la scelta di andare a giocare a Belgrado la settimana prima del Roland Garros. Dicevano che sarebbe stato troppo tardi arrivare a Parigi il sabato. Ma loro non sanno quanto sia servito a Nole quel bagno di folla, il supporto della sua gente: ha fatto un carico di fiducia ed energia impossibile da ricavare altrove“.

Novak Djokovic al torneo di Belgrado 2 (Credit: @ozmo_sasa on Twitter)

Il tempo di godersi il trionfo sarà poco: la terza tappa sul cammino dell’agognato Grande Slam è distante meno di due settimane. Sarà Djokovic in grado di recuperare l’enorme dispendio mentale offerto all’altare di Parigi in vista dei Championships? “Certo, lo sarà. Deve farlo, perché ha ben chiaro il suo obiettivo. Ho sempre pensato una cosa: Nole è l’unico tennista con tutte le carte in regola per chiudere il Grande Slam nell’anno solare. Solo Dio sa se ci riuscirà, ma se c’è qualcuno in grado di farcela è lui. Mercoledì andremo a Maiorca per prepararci, staremo lì sette o otto giorni. A mio parere non dovrebbe giocare il torneo, perché l’erba è molto differente da quella che troverà a Wimbledon (in questo senso l’opinione di Goran è decisamente diversa da quella comprensibilmente esposta dagli organizzatori dell’evento balearico, NdR) e dovremmo essere a Londra almeno tre giorni prima della partita d’esordio, che Nole giocherà già il lunedì in quanto campione in carica. In più dovremo adeguarci alle restrizioni previste dalla bolla, quindi non potremo arrivare all’ultimo secondo“. Non resta che attendere: i conigli nel cilindro del numero uno al mondo potrebbero essere ancora un paio. Per questa stagione, s’intende.

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