In questa edizione dei Giochi Olimpici a Tokyo 2020, e anche alle prossime Olimpiadi invernali di Pechino, gli atleti russi sono stati costretti a competere sotto la bandiera del Comitato Olimpico russo e non a quella della nazione Russia a causa dello scandalo rivelato dal rapporto McLaren che ha appurato l’esistenza di una cospirazione su larga scala durante le Olimpiadi di Sochi. Di conseguenza anche i tennisti hanno partecipato al torneo olimpico con la sigla “R.O.C.” (Russian Olympic Commitee) sulle magliette.
Dopo il vittorioso match di terzo turno contro Fabio Fognini, al n. 2 del mondo Daniil Medvedev è stata posta una domanda un po’provocatoria a proposito di questa faccenda: “Voi atleti russi sentite lo stigma di essere considerati degli imbroglioni?” (letteralmente ‘cheaters’). E lui non ha per nulla gradito: “Per la prima volta nella mia vita mi rifiuto di rispondere a una domanda. Non era mai capitato, e credo che tu ti debba vergognare di te stesso [rivolto al giornalista n.d.r.], e spero che vengano presi dei provvedimenti contro di te in modo che non ti sia permesso di seguire le Olimpiadi o il torneo di tennis, e sicuramente non ti voglio più vedere alle mie conferenze stampa”.