Andreescu e la spinta del nuovo coach: "Vedo grossi miglioramenti"

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Andreescu e la spinta del nuovo coach: “Vedo grossi miglioramenti”

La campionessa del 2019 ritorna a New York: “Ho la pelle d’oca”. Intanto la collaborazione con Sven Groeneveld sta dando i suoi frutti in allenamento

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Bianca Andreescu - Pechino 2019 (via Twitter, @WTA_insider)
 

Bianca Andreescu non è certamente una delle favorite per la vittoria finale degli US Open 2021 – come confermano anche le quote che pagano un suo successo 33 volte la posta – ma vedere la 21enne canadese di nuovo in forma e competere in uno Slam è già un successo. “Sono molto felice di essere di nuovo qui” ha ammesso la n. 7 del mondo.Avevo la pelle d’oca quando sono entrata nell’Armstrong Stadium il primo giorno, mi ha fatto subito tornare alla mente il 2019. Fa piacere avere questo tipo di sensazioni quando si inizia un torneo; è fantastico.”

La campionessa degli US Open 2019 lo scorso anno non ebbe la possibilità di difendere il titolo a causa del lungo periodo passato lontano dai campi, e il titolo se lo aggiudicò Naomi Osaka. Le due giovani tenniste non hanno un tennis troppo dissimile e sarebbe bello per il futuro se nascesse tra loro una rivalità in campo degna di essere ricordata. “Lei è il volto del tennis sul cemento” ha detto Bianca parlando della sua collega giapponese. “È davvero bello averla al mio fianco insieme a così tante altre giocatrici. Lei sicuramente mi motiva a fare meglio. È anche una persona molto simpatica. Mi piace che parli a favore della salute mentale, la rispetto molto.

Ad una ritrovata condizione fisica va aggiunto anche un nuovo membro di primo piano nel suo team. Penso che ormai tutti sappiate che ho iniziato a lavorare con Sven Groeneveld. Mi sta aiutando tanto sotto molti aspetti. In questo momento in pratica sto applicando quello che mi ha detto finora, e vedo un’enorme differenza. A questo punto ho solo bisogno di partite per essere in grado di eseguire i colpi come voglio. Ecco perché stiamo cercando di giocare il maggior numero possibile di set in allenamento. Purtroppo alla Rogers Cup ho avuto questo problema all’alluce. Anche a Cincinnati mi ha davvero infastidito, quindi non ci faccio troppo affidamento. È un peccato che sia successo, perché mi sarebbe piaciuto continuare a giocare. So che allenarsi e competere in un vero torneo è diverso ma è così che al momento vanno le cose”.

Il motivo di questo nuovo coach è molto semplice. “Volevo qualcuno che lavorasse a tempo pieno con me, e Sylvain [Bruneau, ndr] non poteva perché ha dei figli. È del tutto comprensibile. Avevo la sensazione che il nostro tempo assieme stesse volgendo al termine. Ad esempio, cercando un nuovo allenatore, volevo davvero qualcuno che avesse molta esperienza con i campioni del Grande Slam. Sven è perfetto per questo. L’ho contattato su FaceTime prima di incontrarlo davvero. Ho parlato con un paio di altri allenatori, ma Sven si è davvero distinto. Siamo andati molto d’accordo in quella chiamata. Speravo che sarebbe stato lo stesso di persona, e così è stato. Ci siamo trovati molto bene dentro e fuori dal campo. Porta molte intuizioni diverse da quelle che ho avuto in passato. Si concentra davvero sui dettagli. Vedo che mi aiuta molto in campo. Guarda anche al lato mentale delle cose, che è molto importante per me. È proprio come il discorso di incoraggiamento che ti fai durante le partite, durante i punti, tutto questo è importante per me e vedo dei grossi miglioramenti”.

Il lungo periodo caratterizzato da infortuni e ritiri ha anche cambiato l’approccio al tennis, e con l’innesto del nuovo coach lo sguardo è rivolto “sempre a lungo termine.” Qui alcuni dettagli sulla sua nuova mentalità: “Quello che facciamo è anche creare obiettivi di crescita a breve termine perché, visto quanto ero andata bene nel 2019, mi sembra di aver guardato troppo ai risultati. Devo dire a me stessa che non sono più la stessa persona di allora. Prendersi così tanto tempo di riposo sento che mi ha aiutato in molti modi. Ma poi entrare in quella mentalità competitiva mi ha riportato un po’ indietro e penso che questo sia stato anche il motivo per cui non ho ottenuto i risultati che volevo”.

“Ma sto davvero cercando di concentrarmi sul percorso e sul lungo termine perché anch’io ho solo 21 anni. Voglio essere in grado di fare ciò che fanno i ventunenni. Mi sento come se nel 2019 ci fosse stato solo tennis, tennis, tennis. E questo mi ha portato ad un crollo alla fine dell’anno. Non lo so, probabilmente era correlato agli infortuni. Non ne ho idea. Sono davvero in una buona situazione in questo momento. Giorno dopo giorno bisogna sperimentare cose nuove e adattarsi a ciò che capita col passare del tempo”.

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