US Open: meraviglia Brooksby, ma ai quarti va Djokovic

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US Open: meraviglia Brooksby, ma ai quarti va Djokovic

Jenson Brooksby manda in visibilio l’Arthur Ashe per un’ora, poi però deve cedere a Novak Djokovic. Per il n. 1 ora la sfida con Matteo Berrettini

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Novak Djokovic - 2021 US Open (Andrew Ong/USTA)
 

[1] N. Djokovic b. [WC] J. Brooksby 1-6 6-3 6-2 6-2

Nel torneo dei diciottenni, è arrivato anche un ventenne a unirsi alla festa per annunciare che presto, molto presto, bisognerà fare i conti anche con lui quando ci si dovrà giocare titoli importanti. Jenson Brooksby, 21 anni da compiere il prossimo 26 ottobre (e il compleanno è già da solo sinonimo di qualità) ha disputato un match d’esordio sull’Arthur Ashe Stadium di fronte al n. 1 del mondo in una maniera esemplare, giocando per oltre un’ora alla pari con Novak Djokovic e mettendo in mostra doti agonistiche e per certi versi anche tecniche fuori dal comune.

Suo il game del torneo, il quinto del secondo set, durato 24 punti e 20 minuti, nel quale l’Ashe si è trasformato in una bolgia da Davis sudamericana e che forse è costato troppe energie al giovane americano per potergli consentire di mantenere il passo di un Djokovic che aveva aggiustato il tiro nei colpi da fondo ed aveva ritrovato una preziosa alleata nella prima di servizio.

Man mano che la partita proseguiva, diventava sempre più difficile capire come avrebbe potuto Brooksby fare il punto a Djokovic: il suo gioco manca del punch necessario per poter trafiggere il muro di difesa del campione serbo, e pensare di fare ogni punto con schemi di palleggio da fondocampo non sembra essere realistico, anche perché sono stati ben pochi i punti diretti ottenuti dal ragazzo californiano direttamente dalla battuta.

Se si guarda il rapporto tra colpi vincenti ed errori gratuiti, si vede che il bilancio è abbastanza simile per tutti e due (+4 Djokovic e -1 Brooksby), ma il numero di errori forzati è stato molto superiore per l’americano (43 a 27), segno che era principalmente Djokovic a spingere negli scambi.

Jenson Brooksby – 2021 US Open, Monday (Garrett Ellwood/USTA)

IL MATCH – Tra la sorpresa e l’entusiasmo generale Brooksby parte rapidamente e prende il largo: 2-0, 3-1 dopo che Djokovic si era pericolosamente avvicinato sul 30-30, poi 4-1 dopo uno scambio prolungato in cui il primo a sbagliare è ancora Nole. Altri due errori di dritto e una smorzata che non arriva nemmeno a rete concedono altre due palle break all’americano. La prima viene ancora salvata con il servizio che pare l’unico colpo che funziona. Un altro errore, stavolta con il rovescio lungolinea consegna il secondo break a Brooksby. Sul 5 a 1 Djokovic cerca di spezzare il ritmo all’americano ma lo slice rimane alto e poco penetrante,  Brooksby tiene perfettamente la diagonale di rovescio e il primo a sbagliare è sempre il serbo. Uno smash a rimbalzo sbagliato, dopo la “classica” indecisione con uno smash nei pressi della rete, porta Brooksby a set point. Novak sbaglia ancora con il dritto e la folla esplode incredula. 6-1 in 29 minuti per il giovane di Sacramento.

A inizio secondo set la partita cambia. Djokovic tiene il primo turno di battuta a zero senza rischiare nulla mentre Brooksby non pare ancora realizzare quello che è successo nel primo parziale. Nel secondo game Jenson va immediatamente in difficoltà, Djokovic gli risponde tra i piedi e gli errori con il dritto del primo parziale sono già un lontano ricordo. In pochi minuti Novak conduce 3 -0. Ogni game di servizio è ora una sofferenza per il giovane californiano che, però, è bravissimo sia a tenere lo scambio con la diagonale di rovescio sia con dritto con cui pare quasi rallentare la palla ma colpo con cui rimane molto profondo. E così si salva da un game difficile per sbloccarsi nel secondo parziale.

Ma i vecchi demoni del primo set con il dritto tornano a farsi sentire e Nole concede la prima palla break del secondo set in quello che sarà il game della partita e probabilmente del torneo. Alla fine il giovane americano riesce a strappare il servizio complice un banale errore di Djokovic con il rovescio lungolinea, ma nel gioco successivo però il serbo si riprende il break di vantaggio dando l’idea che Brooksby, per quanto autore per ora di una partita quasi perfetta, dovrebbe tenere questo ritmo per almeno tre ore per avere qualche chance di vittoria. Il giovane non ha un servizio particolarmente potente o penetrante. I colpi di rimbalzo sono molto precisi ma raramente lasciano il serbo immobile che, grazie al fido servizio conferma il break e vola 5 a 2 per poi chiudere 6-3.

Dopo una pausa dovuta ad un consulto medico richiesto da Brooksby (che finisce per prendere una pastiglia, curiosamente poi richiesta anche subito dopo da Djokovic), l’inizio del terzo parziale è sulla falsariga del secondo. Brooksby appare meno lucido sugli scambi da fondo campo mentre Nole è molto costante nel palleggio. Così ottiene il break in apertura di set. Il giovane americano, però, ha tenacia e obbliga immediatamente il numero uno del mondo ai vantaggi nel game successivo che, però non solo tiene la battuta ma piazza il secondo break del set nel game successivo. L’americano lotta ma ora la partita è saldamente nelle mani di Djokovic che, però, continua a rivolgersi continuamente al suo angolo a quanto pare non pienamente soddisfatto.

Il problema a questo punto della partita per Brooksby è che ogni singolo quindici se lo deve guadagnare con lunghi e estenuanti scambi da fondo campo. Infatti per ora la media della prima di servizio è attorno a 106 miglia orarie.  Troppo poco contro il miglior ribattitore del mondo. Ora Jenson sembra calato anche dal punto di vista fisico ma riesce ad allungare il set conquistando il game del 2-5. Djokovic non è in vena di sconti e chiude il terzo set 6-2.

Quando il quarto set comincia la folla si è raffreddata e il break a zero nel primo game di Nole pare spegnere definitivamente le speranze de popolo americano. Il game di servizio tenuto a zero dal giovane di Sacramento viene accolto con un grande boato dalla folla ma la partita sembra chiusa. Quando il serbo effettua il doppio break costringendo Brooksby a sbagliare un comodo smash dopo averlo costretto a giocare sempre un colpo in più, la resa è servita. Il pubblico apprezza e riconosce lo strapotere del numero uno al mondo che guarda la folla come a dire “non dimenticatevi cosa sono capace di fare”. L’ultimo game è una formalità.  Dopo un primo set molto negativo ha alzato il livello e per il giovane americano non c’è stato più molto da fare. 

LA SFIDA CON BERRETTINI – Nei quarti di finale Djokovic troverà Matteo Berrettini, sul suo percorso per la terza volta consecutiva in un torneo dello Slam. Il serbo vanta tre vittorie in altrettanti incontri con il n. 1 azzurro, tra cui anche la finale dell’ultimo Wimbledon. “Insieme con Del Potro è probabilmente il giocatore più potente che abbia mai incontrato – ha detto Djokovic dopo la vittoria – Il suo servizio e il suo diritto sono armi letali e se è in giornata con quei due colpi è davvero difficile giocare con lui. Spero di poter confermare il risultato dei nostri incontri negli ultimi due tornei dello Slam”.

(Ha collaborato alla stesura Marco Lorenzoni)

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