Lutto nel giornalismo sportivo, è morto Giampiero Galeazzi

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Lutto nel giornalismo sportivo, è morto Giampiero Galeazzi

Addio a uno dei più famosi giornalisti italiani di sempre: era anche un grande appassionato di tennis

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Dal calcio al canottaggio passando anche per il tennis, Giampiero Galeazzi è entrato nel cuore degli italiani per le sue appassionate telecronache. E oggi l’Italia tutta gli dà l’addio: il noto giornalista romano è morto a 75 anni, era malato da tempo ma il suo ricordo è indelebile per moltissimi sportivi italiani. Alcune imprese sportive, come gli ori olimpici dei fratelli Abbagnale o di Josefa Idem, sono rimaste nella storia anche per come Galeazzi le raccontò in diretta. Era un giornalista unico nel suo genere, un maestro per tanti, e anche noi di Ubitennis, con Stefano Tarantino, avevamo avuto il piacere di pubblicare una sua intervista qualche tempo fa, che vi riproponiamo a questo link. Qui sotto un paio di stralci:

GRANDE CANOTTIERE, IL CRUCCIO DI MESSICO ’68 (Primi 3 minuti) – Giampiero si dichiara disponibile, ma il “dai, ho 10 minuti liberi” prima di iniziare ci fa pensare che abbia semplicemente voglia di togliersi il pensiero. Le cose sembrano peggiorare quando gli chiediamo se possiamo dargli del “tu” e ci risponde “no, meglio il Lei”. Cala un po’ di gelo, passano venti secondi e viene fuori il vero Galeazzi. Stavo scherzando, puoi darmi del tu”: l’intervista comincia e anzi alla fine Giampiero ci confesserà di aver accettato con molto piacere la proposta, nonostante il suo interlocutore – il sottoscritto – non lo conoscesse.

[…]

Come è stato vivere da vicino l’epoca d’oro del tennis italiano?:

“Beh, essere nella “buca” (lo spazio dietro ai tennisti del vecchio Centrale del Foro dove si sedevano gli allenatori e i membri del clan dei giocatori) mi ha consentito di respirare la vera atmosfera del tennis. Quello era il regno di Belardinelli, c’era un continuo gioco di sguardi, si era superstiziosi, si viveva un super agonismo, quella è stata la vera scuola dove ho appresso cosa fosse veramente il tennis”.

Giampiero traccia un rapido profilo dei quattro uomini d’oro del tennis italiano dell’epoca ma soprattutto riconosce i meriti di Pietrangeli nel voler a tutti i costi giocare la finale in Cile: “Quella era la squadra di Belardinelli, il merito di Pietrangeli fu quello di andare contro tutto e tutti e portarci in Cile per la finale dove nessuno voleva andare. Era diventata una finale politica. Lui fu bravissimo a tenere il punto, sapeva di avere una squadra che poteva vincere la Coppa, che non era riuscito a vincere da giocatore. La Rai non ci mandò in Cile, fece un compromesso, facevamo le telecronache dall’Italia in differita”.

che vi riproponiamo a questo link. 

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