Zverev: "Il mio torneo non è finito". Medvedev: "Oggi questione di pochi punti"

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Zverev: “Il mio torneo non è finito”. Medvedev: “Oggi questione di pochi punti”

Le parole dei due protagonisti del big match del Gruppo Rosso. Niente drammi per Zverev, Medvedev confuso sul fallo di piede

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Dopo la sconfitta contro Medvedev nel martedì delle Nitto ATP Finals, Sascha Zverev riconosce che entrambi hanno servito molto bene (79% di prime in campo per lui, 70% per il russo) e rimarca la rapidità delle condizioni: “La superficie è velocissima, il campo è velocissimo, le palle sono velocissime. Penso che per queste condizioni abbiamo giocato estremamente bene”. Per gli amanti dei numeri, il 46% dei punti si è protratto oltre i quattro colpi, contro il 48% della loro sfida nelle relativamente lente condizioni di Bercy (20% contro 25% nei soli punti oltre i nove colpi).

Il risultato non lo scoraggia più di tanto: “Ho perso solo 8-6 al tie-break del terzo. Il torneo non è finito”. Certamente no e la vittoria su Hurkacz gli assicurerebbe la certezza delle semifinali, dal momento che a Sinner, entrato al posto di Berrettini, non basterebbe vincere i suoi due incontri per qualificarsi. Ovviamente Sascha non sapeva del ritiro di Matteo e, dalla sua successiva risposta, capiamo che non conosce la regola o, almeno, non è in grado di fare mente locale appena uscito da oltre due ore e mezza di match. Però la cosa fondamentale gli è chiara: “Sono pronto a giocare con Hubi, giovedì, e penso che sarà l’incontro decisivo per me, penso che sia tutto nelle mie mani”. E conclude con alcune parole per la sfortuna di Berrettini, augurandogli “di essere qui anche l’anno prossimo”.

In quello che è stato il loro undicesimo confronto, Daniil Medvedev ha superato Zverev nel bilancio dei testa a testa, peraltro vincendo gli ultimi cinque. Qual è la chiave? “Dico sempre che contro uno che è in top 10 da anni, come Sascha, non importa quanti match di fila tu abbia vinto, ne puoi perdere altrettanti di seguito” spiega. “Ognuno è stato diverso: in alcuni ero in controllo, in altri ero sotto ma sono stato capace di rimontare. Oggi è stata questione di pochi punti. Forse capisco il suo gioco un po’ meglio, ma, lo abbiamo visto oggi, anche lui capisce il mio. Non c’è un punto di vista singolo al riguardo”.

Alla fine dell’incontro, ha scritto sulla telecamera “non teso, ma le mani stanno tremando”. Secondo Daniil, “il nervosismo può giocare un ruolo ambiguo, perché talvolta sento che mi fa bene; vai per il vincente, a volte riesce, la folla impazzisce, è così che ti aiuta a tirare fuori il meglio e a prendere la decisione migliore. A volte, invece, sbagli perché la mano non è libera come dovrebbe, e credo mi sia successo nel secondo set. Nel tie-break del terzo eravamo entrambi agitati, è normale, lo sarebbero anche Novak, Rafa, Roger. Credo sia buffo perché dalla TV non lo capisci dal momento che mi vedi tirare i colpi, cercare il vincente e ne ho fatti alcuni buoni. Così, mi vedono e pensano, ‘però, non è affatto teso’, invece le mani mi tremano”.

Il suo commento sul caso Shuai Peng si limita alla parte più importante: “È tutto piuttosto confuso, non conosciamo i dettagli. L’unica cosa è che spero stia bene”. A proposito del fallo di piede che gli è stato chiamato, Daniil premette che gli piace la video review sia carina, poi aggiunge: “Non so come sia la regola, se non puoi pestare la riga o non ci puoi neanche andare al di sopra, perché il mio piede era qualche millimetro più in alto rispetto alla riga senza toccarla”. La regola, ovviamente, dice che il piede non può toccare la linea o il campo. “Il mondo sta cambiando e a un certo punto ci sarà la chiamata elettronica per il fallo di piede e io non so la regola. Non so se ci sarà un laser che se superi la linea è doppio fallo anche se non la tocchi”. Un discorso fantastico come questo merita di essere ampliato, dando a Daniil la possibilità di estenderlo alle chiamate elettroniche in generale. Oppure preferisce l’atmosfera umana dei giudici di linea? “All’inizio, con il Covid, ero a favore del sistema elettronico, ma ora sento che sia del fascino nel ritorno dei giudici”. Ricorda l’episodio del match tra Berrettini e Zverev, con Sascha che ha annullato un set point con un servizio che, se richiesto, il “Falco” avrebbe giudicato fuori. “Avrebbe dovuto chiamarlo, aveva ancora tanti ‘challenge’, perché non lo ha fatto?”.

Il suo prossimo avversario sarà Jannik Sinner, in un match che potrebbe essere molto importante per l’azzurro, mentre Daniil è già qualificato. “Può essere importante anche per me perché, se voglio arrivare primo nel girone, devo batterlo. Credo, non sono sicuro di queste cose“. Infatti, è già matematicamente primo. In ogni caso, aggiunge: “E poi è meglio mantenere l’inerzia e cercare di vincere. Certo, se perdo il primo set al tie-break 20-18, non so cosa possa succedere, onestamente”.

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