WTA Lione, eroica Yastremska: salva match point e chiude dopo tre ore

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WTA Lione, eroica Yastremska: salva match point e chiude dopo tre ore

Dayana Yastremska vince in rimonta su Ana Bogdan, con due tie-break consecutivi

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Dayana Yastremska - Lione 2022 (foto @Open6emeSensML)
 

Quattro giorni fa Dayana Yastremska è fuggita dal suo Paese, ferito dalla guerra, insieme alla sorella minore Ivanna (15 anni) dopo aver trascorso due notti al riparo dagli attacchi missilistici in un parcheggio sotterraneo utilizzato come bunker, e dopo essere stata costretta ad abbandonare i propri genitori nella sua città natale di Odessa. Come rifugiata si è diretta in Romania e successivamente a Lione. In Francia, grazie ad una wild card ha avuto accesso al tabellone principale dell’Open 6ème Sens Métropole de Lyon. Nella giornata di martedì 2 marzo, ha avuto la meglio nell’esordio al torneo sulla rumena Ana Bogdan (N.97 WTA), tra le due giocatrici c’era un solo precedente datato 2018 nel penultimo turno del tabellone cadetto del WTA 1000 di Beijing, dopo una battaglia incredibile conclusasi solo dopo tre ore e nove minuti di gioco con il punteggio di 3-6 7-6(7) 7-6(7).

La numero 115 del mondo ha concesso agevolmente il primo parziale, dove ha subìto il break a freddo nel game di apertura. Successivamente si è vista strappare il servizio anche nel quinto e nel nono gioco (nonostante avesse recuperato uno dei due break di svantaggio nel sesto game). Da qui in poi si è consumato un vero e proprio thriller tennistico. Due set entrambi decisi al tie-break; nel secondo dopo uno scambio di break iniziali l’ucraina ha salvato il primo dei due match point attraverso un dritto chirurgico nel dodicesimo game, riuscendo a portare la contesa al gioco decisivo. Dayana ha quindi trascinato la sfida alla frazione decisiva al terzo set point ancora con un vincente dalla parte destra. Nonostante poi per il terzo set consecutivo la classe 2000 abbia perso il suo primo turno di battuta, è stata in grado di contro-breakkare a metà parziale sul 3-3, prima di porre fine alla contesa al tie-break finale (rivinto per 9 punti a 7), dove ha gettato al vento tre match point di fila sul 6-3 (a causa di una fretta eccessiva nel costruire il punto e di un sanguinoso doppio fallo) che si era guadagnata con una esecuzione mozzafiato di rovescio atterrata sulla riga prima di cancellare il secondo ed ultimo match ball (come sul primo con un vincente di dritto) sul 6-7, chiudendo alla quarta opportunità utile con un punto diretto al servizio.

L’ucraina ha avuto la capacità di esprimere il suo miglior tennis nei momenti cruciali della partita, e ha dimostrato una resilienza ed una forza di volontà nel ribaltare un match che ad un certo punto sembrava compromesso in maniera definitiva; che sono state sicuramente il frutto di una carica speciale, di una motivazione particolare che hanno spinto la 21enne di Odessa ad andare oltre i propri limiti.  Queste le parole pronunciate dall’ex N.21 WTA dopo il match, con la bandiera ucraina sulle spalle; mostrata così come aveva fatto insieme alla sorella Ivanna durante il loro match di doppio (che era la prima partita da professionista per Ivanna) nella giornata di lunedì,  in cui nonostante la sconfitta avevano portato con grande fierezza all’entrata e all’uscita dal campo la bandiera ucraina, che invece durante la partita era stata poggiata delicatamente tra le loro sedie:

 

“Sono felice di aver vinto per il mio Paese, ma allo stesso tempo sono molto triste. Il mio cuore rimane a casa, e la mia mente sta combattendo qui, quindi è molto difficile trovare la concentrazione, trovare l’equilibrio. Questa vittoria, rispetto a quello che sta succedendo nel mio paese, non è nulla. Ma sono felice, almeno, perché sto anche combattendo per il mio Paese. Sono davvero orgogliosa degli ucraini, sono davvero eroi. Spero che tutto finisca presto”. In ottavi la numero 140 del mondo dovrà fronteggiare la qualificata spagnola Cristina Bucsa (N.139 WTA), che ha fermato la tds n.4 Alize Cornet.

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Roland Garros, Juniores: vincono Sciahbasi e Pace, fuori gli altri. Oggi debutta Teodosescu

Partiti i tabelloni juniores. Ancora tre azzurri in gara dopo la prima giornata

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Lorenzo Sciahbasi - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

da Parigi, il nostro inviato

C’è ancora Italia al Roland Garros. Con l’eliminazione di Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti agli ottavi di finale, rispettivamente per mano di Karen Khachanov e Carlos Alcaraz, il contingente azzurro nei tabelloni principali dello slam parigino ha lasciato definitivamente porte d’Auteuil.

Come di consueto però, tra domenica e lunedì della seconda settimana prendono il via i tabelloni juniores. Quattro ragazzi e tre ragazze in gara e il bilancio della prima giornata è negativo.

 

Tra i “boys” subito fuori Federico Bondioli, Gabriele Vulpitta, e Federico Cinà. Il sedicenne palermitano, figlio di Francesco, storico coach di Roberta Vinci, è stato costretto al ritiro sul punteggio di 6-3 3-6 5-2 in favore dell’olandese Thijs Boogaard, appena quattordicenne. 

Avanza invece Lorenzo Sciahbasi, diciassettenne di Foligno, già bravo a superare le qualificazioni, che ha eliminato con due tiebreak il diciottenne serbo Branko Djuric, sesta testa di serie del torneo. Tornerà oggi in campo contro il canadese Keegan Rice.

Nel tabellone femminile avanza Francesca Pace: la diciassettenne romana ha battuto in tre set la coetanea argentina Luciana Moyano, Al prossimo turno l’attende la bulgara Iva Ivanova.

Subito fuori, invece, Federica Urgesi: la diciottenne di Fano, nona testa di serie, si è fatta sorprendere dalla  marocchina Malak El Allami, proveniente dalle qualificazioni e di un anno più giovane.

Debutta oggi invece Alessandra Teodosescu: la sedicenne ligure debutta oggi contro la diciottenne belga Amelia Waligora.

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Tim Henman su Alcaraz: “Sa quando giocare il colpo giusto al momento giusto, ma va anche d’istinto. Musetti? Non so se credesse di potercela fare”

Voci di Eurosport: “Dev’essere così intimidatorio per i suoi avversari vedere un tennista così completo a 20 anni” ammette Tim Henman. “È incredibile che quando perde il punto sorrida!” dice Mats Wilander

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Tim Henman, capitano della Gran Bretagna - ATP Cup (via Twitter, @ATPCup)

Purtroppo il grande atteso match di ottavi di finale tra Carlso Alcaraz e Lorenzo Musetti, seppur ha regalato punti spettacolari, ha mancato di patos nel punteggio, nettamente in favore dello spagnolo. Il numero 1 del mondo infatti ha vinto 6-3 6-2 6-2, e di seguito riportiamo le parole dei commentatori di Eurosport/Discovery+. Il sette volte campione Slam Wilander questa volta si è limitato ad esternare il suo grande stupore per un aspetto da non sottovalutare nell’atteggiamento di Alcaraz: il sorriso; mentre Henman è andato più a fondo nell’analisi del gioco di Carlos.

Mats Wilander: “Per me è il tennista più incredibile che abbia mai visto, perché lui sorride! Quando perde il punto sta sorridendo, questo ragazzo è semplicemente un atleta incredibile, semplicemente wow”.

Tim Henman: “Ha una grande sensibilità per il gioco, e questo deriva dalla comprensione di sapere quando giocare il colpo giusto al momento giusto. Ha quel talento e non si vuole mai limitare questa capacità di colpire. Ed è per questo che è così eccitante per lui ed è così eccitante per il tennis avere qualcuno come Alcaraz al vertice del gioco. Quando lo vedi giocare sulla terra battuta, sembra così a suo agio, ma poi ricordi il suo successo su altre superfici. Sta davvero maturando incredibilmente velocemente, e ha ancora solo 20 anni. È così entusiasmante per noi osservare il suo sviluppo, ma deve essere molto intimidatorio per i suoi avversari e i giocatori che lo guardano vincere e sembrare così completo all’età di 20 anni“.

 

In particolare sul match dello spagnolo vinto contro Lorenzo Musetti, il quattro volte semifinalista di Wimbledon ha aggiunto: “Ha distrutto Musetti dopo aver perso quelle prime due partite. Ha schemi su cui lavora con il suo allenatore, radicato nelle buone abitudini, ma poi gioca anche con istinto, ed è lì che ha una grande sensibilità per il gioco; una comprensione naturale. Musetti era in vantaggio di 2-0 nel primo set, e Alcaraz non ha giocato un buon primo turno al servizio, e abbiamo pensato che non fosse un inizio ideale, ma poi non c’è stata gara. Alcaraz poteva dettare quando voleva, e non so se Musetti credesse davvero di poter vincere la partita. Non è sembrata una strenua resistenza da parte di Musetti negli scambi; sceglieva il drop shot troppo presto, senza essere in una posizione di vantaggio per usare quella tattica. Per quanto Alcaraz fosse contento di vincere, Musetti sarà deluso dalla sua prestazione in un così grande palcoscenico”.

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L’anno del riscatto di Nico Jarry. Chi lo ferma ora?

Nel 2019 si era già affacciato tra i primi 40 giocatori del mondo. Poi la squalifica per doping e una lenta risalita fino alla svolta di quest’anno con il torneo di casa. Gli ottavi a Parigi (affronterà Ruud, battuto pochi giorni fa) non sono una sorpresa

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Nicolas Jarry - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Non sono pochi i nomi inattesi che hanno raggiunto gli ottavi di finale del tabellone maschile di questo strano Roland Garros 2023. Ofner è indubbiamente quello più sorprendente, seguito da Varillas, Etcheverry e in parte anche Nishioka, che comunque è accreditato della 27esima testa di serie. C’è poi Nico Jarry: unseeded sì, ma forse la sorpresa meno inaspettata di tutte. Si tratta infatti di uno dei giocatori più in forma del momento e, più in generale, di questa prima metà di stagione e siamo certi che i big abbiano tirato un bel sospiro di sollievo quando hanno visto il suo nome posizionato dal sorteggio ben lontano dal loro. Il cileno, però, pian piano si sta avvicinando a tutte le teste di serie più alte e, anzi, una l’ha già raggiunta: dopo aver superato Dellien, Paul e Giron, agli ottavi se la vedrà infatti con il numero 4 e finalista dello scorso anno Casper Ruud in un match dall’esito tutt’altro che scontato.

Nico viene infatti da sette vittorie consecutive e tra queste ce n’è una ottenuta proprio contro il norvegese. Nell’ultimo torneo prima di Parigi, a Ginevra, Jarry ha giocato un tennis di altissimo livello che gli ha permesso di battere per l’appunto Ruud ai quarti di finale (in tre set) e poi anche Zverev in semifinale e Dimitrov – un altro che sta attraversando un ottimo momento di forma – nell’atto conclusivo del 250 svizzero. Con questa cavalcata degna anche di un torneo di categoria superiore, Nicolas ha conquistato il secondo titolo della stagione: la stagione del suo riscatto. Nella prima classifica del 2023 Jarry era infatti in 152esima posizione, mentre ora è virtualmente tra i primi 30 del mondo.  

IL BEST RANKING NEL 2019 – Già qualche anno fa, nel 2019, il giocatore di Santiago aveva iniziato a respirare l’aria dell’alta classifica: risultati come i quarti a Barcellona, la finale a Ginevra e il successo a Bastad lo avevano portato al numero 38 del ranking. Alto quasi 2 metri e dotato di un servizio molto pesante, si stava costruendo la fama di specialista della terra ad alta quota, dove l’aria è più rarefatta e la palla va quindi più veloce. Tra i suoi primi risultati più importanti, nel 2018, ci sono infatti le semifinali a San Paolo e Kitzbuhel: oltre 700 metri sul livello del mare in entrambi i casi.

 

LA SQUALIFICA PER DOPING – Negli ultimi tre anni, però, di Jarry ci eravamo sostanzialmente dimenticati. Il cileno era infatti letteralmente scomparso dai radar, nel senso che dall’ottobre del 2020 al febbraio 2021 il suo nome non figurava più nel ranking. Mentre tutto il circuito era fermo causa pandemia, Nico scontava infatti una squalifica per doping ed era quindi l’unico a perdere punti in classifica. Il nipote d’arte (suo nonno materno è quel Jaime Fillol ex numero 14 del mondo e in campo anche nella finale di Davis del ’76 vinta dall’Italia di Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli), in realtà, aveva dimostrato la sua innocenza: gli integratori incriminati non erano vietati ma erano stati cross-contaminati alla fonte, cioè in fase di produzione in laboratorio. Nicolas ricevette comunque una squalifica di 11 mesi dall’ITF e decise di rinunciare al ricorso dal momento che, come detto, in quel periodo non si giocava alcun torneo.

LA RIPARTENZA – Ripartire da zero o quasi, però, non è stato affatto semplice: Jarry perse i primi tre match dopo lo stop, a novembre 2020, in un Challenger e in due Futures, cedendo anche a un diciottenne americano numero 980 del mondo. Solo a marzo della stagione successiva Nico ricominciò a ottenere qualche risultato. Lo fece sfruttando l’aria di casa a Santiago: prima onorò al massimo delle sue possibilità in quel momento la wild card concessagli nel torneo del circuito maggiore combattendo per quasi tre ore contro Tiafoe e poi tornò a vincere due partite di fila nel Challenger che si disputava sempre sui campi della sua città.

IL RITORNO AD ALTI LIVELLI – Da lì è iniziata una graduale risalita che ha avuto un’altra tappa fondamentale di nuovo a Santiago, pochi mesi fa. A dire il vero il 2023 di Jarry era già partito con il piede giusto: qualificazione al main draw dell’Australian Open e vittoria al primo turno su Kecmanovic e poi un ottimo percorso nel 500 di Rio de Janeiro interrotto solo da Alcaraz in semifinale (e per giunta dopo tre set). Nella città natìa, però, Nico ha dato la conferma di essere tornato quello del 2019, se non addirittura più forte. Dopo una serie di lotte su tre set ha infatti conquistato il titolo in assoluto più significativo per lui facendo impazzire i suoi connazionali e concittadini sugli spalti.

Nei tornei di Marrakech, Barcellona, Madrid e Roma ha poi attraversato un naturale calo fisiologico, ma a Ginevra il cileno ha ripreso il filo del discorso. Gli ottavi a Parigi, adesso, significano due cose: i geni di nonno Jaime, di cui Nico ha eguagliato il miglior risultato al Roland Garros, hanno funzionato bene e, soprattutto, non si può più dire che Jarry sia solo un giocatore da tornei in altura.

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