Challenger Roseto: due italiani si qualificano ai quarti di finale

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Challenger Roseto: due italiani si qualificano ai quarti di finale

Arnaboldi e Cobolli sono gli unici superstiti della pattuglia azzurra che poteva contare in partenza su tredici atleti

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Flavio Cobolli - Challenger Perugia 2021 (ph. Roberto Dell'Olivo)
Flavio Cobolli - Challenger Perugia 2021 (ph. Roberto Dell'Olivo)
 

Il secondo turno del Challenger 80 di Roseto (terra outdoor) inizia per l’Italia con due notizie buone e due cattive. Le buone riguardano Andrea Arnaboldi e Flavio Cobolli che superano rispettivamente Nikola Milojevic e il qualificato Alexis Gautier (n.361 ATP), raggiungendo i quarti di finale. Ha cominciato Andrea Arnaboldi che, opposto all’ostico Nikola Milojevic (n.126 ATP), riesce a prevalere 6-4 7-6(2), superando di slancio il divario di classifica (120 posizioni) e quello anagrafico (il 26enne serbo è di otto anni più giovane).

Per il milanese è sicuramente un ottimo risultato visto che l’avversario, pur senza essere un fenomeno, è giocatore insidioso, come testimonia il suo palmares che comprende tre Challenger e 12 Futures. Ma vincere queste partite è assolutamente nelle corde di Andrea, giocatore di grande tecnica e di un’eleganza quasi unica in quest’epoca di martellatori. Quasi inspiegabile come in carriera non abbia ancora vinto un Challenger. Vedremo cosa succederà nei quarti dove il portoghese Nuno Borges (n.161 ATP) si preannuncia avversario rognoso.

Più facile era il compito di Cobolli che, contro il qualificato francese Alexis Gautier (n.361 ATP), non ha fatto sconti ed è sempre rimasto in controllo, a parte qualche confidenza di troppo che si è concesso nel secondo set. Ma il tennista romano non ha mai corso veri pericoli perché Gautier, pur riuscendo a difendersi fino al 5-5, non è mai arrivato a procurarsi una sola palla break. Nei quarti l’azzurro troverà il kazako Timofey Skatov (n.221 ATP e di un anno più ‘anziano’ di Flavio), con l’azzurro leggermente favorito anche se il precedente di Trieste (luglio 2021) non parla a suo favore.

Le notizie cattive sono quelle relative a Matteo Arnaldi e Alessandro Giannessi che hanno perso rispettivamente contro Nuno Borges e Lukas Rosol. Molti rimpianti li avrà sicuramente Arnaldi che se la gioca a lungo da padrone, comanda il gioco, cercando con insistenza gli angoli, e si porta avanti 7-6(5) 5-4, fino ad avere, in risposta, un match point che gioca in maniera magistrale, costringendo Borges a un’affannosa difesa. Sfortuna vuole che un rimbalzo irregolare regali il punto al suo avversario e, allo stesso tempo, faccia crollare il mondo addosso al sanremese. Che da quel momento in poi non vedrà praticamente più palla, conquistando un solo game contro i nove del suo avversario. Ma il ragazzo è forte e il tempo è dalla sua. Giannessi invece offre meno resistenza del previsto al ceco Lukas Rosol (n.288 ATP, ma al 26esimo posto nel 2014) che non è certo uno specialista della terra battuta e soprattutto comincia ad avere 36 anni.

Questa settimana il circuito faceva tappa anche a Monterrey (Challenger 100, cemento outdoor) e Santiago (Challenger 80, terra outdoor). In Messico sono arrivate ai quarti solo tre delle teste di serie, a partire dalla n.1, quel Fernando Verdasco che, a 38 anni suonati, cerca l’ultimo colpo prima di avviare le pratiche per la pensione. In Cile il programma è leggermente più indietro e il tabellone non si è ancora allineato ai quarti di finale. I nostri favoriti Jiri Lehecka e Juan Pablo Varillas sono più che mai in corsa.

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