Sinner: "Miglioramenti? Non c'è una data, ho un obiettivo ma non lo dico"

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Sinner: “Miglioramenti? Non c’è una data, ho un obiettivo ma non lo dico”

Intervistato da Paolo Rossi su Repubblica, Jannik Sinner traccia la sua roadmap e parla del rapporto con Simone Vagnozzi.

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Jannik Sinner - Dubai 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Bisognerà conviverci. Almeno all’inizio, per un periodo di tempo che non sappiamo quanto possa durare ma che comunque porterà con se i continui e costanti confronti tra ciò che è stato, ciò che è, ma soprattutto ciò che potrà essere. Ne abbiamo parlato tanto e scritto tantissimo, con la curiosa morbosità della ricerca del gesto, della parola e dello sguardo diverso dal passato, come se trovare il punto di rottura significasse trovare la via maestra. La storia professionale tra Jannik Sinner e Simone Vagnozzi  è solo all’inizio ma è stata analizzata e studiata in ogni singolo dettaglio, in ogni piccola sfaccettatura in un continuo e costante paragone sul come e sul perché il prima fosse diverso con Piatti; e forse è anche normale che sia così. 

Sono sempre io: uguale. Sono sempre lo stesso. Cioè una persona che comunque vuole divertirsi in quello che fa, e che cerca nello stesso tempo sempre di migliorarsi. Ho fatto quello che pensavo fosse giusto per me, anche se la decisione non era semplice e non lo è stata. Con Riccardo abbiamo fatto un lavoro incredibile, so da dove sono partito, ragazzino di 13 anni e mezzo: avevo lasciato casa per andare lì, e sono arrivato nei primi dieci del mondo“. Parole e musica di Jannik Sinner  in una bella intervista rilasciata a Paolo Rossi di Repubblica ad Indian Wells che entra nel dettaglio di un rapporto, quello con Simone Vagnozzi, che è ai suoi albori ma che promette bene: “Con Simone va molto bene. Mi sembra di conoscerlo già da tanto tempo. Non ci raccontiamo barzellette: ha personalità, e penso che lui possa darmi quello che cercavo. Poi ognuno pensi e dica quel che gli pare”. 

Una decisione non facile, questo è scontato, a maggior ragione se si pensa che a prenderle sia un ragazzo che di anni ne ha solo 20. Ma d’altronde le scelte alle volte sono coraggiose proprio perché a prenderle c’è chi ha la spensieratezza della gioventù e soprattutto le idee chiare del percorso, dell’obiettivo finale: “Non voglio dirlo quale sia. Non oggi. Posso dire però che sono sicuro di quello che ho e di dove voglio arrivare. In questo momento non guardo ai risultati, ma a come sto in campo, alle cose che secondo me sono da migliorare. Per questo ho preso questa decisione che, ripeto, non è stata semplice: mi sono buttato nel fuoco. Io sono così, ho le mie idee e mi sembra giusto averle. Spero sempre di essere visto per quello che faccio, cioè un tipo che si diverte a fare le cose, come sto facendo, che cerca di stare bene in campo, che lavora tanto. Perché dalle difficoltà, che sono inevitabili, ci si tira fuori, o almeno io mi tiro fuori, col lavoro. Poi, certo, anche le vittorie aiutano e la fiducia aumenta. Ma il lavoro è la base, ed è quello che stiamo facendo e che vogliamo fare con Simone“.

Sinner che come spiegano bene queste parole non è soltanto figlio dell’ardore giovanile ma che ha dietro di se un’impostazione di pensieri, parole e fatti da uomo e non più da semplice golden boy del tennis italiano: “Sono cresciuto: perché giorno dopo giorno non puoi fare altrimenti. E ho capito che devo guardare solo me stesso. Poi quello che dicono alcuni ormai non lo leggo neanche più, sono sincero. Mi piacerebbe essere importante per i giovani. Sì, per i ragazzi; essere per loro un esempio. Questa per me è la cosa più importante”.

Ma la partita più difficile forse per Jannik è quella che lo vede fronteggiare, dall’altra parte della rete, la questione tempo. E’ così per i predestinati o per quelli che vengono considerati tali: quando succederà questo? Quando quest’altro? E lo Slam? Domande che lasciano probabilmente il dubbioso retrogusto dell’incerto e per le quali Sinner implicitamente dà già una risposta al mondo che gli chiede semplicemente, quando? “Per i miglioramenti? Non c’è una data: esiste un giorno che segue l’altro. Non ci sono mesi: mi alleno, e ogni giorno è un’opportunità per migliorare. Non c’è molto altro da dire”. 

Già, cos’altro aggiungere?

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