Toshi Matsui, l'highlander giapponese: "Da quel ko con Coria ai palleggi con Federer: così gioco ancora a 43 anni" [ESCLUSIVA]

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Toshi Matsui, l’highlander giapponese: “Da quel ko con Coria ai palleggi con Federer: così gioco ancora a 43 anni” [ESCLUSIVA]

L’intervista rilasciata a Ubitennis.net dal giocatore in attività più anziano ad avere una classifica ATP

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Coach Iwai, Roger Federer and Toshi Matsui after training at Japan Open (2006)
 

Dicono che l’età sia solo un numero e Toshi Matsui, 43 anni, ne è la prova. Questo si deduce dalla lunga chiacchierata con Adam Addicott della versione inglese di Ubitennis incentrata sulla sua carriera. È attualmente il giocatore in attività più anziano ad avere una classifica ATP. Toshi Matsui potrebbe essere un nome non molto familiare ai fan del tennis, ma questo non significa che i suoi successi non siano significativi. Era il lontano 1993 quando il giocatore giapponese giocò la sua prima partita a livello ITF a Hatsuishi. A quel tempo otto degli attuali top 10 del Tour maschile non erano nati, i Satellite erano una categoria del circuito ITF che sarebbero poi stati sostituiti dai Futures e Pete Sampras era il numero 1 al mondo. Nella sua carriera Matsui ha giocato oltre 200 tornei Challenger e anche adesso, all’età di 43 anni, continua a giocare a livelli competitivi. Nel corso della sua carriera, Matsui si è dedicato in maniera assoluta al tennis e ha avuto la possibilità di giocare con i più grandi nomi di questo sport.

Nel 2005, all’Open di Pechino giocò contro Guillermo Coria, che l’anno prima aveva raggiunto la finale degli Open di Francia. Finì per perdere 6-1, 6-0, ma non dimenticherà mai quell’incontro. “Sembrava un ragazzino ed ero nervoso. Continuavo a ripetere a me stesso: “ok, vediamo quanto è bravo”, ha detto Matsui a Ubitennis. “Era inarrestabile e non riuscivo quasi neanche a fare un punto. Non ha quasi mai sbagliato un colpo, ha combattuto ogni singolo punto e, a essere onesti, mi ha “ucciso””. Un anno dopo al Japan Open ha incrociato la strada di un altro grande del tennis, Roger Federer. Il campione svizzero è tre anni più giovane di Matsui, che risulta il giocatore più anziano nella classifica ATP. “Ogni volta che ci è capitato di incontrarci in seguito, ha sempre speso parole gentili per me. Viaggiando nel circuito ATP, laddove avevo la possibilità di vederlo allenarsi ho sempre colto al volo l’occasione,” ha detto Matsui di Federer.

“Sta ancora giocando ai massimi livelli ed è stupefacente come Roger sia in grado di gestire la sua motivazione mentale e forza fisica dopo così tanti anni alle spalle… Uno dei miei desideri più grandi è incontrarlo di nuovo sul campo. Sarebbe divertente, specialmente ora che siamo oltre i 40…”. Il giocatore veterano è già inserito nei libri dei record del tennis giapponese, dopo esser diventato il giocatore più anziano a vincere un titolo nazionale all’età di 43 anni e sei mesi nel 2021. La dedizione di Matsui al Tour lo ha visto rappresentare il suo Paese nel corso di quattro decenni. Una cosa è riuscire ad avere una carriera così lunga, un’altra è farlo giocando principalmente nei tornei di rango inferiore in cui il montepremi è nettamente più basso. Matsui ci è riuscito giocando in tornei nazionali, stipulando da solo contratti di sponsorizzazione e ha persino il proprio negozio online per incrementare le entrate. Nel 2020 e nel 2021 Matsui è tornato sul grande palcoscenico dopo esser stato selezionato per giocare l’ATP Cup, dove è diventato il giocatore più anziano ad avervi partecipato. Era da dieci anni che non rappresentava più il suo paese in un torneo a squadre.

Quindi cosa spinge Matsui a continuare a giocare all’età di 40 anni? In un’intervista esclusiva con Ubitennis, ci racconta a lungo di quella che è stata una carriera straordinaria.

UBITENNIS: Hai giocato il tuo primo torneo Challenger nel 1999 e il tuo primo torneo ATP nel 2005. Cosa ricordi di quegli eventi?
MATSUI: mi ricordo che a quel tempo non c’erano molti tornei Challenger e tornei dell’ATP Tour in Asia, quindi non mi sentivo a mio agio a stare insieme a giocatori d’élite. Nel 2000, ho giocato il mio primo ATP Challenger Tour a Yokohama e cinque anni dopo a Pechino ho partecipato il mio primo torneo ATP, dove al primo turno ho sconfitto Peng Sun, poi ho perso contro Guillermo Coria che era stato il finalista dell’Open di Francia l’anno precedente. Il giocatore argentino era il n. 6 al mondo all’epoca e la testa di serie n.2 in questo torneo. Sembrava un ragazzino ed io ero nervoso, dicevo tra me e me: “ok, vediamo quanto è bravo”. Era inarrestabile e non riuscivo quasi a vincere un solo punto. Non sbagliava quasi mai, lottava per ogni singolo punto e, a dire il vero, mi ha “ucciso”. (Coria ha raggiunto la finale e solo Nadal è riuscito a sconfiggerlo in quel torneo). E’ stata un’esperienza sconvolgente vederlo giocare in quel modo. Ho giocato un sacco di partite nel corso della mia carriera e ce n’è stata un’altra memorabile: la finale dei campionati nazionali giapponesi del 2006 contro Satoshi Iwabuchi, mio ​​compagno di doppio di lunga data e grande amico. Ero in vantaggio 5-3, 30-0 con palle nuove e ho perso 5-7 all’Ariake Coliseum… Ero nervoso e ho giocato sotto pressione nella mia prima finale di singolare.

UBITENNIS: Hai trascorso più di 20 anni come giocatore nel Tour. Quali sono i cambiamenti più grandi che hai visto?
MATSUI: Secondo me la cosa migliore al giorno d’oggi è il fatto di avere più tornei e diverse opportunità di giocare in Asia, tranne negli ultimi 2 anni a causa del lockdown dei paesi asiatici colpiti dalla pandemia (nel 2020 e nel 2021 non sono stati organizzati challenger e tornei ATP). Un altro grande cambiamento è stato l’avvento delle tecnologie legate a Internet. Sembra divertente per la nuova generazione che ci sia stato un tempo in cui dovevamo inviare via fax la nostra richiesta di partecipazione, acquistare biglietti aerei presso le agenzie di viaggio e trascorrere un periodo tremendo effettuando chiamate internazionali e così via. Oggi le cose sono meno stressanti e richiedono meno tempo. Inoltre, rispetto a 20 anni fa, l’ATP offre maggior supporto a livello di tornei Challenger (il supervisore, il tour manager che ci assiste). Per quanto riguarda l’interazione tra i giocatori, invece posso dire che prima era più frequente di adesso.

UBITENNIS: Come descriveresti la vita dei giocatori di tennis sui tour ITF e Challenger? Pensi che il montepremi riservato ai giocatori in questi eventi sia sufficiente per supportare le loro carriere?
MATSUI: Giocare tornei nei tour ITF e Challenger rappresenta ancora un problema irrisolto. La maggior parte dei giocatori deve cercare un modo per autofinanziarsi e riuscire a sopravvivere. Nel mio caso ho gareggiato in quanti più tornei possibili in Giappone. Avevo degli sponsor e ne ho ancora alcuni che ho trovato da solo. Inoltre ho creato il mio fan club (chiamato “salone online” in Giappone) e il mio shop ufficiale sul web. Persino il mio yuru-chara (termine giapponese che indicare mascotte) è stato sviluppato da uno dei miei sponsor, Kasa-San. Per un guadagno extra, mi capita di tenere delle conferenze sul tennis e di giocare match di esibizione. Inoltre i montepremi della Japanese Tennis League sono più remunerativi rispetto a quelli dei circuiti ITF o Challenger e le spese sono anche inferiori.

UBITENNIS: È vero che l’età media dei giocatori di tennis è oggi più alta rispetto al passato, ma tu giochi ancora a 43 anni! Cosa ti spinge a continuare e come ti mantieni in forma?
MATSUI: Tenere alta la motivazione e mantenermi in forma non sono mai stati un problema per me e non lo sono tuttora. Capita a tutti di dover affrontare momenti di difficoltà nella propria vita, di trovarsi un po’ come sulle montagne russe, e sono proprio questi tipi di situazioni che ci insegnano a fronteggiare gli alti e i bassi durante le nostre carriere. Quindi ho trovato i miei modi per andare avanti, sia fisicamente che mentalmente. Ovviamente mi è chiaro che non potrò giocare per sempre, perciò è fondamentale per me fare un’auto-valutazione ogni sei mesi, per capire se davvero voglio continuare a fare i sacrifici che questa vita richiede. Il mio programma prevede allenamenti per 6 giorni a settimana. Indoor per 3 ore, compresi esercizi di sollevamento pesi in palestra. Inoltre corro in mezzo alla natura, perlopiù su per le colline o nei parchi. Mi alleno nel Kashiwa Tennis Center, dove si allena anche il grande Shingo Kunieda, il N1 del mondo dei giocatori in carrozzina e campione olimpico in carica. In aggiunta a tutto ciò, faccio regolarmente massaggi e terapia di agopuntura. A tal proposito, 2-3 anni fa ho incontrato Hajime-San che è molto più di un semplice chiropratico. Mi ha aiutato molto a tenermi in forma con l’agopuntura, che raccomando a tutti, non solo tennisti, di provare.

UBITENNIS: Il Giappone ha la fama di essere un paese con un grande numero di sportivi che vanno avanti a gareggiare negli anni. Kimiko Date ha giocato il suo ultimo Grande Slam all’età di 45 anni, il calciatore Kazuyoshi Miura ha più di 50 anni e Hiroshi Hoketsu ha partecipato alle Olimpiadi equestri a più di 70 anni. C’è qualcosa della cultura giapponese che permette agli atleti di giocare così a lungo o è solo una coincidenza?
MATSUI: Forse…anzi, direi proprio che deve esserci qualcosa nel nostro DNA. Il Giappone ha circa 36 milioni di abitanti di età superiore ai 65 anni (la popolazione più vecchia del mondo) e siamo il paese con il più alto numero di ultranovantenni. Sono ben 23 milioni, di cui 70mila ultracentenari. Rispettiamo molto gli anziani, sono una parte importante del nostro patrimonio culturale. Un’altra spiegazione potrebbe essere data dalla varietà della nostra alimentazione. Anche mia moglie (Tomoyo Takagishi) ha giocato a tennis e oggi mi dà un enorme aiuto. Da quando ci siamo sposati, ha cambiato il mio stile alimentare basandolo su 3 pasti al giorno e si occupa dell’alimentazione mia e dei nostri bambini. Tomoyo è specializzata nel campo degli integratori ed è in grado di combinare i vari alimenti nella maniera ottimale per la mia salute. Conosce delle ottime ricette e riesce a unire le caratteristiche delle migliori cucine giapponesi, tra cui alcuni dolci crudisti (simili a dolci naturali, senza sostanze chimiche).

UBITENNIS: So che ti sei allenato con Federer in passato. Come si è presentata l’occasione?
MATSUI: L’ultima volta che ho avuto l’incredibile occasione di allenarmi con Federer è stato nel 2006, quando è venuto a giocare al Japan Open (che poi ha vinto sconfiggendo Henman in finale). Se non sbaglio, era la prima volta che Roger partecipava a quel torneo. Ricordo che i campi erano estremamente veloci e la palla non rimbalzava alta come al solito. Durante i nostri scambi i colpi di Federer rimbalzavano così in alto che rimasi stupito di come ci riuscisse. Dopo la nostra sessione di allenamento, ci siamo fatti una foto insieme… e come eravamo giovani! Da allora ogni volta che ci incontriamo, lui ha sempre parole gentili per me. Ovunque sia stato sul tour, ho sempre cercato l’occasione di vederlo allenarsi. Gioca ancora ai massimi livelli e il modo in cui Roger riesca a gestire la sua motivazione mentale e la sua forza fisica dopo così tanti anni… beh, è più che straordinario. Spero di allenarmi ancora con lui. Sarebbe di certo divertente, soprattutto ora che abbiamo entrambi superato i 40.

UBITENNIS: Anche Federer ha più di 40 anni e si sta recuperando da un infortunio al ginocchio. Basandoti sulla tua esperienza, c’è qualche consiglio che gli daresti sul giocare in un’età avanzata?
MATSUI: In effetti c’è solo una differenza di 3 anni tra me e Roger. Sono sicuro che è in ottime mani e che il suo team e i professionisti che lo assistono prestano attenzione ad ogni minimo dettaglio. Mi auguro che la sua riabilitazione stia andando nel migliore dei modi e spero di rivederlo sul campo il più presto possibile. Conosco un ottimo medico giapponese che si occupa di agopuntura e sarei ben felice di indirizzarlo a lui, qualora ne avesse bisogno durante il suo percorso di riabilitazione del ginocchio.

UBITENNIS: A differenza di Federer, la tua classifica ti vede fuori dai primi 100 e giochi nel circuito ITF. Come riesci a finanziare la tua carriera all’età di 43 anni?
MATSUI: Di solito non gioco i tornei ITF future, ma partecipo principalmente a challenger e qualifiche dei tornei ATP dove cerco di intrufolarmi negli eventi del Tour. Così facendo, le possibilità sono un po’ migliori, ma ho ancora bisogno di trovare adeguate fonti per assicurarmi un finanziamento adeguato. Non sarò mai abbastanza grato a uno dei miei sponsor di lunga data, l’Asia Partnership Fund, che mi ha sostenuto per così tanto tempo, che sembra che siamo inseparabili.

UBITENNIS: Sfortunatamente, a causa di un infortunio, non hai partecipato agli eventi del circuito degli ultimi mesi, ma sei rientrato agli ultimi Campionati Giapponesi di tennis. Ho sentito che hai infranto dei record. Quali?
MATSUI: Fondamentalmente sono rimasto in Giappone, da quando è iniziata la pandemia. L’unica eccezione è stata quando sono stato selezionato per rappresentare il mio paese all’ATP Cup (due volte). Per me la competizione a squadre significa molto, soprattutto quando posso giocare per il mio paese. Sono riuscito a tornare in nazionale 10 anni dopo la mia ultima apparizione in Coppa Davis (2010). Nel 2006, sotto la supervisione di Bob Brett ho giocato in Coppa Davis. Abbiamo imparato molto da Bob e ha avuto un grande impatto su tutta la squadra. Nel 2020 e nell’anno seguente, sono stato membro della squadra giapponese che ha partecipato alle prime 2 edizioni dell’ATP Cup. In questo prestigioso evento ho raggiunto un’altra pietra miliare nella mia carriera diventando il giocatore più anziano nella storia dell’ATP Cup. Lo scorso novembre, insieme a Kaito Uesugi, ho vinto il titolo di doppio maschile al campionato nazionale All-Japan. Questo è stato il mio quinto titolo di doppio e il primo dopo 12 anni e ancora una volta sono diventato il giocatore giapponese più anziano della nostra storia ad aver vinto un campionato nazionale in qualsiasi categoria. Ho la sensazione che questi record possano durare ancora un po’…

UBITENNIS: Congratulazioni per essere diventato nuovamente padre durante la pandemia. Questo cambia in qualche modo la tua prospettiva di giocare nel circuito?
MATSUI: Fortunatamente la bambina è nata all’inizio della pandemia. Quindi sono potuto stare a casa e passare del tempo fantastico con la mia famiglia: mia moglie, mia figlia Kona e mio figlio di nove anni Shunki. Poi un anno fa mi sono infortunato al polpaccio e mi sono serviti alcuni mesi per tornare ad allenarmi con prudenza. Lo scorso autunno ero davvero eccitato e l’idea di ritornare alla vita del Tour era veramente divertente. Adesso sto lavorando per trovare armonia e un buon equilibrio tra il tennis e la famiglia.

UBITENNIS: Quali sono i tuoi piani per il futuro e quanto ancora pensi di giocare?
MATSUI: sono pronto a giocare finché continuerò a fare esperienze impagabili. Al momento sono concentrato a proteggere la mia posizione 1058 nel ranking, che perderò a maggio. Vediamo come andrà quest’anno.

Traduzione a cura di Lorenzo Andorlini, Andrea Canella, Claudia Marchese, Chiara Ragionieri, Massimo Volpati

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