ATP Miami, Alcaraz: "Alla fine il duro lavoro paga. Sono pronto per vincere uno Slam"

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ATP Miami, Alcaraz: “Alla fine il duro lavoro paga. Sono pronto per vincere uno Slam”

Dopo lo storico trionfo al Masters 1000 statunitense, Carlos Alcaraz non nasconde le proprie ambizioni e svela: “Ho ricevuto una telefonata dal Re di Spagna”

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Carlos Alcaraz - Miami Open 2022 (foto Twitter @MiamiOpen)
Carlos Alcaraz - Miami Open 2022 (foto Twitter @MiamiOpen)
 

Hard Rock Stadium, Miami. Sono quasi le ore 15 in Florida e Carlos Alcaraz si trova nel secondo set sul 5-4 e 40-0. Dall’altra parte della rete Casper Ruud, che dopo circa due ore di lotta assiste inerme al serve&volley dell’avversario. Lo spagnolo quasi collassa sul cemento dall’emozione, lo sguardo incredulo: è il nuovo campione del Masters 1000 di Miami. É il più giovane della storia a vincere il Miami Open con i suoi 18 anni e 333 giorni e il terzo di sempre a trionfare in una finale di categoria.

È una sensazione fantastica” ha dichiarato un festoso Alcaraz nella conferenza stampa dopo il successo. “Alla fine il duro lavoro paga. Quando ho vinto l’ultimo punto tutti i sogni, tutte le fatiche, gli allenamenti e i problemi mi sono tornati alla mente in quel momento. Sì, quando mi sono gettato per terra mi sono ricordato di tutto ciò“. Il giovane talento di Murcia ha già battuto diversi record di precocità nella propria (fin qui ancora breve) carriera, ultimo il già citato del Miami Open, e punta in futuro a collezionare sempre più primati. E per un giovane tennista spagnolo come Alcaraz, anche per questo motivo, il paragone con un recordman come Rafael Nadal è onnipresente come lo jamón iberico.

Ricordo che guardavo le sue partite e i suoi momenti importanti e di aver imparato molto da questo. E adesso poter giocare con lui e dividere il campo con lui è piuttosto fantastico. Io guardavo a Rafa quando ero più piccolo e adesso i bambini o i giovani giocatori fanno riferimento a me, quindi è una cosa grandiosa“. Fare paragoni ad oggi con la carriera di Nadal appare un qualcosa di impensabile, ma è lecito pensare che buona parte di ciò che sarà Alcaraz in futuro passerà dai successi negli Slam.

Proprio un titolo Major (di cui il collega di Manacor è diventato primatista con il 21° titolo all’Australian Open) è il prossimo obiettivo del diciottenne spagnolo, che non si nasconde: “Sono pronto, sono fiducioso. Ho il livello, il fisico e la mentalità per poter vincere. Forse non il Roland Garros, ma un titolo Slam quest’anno sì. E non ho paura di dirlo. So che ci sono grandi giocatori: c’è Rafa, Medvedev, Tsitsipas, Zverev, Djokovic, tutti i migliori e i favoriti. Ma io mi sento pronto a vincerne uno, anche se non sai mai quando può succedere e lo stesso vale per diventare il numero uno. Spero che arrivi il prima possibile“.

Come Nadal e Felipe VI Re di Spagna, Carlos Alcaraz non può che essere uno degli uomini del momento in terra iberica. Tanto che proprio il monarca spagnolo si è congratulato telefonicamente con il classe 2003 di Murcia dopo il trionfo di Miami, come rivelato da lui stesso. “Ero più nervoso per quella chiamata che per la partita” ha scherzato Alcaraz. “È incredibile che il Re di Spagna si congratuli per il tanto impegno che ci metti ogni giorno e per aver vinto. Non pensavo che avrei mai ricevuto una chiamata del genere. Adesso spero di incontrarlo in Spagna“.

Tornando ai temi strettamente legati al gioco, il nuovo n. 11 della classifica mondiale ha svelato le parole che gli ha riservato il proprio allenatore Juan Carlos Ferrero prima della partita: “Mi ha detto che tutti sapevano che sarebbe stata la mia prima finale, ma di provare a immaginare che fosse il primo incontro del torneo. Mi ha detto solo di mantenere i nervi saldi come in semifinale, fare il mio gioco e godermi la finale” – ha svelato Alcaraz – “Juan Carlos è molto importante per me, sia dal punto di vista professionale che umano. Lo considero un coach e un amico, quando siamo insieme parliamo di tutto, anche di calcio. Mi aveva anche detto di servire sul rovescio di Casper per poi prendere la rete in ogni momento possibile“.

Così ha continuato lo spagnolo, pensando anche al bel gesto del proprio allenatore che lo aveva fatto saltare dal divano dell’albergo: “È stata una sorpresa incredibile, non me lo sarei mai aspettato. Dopo quel momento avevo già vinto la finale“. Ferrero era infatti riuscito a prendere in tempo un volo direzione Miami per assistere alla finale (dopo essere tornato in patria per il funerale del padre) quando il giovane tennista già pensava di giocare la partita senza il coach nel proprio angolo. Nella vittoria ma più in generale nell’incredibile crescita di Alcaraz c’è – anche e non solo – tutto questo.

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