Il racconto di Steve Flink: l'ascesa di Alcaraz ai vertici del tennis

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Il racconto di Steve Flink: l’ascesa di Alcaraz ai vertici del tennis

Il giornalista americano Hall of Fame, Steve Flink, ripercorre il torneo di Miami che ha sancito il successo di Carlos Alcaraz

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Carlos Alcaraz - Miami 2022 (foto Twitter @atptour_ES)
 

Diciassette anni fa un incredibile Nadal raggiunse la finale del Masters 1000 di Miami e rischiò di portarsi a casa il titolo. Conduceva due set a zero su Roger Federer ed era avanti 4-1 nel terzo quando lo svizzero riuscì a trovare la chiave per una magnifica rimonta e infine vinse in cinque set. Nadal aveva ancora 18 anni allora ma nonostante la drammatica sconfitta contro Federer era evidente che quello spagnolo dall’incredibile dinamicità era inesorabilmente destinato ad arrivare ai vertici del tennis. In quella stagione Nadal vinse ben 11 tornei tra cui il Roland Garros, il suo primo Slam. Chiuse la stagione al numero 2. Da allora quest’agonista instancabile non ha mai cessato di correre, stabilendo un record di 21 major vinti e dimostrando la sua grandezza una volta dopo l’altra e sempre nelle occasioni più importanti.

C’è la sensazione sempre più forte che un altro spagnolo diciottenne dotato della medesima capacità di dare il meglio di sé quanto più alta è la posta abbia dimostrato di appartenere all’élite. Carlos Alcaraz è diventato il più giovane tennista della storia a vincere il Miami Open quando ha sconfitto il norvegese Casper Ruud 7-5 6-4 in finale. Alcaraz, che in questo torneo era testa di serie numero 14, è il terzo giocatore più giovane della storia ad aver mai vinto un Master 1000. Il più giovane fu Michael Chang quando vinse Toronto nel 1990. Secondo in questa speciale classifica è Nadal, che si aggiudicò il titolo a Montecarlo a diciott’anni nel 2005. Non è affatto sorprendente che Alcaraz si sia affermato a questi livelli a un’età così giovane e si tratta solo di una questione di tempo prima che trionfi in uno dei quattro Slam. La sensazione è che vi possa riuscire già quest’anno, forse alla fine dell’estate agli US Open.

Non c’è stato nessun altro nel mondo del tennis maschile dai tempi di Nadal nel 2005 che abbia giocato a questi livelli. Nadal è poi esploso dopo Miami in quella stagione che ha cambiato per sempre il panorama del tennis mondiale. Per come la vedo io Alcaraz è lanciato sulla medesima strada per il resto del 2022 e per tutta la carriera a venire. Può vincere 11 tornei quest’anno come fece Nadal nel 2005? Ne dubito. ma si è già aggiudicato due titoli in questa stagione e sicuramente ne vincerà almeno altri quattro o cinque. Ritengo che chiuderà il 2022 tra i primi cinque giocatori al mondo. Potrebbe anche ambire al numero 1.

Nel 2005 Nadal aveva già messo in mostra una straordinaria capacità di elevare il livello del proprio gioco e di dare il meglio di sé nei momenti più importanti delle occasioni più importanti, giocando come un avveduto veterano nonostante la propria inesperienza. L’esuberanza, la positività e l’intensità di Alcaraz ricordano molto Nadal, ma il suo gioco è decisamente più evoluto e vario di quanto non lo fosse quello di Nadal alla stessa età. Come disse una volta Ted Tinling, Hall of Famer ed erudito conoscitore del tennis, i paragoni sono odiosi. In questo senso Tinling aveva ragione in quanto tutti i campioni di tennis si evolvono in maniera diversa e affrontano sfide che hanno una propria unicità dettata dalle circostanze in cui avvengono. Nadal era perfino più maturo a diciott’anni e la scelta dei colpi era forse più sofisticata e precisa, ma Alcaraz è già un giocatore più completo. E’ dotato di un bagaglio completo con il suo gioco esplosivo da fondocampo esplosivo sia dal lato del dritto che da quello del rovescio, con la sua notevole varietà al servizio, il suo tocco squisito e l’utilizzo intelligente della palla corta. La sua copertura del campo non ha precedenti e gli permette di difendersi con una rapidità straordinaria. Costringe gli avversari a spingere oltre il limite perché sono consapevoli della sua velocità nel recuperare qualsiasi palla. La sua propensione a venire avanti non solo su palle che rimbalzano a metà campo ma anche facendo serve and volley è incredibile. E’ davvero impressionante come utilizzi questa tattica con un servizio kick a uscire sul rovescio dell’avversario che gli apre il campo per una volée di routine, o che a volte induce l’avversario direttamente all’errore sulla risposta.

Contro la testa di serie numero 6, il norvegese Casper Ruud, Alcaraz ha messo in atto rigorosamente il piano di battaglia che lo aveva contraddistinto durante l’intera settimana a Miami, combattendo ferocemente, cercando la ricetta ideale, mai cedendo al panico quando si è trovato a inseguire. Ruud possiede uno dei diritti più pesanti e precisi del circuito e il suo servizio e alquanto sottovalutato. Il 23enne norvegese è uscito dai blocchi ben determinato e in grande fiducia, aggiudicandosi 12 dei primi 18 punti. Si è così costruito un vantaggio di 3-0 per poi portarsi sul 4-1 dopo aver salvato una palla break nel quinto game. Alcaraz aveva dato l’impressione di essere un po’ apprensivo nelle fasi iniziali della partita cedendo il servizio nel secondo gioco con quattro errori non forzati di diritto.

Ma ci sono pochi giocatori nell’attuale mondo del tennis ad avere la perspicacia di Alcaraz, che è dunque riuscito a prendere le contromisure necessarie, in particolare assumendo molto di più il controllo del gioco con il dritto. Quando Ruud ha servito sul 4-2, ha mancato 5 primi servizi su sei e Alcaraz non gli ha dato scampo. Ha ottenuto il controbreak poi lo ha raggiunto sul 4-4. Dopo che Ruud ha tenuto il servizio nel nono gioco, Alcaraz ha giocato in maniera stellare sotto pressione. Quando ha servito sul 4-5, 30-30, a due punti dal cedere il set, è venuto avanti inducendo Ruud a colpire un passante di rovescio appena lungo, e ha poi piazzato un ace al centro a 124 miglia orarie.

Sul 5-5 Alcaraz non ha avuto esitazioni. Ha strappato ancora il servizio a Ruud ed è volato sul 40-15 nel dodicesimo game prima di perdere tre punti di fila. Ruud si è trovato così con un break point a disposizione ma Alcaraz ancora una volta ha giocato alla perfezione in un momento cruciale, affidandosi alla tattica serve and volley e Ruud ha sbagliato la risposta. Dopo essersi procurato un terzo set point con una volée vincente di diritto, Alcaraz ha giocato ancora di serve and volley chiudendo con uno smash su una risposta alta e morbida di rovescio. il set è così andato ad Alcaraz, 7-5. Nel secondo set lo spagnolo si è portato subito al comando in maniera decisa con due break. Ruud ha recuperato fino al 3-2 ma Alcaraz è stato poi inarrestabile: ha tenuto il servizio tre volte concedendo solo tre punti e ha chiuso 7-5 6-4. Quando ha servito per il match Alcaraz è stato letteralmente perfetto tenendo il servizio a zero e chiudendo i conti in maniera impeccabile e senza alcuna esitazione.

La maniera in cui ha recuperato uno svantaggio nella finale è stata indicativa di come ha giocato l’intera settimana. I primi due incontri erano stati relativamente semplici. Alcaraz ha debuttato nel torneo con una vittoria netta, 6-3 6-2, sull’ungherese Marton Fucscovics. Al turno successivo ha liquidato il campione degli US Open 2014, Marin Cilic, con un perentorio 6-4 6-4. Ma da lì il lavoro si è fatto duro per il teenager. Uno degli incontri più avvincenti del 2021 è stato il trionfo in 5 set di Alcaraz su Stefanos Tsitsipas agli US Open. È stato in quest’occasione che si è dimostrato definitivamente un giocatore da vertice. Da allora non si erano più incontrati ma a Miami, negli ottavi di finale, Tsitsipas ha cominciato la partita colpendo la palla con un tempismo perfetto e servendo brillantemente fino a portarsi avanti 5-2 nel primo set. A quel punto Alcaraz ha infilato una serie vincente di 7 game di fila e 30 punti su 38, portandosi a casa la partita con il punteggio di 7-5 6-3. Il greco è rimasto completamente disorientato dalla maestria dei colpi del mago spagnolo. Nei quarti di finale Alcaraz ha affrontato il serbo Miomir Kecmanovic, n.48, uno dei giocatori in maggior progresso quest’anno e dotato di una straordinaria solidità. Questa volta ha dovuto lottare fino all’estremo.

Da fondo campo i due si sono equivalsi e nel terzo set Alcaraz si è trovato in una posizione assai pericolosa sul 4-5 15-30. La sua reazione ha avuto dell’incredibile. Alcaraz ha piazzato un diritto vincente lungolinea, una stupefacente demi volée smorzata di diritto e poi ha seguito il servizio a rete per chiudere con una volée smorzata. Alcaraz si è trovato ancora a un passo dalla sconfitta nel tiebreak, in svantaggio 3-5. Ma si è prodotto in un’altra incredibile demi volée di diritto, un rovescio ficcante lungolinea che ha indotto Kecmanovic all’errore, un servizio vincente sul diritto dell’avversario e un passante lungolinea spettacolare. Quei quattro punti consecutivi hanno portato Alcaraz a una vittoria assai combattuta. Si è trovato cinque volte a due punti dalla sconfitta, ma nei momenti cruciali, si è dimostrato il più forte. In semifinale contro il campione uscente Hubert Hurkacz Alcaraz è stato ancora una volta messo alle strette. Si è trovato a inseguire 3-5 nel tiebreak del primo set ma si è aggiudicato i quattro punti successivi e un set che sembrava ormai compromesso. Anche il secondo set si è deciso al tiebreak ma questa volta Alcaraz lo ha vinto più agevolmente, chiudendo in grande stile un match senza break.

Poi c’è stata la finale con quella rimonta travolgente dal 1-4 e con 9 game vinti su 10 per una vittoria che segna l’inizio di una nuova carriera. Quest’incredibile Alcaraz, attualmente numero 11 al mondo, sta chiaramente riconfigurando il tennis maschile. Il tempismo è tutto nella vita. Tenete a mente che Daniil Medvedev ha perso a Miami da Hurkacz nei quarti, poi ha annunciato che si sottoporrà a un’operazione d’ernia che lo terrà lontano dai campi di gioco per uno o due mesi. Dopo aver provato brevemente l’ebbrezza di essere numero 1 al mondo si è perso. Inoltre la sconfitta contro Nadal agli Australian Open dopo essere stato in vantaggio per due set a zero e 3-2 0-40 nel terzo ha costituito uno shock devastante che ha sicuramente avuto un impatto psicologico negativo.

Sascha Zverev è stato magnifico nella seconda metà del 2021 e ha vinto le ATP Finals a Torino alla fine della stagione, ma quest’anno sta facendo una fatica enorme e a Miami quando ha perso in tre set da Ruud nei quarti di finale non stava bene. Ora si sta avviando verso la stagione sulla terra battuta con ben poca fiducia nei propri mezzi. Nadal stava furoreggiando nel 2022, con le vittorie nei suoi primi tre tornei della stagione e la finale a Indian Wells. Una costola fratturata lo ha rallentato e ha interferito con la preparazione per la stagione sulla terra battuta. Nel frattempo Novak Djokovic ha giocato solo un torneo quest’anno. Conta di tornare alla competizione a Montecarlo, ma il numero 1 del mondo ha assolutamente bisogno di giocare partite.

E così la scena è pronta per Alcaraz, che si farà prodigiosamente conoscere nelle settimane e nei mesi a venire. Ha lottato con Nadal fino allo stremo prima di perdere nella tormenta in cui si è giocata la semifinale di Indian Wells ma non è mai sembrato veramente intimidito dal suo illustre compatriota. Va detto che ora Alcaraz si vedrà sotto una nuova luce, consapevole di essere lui l’obbiettivo, quello da battere. Molti giocatori saranno intimiditi dalla sua sicurezza e dalla sua portentosa capacità di giocare al meglio sotto pressione. Spesso contro Alcaraz saranno già sconfitti prima di scendere in campo. Altri invece guarderanno al suo nuovo status e lo vedranno come un’opportunità, lo affronteranno senza aver nulla da perdere. E’ fondamentale che lo spagnolo mantenga il suo ammirevole rispetto nei confronti di tutti gli avversari e non solo nei confronti dei nomi più prestigiosi.

Tutto sommato credo che riuscirà a gestire il cambiamento con serenità e maturità. Sotto l’aspetto del temperamento mi ricorda Nadal. Alcaraz non si lascerà trascinare dal successo. Avrà voglia di assaporare la possibilità di andare sempre più avanti, di esplorare con successo nuovi territori, di provare a se stesso di avere il talento e il temperamento per diventare uno dei grandi giocatori della sua epoca e forse uno dei più forti di sempre. Speriamo davvero di poter assistere a battaglie emozionanti tra Alcaraz e Nadal nonché a duelli spettacolari tra Alcaraz e Djokovic. Il serbo non ha mai giocato contro lo spagnolo. Nei prossimi anni quei match saranno forse quelli che sono tipicamente oggetto di animata discussione a tavola, quelli che i fan aspettano con ansia e che tutti noi celebriamo. Ma nel lungo termine Alcaraz si confronterà con giocatori che forse neppure conosciamo in questo momento.

Con il suo gioco versatile e il suo talento sfolgorante, la sua immensa motivazione e determinazione, con la sua incrollabile fiducia in sé stesso, Carlos Alcaraz regalerà emozioni al pubblico di tutto il mondo per i prossimi 15 anni. Perdonatemi se mi sono dilungato in riflessioni ma a conti fatti ritengo che Alcaraz vincerà almeno 12/15 Major nell’arco della carriera e forse qualcuno in più. Questo straordinario giocatore dal potenziale infinito è solo all’inizio.

Traduzione di Kingsley Elliot Kaye

Il tabellone maschile completo di Miami

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