Furia Djokovic «A Wimbledon fuori i russi? Decisione folle» (Bartezzaghi). Rublev attacca: «Comportamento discriminatorio» (Marchetti). Risalita Fognini. Quarti a Belgrado (Bertellino)

Rassegna stampa

Furia Djokovic «A Wimbledon fuori i russi? Decisione folle» (Bartezzaghi). Rublev attacca: «Comportamento discriminatorio» (Marchetti). Risalita Fognini. Quarti a Belgrado (Bertellino)

La rassegna stampa di venerdì 22 aprile 2022

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Furia Djokovic «A Wimbledon fuori i russi? Decisione folle» (Paolo Bartezzaghi, La Gazzetta dello Sport)

Quando parla Novak Djokovic va dritto al punto. «Una decisione folle, quando il governo interferisce con lo sport il risultato non è mai buono», ha detto il campione serbo all’indomani dell’esclusione dei tennisti russi e bielorussi da Wimbledon. «Riconosciamo che la scelta è dura soprattutto perché colpisce gli individui per via degli atti dei leader del regime russo – aveva dichiarato l’All England Club che organizza il torneo di Londra dal 27 giugno al 10 luglio -. Abbiamo considerato con attenzione le alternative proposte dal governo britannico, ma visto l’alto profilo del torneo, con profondo rammarico, non crediamo ci siano alternative». «Condannerò sempre la guerra – ha detto Djokovic, impegnato nel torneo di casa a Belgrado – non la sosterrò mai, essendo io stesso cresciuto durante il conflitto in Jugoslavia. Ma i tennisti e gli atleti non c’entrano niente». «Una decisione totalmente discriminatoria, le ragioni che hanno addotto sono illogiche – ha commentato il russo Andrey Rublev, numero 8 del mondo – E poi non servirà a niente: sarebbe meglio destinare il montepremi alle famiglie che soffrono». «Non vogliamo che siano esclusi tutti i russi e i bielorussi – ha dichiarato alla Bbc Elina Svitolina, ex numero 3 del mondo, di Odessa -. Se giocatori non criticano pubblicamente il governo russo, è giusto non farli giocare. Vogliamo che facciano sentire la loro voce. Sono state imposte sanzioni ai cittadini russi. Perché i tennisti devono essere trattati in maniera diversa? Ci sono molti russi che possono fare di più. Posso contare sulle dita di una mano quelli che mi hanno chiesto come sto, o come sta la mia famiglia. È una situazione che mi rende molto triste, perché sono colleghi che incontri tutte le settimane in giro per il mondo». «Giusto che la decisione di Wimbledon faccia discutere, finora non c’era stata un’azione così chiara – ha commentato il presidente del Coni, Giovanni Malagò -. Capisco il dispiacere da parte dell’Atp, ma con grande franchezza dico che questa situazione è in linea con quanto deciso dal Cio sugli sport individuali». La Federazione italiana ha replicato a Malagò: «Il Cio non si è mai espresso per l’esclusione dei giocatori ma nel documento del 1″ marzo parla di partecipazione a livello individuale senza bandiera e senza inno, posizione subito abbracciata da Atp e Wta». E così sugli Internazionali di Roma al via il 2 maggio: «Russi e bielorussi potrebbero essere esclusi solo con una decisione del governo italiano – ha precisato la Federtennis che li organizza – Se il torneo, che ha un accordo con Atp e Wta, decidesse in autonomia, le associazioni potrebbero rivalersi togliendolo dal circuito e non dando punti ai partecipanti. Cosa che, ad esempio, potrebbe succedere al Queen’s». Anche il torneo sull’erba che precede Wimbledon ha escluso russi e bielorussi.

Rublev attacca: «Comportamento discriminatorio» (Christian Marchetti, Corriere dello Sport)

L’All England Club ha deciso, ma ciò non può certo comportare l’accettazione incondizionata. Già mercoledì l’Atp, l’associazione dei tennisti ‘pro’ che non ha giurisdizione sugli Slam, ha bollato l’esclusione di russi e bielorussi da Wimbledon come «ingiusta». Di «decisione da pazzi» ha invece parlato il numero 1 del mondo Novak Djokovic, rincarando la dose. «Condannerò sempre la guerra e mai la sosterrò, essendo io stesso figlio della guerra – ha detto il tennista serbo, – Gli atleti non c’entrano nulla e, quando la politica interferisce con lo sport, il risultato non è mai buono». Di una sorta di deroga ha parlato invece Elina Svitolina, atleta ucraina: «Non vogliamo che tutti i giocatori siano esclusi. Se non criticano pubblicamente il governo russo, è giusto non farli giocare. Vogliamo che facciano sentire la loro voce, che si schierino con il governo russo o con il resto del mondo. Questo per me è il punto centrale». «E’ giusto che la decisione faccia discutere– sono invece le parole usate ieri al Coni dal presidente Giovanni Malagò – perché finora non c’era stata un’azione così precisa e chiara. Però sapete benissimo che il tennis è regolato da tre soggetti: la federazione internazionale, l’Atp e la Wta che organizzano i tornei e le quattro organizzazioni degli Slam che sono invece un mondo a parte. Capisco il dispiacere dell’Atp, ma devo anche dire con grande franchezza che questa situazione è in linea con le indicazioni e i dettami del Cio sugli sport individuali». E mentre Daniil Medvedev si è già iscritto al Libema Open di ‘s-Hertogenbosch, in Olanda, il torneo che sancirà l’inizio della stagione sull’erba, nonché un “rodaggio” in vista di Wimbledon (spera forse che la decisione rientri?), ha tuonato il connazionale Rublev. «Le ragioni che ci hanno fornito da Wimbledon non avevano alcun senso, non erano logiche. Quello che sta accadendo ora è totalmente discriminatorio nei nostri confronti».

Risalita Fognini. Quarti a Belgrado (Roberto Bertellino, Tuttosport)

La risalita è cominciata. A Belgrado nel secondo turno del 250 ATP, Fabio Fognini ha superato per la nona volta su dieci confronti lo sloveno Aljaz Bedene e ha raggiunto i quarti di finale. Il 34enne azzurro non è scattato benissimo dai blocchi, subendo un break in apertura, poi bissato da Bedene al servizio con il game del 2-0. Da quel momento però, Fabio ha trovato le sue classiche soluzioni con le accelerazioni di rovescio e diritto che hanno messo alle corde il rivale. Sei giochi consecutivi vinti, per il 6-2 parziale. Nel set numero due l’azzurro è salito sul 4-2, approfittando anche dei molti errori di Bedene ma nel settimo gioco ha incassato il controbreak. Si è immediatamente ripreso, salendo sul 5-3 e servizio e chiudendo la pratica al secondo match point dopo 1 ora e 25 minuti. Nei quarti oggi, sfiderà il tedesco Oscar Otte che in rimonta ha fermato il russo Aslan Karatsev, vincitore del titolo 2021, per 6-7 6-1 6-3 in 2 ore e 18 minuti. Con il tedesco nessun precedente a livello di circuito maggiore. Il match aprirà il programma oggi sul centrale alle 13. Otte, 28enne nativo di Colonia, ha raggiunto proprio a inizio settimana il suo best ranking di n. 67 del mondo, cinque posti più giù rispetto a Fognini che è sceso lunedì al 62. […]

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