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Il Roland Garros nel racconto di Steve Flink: Nadal oltre ogni limite
“Dopo aver superato i trent’anni, Rafa ha saputo ampliare il suo arsenale, ha trovato la maniera di gestire gli incontri in modo più efficiente e ha allungato la sua carriera ben oltre quanto lui stesso ritenesse possibile”. L’analisi del giornalista americano Hall of Famer

I seguaci eruditi di Rafael Nadal da tanto tempo apprezzano ciò che il campione spagnolo ha capito forse meglio di chiunque altro. Che regnare nel mondo del tennis e diventare un campione del massimo livello dipende interamente dall’individuo. Nadal è salito alla ribalta 18-19 anni con un’esuberanza e un’irrefrenabile energia senza pari nella storia del nostro sport. Negli anni successivi è maturato fino a diventare un giocatore sublime, una forza fisica dinamica e un agonista supremo, ben determinato a vendere la pelle a caro prezzo ma allo stesso tempo mostrando un immenso rispetto per i suoi rivali e senza dare nulla per scontato.
Dopo aver superato i trent’anni Nadal ha ampliato il suo arsenale aggressivo, ha saputo trovare la maniera di gestire gli incontri in maniera più economica ed efficiente, ed è riuscito a allungare la propria carriera ben oltre quanto lui stesso o la sua sempiterna legione di ammiratori pensassero fosse possibile. Volta dopo volta e spesso superando difficoltà quasi insormontabili, a volte guardando in faccia il freddo volto della realtà, Nadal ha affrontato i propri dubbi interiori oltre al crescente scetticismo serpeggiante tra il pubblico, i giocatori e i media che hanno continuamente messo in dubbio la sua capacità di continuare a raccogliere gli allori più prestigiosi con un fisico che troppo spesso sembra spezzarsi.
Eppure, eccolo di nuovo, vittorioso un’ennesima volta nella capitale mondiale della terra battuta dopo essersi trascinato per due settimane tra le sofferenze di un piede malandato, silenziosamente irremovibile nella consapevolezza di chi è e di ciò che avrebbe potuto raggiungere, e soprattutto un inappuntabile professionista in procinto di realizzare un altro sogno sulla terra battuta parigina. Ha fatto tutto ciò nonostante abbia avuto bisogno di infiltrazioni prima di ogni partita al Roland Garros per eliminare il dolore e addormentare il piede provato dalla battaglia contro la sindrome di Muller-Weiss, una rara malattia degenerativa delle ossa. Una volta che tutto è stato detto e fatto nel corso delle ultime due settimane, è rimasto solo Nadal, un Nadal che ha conquistato una quattordicesima corona agli Open di Francia e un ventiduesimo titolo del Grande Slam, un Nadal che ha portato il suo scintillante bilancio di partite giocate al Roland Garros a 112-3.
Un tempo era uno dei più giovani ad aver vinto a Parigi ma ora, a 36 anni, questo straordinario campione è il più anziano vincitore degli Open di Francia. Per mettere pienamente in prospettiva questa straordinaria impresa, consideriamo questo dato: Nadal ha ottenuto il suo primo titolo a 19 anni nel 2005. nel decennio successivo ha conquistato altre otto vittorie, e ora, dopo aver passato la soglia dei trent’anni, si è aggiudicato altri 5 allori. Questo vuol dire persistere nell’eccellenza. Alcuni potrebbero anche dire che questo tipo di successo su un lasso di tempo così lungo è inimmaginabile.
Ciò che rende il suo ultimo trionfo ancor più impressionante è che Nadal era giunto a Indian Wells imbattuto nel 2022. Aveva giocato solo un incontro nel 2021 dopo aver perso da Novak Djokovic nella semifinale del Roland Garros prima che le precarie condizioni del suo piede lo costringessero a porre termine alla sua stagione in agosto. Ben pochi ritenevano che potesse essere veramente competitivo agli Australian Open 2022, anche dopo che aveva vinto l’ATP 250 a Melbourne, uno dei tornei che hanno preceduto il primo major della stagione. Ma, sorprendentemente, sotto 2 set a 0, e 2-3, 0-40 nel terzo contro Daniil Medvedev nella finale degli Australian Open, è riuscito a ribaltare il punteggio e a trionfare in 5 set entusiasmanti.
Ha poi vinto ad Acapulco il terzo titolo di fila prima di perdere da Taylor Fritz nella finale di Indian Wells. Ma si era fratturato una costola nella semifinale contro Carlos Alcaraz. Questo infortunio l’ha costretto a rimanere fuori dal circuito per un mese circa e ha seriamente compromesso la marcia di preparazione sulla terra battuta in vista del Roland Garros. Ha giocato solamente due tornei con esiti deludenti. Sconfitto da Alcaraz nei quarti di finale di Madrid, è andato a Roma dove è uscito negli ottavi contro Denis Shapovalov in tre set. Nel set conclusivo sono tornati a manifestarsi i dolori al piede e Nadal era quasi costretto all’immobilità.
A quel punto ha annunciato che il suo dottore spagnolo sarebbe venuto a Parigi ma nessuno sapeva se l’inimitabile mancino sarebbe stato in grado di giocare al livello dei suoi standard massimi. Per sua fortuna è stato assistito da un tabellone morbido nei primi turni. Ha superato senza problemi l’australiano Jordan Thompson, la wildcard francese Corentin Moutet e la testa di serie numero 26, l’olandese Botic Van de Zandschulp, senza perdere un set. Non è stato del tutto perfetto in quei tre incontri; tuttavia, la sua mobilità in campo era sorprendentemente buona.
Negli ottavi di finale però Nadal e stato messo a dura prova dalla testa di serie numero 9 Felix Auger Aliassime in un confronto emozionante. Il canadese è allenato dallo zio di Rafa, Toni Nadal, l’uomo che di fatto ha cresciuto Rafa come giocatore e lo ha allenato per anni. Nadal e Auger Aliassime non si erano mai incontrati da quando Toni Nadal aveva cominciato ad allenare il canadese. Zio Toni ha scelto di assistere alla partita seduto in una posizione neutrale dietro al campo piuttosto che nella cerchia stretta di Auger Aliassime, dove è rimasto incollato alla seggiola durante un pomeriggio lungo ed estenuante.
Nadal ha cominciato la partita in maniera poco promettente, concedendo uno svantaggio di 5-1 nel primo set che solo parzialmente è riuscito a ridurre prima di perderlo. I due set successivi sono stati controllati completamente da Nadal, il quale ha iniziato a trovare le soluzioni per controbattere il potente servizio dell’avversario e ha ritrovato la misura da fondo campo. Tuttavia Nadal ha inspiegabilmente perso il servizio nel secondo gioco del quarto set dopo essere stato avanti 40 0. Pur avendo ottenuto il controbreak, ha comunque finito con il perdere il set, poiché il canadese è riuscito a imporre il ritmo del proprio gioco aggressivo.
Il match è dunque andato al quinto set. Sul tre pari Nadal è riuscito a ritrovare il tennis dei giorni migliori, aggiudicandosi 12 punti su 15 e tre giochi consecutivi, vincendo l’incontro con il punteggio finale di 3-6 6-3 6-2 3-6 6-3 in 4 ore e 21 minuti. Nelle fasi finali della partita si era decisamente mostrato in palla. Ciononostante i tifosi di Nadal erano sicuramente preoccupati in vista dello scontro nei quarti con la prima testa di serie Novak Djokovic.
Il serbo è l’unico giocatore capace di sconfiggere Nadal due volte sui campi sacri del Roland Garros. In occasione della semifinale di un anno fa aveva recuperato lo svantaggio di un set per andare a vincere in quattro. Djokovic avrebbe poi conquistato il suo secondo titolo agli Open di Francia 2021. Quest’anno nelle settimane precedenti al Roland Garros era andato progressivamente ritrovando il proprio gioco e la convinzione nei propri mezzi, perdendo di misura con Alcaraz in un incontro strepitoso nella semifinale di Madrid, vincendo poi Roma senza perdere un set.
Decisamente in fiducia dopo aver posto il sigillo sul suo sesto titolo agli Internazionali d’Italia, Djokovic ha veleggiato attraverso i primi quattro turni al Roland Garros senza perdere un set, e aveva impressionato quando aveva demolito la testa di serie n. 15 Diego Schwartzman con il punteggio di 6-1, 6-3, 6-3 negli ottavi. A quel punto sembrava possibile che Djokovic bissasse la vittoria su Nadal del 2021, considerando che era così fresco e apparentemente in fiducia, mentre Nadal aveva faticato duramente e a lungo nella battaglia contro Auger-Aliassime.
L’incontro tra Nadal e Djokovic si è giocato di sera, dando così al serbo, secondo alcuni, un vantaggio in quanto l’artiglieria top spin di Nadal è più efficace di giorno sotto il sole. Ma questa teoria ha tralasciato il fatto fondamentale che Nadal in questi giorni è capace di tirare il diritto più piatto e di piazzarlo sulla riga a velocità fulminante e con una precisione strategica. Inoltre il servizio di Djokovic veniva rallentato dalle condizioni di gioco serali.
Nadal è uscito dai blocchi tirando dei missili dal lato del dritto mentre Djokovic sembrava fare troppo affidamento su un atteggiamento difensivo anche sul proprio servizio. Il n. 1 del mondo ha pagato a caro prezzo proprio questo atteggiamento passivo all’avvio poiché uno scintillante Nadal ha continuato a mettere a segno diritti vincenti fino ad aggiudicarsi il primo set in maniera convincente con il punteggio di 6-2 ed è volato sul 3-0 nel secondo con due break di vantaggio. Lo spagnolo aveva vinto 9 giochi su 11 e Djokovic appariva sembrava confuso, soggiogato e alla mercé dell’avversario.
A quel punto la prima testa di serie ha trovato la scintilla interiore di cui aveva bisogno e finalmente ha cominciato a colpire la palla senza inibizioni e a controbattere Nadal con colpi fulminanti da entrambi i lati, mettendo a segno vincenti e prendendo l’iniziativa nello scambio. Pur avendo dovuto battagliare a fondo in alcuni game, Djokovic si è aggiudicato il secondo set 6-4 grazie al ritrovato gioco aggressivo e mettendo in mostra maggiore vivacità.
Tuttavia Djokovic non ha mantenuto quest’aggressione controllata e a sua volta Nadal non è stato turbato dal secondo set perso. Il terzo set si è rivelato molto simile al primo con Nadal a dettare da fondo campo e Djokovic a giocare di contenimento.
A un certo punto però Djokovic ha preso in mano le redini del quarto set, portandosi in vantaggio 5-2 e servendo per il set sul 5-3. Ha avuto due set point in quel nono game cruciale ma insolitamente ha affossato in rete un rovescio angolato sul primo set point mentre sul secondo è stato fin troppo cauto nel tentare un approccio di rovescio lungolinea. Nadal l’ha passato agevolmente per poi ottenere il controbreak.
Se Djokovic fosse stato in grado di arrivare al quinto set avrebbe vinto? In quella notte particolare dubito che vi sarebbe riuscito. Il suo coach, Goran Ivanisevic, ha fatto poi notare che il linguaggio del corpo di Djokovic non era all’altezza dei suoi standard abituali, mentre Nadal si era mostrato molto più autoritario. Concordo. In un certo senso, sebbene questo match comportasse per entrambi i giocatori implicazioni che sarebbero durate nel tempo, Nadal era quello che sembrava avere un maggior desiderio di vincerlo. Djokovic è entrato e uscito dai set in maniera imprevedibile, e il suo livello continuava a oscillare pericolosamente. Nadal, anche quando il secondo set gli è sfuggito dalle mani, ha mantenuto costantemente un livello alto.
Forse Djokovic e Nadal si sono accorti che il loro quarto di finale era sostanzialmente una finale. Nell’altra parte del tabellone non c’era nessun giocatore che avrebbe potuto batterli e benché Sasha Zverev costituiva una minaccia incombente per la semifinale, era improbabile che sarebbe riuscito a sconfiggere Djokovic o Nadal alla meglio dei 5 set.
La testa di serie numero 3 Zverev aveva posto fine alle ambizioni nel n. 6 Alcaraz in quella che molti hanno considerato una sorpresa. Alcaraz aveva battuto sonoramente Zverev nella finale di Madrid. Agli occhi di molti esperti il diciannovenne spagnolo era ritenuto il favorito del torneo. Era sopravvissuto a un match point nel secondo turno contro il compatriota mancino Albert Ramos-Vinolas quando il trentaquattrenne aveva debolmente tirato in rete un diritto di normale amministrazione. Dopo essere sopravvissuto a quella strenua prova in 5 set, Alcaraz si era liberato di Sebastian Korda (vendicando la sconfitta subita dall’americano a Montecarlo), e Karen Khachanov in tre set.
Anche Zverev era sopravvissuto a un match point contro al secondo turno, in una partita conclusa al quinto set contro Sebastian Baez. Nella partita contro Alcaraz Zverev ha dettato quasi sempre il ritmo nei primi due set, si è contratto nel terzo, ma uscito vittorioso 6-4 6-4 4-6 7-6(7) salvando un set point nel tiebreak finale e chiudendo il match con una devastante risposta lungolinea di rovescio.
E questa è stata la vittoria di cui Zverev aveva veramente bisogno, la prima della sua carriera contro un top ten in uno Slam. Si è dunque presentato all’incontro di semifinale con una rinnovata fiducia nel proprio gioco. Hanno combattuto un primo set maratona sotto il tetto. Zverev ha salvato tre set point sul proprio servizio sul 4-5. Nel tiebreak il tedesco si è issato sul 6-2 con quattro set point a disposizione. Ma Nadal ha servito un ace, poi Zverev ha tentato un serve and volley ma la volée di rovescio è uscita lunga. Poi Nadal ha tirato uno spettacolare passante di diritto in allungo prima di indurre Zverev a un altro errore con la volée di rovescio.
In qualche maniera Nadal, che successivamente l’avrebbe definito un miracolo, si è portato a casa il tiebreak con il punteggio di 10-8. Nel secondo set, con Nadal che sudava profusamente e la pesante umidità al coperto, si sono susseguiti ben 8 break nei primi 9 giochi. Zverev ha servito per il set su 5-3 ma è incappato in tre doppi falli. Nadal stava servendo su 5-6 40-30 quando Zverev è incespicato torcendo la caviglia. Caduto a terra, tra urla di dolore e di disperazione, è stato portato fuori. E’ poi rientrato sul campo circa 10 minuti più tardi in stampelle per concedere la partita a Nadal 7-6(8) 6-6 ritiro.
Avevano giocato per oltre tre ore senza neppure completare due set. Nadal avrebbe probabilmente dovuto stare in campo almeno un’altra ora e forse molto più a lungo nel caso Zverev avesse vinto il secondo set. E’ stato molto fortunato a evitare un’ulteriore fatica. Ha potuto così risparmiare energia per la finale.
A quel punto ha potuto approfittare di un ottimo accoppiamento in finale contro la testa di serie n. 8 Casper Ruud. Il risultato non è mai stato in dubbio. il diritto di Ruud è un’arma efficace contro la maggior parte degli avversari, ma il mancino Nadal l’ha smantellata con i suoi rovesci incrociati affilati come un rasoio, e ha insistito con vorticosi top di dritto per sfruttare il lato più debole di Ruud, il rovescio. Per il norvegese è stato un incubo affrontare Nadal per la prima volta in un incontro ufficiale dopo aver giocato molti set di allenamento con lo spagnolo all’accademia di Rafa.
Nadal è schizzato sul 2-0 nel primo set, ha giocato un pessimo game di servizio nel terzo gioco con due doppi falli e un errore non forzato di diritto che gli è costato il game, ma si è ripreso subito il break andando a condurre 3-1. Ha chiuso il set 6-3. Nel terzo è andato subito sotto 3-1. Da quel momento e stato irrefrenabile e Ruud è sembrato sotto assedio e surclassato. Nadal ha chiuso i conti dominando in maniera regale 11 giochi consecutivi.
Ora lo spagnolo, essendosi aggiudicato il suo 22esimo titolo slam, ha incrementato il proprio vantaggio su Djokovic e Federer. Il serbo e lo svizzero ne hanno raccolti 20 a testa. Sebbene Federer abbia pianificato un rientro in autunno, è quasi certo che non riuscirà a vincere un altro Slam. Con Djokovic è tutta un’altra storia. Dopo la sua prestazione sconcertante contro Nadal a Parigi, sarà determinato a tenersi ben stretta la corona a Wimbledon.
Djokovic è uscito vittorioso dalle sue ultime tre comparizioni all’All England Club (2018, 2019 e 2021) e ha vinto Wimbledon complessivamente sei volte. Quest’anno sarà il favorito. Zverev è alle prese con i legamenti strappati al piede destro ed è probabile che salti Wimbledon. Medvedev è escluso in qualità di giocatore russo così come Andrey Rublev. Ma Nadal ha colto di sorpresa le molte persone che ritenevano che avrebbe saltato Wimbledon dicendo di avere un piano che forse potrebbe permettergli di inseguire un terzo titolo sui prati inglesi e il suo primo dal 2010.
Comincerà un nuovo trattamento e farà un’ablazione a radiofrequenze al nervo del piede. Se il trattamento darà i risultati sperati, Nadal sarà di ritorno a Wimbledon. In caso contrario prenderebbe in considerazione di sottoporsi ad un’operazione, il che potrebbe portarlo addirittura verso il ritiro.
Mai prima nel corso della sua carriera stellare Nadal si è trovato a metà strada verso un Grande Slam perché non aveva mai vinto gli Australian Open e l’Open di Francia nello stesso anno. Perciò le sue motivazioni per giocare Wimbledon sono cresciute esponenzialmente a seguito della sua stupefacente impresa a Parigi. Se dovesse arrivare a Wimbledon in piena salute, conquistare il titolo sarebbe tutt’altro che una passeggiata. Non c’è dubbio che sarebbe tra i candidati alla vittoria, ma riuscirebbe a battere Djokovic sull’erba?
Ne dubito, benché escluderlo sarebbe sciocco. Nei loro due confronti a Wimbledon Djokovic ha fermato Nadal in una finale durata 4 set nel 2011, e ha avuto la meglio di poco sul suo antico rivale in una semifinale che si è decisa al quinto set quattro anni fa. Qualora dovessero incontrarsi, Nadal avrebbe l’occasione di pareggiare il bilancio nel testa a testa con Djokovic sul 30 pari. Tuttavia bisogna ricordare che Nadal non sconfigge Djokovic su una superficie diversa dalla terra battuta dallo US Open del 2013.
L’inseguimento di una supremazia storica potrebbe non essere ancora terminato per queste due icone del tennis, purché Nadal superi Il malanno al piede. Ma anche immaginando lo scenario peggiore, qualora lo spagnolo fosse costretto a ritirarsi quest’anno, adesso si è comunque portato in una posizione invidiabile. Ha vinto 22 su 30 delle finali giocate negli Slam nel corso della carriera. Sia Djokovic che Federer hanno un bilancio di 20-11. I critici potrebbero far notare che Nadal è 14-0 nelle finali degli Open di Francia, ma solo 8-8 negli altri tre major conteggiati insieme. Si tratta di un’obiezione valida, ma non si può neppure rimproverare allo spagnolo il suo talento assoluto sulla terra battuta. Nel frattempo, se proprio si vuole metterla sul piano delle cifre, Djokovic e 9-0 nelle finali degli Australian Open sui suoi campi preferiti in cemento, ma solo 3-6 nelle finali agli US Open.
È vero che Nadal ha ottenuto 63 dei 92 titoli vinti in carriera sulla terra battuta, ma resta il fatto che ha pareggiato il conto con Djokovic e superato Federer vincendo tutti e quattro gli slam almeno due volte. Djokovic è stato numero 1 al mondo nettamente più a lungo dei suoi rivali, avendo chiuso 7 anni in cima al ranking e trascorso 373 settimane al n.1 rispetto ai 5 anni di Nadal e le sue 209 settimane.
Il dibattito andrà avanti. Ma su un punto non ci può essere alcuna discussione: nella storia del tennis moderno Nadal ha dominato la terra battuta come nessun altro giocatore su nessun’altra superficie. Il suo bilancio sulla terra è di uno sbalorditivo 474-45.
Vi è la sensazione che un giorno Nadal rifletterà sulla sua vittoria al Roland Garros del 2022 e l’apprezzerà più di tutte le altre sue vittorie a Parigi. Questa vittoria è stata tutta una questione di cuore, di disciplina senza paragoni e di profonda determinazione piuttosto che di diritti e rovesci.
Traduzione di Kingsley Elliot Kaye
Clicca qui per i commenti di Ubaldo Scanagatta alle finali del Roland Garros 2022
ATP
ATP Miami: Alcaraz e Fritz ai quarti, Ruusuvuori sarà l’avversario di Sinner
Il numero 1 del mondo prosegue incessante la sua marcia, Fritz batte un Rune irriconoscibile, a Ruusuvuori la battaglia contro Van de Zandschulp

[1] C. Alcaraz b. [16] T. Paul 6-4 6-4

Primo set ad altissimo ritmo sin dai primi game: Paul cerca di rimanere aggrappato con il servizio e a reggere l’urto da fondocampo, ma a volte è troppo passivo e lascia l’iniziativa ad un Alcaraz semplicemente letale e inarrestabile. Il break maturato nel terzo gioco è decisivo ai fini della conquista del primo set dello spagnolo, nonostante lo statunitense provi una reazione, specie nell’ultimo turno di servizio del set, quando si procura una palla del contro-break grazie a un punto pazzesco vinto con un passante in tuffo e un altro recupero eccezionale. Questo punto è un po’ la fotografia del match: Paul deve sempre fare qualcosa di straordinario per fare il punto al campione in carica del torneo di Miami, che appare sempre in controllo, ma ogni tanto commette qualche imprecisione, figlia anche della giovane età di questo fenomeno. Anche nel secondo set il break arriva nel terzo gioco dopo che il tennista del New Jersey aveva salvato due palle break nel game prima grazie a due ace con traiettoria esterna. Ci sono altri scambi spettacolari, con entrambi i giocatori che esprimono un livello di tennis decisamente sostenuto e Alcaraz continua a impressionare per la sua rapidità di piedi, facendo spesso giocare una palla in più all’avversario. È il caso dell’ultimo game del match, quando lo spagnolo alza un pallonetto difensivo che costringe Paul all’errore sullo smash. L’americano non può stare tranquillo in nessun game di servizio, ma riesce comunque ad arrivare sul 4-5. Il murciano serve per il match con estrema freddezza, ottenendo punti diretti con la prima, eseguendo alla grande un serve and volley e chiudendo con un rovescio lungolinea in controbalzo paranormale. Per Alcaraz la difesa al titolo passerà dal quarto di finale con Taylor Fritz e all’orizzonte ci potrebbe essere un’altra semifinale con Sinner.
[9] T. Fritz b. [7] H. Rune 6-3 6-4

Per la prima volta in carriera Taylor Fritz è nei quarti di finale del Miami Open presented by Itaù: l’ex numero 5 del mondo supera 6-3 6-4 Holger Rune in un’ora e 26 minuti di gioco, disputando un match decisamente più ordinato e concreto del suo avversario, che sbaglia tante scelte e commette tanti errori nei momenti più importanti.
Inizio particolarmente aggressivo di Holger Rune in risposta: il danese fa partire quasi sempre lo scambio, si procura subito due palle break, ma Taylor Fritz è bravo a salvarsi con due servizi vincenti nei momenti più difficili. Nel game successivo è la testa di serie numero 7 a concedere la palla break e sul 30-40 commette un doppio fallo, regalando così il 2-0 allo statunitense. I due continuano ad avere problemi alla battuta e l’idolo di casa concede la palla del contro-break nel terzo gioco, ma la annulla con un bel servizio al centro. Alla sesta palla break il nativo di Gentofte riesce a convertire, allungando sempre di più gli scambi e sfruttando i limiti negli spostamenti del suo avversario, giocando con più coraggio. Il set prosegue sui binari dell’equilibrio fino al 4-3, quando Rune gioca un game scellerato, fatto di scelte errate come il serve and volley ed errori piuttosto inspiegabili. Fritz ha preso decisamente più ritmo e costanza al servizio dall’inizio del match, ha alzato le sue percentuali e chiude il primo set sul 6-3.
Il secondo set si apre con un altro passaggio a vuoto di Rune che si fa brekkare da 40-15 sbagliando malamente ancora sotto rete e un paio di dritti alla sua portata. Il servizio del danese continua a balbettare per tutto il parziale, annulla una palla del doppio break sull’1-3, mentre Fritz è ordinato, commette pochi errori e al servizio si salva sempre quando va sotto nel punteggio nel game grazie all’apporto della prima palla. Un secondo set ai limiti della perfezione per il californiano come testimoniano anche i numeri: appena tre errori gratuiti, sette vincenti e soli sei punti persi al servizio in cinque turni di battuta. Adesso scoglio più complicato ai quarti di finale per il campione di Indian Wells 2022 che affronterà uno tra Tommy Paul e il numero 1 del mondo Carlos Alcaraz.
E. Ruusuvuori b. [26] B. van de Zandschulp 4-6 6-4 7-5

Emil Ruusuvuori riesce a venire a capo di un match incredibile contro Botic van de Zandschulp vincendo in rimonta con il punteggio di 4-6 6-4 7-5: due ore e 46 minuti di partite condite da tantissimi errori da ambo le parti, 54 per il finlandese e 38 per l’olandese. L’approccio al match è stato sicuramente più favorevole al numero 32 del mondo che parte forte in particolar modo al servizio, perde appena sei punti alla battuta nel primo set e raccoglie i tanti errori del suo avversario che non sembra essere in giornata positiva. Anche nel secondo parziale il neerlandese va per due volte avanti di un break e si ritrova 4-3 e servizio dopo un game disastroso di battuta del tennista di Helsinki. I problemi arrivano alla battuta per van de Zandschulp che è sempre più negativo anche con il linguaggio del corpo, si lamenta tanto con il suo angolo e perde sei game consecutivi tra la fine del secondo set e l’inizio del terzo. Ruusuvuori mantiene il break di vantaggio nel set decisivo fino al 5-3, quando non riesce a chiudere il match, commettendo qualche errore di tensione e si fa controbrekkare sul più bello. Il finlandese annulla anche due palle break pericolose con due bellissimi dritti in diagonale sul 5-5 e approfitta di un game disastroso al servizio da parte dell’olandese sul 5-6, con tre errori gratuiti dovuti all’impazienza. Ruusuvuori sarà quindi per la terza volta l’avversario di Sinner a Miami: l’azzurro ha vinto nel 2021 e lo scorso anno annullando ben tre match point.
evidenza
ATP Miami, Sinner: “Ho sfruttato le mie chance e ho sbagliato poco da fondocampo”[ESCLUSIVA]
L’azzurro al termine del match con Rublev: “Quando servo così bene mi sento più tranquillo in risposta”

Jannik Sinner continua a volare nel Miami Open presented by Itaù: il tennista altoatesino ha superato in scioltezza 6-2 6-4 Andrey Rublev, conquistando per la terza volta consecutiva i quarti di finale nel torneo della Florida. Una prestazione convincente e soddisfacente quella dell’attuale numero 11 del mondo che ha analizzato così la sua prova ai nostri microfoni e in conferenza stampa.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Congratulazioni, bellissima vittoria. Ho notato che negli ultimi match hai limitato molto il numero degli errori, adesso pensi di più al colpo che devi giocare. È una cosa che ti aiuta a sbagliare di meno?
Jannik Sinner: “Stiamo lavorando molto su ogni colpo da giocare in partita, ma devo sempre avere la palla giusta per giocarlo. Come avevo detto quando ho vinto con Dimitrov, stiamo lavorando per essere più imprevedibili, gli avversari altrimenti ti conoscono bene. Sicuramente oggi ho sbagliato poco da fondocampo, ho giocato le palle giuste. Ho servito bene e quindi mi sento più tranquillo in risposta, potendo rischiare di più”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Servizio e risposta sono stati importanti in questo match: hai servito molto bene e l’hai messo sotto pressione con la risposta. Hai fatto qualcosa di particolare che ha funzionato bene?
Jannik Sinner: “Sicuramente di stare aggressivo sulla seconda, quando serve la prima è difficile rispondere, serve forte e preciso. Oggi ha servito il 70% di prime, quindi dovevo sfruttare ogni chance che avevo. Nel primo set ho sbagliato la volée sulla prima palla break e nel secondo set un dritto. Oggi sono riuscito a sfruttare le mie chance, ma arriveranno anche le giornate in cui farò più fatica a sfruttarle”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: In questi tornei in cui a volte c’è un giorno di pausa e a volte no, per alcuni giocatori è più difficile gestire la routine. Per te com’è questo ritmo?
Jannik Sinner: “Alla fine ti devi adattare. Nei giorni di riposo ti alleni in base a quanto hai giocato il giorno prima, se stai servendo peggio fai un po’ più di servizio. Ieri ho fatto un po’ meno perché mi sono sentito meglio. Oggi mi riposerò perché so di rigiocare domani, quindi devo gestirmi”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Parlaci del tuo prossimo avversario.
Jannik Sinner: “Con Emil sarebbe una partita dura, ci conosciamo abbastanza bene, ci siamo allenati nella preparazione insieme. È un giocatore solido, sta iniziando a servire bene. Van de Zandschulp forse serve un po’ meglio, si muove bene da fondocampo e tira forte. Sarebbe una partita nuova, non ci siamo mai allenati insieme”.
Interessanti anche le dichiarazioni ai giornalisti in inglese, soprattutto riferite al suo atteggiamento in campo: “Sono un giocatore migliore adesso. Cerco di trovare sempre a strada migliore per interpretare il match, ho un piano chiaro in testa e cerco di portarlo avanti. Cerco di fare sempre il possibile e di dare il meglio, con il migliore atteggiamento possibile che posso tenere”.
ATP
ATP Miami: Sinner express, avanza senza problemi su Rublev
Jannik Sinner batte per la terza volta in carriera Andrey Rublev con una prestazione superlativa. Sesta vttoria su un top10 e quarti di finale in grande stile

Da Miami, il nostro inviato
[10] J. Sinner b. [6] A. Rublev 6-2 6-4


Continua senza sosta la marcia di Jannik Sinner verso i piani altissimi della classifica. In un percorso a tappe forzate verso il traguardo finale delle Nitto ATP Finals di Torino, Jannik Sinner è arrivato senza perdere un set ai quarti di finale del Miami Open presented by Itaù, e lo ha fatto sconfiggendo nel suo ultimo incontro Andrey Rublev, numero 6 del seeding e numero 7 del ranking mondiale, che veniva da 10 vittorie negli ultimi 12 incontri sul cemento, compresa la finale nell’ATP 500 di Dubai.
Sinner aveva già battuto Rublev in precedenza, ed era in controllo del punteggio lo scorso anno al Roland Garros quando fu costretto a ritirarsi, ma non l’aveva mai sconfitto in una maniera così dominante e perentoria.
Un match giocato splendidamente dal ragazzo di Sesto Val Pusteria, che ha lasciato solamente sei game al suo avversario senza mai concedere una palla break. E soprattutto ha dimostrato una superiorità quasi schiacciante dalla parte del rovescio, con il quale ha quasi sempre dominato gli scambi mettendo in enorme difficoltà il russo.
PRIMO SET – Inizio della partita con cielo velato e sole che faceva capolino tra le nubi, lascito dei temporali della sera prima che hanno fatto sensibilmente aumentare l’umidità. La partenza di Sinner è a razzo, quella di Rublev un po’ meno travolgente, e il break arriva subito al terzo gioco quando dopo due accelerazioni di rovescio di Sinner il russo si trova 15-40. La prima palla break viene annullata con un diritto vincente, ma sulla seconda un diritto di palleggio finisce in rete.
Sul suo servizio Sinner è una sentenza (saranno solo quattro i punti persi in questo set sulla sua battuta, e due soli in più nel set successivo), e in risposta aggredisce le seconde come lo abbiamo visto fare solo molto di recente. Rublev cancella una palla del doppio break con uno schema servizio-diritto, ma il 4-1 pesante arriva poco dopo: se Sinner riesce a tenere il diritto di Rublev fuori dallo scambio non c’è gara.
Sull’1-5 Rublev muove il punteggio nella sua casella a forza di prime di servizio, ma il set ormai è andato e Sinner perfeziona il 6-2 in 32 minuti.
SECONDO SET – La breve durata del primo set fa si che il consueto esodo di spettatori che vanno a rinfrescarsi alla fine di ogni parziale sia molto meno consistente de solito, anche se la giornata è decisamente calda e l’orologio segna quasi mezzogiorno. Rublev resiste meglio a Sinner di quanto aveva fatto nel primo set, ma sulla battuta dell’altoatesino è sempre traffico a senso unico. Sul 2-2 Andrey recupera da 15-30 con il servizio e con un po’ di fortuna quando un suo recupero di rovescio finisce per diventare una palla corta incrociata sulla riga. Il break arriva due game più tardi, quando Sinner carica in risposta sulla seconda di servizio e Rublev cede la battuta con un altro errore di diritto.
Prima che Sinner serva per il match sul 5-4 il deejay prova a mettere un po’ di pepe nella sfida scegliendo “Hit Me With Your Best Shot” di Pat Benatar come canzone per il cambio di campo, ma Jannik è inscalfibile e chiude il match in un’ora e 12 minuti raggiungendo i quarti di finale a Miami per la terza volta in carriera.
VICINO ALLA TOP 10 – Con questa vittoria Sinner diventa virtualmente n. 10 del ranking mondiale e potrebbe essere superato solamente da Khachanov o Paul nel caso in cui si aggiudicassero il torneo. Per consolidare il suo ritorno nei Top 10 Sinner dovrebbe vincere anche il prossimo match contro chi si qualificherà tra Botic Van de Zandschulp ed Emil Ruusuvuori. Con Ruusuvuori ci sono stati quattro precedenti confronti diretti (più uno a livello Challenger), tutti vinti da Sinner (che invece aveva perso il primo scontro in un Challenger in Australia), ma alcuni con punteggi molto equilibrati come il 10-8 al tie-break del terzo set dello scorso anno qui a Miami. Contro Van de Zandschulp invece sarebbe uno scontro inedito.