Daniil Medvedev verso lo US Open: "Quando sei n.1 diventi un bersaglio per gli altri. Ma io voglio il bis"

ATP

Daniil Medvedev verso lo US Open: “Quando sei n.1 diventi un bersaglio per gli altri. Ma io voglio il bis”

Così il russo campione in carica a New York: “Insieme al mio team abbiamo lavorato tantissimo: spero di poter essere al 100% da qui alla fine dell’anno”

Pubblicato

il

Daniil Medvedev - US Open 2021 (via Twitter, @usopen)
 

Daniil Medvedev è pronto a difendere il titolo vinto nell’edizione passata a Flushing Meadows, quella che lo vide trionfare in finale su un Novak Djokovic a un passo dal Grande Slam. Tre set a zero per avere la meglio sul n.1 al mondo nonché dominatore incontrastato della passata stagione. Un anno dopo, nell’edizione 2022 dello slam americano, Nole non parteciperà a meno di sorprese in quanto non vaccinato contro il Covid, mentre il russo, che si presenta da numero uno del mondo e testa di serie numero uno, arriva da un 2022 non entusiasmante (solo un titolo vinto, l’ATP 250 di Los Cabos) ma giura di essere pronto a un gran finale di stagione.

IL PRIMO SUCCESSO SLAM – Nella rubrica di Eurosport “Players’ Voice” Medvedev si è raccontato, e in particolare ha fatto un bilancio della stagione quasi giunta alle fasi finali; una stagione che per lui è stata avara di soddisfazioni, tra l’operazione per un’ernia e le conseguenze della guerra in Ucraina che Daniil ha pagato in prima persona con l’esclusione da Wimbledon. “Si dice spesso che vincere uno slam poi sposti le aspettative e diventi una cosa di difficile gestione, ma per me non è stato così. Sono contento di aver vinto il mio primo slam; è un passo, seppur grande, nella vita di ogni giocatore di tennis con grandi ambizioni”. Vincere uno slam comporta un cambio di percezione sia di te stesso che sull’immagine che gli altri hanno di te. Prosegue Daniil: “Vinci uno slam, diventi numero 1 della classifica ATP e vieni guardato in maniera diversa. Diventi una sorta di obiettivo, di bersaglio. Tutti vogliono batterti. Ed è normale (…..). Tutti vogliono trovare la ‘vittoria importante’ perché nessuno tra 6 mesi si ricorderà una cosa del tipo “sì, ha battuto il n°1 del mondo, ma quel giorno Medvedev – o Nadal, o chi per lui – non era al meglio”; no, tutti si ricorderanno che quel giorno hai battuto Medvedev. O Nadal. O Djokovic. Per questa ragione, appunto, dicevo che diventi un obiettivo per tutti”.

ALTI E BASSI – Certo è stata una stagione di alti e bassi per il russo: la mente torna anzitutto alla vittoria mancata, o sfiorata se si vuole, contro Nadal all’Australian Open, dove nonostante tutto Medvedev sente di aver giocato bene durante tutto il torneo: “Per quanto si sia discusso, l’Australian Open per me è stata un’esperienza positiva. Ho vinto partite incredibili, come quella contro Felix Auger Aliassime, nei quarti di finale. Certo, la finale contro Rafa resta un momento importante. Mi sarebbe piaciuto vincere. Ero avanti nel punteggio e sentivo di potercela fare. Dopo una sconfitta del genere, ovviamente, non è mai semplice reagire“. Poi c’è stata la guerra in Ucraina che lo ha toccato da vicino, per lui nativo di Mosca: “Non è facile in questi giorni girare per gli spogliatoi. Con i miei amici in Russia e con la mia famiglia parliamo spesso di politica e come accade ovunque, ognuno ha la sua opinione. Io cerco di non addentrarmi troppo e, anche se in campo faccio il duro, cerco sempre di rispettare le opinioni di tutti“. Nonostante non sia mai arrivata da parte sua una condanna diretta dell’attacco russo, Medvedev ha ribadito di essere contro ad ogni tipo di conflitto armato: “Il mio messaggio è sempre lo stesso: voglio la pace in tutto il mondo e in tutti i Paesi. Penso che tutti i tennisti vi diranno lo stesso“. Assieme alla guerra è arrivata anche l’operazione all’ernia in primavera che ha arrestato la sua corsa. Poi l’esclusione di tutti gli atleti russi e bielorussi a Wimbledon sembrava la pietra tombale definitiva sulla sua stagione. Improvvisamente il mondo crolla sotto i suoi piedi: Daniil comincia a perdere finali con il favore del pronostico, come a s’-Hertogenbosch e Halle. “Dopo lo US Open, ho perso parecchie finali. Ho anche iniziato a pensare “Che succede? Perché nelle finali non riesco a essere più efficace come nelle partite precedenti?”. Poi, finalmente, a Los Cabos, sono riuscito a tornare a vincere un titolo, contro Norrie; un giocatore che è cresciuto tantissimo e che lì difendeva il titolo”.

OBBIETTIVO RICONFERMARSI – Medvedev, in ogni caso, ora rilancia le sue ambizioni. “Spero di potere vivere ancora grandi momenti in questo finale di stagione, partendo dallo US Open. Non so se non aver giocato Wimbledon potrà aiutarmi a New York in termini di energie conservate, spero però che sia così. Mi sono preparato al meglio, ho avuto 3 ottime settimane di lavoro specifico per lo US Open e per il finale di stagione“. Dichiarazioni che suonano come avvertimenti per i suoi avversari: “Insieme al mio team abbiamo lavorato tantissimo: fisicamente ma anche sull’aspetto mentale. Spero davvero di essere pronto per provare a difendere il mio titolo. Ma spero, soprattutto, di poter essere al 100% da qui alla fine dell’anno”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement