Coppa Davis, De Minaur sempre più leader dell'Australia: "Sono sceso in campo per compiere la mia missione"

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Coppa Davis, De Minaur sempre più leader dell’Australia: “Sono sceso in campo per compiere la mia missione”

Il demone australiano rivela anche qual è stata la motivazione in più a spingerlo nel match vinto contro Marin Cilic: “Avevo grande voglia di vendicarmi della sconfitta subita lo scorso anno a Torino”

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Alex de Minaur – Davis Cup Finals 2022 (foto: Roberto dell'Olivo)
 

Alex De Minaur doveva regolare alcuni conti, nel secondo singolare della semifinale della parte bassa delle Davis Cup Finals By Rakuten 2022, risalenti esattamente ad un anno fa. Correva infatti il 25 novembre 2021 e nel teatro del PalaAlpitour di Torino, il demone australiano veniva sconfitto da Marin Cilic per 6-1 5-7-6-4 nella sfida tra i numeri uno di Australia e Croazia. Quel KO sancì la fine del tie a favore dei balcanici, che si erano intascati anche il primo rubber grazie al successo di Borna Gojo su Alexei Popyrin. Poiché si trattava della fase a gironi, con solamente la prima di ogni raggruppamento che si qualificava per i quarti di finale, ogni singolo punto diventava determinante ai fini della qualificazione. Per cui a punteggio acquisito Alex scese in campo al fianco di John Peers venendo battuto nettamente con lo score di 6-3 6-1 dalla collaudata coppia Mektic/Pavic. Lo scontro perso al cospetto della compagine croata si rivelò effettivamente decisivo per porre fine ai sogni di gloria di Hewitt e dei suoi ragazzi, visto che a nulla servì il successo per 2-1 sull’Ungheria dopo la sonora debacle della prima giornata di gare.

Ma perché, direte voi, stiamo riavvolgendo il nastro: un semplice desiderio di vendetta per una sconfitta che valse un’eliminazione precoce. No, c’è molto di più: il figlioccio di Lleyton oramai da diversi anni – anche per via della dipartita dai massimi livelli del Tour, almeno fino a quest’anno, di Nick Kyrgios – ha assunto stabilmente il ruolo di prima punta dell’Australia nelle competizioni a squadre. E pur avendo ancora 23 anni, dopo un’esplosione precoce, sembra abbia raggiunto la maturità necessaria per ricoprire quello status di leadership che serve per poter essere l’ancora di salvezza del gruppo e il punto di riferimento in ogni situazione, specialmente – come nella sfida odierna – quando si ritrova con le spalle al muro non potendo permettersi di sbagliare.

Ebbene dopo l’investitura del suo capitano, giunta nella conferenza stampa post successo sull’Olanda, anche l’ultima maledizione è stata spezzata. Difatti, in seguito alla celeberrima sconfitta torinese contro il campione dello US Open 2014, De Minaur ha giocato ben 7 match di singolare in Coppa Davis vincendone altrettanti. E se ciò non bastasse, andando a spulciare anche i risultati nella manifestazione, precedenti al match con Cilic del 2021: ci sono da sommare altri quattro successi. Nonostante poi sia pur vero che molte di queste affermazioni sono arrivate contro avversari non proprio irresistibili, è stato comunque in grado di ottenere scalpi come quello contro Shapovalov nel quarti del 2019 – l’anno in cui il Canada si sarebbe spinto sino in finale -.

Quindi 11 vittorie nelle ultime 12 partite disputate in Davis, sostanzialmente si può riassumere con: da quando è stato introdotto il nuovo format quattro anni fa, è praticamente imbattuto in singolare salvo il famoso match contro il gigante buono dei Balcani. Escludendo quel KO, per trovarne un altro – sempre per quanto riguarda i match di singolare – bisogna ritornare al Play Off del 2018: battuto in quattro set da Thiem prima, e da Novak poi.

D: Alex [De Minaur], come ti sei sentito ad affrontare questa partita? Tutta la pressione era su di te. Dovevi necessariamente vincere, altrimenti saresti stati eliminati

Alex De Minaur: “Sì, hai perfettamente ragione. E’ stato proprio così. Per fortuna avevo già vissuto in passato un paio di esperienze di questo tipo, mi era già capitato di trovarmi in questa posizione in Coppa Davis. Una posizione scomoda, in cui sei con le spalle al muro e devi per forza trovare un varco per fare breccia nel gioco avversario; se vuoi continuare a tenere vive le speranze della tua squadra. La chiave per poter affrontare nel migliore dei modi questa situazione è cercare di dare tutto in ogni singolo punto del match. Ero pienamente consapevole di quale fosse il mio compito, una volta terminato l’incontro di Thanasi [Kokkiankis, ndr] ed appurato che fossimo in svantaggio. Il mio obbiettivo era quello di tenerci in vita, darci ancora una possibilità. Sono riuscito a farlo e ne sono molto felice. Faccio sempre tutto ciò che mi è possibile, tutto ciò che è in mio possesso per il bene del mio Paese”.

D: Quanto sei rimasto impressionato dal livello del tuo gioco? Anche considerando che i tuoi scontri diretti contro Marin [Cilic, ndr] recitassero, prima di oggi, un bilancio negativo per te (2-1 in favore del croato). È la prima volta che riesci a batterlo in due set, nell’unica precedente occasione in cui lo avevi sconfitto, infatti, l’incontro era stato molto lottato e deciso al set finale.

Alex De Minaur: “Si è vero. In realtà io oggi avevo una gran voglia di vendicare la mia sconfitta contro di lui dello scorso anno in Coppa Davis a Torino, visto che a parte quella sono praticamente imbattuto in singolare nelle ultime tre edizioni della competizione. Era qualcosa che mi continua a ronzare in testa, ed è stata quindi ulteriore fonte di motivazione. Volevo cancellare quel KO. Perciò, sono sceso sul campo per compiere la mia missione, e sono riuscito ad esprimere un grande tennis dando così alla mia squadra, ai miei compagni e all’Australia; un’altra possibilità per combattere”.

D: Congratulazioni per la vittoria, Alex [De Minaur, ndr]. Volevo soffermarmi su un aspetto in particolare, ovvero sia il fatto che Marin sia stato l’unico giocatore a batterti in Coppa Davis nei match di singolare in questi ultimi anni.  Come ti sei preparato, nello specifico, per affrontare questo match dal sapore speciale per te qualora ovviamente tu fossi riuscito a vincerlo? Infine volevo avere da parte tua un’ultima considerazione, quali sono le tue sensazioni per il doppio che di fatto sarò uno spareggio per decidere chi dei due team staccherà il biglietto per la finale?

Alex De Minaur: “Ha centrato la situazione su tutta la linea, il vantaggio per me è stato quello di conoscere molto bene Marin [Cilic, ndr] e le sue caratteristiche tecniche. È un tennista davvero ostico da affrontare, quando lui è in forma è veramente un inferno dover giocare un match contro di lui. E’ un veterano del nostro sport, un tennista capace di realizzare imprese incredibili nella sua carriera. Sapevo perfettamente cosa avrei dovuto aspettarmi dalla partita e quale sarebbe stato il piano tattico che lui avrebbe attuato, ed ero assolutamente conscio che non sarebbe stato per nulla facile. Avevo preparato la sfida, sapendo di dover mettere sul campo tutta l’intensità che potevo esprimere, rimanendo però sempre costantemente solido. Ma allo stesso tempo, dovevo far sì che questo non provocasse come effetto collaterale la perdita di aggressività. Anzi, non potevo permettermi minimamente di lasciare a lui l’iniziativa. Dunque, avevo il mio piano di gioco: sono stato in grado di metterlo in campo permettendomi di giocare molto bene. Quindi direi che abbia funzionato. Ora però abbiamo il doppio, e dobbiamo concentrarci su quello. Credo che siano i croati, coloro che abbiano tutto da perdere. Possono contare su una delle migliori coppie di doppio del mondo. Noi, non dobbiamo fare altro che andare là fuori e vincere. Ho un’immensa fiducia nei miei compagni di squadra, e so che faranno tutto ciò che è in loro potere per ottenere la vittoria e il passaggio del turno. Questo è ciò che questa squadra incarna, con il nostro motto che recita: ‘mai dire mai, fino alla morte’, il nostro atteggiamento lo rispecchia alla perfezione”.

D: È una delle partite, tra quelle vinte, più veloci che ricordi di aver mai giocato?

Alex De Minaur: “No, non credo. Non penso sia una delle partite più rapide di sempre, tra quelle vinte in carriera. Ma al di là di questo, ciò che per me è importante è che sono stato capace di fornire una grande prestazione esprimendo un ottimo tennis. Perché alla fine, tornando al tema della durata, anche se appunto il tempo può ingannare in realtà nel corso del match ci sono stati diversi games lunghi che si sono decisi ai vantaggi. Sono stato molto bravo in quei frangenti, a mantenere intatta la mia compostezza in campo anche quando non riuscivo a portare a casa quei punti delicati. Ha dovuto lottare in un sacco di circostanze, perché il game si prolungava ad oltranza. Continuavo a ripetermi che dovevo solamente rimanere attaccato ad ogni momento, che non avrei dovuto mollare mai, neanche un singolo punto. Mi dicevo che se avessi continuato a giocare nei turni di risposta come stavo facendo, senza calare un attimo né in termini di tenuta mentale né in quelli di natura tecnica, il match sarebbe venuto nella mia direzione”.

D: Di tutte le tue vittorie conquistate in Coppa Davis, e che hai ottenuto in sequenza, in questo arco di tempo; la ritieni la migliore che tu abbia giocato? Credo che tu abbia commesso soltanto tre errori gratuiti in tutto il primo set. È la tua migliore performance?

Alex De Minaur: “Penso che se l’analizziamo e la prendiamo in considerazione dal punto di vista del punteggio e della situazione emotiva a cui ho dovuto far fronte, probabilmente sì; lo è. Ripeto, quello che ho detto prima: ho avuto un paio di situazioni ambientali simili a quella odierna nella mia carriera in Davis, due grandi momenti dove sono stato con le spalle al muro. Significa che devi andare oltre i tuoi limiti e mettere tutto sul campo, facendo tutto quello che puoi per tenere in corsa il team. Conosco perfettamente qual è il mio ruolo in questa squadra. Il mio compito è quello di essere il giocatore duro, quello che deve e vuole ottenere quelle vittorie dure. Mi sono calato in questa parte già da un bel po’, e sono molto contento di questo oltre che estremamente orgoglioso di me stesso”.

D: Proprio su quest’ultima tua riflessione, preferisci vincere quelli partite che domini praticamente dal primo gioco fino alla fine; oppure un dramma sportivo incredibile, come quello dell’altro giorno contro Van De Zandschulp, contraddistinto da un sali e scendi?

Alex De Minaur: “Al 100% preferisco di gran lunga vincere come oggi. Voglio dire, è assolutamente bello, entusiasmante e decisamente stimolante giocare delle grandi battaglie agonistiche da più di tre ore l’una. Tuttavia, dammi la possibilità di poter vincere 6-0, 6-0, 6-0 ogni singolo giorno della settimana. Perché ciò significherebbe poter riposare e recuperare al meglio, senza così che il fisico e la mente debbano accelerare il processo di recupero ed incontrare ulteriore problemi e fatica. Ora però pensiamo al doppio, e speriamo che i ragazzi possano portarlo casa”.

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