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Anastasia Bertacchi si regala il titolo italiano Under 16: “Quasi pronta per il tennis professionistico”
Abbiamo intervistato in esclusiva la neo-campionessa italiana e il suo coach Matteo Marrai: “Nel 2023 partiremo con una tournée in Sudamerica”

Nella splendida location dell’Italian Tennis Village di Grosseto è Anastasia Bertacchi a laurearsi nuova campionessa italiana under 16. La giovanissima di Forte dei Marmi ha superato in finale la siciliana Gaia Greco (seconda testa di serie) per 6-2 6-1, festeggiando nel migliore dei modi il suo compleanno. Anastasia ha sfruttato al meglio i propri colpi forti: accelerazioni di diritto, smorzate e servizio e la palermitana, nonostante un gioco da fondocampo molto solido, non è riuscita a fare partita contro un’avversaria in giornata di grazia. La tennista del Tennis Club Italia (testa di serie n.5) ha ceduto un solo set nell’intero torneo, in semifinale (6-2 2-6 7-5) contro la favorita della vigilia Noemi Maines.
Giusto il tempo di spegnere le candeline e riporre il trofeo e le abbiamo telefonato per avere un suo commento.
Buongiorno Anastasia, complimenti e auguri. Che impressione ti ha fatto vincere il campionato italiano proprio nel giorno del tuo compleanno?
“Vincere nel giorno in cui festeggi i tuoi 16 anni è davvero fantastico anche se in realtà non rilevava particolarmente. La cosa importante è stato piuttosto alzare un trofeo così importante quando non ero mai stata considerata tra le favorite. In Italia ci sono diverse ragazze con classifica migliore… però ho vinto io”.
Una vittoria che ti apre nuovi orizzonti, anche perché il titolo Under 16 comincia ad avere un peso, non siete più dei bambini.
“Sì, possiamo consideralo un momento di passaggio tra il tennis giovanile e quello professionistico per il quale mi sento non del tutto pronta… ma quasi”.
Cioè la prossima stagione giocherai anche tra i grandi?
“Sicuramente sì, penso di avere ormai il livello per competere in un W15 o addirittura nei W25″.
Quindi hai già un programma di massima per il 2023?
“Sì, inizierò con una lunga trasferta in Sudamerica organizzata dalla Federazione per disputare dei tornei Under 18. Poi cercherò di avere la classifica per giocare gli Slam Juniores, a partire da Parigi perché per gli AO non credo proprio di avere i punti visto che nella seconda parte di questa stagione ho giocato poco per concentrarmi sulla Serie A1″.
Dove con il tuo circolo (il TC Italia di Forte dei Marmi, ndr) avete ottenuto una bella salvezza battendo nei play-out Lumezzane grazie anche ai due punti che hai portato tu tra singolare e doppio.
“Sì, è stata una bella soddisfazione anche se l’ho pagata in termini di classifica. Infatti a giugno ero arrivata 2.2 e poi, avendo giocato poco, come ti dicevo, sono retrocessa 2.3. Ma comunque a parte la Serie A ho voluto fermarmi anche per fare un po’ il punto e dedicarmi a curare l’aspetto fisico che è quello dove sono un po’ più indietro”.
La tua superfice preferita?
“Di gran lunga il cemento outdoor che meglio si adatta al mio tipo di gioco e al mio fisico. Infatti faccio un po’ fatica negli spostamenti e allora più il punto è corto meglio è per me. Preferisco che a correre sia l’avversaria (ride, ndr)”.
Cosa ci racconti della scuola?
“Frequento il Liceo Sportivo con sede a Viareggio che mi lascia la possibilità di seguire le lezioni online. Due mattine ogni settimana e tutti gli altri giorni, sabato compreso, di pomeriggio”.
La ragazza era decisamente carica per il suo recentissimo e in gran parte inaspettato successo, abbiamo allora pensato di fare il controcanto ascoltando l’opinione del suo coach Matteo Marrai.
Buongiorno Matteo, Anastasia mi diceva che il suo problema non è tanto tecnico quanto fisico.
“E’ un Marrai al femminile (ride, ndr). Io avevo un bel braccio (fu n.263 ATP nel 2012) ma le gambe erano un po’ piantate. E’ da un paio d’anni che ci stiamo lavorando e abbiamo sicuramente fatto dei progressi, ma purtroppo è una questione di fibre: lei deve lavorare molto e stare sempre attenta alla dieta”.
Mi ricorda Bertolucci, sarà una caratteristica dei fortemarmini?
“Esatto, noi qua siamo fatti tutti uguali (ride, ndr)”.
E da un punto di vista più strettamente tecnico?
“Da sei mesi abbiamo cambiato il servizio che adesso infatti va molto meglio. Il diritto rimane il suo colpo forte, mentre il rovescio è decisamente più efficace in difesa che non in costruzione. Così a rete ci va ma non tanto volentieri. Sarà necessario lavorarci ancora molto”.
Mi confermi i programmi per la prossima stagione?
“L’obiettivo principale saranno i tre Slam Juniores, escludendo gli AO per cui non ha i punti, ma anche li avesse sarebbe comunque meglio rimanere qui a lavorare che le cose da fare non mancano. In febbraio ci sarà, come ti diceva lei, una tournée di quattro settimane in Sudamerica gestita direttamente dalla Federazione. E sarà la sua prima trasferta senza un maestro del nostro team. Mi auguro che possa essere un’esperienza molto formativa perché il vero giocatore è quello che prende e va, senza paracadute e senza pressioni da parte della famiglia. Come dice Riccardo Piatti ‘a questi ragazzi vanno creati i problemi, non risolti’. In questo modo crescono di testa e diventano autonomi”.
E dopo la tournée?
“Quando rientrerà dalla trasferta faremo un check e vedremo come proseguire con la programmazione. Sai, gli obiettivi vanno anno per anno, la programmazione invece deve essere più flessibile e tenere conto dei risultati. Se mi fa quattro primi turni consecutivi non posso mandarla a giocare a un livello troppo alto ma devo cercare di trovarle una situazione dove possa giocare più partite consecutive per trovare ritmo e confidenza. Comunque il concetto è che il tennis vero non è quello juniores, ma quello dei professionisti per cui l’idea, fatti salvi gli Slam Juniores, è di dedicarsi quanto prima ai 15.000$ e 25.000$. Non so dirti esattamente quando sarà, probabilmente nella tarda primavera ma potrebbe succedere anche prima perché Anastasia ha sicuramente già il livello per giocare le qualificazioni di questi tornei”.
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Quando un italiano vince sul numero 1: Sinner che batte Alcaraz vale il Panatta che battè Connors? [VIDEO]
Il direttore Scanagatta, a seguito della vittoria di Sonego su Djokovic, ripercorse tutti i 7 exploit italiani contro i n.1 del mondo. Da Barazzutti a Sonego, passando per Volandri e Fognini

Con la vittoria su Carlos Alcaraz, Jannik Sinner non ha solamente raggiunto la seconda finale in un Masters 1000 della carriera ma ha anche battuto il numero 1 del mondo per la prima volta (risultato che tra l’altro costa allo spagnolo la prima posizione del ranking a partire dalla prossima settimana a favore di Djokovic). Battere il primo del ranking ATP ha sempre un sapore più speciale e nella storia del tennis italiano solamente altri sei giocatori sono riusciti nell’impresa in Era Open, in ordine cronologico: Barazzutti, Panatta, Pozzi, Volandri, Fognini e Sonego, a cui si aggiunge ora anche Sinner
Tornando indietro agli anni ’60, va segnalato che Nicola Pietrangeli battè Rod Laver nella finale degli Internazionali d’Italia a Roma nel 1961 (non c’è ufficialità sulla classifica di quel periodo, anche se Laver l’anno dopo compì il Grande Slam), e sempre in quegli anni Giuseppe Merlo battè sei giocatori campioni Slam.
Il primo a farcela nell’Era Open (cioé dal 1972 in poi) è stato Corrado Barazzutti, nel 1974, ai quarti di Monaco di Baviera sulla terra rossa battendo il romeno Ilie Nastase, sconfitto 3-6 7-6 6-1 dal tennista di Udine. Successivamente fu Adriano Panatta addirittura due volte vincitore sul numero 1 del mondo. Prima nella finale di Stoccolma 1975, sul cemento con l’americano Jimmy Connors che soccombe 6-4 6-3, poi il bis del romano un paio d’anni più tardi, ancora contro Connors, battuto 6-1 7-5 al secondo turno del torneo di Houston (terra) nel 1977.
Si cambia millennio per arrivare al 15 giugno del 2000, durante il terzo turno del Queen’s su erba, quando il barese Gianluca Pozzi ha sfruttato al massimo le condizioni fisiche non perfette dello statunitense Andre Agassi, il quale perso il primo set 6-4 si ritira sul vantaggio di 3-2 nel secondo set. Sette anni dopo tocca a Filippo Volandri, al terzo turno degli Internazionali di Roma: il 10 maggio del 2007 il livornese supera 6-2 6-4 Roger Federer con una partita a dir poco memorabile per la storia recente del tennis italiano.
Roma palcoscenico di un altra vittoria azzurra sul numero 1 mondiale, il 16 maggio del 2017, impresa messa a segno da Fabio Fognini che ha sconfitto al 2° turno per 6-2 6-4 lo scozzese Andy Murray. Infine torniamo alla storia recente: 30 ottobre 2020, ATP 500 di Vienna, semifinale. Un Lorenzo Sonego strepitoso batte il numero 1 del mondo Novak Djokovic lasciandogli appena tre giochi e infliggendogli la peggior sconfitta in carriera nei match giocati al meglio dei tre set a livello ATP. Un 6-2 6-1 incassato dal serbo dopo aver acquisito matematicamente la posizione in cima al ranking anche al termine di quella stagione.
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ATP Miami, Alcaraz: “Ho perso il numero 1? Ora riesco solo a pensare a come battere Sinner”
“Ho pensato fosse imbattibile” così lo spagnolo ricorda alcuni punti del match, prima di fare mea culpa. “Ho avuto i crampi dall’inizio del terzo set ma non ho perso per questo. La pausa mi ha tolto il ritmo”

Il tennis cercava una rivalità spettacolare? Sinner e Alcaraz hanno risposo ‘presente’ alla chiamata dando vita ad una semifinale spettacolare nel Mastrs 1000 di Miami, vinta dall’italiano in rimonta dopo tre ore. A questo link vi avevamo proposto le risposte (sia alla stampa straniera che a Ubitennis) di Jannik, mentre di seguito vi proponiamo quelle dello spagnolo Carlos Alcaraz, un giovane gentleman sia nella vittoria che nella sconfitta.
D: Un’altra epica battaglia con Jannik. Cosa pensi abbia fatto la differenza alla fine?
CARLOS ALCARAZ: Beh, è stata una partita molto combattuta, credo. Ho avuto le mie occasioni per fare break nel secondo set e servire per il match, ma in realtà contro Sinner è sempre una dura battaglia; è difficile esprimerlo a parole, ma penso che sia stato un grande incontro per entrambi.
Q. Nel terzo set sembrava che avessi dei crampi. Cosa ti passava per la mente? Com’era la tua salute?
CARLOS ALCARAZ: Beh, sono andato in bagno tipo per cinque minuti e sì, tutto è andato un po’ giù per me. Mi sono fermato e comincio ad avere un po’ di crampi. Dopo una partita davvero dura è dura fermarti per cinque minuti. So che sono stato io, ma non è stato un bene per me, ma sì, è stata una partita davvero dura fisicamente. Ho lottato con alcuni problemi nel terzo set. Solo crampi, ma è stata dura (sorride). Ho iniziato ad avere i crampi all’inizio del terzo set, ma non è stato questo il motivo per cui ho perso il match. Ovviamente Jannik è stato migliore di me nel terzo set. Questa è la verità.
D: Puoi parlare un po’ di quel punto sul 4-2, 0-15? Punto incredibile, te lo ricordi? Puoi descrivere cosa ti è passato per la mente quando hai visto il suo passante?
CARLOS ALCARAZ: Sì, ricordo quel punto. Era un punto incredibile. Quando ho perso quel punto, la prima cosa che mi è venuta in mente è che fosse imbattibile, questo ragazzo. Sì, ma sai, abbiamo giocato una grande partita, penso che entrambi siamo di grande livello. Gli ho strappato il servizio in quel game, se ricordo bene. Ma ovviamente contro Jannik ci sono sempre grandi punti come questo.
D: Carlos, hai perso il numero 1. Hai perso il titolo. Hai perso il Sunshine Double. Quale di questi significa di più per te che hai perso, o il fatto che tu abbia perso una semifinale è tutto ciò che conta davvero?
CARLOS ALCARAZ: Per me è come se avessi perso la semifinale. Non penso di aver perso il numero 1, ho perso il Sunshine Double. Non ci penso. Certo che è un peccato ma ho avuto l’opportunità di conquistare il Sunshine Double; quello che voglio dire è che pensodi avere altri anni per provare ad ottenerlo. Ma tutto quello a cui riesco a pensare è migliorare il mio livello per battere Jannik. Sì, per me è appena finita una semifinale di un torneo con una sconfitta.
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ATP Miami, Sinner batte Alcaraz: “Ti diverti a giocare così. Ci vogliono due tennisti per fare questi punti”
“Dopo la sconfitta di Indian Wells ho cambiato qualcosa, ma non dico cosa” così Jannik Sinner dopo la vittoria sul n.1 del mondo Carlos Alcaraz. “Anche contro Medvedev dovrò mischiare le carte”

Tre ore e un minuto ha impegato Jannik Sinner per battere Carlos Alcaraz in rimonta, nella semifinale del Masters 1000 di Miami, con una prestazione spettacolare che abbinata al grande tennis dello spagnolo ha dato vita ad un match memorabile. Di seguito la conferenza stampa dell’altoatesino.
D: Jannik, ben fatto. Come classifichi questa vittoria tra le migliori della tua carriera?
JANNIK SINNER: Oh, di sicuro è una delle migliori vittorie. Ovviamente è stata una partita molto dura contro Alcaraz. Penso che entrambi abbiamo giocato una partita di altissimo livello. Da parte mia, penso di aver cambiato un paio di cose da Indian Wells a qui, cosa che ero obbligato a fare, e sono andate per il verso giusto. Non dirò esattamente cos’ho cambiato (sorride) ma penso che anche lui se ne sia accorto e la prossima volta cambierà qualcosa, quindi dovrò essdere pronto. Sono felice della prestazione. Ovviamente domenica sarà un’altra partita (con Medvedev). Partita molto, molto diversa. Non ho mai vinto contro Daniil, quindi vediamo come va. Anche in quel caso dovrò cambiare qualcosa nel mio gioco, mischiare le carte.
D: Si è visto un tennis straordinario giocato da entrambi. Riesci a divertirti giocando una partita del genere quando sei nel bel mezzo della battaglia, o è solo dopo che riesci ad apprezzare davvero il tipo di tennis che è stato giocato?
JANNIK SINNER: No, penso che quando entrambi i giocatori giocano a tennis in questo modo, è anche molto bello giocare. Lo senti, no? Anche con la folla. Penso ci sia stata una grande energia con tutto. È semplicemente bello far parte di questo tipo di partite, in primo luogo, e in secondo luogo, ti senti come se dovessi cambiare sempre qualcosa durante la partita. Penso che sia stato così oggi. Sì, di sicuro ti diverti, perché è meglio avere una partita come questa piuttosto che pochi scambi e penso che qui puoi vedere del buon tennis.
D: Tornando alla partita di oggi, puoi dire qualche parola sul punto, il secondo punto sul 4-2 nel terzo set che è stato fantastico, incredibile?
JANNIK SINNER: Sì, è stato anche un punto lungo. Era un punto fisico, di sicuro. È iniziato con il dropshot, e poi dopo io sono andato incrociato penso. Poi sono tornato con il diritto. In alcuni punti sono andato di rovescio lungo linea e lui era praticamente sdraiato, ma è risalito così velocemente. Volevo andargli dietro, no, ma lui era lì. E poi, dopo, ho provato questo tiro, perché prima volevo fargli un pallonetto ma la palla era troppo bassa. Quindi sono andato incrociato, che è stata la scelta giusta. Tuttavia, è stato un punto molto fisico. Ho perso in game dopo quello. Ma sì, come ho detto, hai sempre bisogno di due giocatori per fare questo tipo di punti.
D. Quando hai perso a Indian Wells, quella sconfitta è rimasta con te per molto tempo o ti sei ripreso — parlo mentalmente — ti sei ripreso abbastanza velocemente e hai iniziato a pensare a questo torneo e ad apportare modifiche, come hai detto, e stai pensando alla prossima volta che lo affronterai?
JANNIK SINNER: No, quando abbiamo perso a Indian Wells, il giorno dopo siamo partiti per venire qui. Ho avuto un giorno libero e poi ho iniziato ad allenarmi. Fin dalla prima sessione di allenamento, abbiamo cercato di migliorare alcune cose, di mescolare un po’ meglio il gioco, per prepararci alla prossima possibile sfida contro Carlos. Ma anche per usarlo contro gli altri giocatori. Penso di aver iniziato a fare un po’ di più contro Grigor Dimitrov nel match del secondo turno. Poi anche dopo contro Andrey Rublev è stata una bella partita. Sai, penso che l’intero torneo che ho giocato fino ad ora sia stato qualcosa di buono per me, perché ho cercato di inserire alcune cose nuove, e questo è tutto al momento e ne sono felice, ma ovviamente ci sono cose anche dalla partita di oggi che posso prendere per migliorare.
D: All’inizio del terzo ha faticato un po’ fisicamente. Sembrava avessi i crampi. Prima di tutto, hai avuto problemi fisici del genere? Inoltre, come hai affrontato questo per non distrarti?
JANNIK SINNER: Sì, ne ho avuti un po’. Quando ero sopra di un break nel secondo, ho avuto anche un po’ di crampi ma non così tanto. Sapevo che dovevo andare avanti, aspettando il momento giusto. Sul 4-3 quando stavo servendo nel secondo set, ero in difficoltà, perché lui aveva un paio di palle break. Se mi avesse preso il servizio lì, sarebbe stato difficile tornare. Ma quel game mi ha dato molta fiducia, no? Poi dopo sono rientrato molto bene. Nel terzo set l’ho visto faticare. Ho cercato di spingere lì, specialmente nel primo gioco, perché sapevo che era l’ultimo turno in cui stava servendo con le palline usate, quindi è un po’ più facile rispondere e cercare di rimanere concentrato su me stesso, cosa che penso di aver fatto molto bene, soprattutto nel terzo set.
Terminate le domande in inglese, Sinner ha parlato in esclusica col nostro inviato Vanni Gibertini, e queste sono le sue risposte in italiano:
D: Mentalmente la parte più difficile qual è stata?
SINNER: Sapevo di avere le mie chance soprattutto nel primo set che poi non sono riuscito a sfruttare, sul 4-1 ad esempio potevo andare 15-40 e poi ho sbagliato qualche palla facile. Però comunque ti danno un po’ di fiducia perché sei lì nel punteggio e provi a dare il massimo. Nel secondo set sono partito bene brekkandolo subito ed era di nuovo una partita 50 e 50. Nel terzo ho provato a restare lì nel presente e sono contento di come ce l’ho fatta.
D: Quando lui dava segni di fatica che aggiustamenti hai fatto?
SINNER: Sempre continuare a spingere perché con lui anche se metti la palla in campo tira molto molto forte e veloce, e imprevedibile. Io sono rimasto sul mio gioco e sul presente e sono contento di quella parte lì.
D: In finale trovi Daniil Medvedev, l’ultima partita in finale a Rotterdam hai giocato un ottimo primo set.
SINNER: Da Rotterdam prendo tanti insegnamenti e anche lì dovrò fare del mio meglio e apportare qualche modifica al mio gioco. Sono pronto, sono di nuovo in finale. Il torneo non è finito, sono qua per provare a fare del mio meglio poi vedremo