E' un Djokovic da 10 (Crivelli). Tsitsipas avanti con Khachanov (Giammò). Apprendista Tsitsipas (Azzolini)

Rassegna stampa

E’ un Djokovic da 10 (Crivelli). Tsitsipas avanti con Khachanov (Giammò). Apprendista Tsitsipas (Azzolini)

La rassegna stampa di mercoledì 25 gennaio 2023

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E’ un Djokovic da 10 (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Casa è dove si trova il cuore. E quello di Djokovic, a Melbourne, è avvolto in un abbraccio caldo e morbido da almeno 15 anni. La Rod laver Arena è il suo giardino dell’Eden: dal 2008 al 2021 ci ha giocato nove finali e le ha vinte tutte. Nemmeno la pausa forzata di un anno fa, quando in Australia ci arrivò, ma trascorse gran parte dei suoi giorni in un centro di detenzione per immigrati irregolari a causa del falso visto d’ingresso, ha lacerato il suo feeling con l’Happy Slam. Nella mattinata italiana (alle 9.30), Novak insegue contro Rublev la decima qualificazione alle semifinali, e tutte le volte che è approdato al penultimo atto ha alzato la coppa. I dubbi sull’accoglienza del pubblico al Djoker 12 mesi dopo la sollevazione popolare contro le sue posizioni no vax erano stati cancellati fin dalla prima uscita ad Adelaide, torneo poi conquistato tra il tripudio della folla; semmai, l’incognita di questi giorni ha riguardato l’infiammazione al tendine del ginocchio sinistro che per le prime tre partite ha instillato nella corazza mentale di Nole il tarlo dell’impotenza. Ma poi è arrivata la passeggiata travolgente contro De Minaur negli ottavi a testimoniare che la formidabile macchina da guerra è tornata e la Decima è pronta a spalancargli le braccia. Non senza polemiche, però: l’australiano, dopo la sconfitta, si è chiesto ironicamente ma non troppo se davvero si potesse pensare che avesse perso contro un giocatore infortunato. Djokovic ha risposto con una stoccata pungente: «Chi dubita dei miei problemi fisici, continui pure a farlo. E buffo, però, che vengano messi in discussione i miei infortuni, mentre quando altri tennisti in passato hanno manifestato alcune criticità erano essenzialmente vittime. Tutto questo però mi sta dando forza. Non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno, ma ho prove mediche che attestano cosa stia vivendo in questo momento. Attorno a me la narrazione è sempre diversa rispetto a chi ha vissuto una situazione simile. Ma ci sono abituato e mi dà più forza e motivazione». Come se ne avesse bisogno: nello Slam degli antipodi non perde dagli ottavi 2018 contro Chung. In generale, sul suolo australiano è in serie aperta da 38 partite. Nei due precedenti sul veloce con Rublev (entrambi alle Finals), gli ha concesso dieci game in tutto, e in semifinale avrebbe Shelton o Paul. Con i semifinalisti dell’altra parte del tabellone, Tsitsipas e Khachanov, è avanti 10-2 e 8-1. Per questo, i grandi ex del passato non hanno dubbi: c’è un uomo solo al comando adesso, e il 22° Slam per raggiungere Nadal è davvero dietro l’angolo. Boris Becker, tornato a commentare per la tv dopo le vicende giudiziarie, del resto lo conosce bene: «Contro De Minaur, Novak ha fatto tutto bene: ha vinto velocemente, ha giocato all’attacco e non ha sforzato il tendine. Ha fatto un salto di qualità. La domanda prima degli ottavi era: come sta la sua gamba? Lui stesso ha dato la risposta: ora può vincere il torneo e dopo la tensione dei giorni scorsi anche l’atteggiamento del suo team è molto positivo». […] Per Tim Henman, non ci sarà più storia: «Per la maggior parte dei giocatori si parla di cinque o sei marce, ma Djokovic è arrivato a sette o otto. L’ottavo di finale è sembrato una sessione di allenamento. Con questa fiducia, sarà quasi impossibile batterlo».

Tsitsipas avanti con Khachanov (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Sono Karen Khachanov e Stefanos Tsitsipas i primi due semifinalisti degli Australian Open. Il russo, testa di serie n.18 del seeding, vi è approdato per il ritiro dello statunitense Sebastian Korda, giunto al terzo set quando era già in vantaggio 2-0. Uscito vincitore dalle sue ultime due partire contro Daniil Medvedev (7) e Hubert Hurkacz (10), a frenare la corsa di Korda è stato il polso destro. Il forfait non pregiudica quanto di buono fatto nella prima settimana del torneo, con risultati che fanno virtualmente di lui il nuovo n.25 del mondo: «E’ stato un grande torneo, ho raggiunto i quarti Slam per la prima volta, avanti così». Nessun problema invece per Tsitsipas, che in tre set e poco più di due ore di gioco ha battuto il ceco Jiri Lehecka che agli ottavi aveva eliminato il canadese Auger-Aliassime (6). Cinico ed efficace, il greco ha controllato il match annullando le otto palle break e trovando nel servizio la sua arma migliore. «Il tiebreak del 2° set è stato decisivo. Sono felice per come sono riuscito a chiuderlo», a dichiarato a caldo il greco, giunto alla sua terza semifinale consecutiva a Melbourne. Tsitsipas non ha nascosto di sentirsi come a casa quando impegnato nell’Happy Slam: «L’Australia è un grande Paese. Per me l’Australian Open è lo slam di casa, sento che le persone mi vogliono bene». La caccia al primo Slam e la rincorsa al n.1 per lui continuano.

Apprendista Tsitsipas (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Presenza inquietante, al fianco del sor Apostolos, l’italo greco australiano Mark Philippoussis interpreta il ruolo di spirito protettivo del tennis di Tsitsipas, prendendo alla lettera i suoi compiti di totem. Nel procedere del match via via si trasforma in una sorta di simulacro. Non privo di sacralità nell’insondabile fissità dello sguardo diretto verso un punto imprecisato del campo, o delle tribune, o di una signora in tribuna, il vecchio Scud ricorda il primo Belfagor televisivo, il fantasma del Louvre della Rai in bianco e nero, interpretato da Juliette Greco. Non escludiamo che Mark sappia anche cantare “Les feuilles mortes” con la voce roca della musa francese dell’esistenzialismo. L’inspiegabilità della partecipazione del lanciamissili australiano alle vicende agonistiche del suo giovane protetto, che propone un tennis esattamente opposto a quello del suo tutor, funziona per contrasto a rendere ancor più mediterraneo e solare lo stile di gioco che Tsitsipas, greco di madre russa, ha fatto proprio. «Vengo dall’Attica», spiega Stefanos, cioè dalla regione dove tutto avviene alla luce del sole, dove è nata la politica come quintessenza della verità (altri tempi) e dell’impegno per la salvaguardia del vivere comune. A meno che Philippoussis non rappresenti per la famiglia Tsitsipas il totem della buona sorte. Fu Mark ad accompagnare Federer al primo Slam della carriera, nel 2003 a Wimbledon, dove fece da spalla nella finale quasi perfetta dello svizzero. Potrebbe fare lo stesso con Stefanos. Hai visto mai? Tsitsi è alla quarta semifinale australiana negli ultimi cinque anni. Ha battuto con grande autorevolezza Jiri Lehecka, ventunenne della Repubblica Ceca, studente alla scuola di Prostejov che un tempo veniva considerata una sorta di Bocconi del sapere tennistico. Molto ben impostato sul rovescio, ordinato in tutti i colpi base e disposto perfino a mettere il naso a rete, Lehecka è uno dei talenti passati in rassegna da questo Slam – alla pari della truppa americana, da Korda a Shelton, da Wolf a Brooksby – che andrà a infoltire la già folta rappresentanza di giovani emergenti e rampanti pronta a spartirsi il tennis del futuro. Al momento manca dell’esperienza utile a salire più in alto di un quarto di finale, e Tsitsipas ne ha disposto facendo qui e là la voce grossa. Come in avvio del primo set, quando ha centrato subito il break con il quale prendere le distanze dall’avversario, o nel tie break, risolto con una prova di forza e tre mini-break che l’hanno portato di slancio al 4-0, poi al 6-1, per chiudere 7-2. «Non ero intimidito», dice Lehecka, «forse un po’ emozionato. È stato un quarto di finale importante, per me. Ma devo ammettere che lui ne sa di più, e dispone di risorse mentali che io devo ancora scoprire. Avrei dovuto vincere un set per provare a capovolgere il match, ma non me l’ha concesso. Nel secondo eravamo molto vicini, poi Tsitsipas ha giocato benissimo il tie break. È più bravo di me, al momento, c’è poco da aggiungere». […]

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