Berrettini, l'atleta sta bene ma l'uomo è fragile (Ercoli). Ace e salvataggi, la partita folle della Giorgi (Giammò). «Alcaraz mi sembra Tyson» (Azzolini). Aryna e il tennis in guerra (Piccardi)

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Berrettini, l’atleta sta bene ma l’uomo è fragile (Ercoli). Ace e salvataggi, la partita folle della Giorgi (Giammò). «Alcaraz mi sembra Tyson» (Azzolini). Aryna e il tennis in guerra (Piccardi)

La rassegna stampa di giovedì 23 marzo

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Berrettini, l’atleta sta bene ma l’uomo è fragile (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

“Dopo pioggia viene sole”. Con l’inizio del Miami Open la speranza è che uno degli aforismi più celebri di Vujadin Boskov possa essere di buon auspicio per Matteo Berrettini. Mago dello “start and stop”, il campione azzurro per la prima volta in tempi recenti non è riuscito a reagire nell’immediato, destando così preoccupazione tra tifosi e appassionati […] Beniamino del pubblico e ormai personaggio di fama nazionale, Matteo, più che dalle legittime critiche del campo, è rimasto scottato dalle polemiche per le fantomatiche distrazioni di una vita privata che nella realtà dei fatti non sfocia in eccessi […] Al momento dello sbarco in Florida Berrettini sulla carta è perfettamente integro e questo sposta la discussione su ciò che lo sta portando a rendere molto lontano dai suoi standard, come lui stesso si è rimproverato nel corso del match contro Shevchenko, parlando tra sé e sé come tutti noi abbiamo fatto almeno una volta nella vita. Il fattore mentale in questa situazione assume dunque un peso importante, come ci spiega la dottoressa Barbara Rossi, psicologa della Wm Volley Monza e referente nazionale di psicopedagogia del settore tecnico della FIGC: «Per quella che è la carriera di Berrettini, anche a livello di infortuni, credo sia normale poter incappare in un momento dove le performance non sono all’altezza delle proprie possibilità. Questo non significa che non possa essere in grado di ritrovarsi, anzi i momenti di crisi servono a evolversi […] I tennisti sono esposti a tante pressioni, le aspettative dei tifosi sono alte e in alcuni casi è troppo facile fare associazioni legate alla vita privata di ragazzi, che restano degli esseri umani come tutti. In più va aggiunto che il tennis dal punto di vista mentale è uno degli sport più impegnativi […] Facciamo l’errore di pensare che la testa sia staccata dal corpo, ma la correlazione è stretta, specialmente perché la prestazione atletica è influenzata dalla mente, così come lo sono anche i periodi post infortunio». Queste parole vengono confermate dall’esperienza diretta dell’ex 70 ATP Thomas Fabbiano […] Il trentatreenne di Grottaglie, protagonista nel 2019 dei successi contro Tsitsipas e Thiem a Wimbledon e US Open, ha vissuto l’esperienza completa della vita da tennista tra luci ed ombre: «Nella mia carriera ho passato tanti momenti particolari. Mi è capitato diverse volte di avere periodi di tre mesi dove soffrivo e faticavo a tirare in campo. In quei momenti ero consapevole di poter fare fatica a vincere contro chiunque e mi dovevo armare di tanta pazienza, perché poi anche solo un match vinto poteva avviare il processo inverso […] Questo discorso vale per tutti i professionisti, nel mio caso era amplificato perché la differenza tra i miei alti e i miei bassi era davvero abissale. I primi 20 del mondo invece anche quando giocano male difficilmente hanno un crollo totale. Nello specifico Berrettini ha una testa da top 10, quindi se c’è uno che può superare questo periodo, quello è sicuramente lui».

Ace e salvataggi, la partita folle e infinita della Giorgi (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

 La partita sin qui più lunga e folle della stagione sul circuito Wta l’ha vinta Camila Giorgi che dopo oltre tre ore e mezza (3’37”) è riuscita a battere l’estone Kaia Kanepi col punteggio di 7-6(4), (4)6-7, 7-6(4) accedendo così al secondo turno del torneo di Miami. Per l’azzurra non si tratta comunque del match più lungo disputato in carriera: il record risale al 2021 quando a Roma si sfiorarono le quattro ore (3’51”) prima di vederla cedere alla spagnola Sorribes Tormo. Il match, va detto, avrebbe potuto concludersi con largo anticipo. Giorgi infatti nel set decisivo si era portata in vantaggio 5-0 […] Undici ace, quattordici doppi falli, sei palle break salvate sulle dieci concesse complessivamente alla Kanepi raccontano di una partita deragliata dai binari della logica e dei pronostici fin dalle prime battute. Sciupato un set point nel primo set, Giorgi è stata raggiunta e costretta al tie-break, mentre nel secondo parziale è stata lei a dover annullare un set point alla sua rivale, brava a pareggiare poi i conti nel tie-break successivo nel corso del quale l’italiana ha anche ricevuto un’ammonizione da parte del giudice di sedia per aver scagliato la sua racchetta verso la rete al termine di uno scambio […] Al secondo turno ora Giorgi affronterà la bielorussa n.16 del mondo Viktoria Azarenka contro cui è in vantaggio 2-1 negli scontri diretti. A proposito di match più lunghi, quello giocato dell’azzurra resta ben distante dal record stabilito nel 1984 a Richmond in Virginia da Vicki Nelson e Jean Harper vinto dalla prima in due set (6-4, 7-6) durati complessivamente sei ore e trentuno minuti. Nel corso del match, di cui non esistono filmati, si giocò anche il punto più lungo nella storia del tennis professionistico: un ping-pong di ben 643 colpi durato ventinove minuti […] E’ invece di un’altra italiana, Francesca Schiavone, il record del match femminile più lungo relativo a un Grand Slam. In Australia nel 2011 la Leonessa impiegò 4’44” per battere Svetlana Kuznetsova 6-4, 1-6, 16-14 e staccare il pass per i quarti di finale.

«Alcaraz sembra Tyson » (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Ultime ore dedicate all’aspersione d’incenso su Carlos Alcaraz […] Scampoli in presa quasi diretta di ciò che si dice nel Tour a proposito del rientrante numero uno, che molto ha impressionato nella prima quindicina del Double Sunshine. Inconsueto, ma non inaspettato dato il tipo, il commento di Gilles Cervara, coach di Medvedev […] «Pensavo di vedere una finale con molti buoni diritti e rovesci, ma Alcaraz ha trasformato i diritti in diretti, e ha mandato kappaò il mio buon Daniil. Ho visto Medvedev tentare invano di rincorrere palline lontane dieci metri da lui, scagliate a una velocità pazzesca, e al momento, l’unica considerazione che io possa fare, è che raramente Daniil mi è sembrato cosa in difficoltà. Tocca correre ai ripari. La domanda, da oggi, è la seguente: c’è un modo per disinnescare Alcaraz?». Prova a rispondere Daniela Hantuchova, ieri tennista oggi opinionista, ieri atleta filiforme oggi uno schianto di donna: «Alcaraz è il primo sicuro discendente dei Fedal, non ce ne sono altri come lui. Ha l’aggressività di Federer e sa prendere la rete come pochi, ma si difende allo stesso modo di Nadal». Cervara accetta il contraddittorio, ma ha un’idea fissa… «Sì, tutto è possibile. Mezzo Federer mezzo Nadal… Può darsi. A me ha ricordato più di tutti Tyson». Entrano in gioco anche Djokovic e Tsitsipas. Nole in un’intervista alla Cnn santifica il n. 1 in classifica dello spagnolo. «Lo merita, poco da dire». Il torneo di Miami concederà ad Alcaraz altre due settimane di primato […] Ma l’unica strada possibile, per rimanere lassù, è quella di vincere anche il secondo Masters della serie. Altrimenti Djokovic riprenderà il proprio posto. Mal che vada, Alcaraz raggiungerà le 22 settimane da numero uno, superando Mats Wilander e insediandosi al numero 16 dei ventotto iscritti al Club […] Tsitsipas invece c’è di che ringraziarlo, per aver schiuso le porte del tennis a una nuova etica filosofica di nascita africana e molto cara a Mandela, l’Ubuntu. Come tutti i proseliti, anche Tsitsi sostiene il concetto cardine della filosofia, che si raggruma in tre nitide quanto comprensibilissime parole, “Umuntu ngumuntu ngabantu” che nel linguaggio bantu stanno per `io sono perché noi siamo”. Tradotto in termini tennistici, «crescete liberamente, farete crescere anche me», in pratica il messaggio che il greco filosofo rivolge ad Alcaraz e Sinner. «Mi fa piacere osservare come, di sfida in sfida, i due si stiano rafforzando. La cosa mi avvantaggia, perché mi offre una visione più chiara di come dovrò affrontare il tennis nel prossimo futuro» […] Il match d’avvio più interessante riguarda Lorenzo Sonego, opposto a ciò che resta di Dominic Thiem […] Bloccato per oltre un anno da infortuni di vario tipo (un problema al polso, il più importante), Thiem è scomparso dai radar inabissandosi fino al numero 352 della classifica, e da lì ha cominciato una lenta risalita che l’ha condotto da poco al numero 106. Sonego anche ha i suoi bravi problemi […] ma continua a sbattersi per rilanciarsi. La sconfitta con Kubler a lW è stata dolorosa, Thiem potrebbe rappresentare una buona ripartenza. Lo ha battuto a Roma (ottavi 2021), i due sono in parità (1-1). Il match vale un secondo turno contro Daniel Evans.

Aryna e il tennis in guerra: « Le ucraine mi odiano» (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

«Così adesso tutti sanno che sono bielorussa». Il 28 gennaio, alzando la coppa del primo Slam vinto in Australia di bicipite e endorfine, a 24 anni Aryna Sabalenka rivendicava quel senso di appartenenza di cui oggi lamenta la zavorra. La tigre di Minsk con il felino tatuato sull’avambraccio, amica personale di Alexander Lukashenko, di ritorno da Melbourne era stata ricevuta a palazzo. Seduta al tavolo in un tripudio di frutta, fiori e vodka, il cagnolino bianco del presidente comodamente accomodato in poltrona, Aryna si era goduta i complimenti di Lukashenko […] 8 successi e solo due sconfitte […] in una stagione fin qui sontuosa, il prepotente ritorno al numero 2 del ranking, molto onore ma anche molti nemici. All’invidia di certe colleghe, infatti, in tempi (lunghi) di guerra si è aggiunto anche un velo d’insofferenza per quel nazionalismo così sbandierato: «Purtroppo le cose non vanno bene con alcune ragazze ucraine — ha ammesso Sabalenka alla vigilia del Master 1000 di Miami, seconda tappa dello swing Usa —. Mi rendo conto che non è colpa di nessuno, noi non abbiamo fatto nulla personalmente agli ucraini, ma subiamo la situazione generale. Ho deciso di ignorare tutto ciò e concentrarmi su di me: non posso controllare i sentimenti delle altre. Sono stata male per diverso tempo, perché non capivo come mai la gente mi odiasse senza motivo […] ». Gli incidenti diplomatici nel torneo femminile, però, dove russe e bielorusse giocano con bandiera neutrale sperando nella riammissione a Wimbledon dopo il bando del 2022, sono ormai all’ordine del giorno. Tsurenko (Ucr) che ha un attacco di panico e si ritira con Sabalenka, Kostyuk (Ucr) che si rifiuta di stringere la mano a Gracheva (Rus), Potapova (Rus) che non si rende conto che entrare in campo in California con la maglia dello Spartak Mosca è come buttare fiele in un vespaio e viene ammonita dalla Wta. II mondo è diventato una matassa inestricabile […] Ma Sabalenka va battuta sul campo, non odiata come esercizio di stile.

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