ATP
Alberto Martin: “Rublev è calmo, ma anche molto caldo”
Per il suo allenatore in seconda e psicologo, Andrey Rublev fa “cose mai viste per i fans”
Dall’inizio della stagione in corso, Alberto “Beto” Martin è entrato nella rinnovata squadra di Andrey Rublev. Numero 34 del ranking nel 2001 e forte di vittorie su Lleyton Hewitt, Juan Carlos Ferrero e Andy Roddick, tutte mentre gli avversari citati erano nella top five, ha poi studiato psicologia all’Università di Barcellona e oggi può essere visto sia come allenatore in seconda (dopo Fernando Vicente) che come consigliere.
Intervistato da atptour.com in merito alle sue prime impressioni (si è unito al gruppo a dicembre e ha cominciato a viaggiare con Doha e Dubai), Martin si è detto molto contento dell’ambiente che ha trovato e pronto a dare il proprio apporto al gruppo.
Parole di estrema ammirazione umana per il tennista. “Andrey” – sono le sue parole – “è molto tranquillo ma anche molto caldo. Fa cose che non ho mai visto in vita mia. A Dubai dopo un match l’ho visto firmare autografi per almeno tre quarti d’ora; gli ho detto che era tempo di fare altro per riprendersi dall’incontro, ma lui non ha voluto sentire ragioni. Lui vuole che i fans siano contenti, e io rispetto molto questo suo atteggiamento. È molto amato nello spogliatoio e in campo è un giocatore corretto. Ha persino lanciato un suo marchio di abbigliamento, ‘play for the kids, play for the light’, solo per poter lasciare un messaggio”.
L’obbiettivo per Martin è “trovare il giusto equilibrio; Andrey non deve perdere la calma alla minima occasione, ma nemmeno rimanere troppo passivo, perché alla lunga non funziona. Quello che ho visto a Miami mi è piaciuto”.
Sollecitato riguardo al suo ruolo bivalente, Beto dice di sentirsi utile tanto come psicologo che come ex giocatore, ma dà molta importanza al secondo aspetto, che è la storia di quasi tutta la sua vita.
Ovviamente non poteva mancare un riferimento agli obbiettivi del team. “Certamente fare un passo avanti già in questa stagione. E poi lavorare sempre meglio per aiutarlo a crescere, in modo da fargli raggiungere obiettivi più grandi, in termini di tornei maggiormente importanti”.