Il tennis professionistico maschile “ha in programma di emulare il PGA Tour” introducendo una “nuova struttura di pagamento, con fasce di reddito garantito per i 250 o 300 migliori giocatori del mondo“. Così scrive Simone Briggs, firma del London Telegraph.
Per chi segue il golf, conosce l’attuale momento di difficoltà incontrato dal PGA Tour dopo la creazione di una lega parallela, la LIV Golf, sostenuta dai sauditi. In risposta alle esigenze espresse dai golfisti, il PGA ha aumentato i suoi premi in denaro e garantito ad ogni golfista iscritto alla lega, uno stipendio annuo minimo di 500.000 dollari.
Ora l’ATP, guidata da Andrea Gaudenzi (che sta portando avanti tanti piani strategici) sta pensando di imitare i colleghi per alleggerire la disparità tra i top player e i giocatori, soprattutto i giovanissimi, di “seconda o terza” fascia che faticano a vivere di ciò che guadagnano dai tornei giocati, considerate le elevate spese che devono sostenere.
L’idea sarebbe che a qualsiasi giocatore con un ranking sufficientemente alto per competere nel circuito maggiore o nei Challenger (i primi 250-300 del ranking), venga assegnato un reddito in base alla sua posizione al 1° gennaio di ogni anno. Si potrebbero così coprire i costi (almeno una parte) per finanziare la propria carriera e puntare a guadagnare posizioni in classifica diminuendo drasticamente il pericolo di abbandono per mancanza di denaro. (L’idea di una sorta di ‘cassa integrazione’ era già circolata ad inizio 2020)
L’ATP guadagna circa 200 milioni di dollari all’anno grazie a sponsor, alle ATP Finals, al rilascio delle autorizzazioni per l’organizzazione dei tornei e per i diritti tv. Una tale somma non è sufficiente per pagare gli stipendi a 250 giocatori all’inizio dell’anno; dunque il piano sarebbe offrire la possibilità di accedere a pagamenti aggiuntivi alla fine della stagione a coloro il cui reddito è sceso significativamente al di sotto delle aspettative, a causa di un infortunio o di una stagione particolarmente negativa.
I boss dell’ATP sperano in questo modo di incoraggiare i giocatori a investire nella propria crescita che nella maggior parte dei casi significa assumere personale quali coach, preparatori atletici, nutrizionisti, fisioterapisti e mental coach.
Il problema è che tra ATP e PGA esiste una sostanziale differenza strutturale nella gestione dei propri eventi: infatti la PGA si occupa di organizzare i propri tornei senza utilizzare intermediari, incassando circa 1,5 miliardi di dollari l’anno, una cifra nettamente superiore rispetto all’ATP.
Nel golf, il campanello d’allarme è scattato con la creazione della LIV Golf; nel tennis, la Professional Tennis Players Association (PTPA), guidata dal numero 1 al mondo Novak Djokovic, per il momento non ha ancora offerto un proprio piano per far crescere il gioco o le entrate dei giocatori.