ATP Madrid: Alcaraz, che fatica! Rimonta Ruusuvuori e vince al terzo

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ATP Madrid: Alcaraz, che fatica! Rimonta Ruusuvuori e vince al terzo

Un Alcaraz irriconoscibile per più di un’ora deve rimontare un set contro un ottimo Ruusuvuori, prima di prendere il largo nel set decisivo. Ora affronterà Dimitrov

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Carlos Alcaraz – ATP Madrid 2023 (foto via Twitter @MutuaMadridOpen)
 

[1] C. Alcaraz b. E. Ruusuvuori 2-6 6-4 6-2

Dal nostro inviato a Madrid

Gli spettatori e gli organizzatori del Mutua Madrid Open hanno assistito con preoccupazione per un’ora abbondante al match del n. 1 del seeding e beniamino di casa Carlos Alcaraz. Incredibilmente falloso, il 19enne di Murcia si è trovato sotto di un set contro un solidissimo Emil Ruusuvuori e ha dovuto fare ricorso a tutta la sua grinta e voglia di vincere per andare oltre agli evidenti problemi di gioco odierni ed invertire l’inerzia del match – sospinto anche dal tifo del pubblico che ha riempito quasi in ogni ordine di posto le tribune del Manolo Santana – a metà del secondo set, prima di dominare nel set decisivo. Dove finalmente si è visto il vero Alcaraz. Il teenager terribile spagnolo deve ripartire da quest’ultima mezz’ora se vuole ritrovare la fiducia necessaria per cercare di bissare anche il successo di Madrid, dopo aver bissato quello di Barcellona la scorsa settimana.

Nel primo set scendeva in campo la brutta copia dell’Alcaraz che tutti conosciamo. Lo spagnolo commetteva una quantità di errori forzati che di solito – esageriamo, ma non troppo – commette in un torneo intero. Dall’altra parte della rete Ruusuvuori aveva il merito di capire subito la situazione e giocava il suo tennis ordinato senza strafare, ma aggredendo quando serviva. Una delle chiavi, oltre alla fallosità inconsueta del n. 2 del mondo, era l’aggressività in risposta del finlandese sulla seconda del 19enne spagnolo, soprattutto da sinistra, con cui lo metteva subito in difficoltà nello scambio. Per quanto riguarda i turni di battuta del n. 41 del mondo, basta citare un dato: 2 punti su 18 per Alcaraz, non c’era storia. In sintesi, 6-2 Ruusuvuori ed il pubblico, che aveva riempito le tribune del campo centrale “Manolo Santana” per assistere alle prodezze del giovane fenomeno di casa, sorpreso e ammutolito.

Proprio il pubblico cercava di scuotere Alcaraz. Arrivava più di un “Vamos Charlie” dopo l’ennesimo non forzato di dritto che regalava il primo 15 del secondo parziale al finlandese. Che da parte sua, quasi a voler dimostrare che se era in vantaggio era anche per merito suo, chiudeva il game con una pregevole demi-volée di dritto ed il turno successivo di servizio con due altrettanto pregevoli sortite a rete. Alcaraz era ancora in confusione, ma iniziava almeno ad alternare gli errori non da lui a fiammate del niño de oro che tutti conoscono. Nel quarto game sembrava finalmente aver trovato il ritmo da fondo e nel gioco successivo per la prima volta arrivava 30 pari sul servizio del 24enne di Helsinki. Ma una risposta di dritto in rete non impossibile ed un passante di dritto in corsa in rete, altrettanto fattibile, consentivano al finlandese di portarsi sul 3-2. La racchetta lanciata a terra dopo l’errore sul passante era l’esemplificazione della frustrazione di Carlitos (“Sono cose che non mi piacciono e che non faccio di solito. Mi dispiace, ne ho parlato anche già con Juan Carlos. Si è trattato di un momento di nervosismo, dopo due punti persi che potevo vincere . E che erano importanti in quel momento, in un match in cui non riuscivo a trovare il feeling da fondo. Ripeto, non sono il giocatore che fa queste cose. Però è vero che quel gesto mi ha permesso di scaricarmi e di tornare poi a pensare positivo” dirà poi nella conferenza stampa in spagnolo). Che tornava ad essere la brutta copia del primo set e con tre brutti errori – in particolare un orribile tentativo di schiaffo al volo – consentiva a Ruusuvori di portarsi sul 15-40. E qui iniziava un’altra partita.

Alcaraz, sospinto dal pubblico, si aggrappava soprattutto al servizio e annullava le due palle break (una anche grazie ad una demivolée di classe sopraffina) e successivamente altre tre. Più per meriti suoi che per demeriti di Ruusuvuori – forse solo su una risposta su una seconda avrebbe potuto fare di più – che dal canto suo cercava di cogliere l’attimo. Ma Alcaraz aveva anche cambiato qualcosina tatticamente: ora non soffriva più le risposte da sinistra del finlandese, dato che aveva sostituito il kick ad uscire che non dava frutti con un servizio al corpo che non consentiva all’avversario di prendere l’iniziativa.

L’atmosfera sul Manolo Santana iniziava a surriscaldarsi e non solo per i 30 gradi fuori stagione di Madrid (“Il pubblico mi ha veramente supportato, nei momenti più complicati ho sentito tutta l’energia positiva che mi mandavano” dirà poi Carlos). Si scaldava anche in tribuna stampa, dove, noncurante della regola non scritta che non prevede applausi in quella zona un giornalista – o per la precisione uno spagnolo con accredito stampa – sosteneva senza ritegno il giocatore di casa (nell’entusiasmo facendo anche zampillare il contenuto del suo bicchiere, che per fortuna sfiorava soltanto chi vi scrive: sarebbe stato brutto tornare in sala stampa macchiato di bibita gassata alla caffeina). E in un clima da torcida, pareva logico che si trovasse meglio un caliente iberico piuttosto che un freddo scandinavo. Due errori in risposta raffreddavano un po’ gli entusiasmi, ma Alcaraz seppur non ancora brillante si stava ritrovando: ed infatti arrivava puntuale il break del sorpasso. Ruusuvuori provava una reazione vincendo il primo punto del game, ma Alcaraz ascoltava la richiesta di un bambino dietro di noi e piazzava un ace, che bissava subito dopo. Il set non offriva più emozioni e il n. 1 del seeding lo conquistava poco dopo con il punteggio di 6-4.

Di fatto la partita finiva qui. O meglio, finiva nel primo game del terzo, quando Ruusuvuori si faceva rimontare da 40-15 sul suo servizio. Carlitos passava in testa per la prima volta nel match e non si voltava più indietro. Commetteva ancora qualche errore di troppo, come quelli che riportavano sul 40 pari  il finlandese nel game successivo, ma ormai erano troppo pochi per permettere al suo avversario di rimettere in discussione il risultato. Anche perché, pur lottando ancora, probabilmente il n. 41 ATP sapeva dentro di sé che il treno era passato in quel sesto game del secondo set. Da segnalare solo ancora che nel quinto game, finalmente, il n. 2 del mondo entrava in “Alcaraz mode” conquistando uno dei suoi classici punti impossibili in recupero, per lo 0-30 sul servizio Ruusuvuori. La Caja Magica tremava, tale era il boato del pubblico che non attendeva altro da due ore. C’era il secondo break e poco dopo – nonostante Ruusuvori orgogliosamente avesse allungato il match annullando un match point nel settimo gioco – Alcaraz chiudeva 6-2.

Certo, per mantenere il titolo servirà una versione diversa di Carlitos nei prossimi giorni. E ne è ben consapevole lo stesso spagnoloLe condizioni a Madrid sono difficili all’inizio, data l’altitudine” ha detto, sempre nella conferenza stampa in spagnolo, spiegando una delle motivazioni della giornata difficile di oggi, “Tanto che la racchetta che mi sono fatto portare nel corso del match era incordata un kg in più, perché sentivo le corde molli, qui la palla tende a volar via”. Se i problemi di acclimatamento sono stati risolti del tutto, lo scopriremo dopodomani nel match di terzo turno contro il n. 26 del seeding Gregor Dimitrov, che ha avuto bisogno di due tie-brealk per imporsi sul francese Barrere.

IL TABELLONE DELL’ATP 1000 MADRID

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