Martina Trevisan è per la terza volta in carriera agli ottavi di finale in un WTA 1000, la prima sulla terra battuta, dopo le ultime edizioni di Guadalajara e Miami. Vittoria in due set su Alycia Parks, la ventiduenne statunitense che al Mutua Madrid Open stava ritrovando buone sensazioni dopo due mesi e mezzo di buio pressoché totale. Partita benissimo, Martina si è incartata sul 5-2, perdendo quattro giochi di fila, ma è riuscita a non perdere la calma e far suo il primo parziale prima di dilagare nel secondo. Ecco come ha spiegato il momento in cui si è temporaneamente invertita l’inerzia.
“Ero avanti 5-2, le cose stavano andando bene, però si sa che nel tennis è così. Mi sono un attimo innervosita perché sul 5-2 e servizio, palle nuove, il sole mi dava molto fastidio, era proprio sopra. Sul 30-0 ho sbagliato un dritto a chiudere, ho esagerato, è andato fuori e in quel momento mi sono leggermente innervosita e, con una giocatrice come lei sarebbe meglio non farlo perché serve molto bene e quindi, ogni volta che sei al servizio, devi sempre cercare di fare del tuo meglio. In quel momento avevo delle buone occasioni per chiudere il set [40-30, set point]. Non è andata così e quello è stato il momento più difficile della partita, però sono stata brava a rimanere concentrata e lucida soprattutto sul 6-5 sotto, dove ho giocato un buon game di servizio anche se ero dalla parte dove non vedevo benissimo. Ma fa parte di questo sport. Credo poi di essere stata brava anche nel tie-break, da 3-1 sotto, con la mia esperienza l’ho fatta rimanere lì, l’ho fatta giocare e a non avere fretta.”
D. Sul 3-0 nel secondo, lei ha fatto un doppio fallo [tre di fila, ndr], poi sul 4-0 non si è mossa sul tuo servizio. Forse si era fatta male?
“Non ho visto questa cosa che mi stai dicendo, che non ha risposto.”
D. Sul primo punto…
“Eh, mi sa che è perché ho fatto ace [prima piatta esterna mentre Parks si stava spostando per coprire lo slice alla T, ndr]. Ora, non sono la Parks, però un pochino il servizio lo so tirare [ride].
“Lei è così, per questo è una giocatrice difficile. Il servizio è una sua arma forte e quindi devi cercare di rispondere più volte possibile per tentare di toglierle un po’ di sicurezza. Poi nello scambio mi sentivo bene, la cosa difficile è appunto il servizio. Nel secondo set, vincendo il primo game che era importante, mi sono sciolta, la mano mi andava più veloce. Lei senz’altro ha diminuito un po’ l’intensità ed è andata così.”
D. Il secondo set è andato via liscio…
“Io sono salita, di conseguenza lei senz’altro è un pochino scesa. Ma sono stata brava a salire, il primo game è stato molto importante.”
Domanda Ubitennis. Quindi buone sensazioni per la prossima partita. Hai chiuso questa dicendo, ci sono veramente.
“Ogni partita ha la sua storia. Oggi è andata bene, cercherò di recuperare al meglio per la partita di domani o dopodomani – non so quando giocherò. Sarà un’altra storia, ma ho delle buone sensazioni e cercherò di entrare in campo pronta.”
Due volte sul campo 4 e due vittorie in due set.
“Se mi rimettono lì, va benissimo [ride]. Ma dove mi mettono, gioco.”
Riguardo alle differenze tra gli stadi e gli altri campi di cui le domanda sempre il nostro Ilvio Vidovich, Martina dice che “mi sa che dentro sia un po’ più lento rispetto al fuori, però dentro hai molti più riferimenti, è quasi come giocare indoor. Ci sono i pro e i contro. D’ora in avanti giocheremo meno nei campi esterni”.