ATP Madrid: Zverev passeggia su Grenier e prenota la sfida con Alcaraz. Agli ottavi derby tra gli amici Rublev e Khachanov

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ATP Madrid: Zverev passeggia su Grenier e prenota la sfida con Alcaraz. Agli ottavi derby tra gli amici Rublev e Khachanov

Il tedesco lascia solo un game al qualificato francese. Khachanov sopravvive a una lotta di tre ore con Bautista Agut. Partita più semplice per Andrej contro Nishioka

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Andrey Rublev – ATP Madrid 2023 (foto via Twitter @MutuaMadridOpen)
 

Dopo un sabato all’insegna delle sorprese con ben 9 teste di serie eliminate nel tabellone maschile, al Mutua Madrid Open sembra che si stia tornando a respirare aria di normalità. Al di là della sfida tra il nostro Arnaldi e Munar, le altre tre partite della prima parte del programma odierno hanno avuto un epilogo in linea con quanto indica la classifica e il numero di seeding. Rublev (5), Khachanov (10) e Zverev (13) si sono infatti qualificati per gli ottavi di finale al termine di tre match piuttosto diversi tra loro. Sascha ha dominato in lungo e in largo il qualificato francese Grenier, Karen ha dovuto battagliare per quasi tre ore con Bautista Agut, mentre Andrey ha controllato il sempre ostico Nishioka, rischiando qualcosa nel secondo set.

Se Zverev ha così prenotato il campo centrale della Caja Magica per il possibile big match – che sarebbe anche la riedizione della finale dello scorso anno – con Alcaraz, che prima deve però affrontare Dimitrov, i connazionali e amici Rublev e Khachanov si sfideranno tra di loro agli ottavi, esattamente come a Montecarlo non molti giorni fa, dove a vincere è stato Andrey (il bilancio complessivo dei precedent è però sul 2-2). Come fanno ormai di frequente, i due russi stanno anche giocando il doppio insieme e domani affronteranno i campioni olimpici in carica Mektic e Pavic.

[5] A. Rublev b. [28] Y. Nishioka 6-2  7-5 (di Giuseppe di Paola)

Continua il periodo d’oro sul rosso di Andrey Rublev con la decima vittoria nelle ultime 11 partite. Il russo, numero 6 al mondo, approda agli ottavi di finale del torneo madrileno sconfiggendo in due set il giapponese Yoshihito Nishioka, testa di serie numero 28. Primo set con poca storia. Rublev gioca meglio, rischia di più ma è bravo a capitalizzare a pieno i molti errori di Nishioka. Il primo break è a firma di Rublev e arriva nel quarto game. Nishioka commette due gratuiti e Rublev con un dropshot chirurgico converte la palla break. Il russo è in controllo e in pochi minuti è già avanti 4-1. Il sesto game, tuttavia, si rivela più complicato del previsto per il russo che, sopra 30-0, vede il dritto abbandonarlo. Tre errori consecutivi si tramutano, infatti, nella palla break per Nishioka. Il russo si salva, togliendo le castagne dal fuoco con una bellissima palla corta che lascia immobile il giapponese. Su 5-1 per Rublev è una formalità chiudere. Nishioka chiude un set in cui gli errori di dritto sono stati numerosi. Per Rublev i numeri dicono 79% di punti con la prima, 13 vincenti e 12 gratuiti.

Secondo set con maggior equilibrio. Il nipponico riesce, infatti, ad uscire quasi sempre indenne dai propri di servizio seppur facendo tanta fatica. Nel terzo game Nishioka ringrazia Rublev che sparacchia un dritto lungo sulla palla break. Nel quinto gioco il giapponese ne deve addirittura annullare due consecutive. Obiettivo raggiunto grazie alla pressione sul suo avversario, con Rublev che alla fine è costretto a cedere il passo nello scambio. Se il nipponico deve sudare diverse camicie al servizio, il russo, dal canto suo non lascia chance nei propri turni di battuta al suo avversario. Sono solo 8 i punti concessi sul suo servizio nel secondo set, quattro dei quali nel decimo game. La svolta del set arriva nell’undicesimo gioco. Nishioka avanti 40-15 subisce il ritorno del russo. Rublev guadagna campo e prima conquista due punti a rete, poi domina due scambi chiudendo prima con un dritto e poi con un rovescio che piegano la difesa di Nishioka. Chiamato a servire per il match il russo chiude senza problemi con una seconda vincente. Nel secondo set il russo ha continuato a giocare in maniera aggressiva, mettendo a referto vincenti su vincenti per sbagliando molto di rovescio. Il numero 6 al mondo è però una certezza quando la mette la prima con 18 punti vinti su 19 nel secondo parziale.

[10] K. Khachanov b. [20] R. Bautista Agut 7-5 4-6 6-3 (di Federico Martegani)

La partita si sviluppa esattamente come da pronostico. Gli scambi da fondo la fanno da padrona e chi riesce per primo a prendere un centimetro di profondità rispetto all’avversario ne esce vincitore. I game iniziali seguono i turni di servizio senza palle break, ma nel 6° gioco il russo strappa. il dritto inizia a funzionare meglio ed è proprio questo il fondamentale con il quale Karen è in grado di accorciare i punti e di macinare vincenti. Bautista, sul 15-40, annulla le prime due chance di break con altrettanti servizi vincenti, ma capitola alla terza rimanendo troppo corto coi suoi colpi e lasciando sempre l’iniziativa all’avversario, che allunga e conferma il vantaggio fino al 5-2.

L’ex semifinalista di Wimbledon, ed è cosa nota, non è però incline a mollare e si aggrappa a ogni 15. Il game da 14’ e 43’’ dal quale esce sul suo turno di servizio successivo, cancellando anche due set point, gli riconsegna quella fiducia che sembrava aver perso e gli consente di risalire fino al 5-5, approfittando di un avversario già convinto di aver fatto suo il parziale. Un altro strappo di Khachanov, tuttavia, gli consegna il set al quarto tentativo, anche grazie a un Bautista davvero stremato e autore di errori non da lui, di cui un dritto in chiusura uscito di un paio di metri. Dopo 1h e 19’ di battaglia strenua, Khachanov è avanti 7-5.

Bautista si prende un più che comprensibile toilet break e fa passare diversi minuti – ben 8 – tra la fine del primo e l’inizio del secondo parziale. Il n° 25 ATP pare così aver recuperato energie fisiche e mentali. I game scorrono comunque più veloci – d’altronde una lotta paragonabile a quella fin lì vista era impossibile da reggere – e i servizi dominano. Solo il russo è costretto ad annullare una palla break nel primo game, ma sarà l’unico gioco che si protrarrà ai vantaggi per parecchio tempo.

L’ottavo gioco è il vero spartiacque del parziale. Bautista va sotto per 0-40 sul suo servizio e sembra sull’orlo del baratro, ma il russo si perde sul più bello e non capitalizza. Anche sulla quarta palla break, è un errore di dritto in spinta del russo a far rimanere a galla il rivale. Lo spagnolo sale così 4-4 e a sposta l’inerzia a suo favore. A differenza di quanto successo al più anziano giocatore tra i due, che a fine primo set non aveva sofferto nessun tipo di contraccolpo psicologico, Khachanov risente dell’opportunità persa e subisce immediatamente il break. Il nativo di Castellón de la Plana ha così la chance di chiudere col servizio, e si ripete quanto successo nel suo turno di servizio precedente. Il russo va ancora 0-40 e ha anche una quarta chance di controbreak ai vantaggi, ma si fa rimontare una volta di più e alla fine cede 6-4.

A questo punto, i dettagli possono fare la differenza. Entrambi i giocatori sono molto attenti a non concedere nulla alla battuta, e lo start del terzo ricorda quello dei primi due parziali. Nessuna palla break e solo per il moscovita un gioco, il settimo, tenuto ai vantaggi. Per il resto game che, stranamente, scorrono via veloci e senza difficoltà. Fino a quando, come nel secondo set, si arriva a un ottavo gioco ancora una volta decisivo. Se diversi minuti prima il russo si era lasciato sfuggire l’opportunità di vincere in 2, questa volta è cinico al massimo, perché capitalizza l’unica palla break di tutto il parziale sul 30-40. Nel game successivo, quello in cui deve completare l’opera, è freddo e attento, tenendo la battuta a -0 e approdando al turno successivo addirittura con un ace. Per Karen un risultato importante, non solo perché vince la terza partita su altrettanti confronti con Bautista sul rosso, ma anche perché approda per la prima volta agli ottavi a Madrid.

[13] A. Zverev b. [Q] H. Grenier 6-1 6-0

Avvio di match da dimenticare per Grenier, a dir poco contratto nei primi minuti di gioco: la tensione si manifesta con due doppi falli nei primi due punti, che vengono seguiti da un gratuito di dritto e da una volée rimasta nelle corde della racchetta del francese. Zverev, allora, brekka subito a zero e vince anche i quattro punti successivi senza doversi affannare. Il ritmo è piuttosto basso e il tedesco, fin troppo tranquillo, vi si adatta regalando qualcosa all’avversario e permettendogli così di muovere il punteggio. Ma quando Sascha accelera con il dritto, per Grenier non c’è nulla da fare. I colpi del numero 128 del mondo sono troppo leggeri e Zverev può così entrare in campo quando vuole: lo fa a ripetizione nel quinto game e arriva così il secondo break. Il dominio è ancora più assoluto nei turni di battuta del tedesco che non ha mai bisogno di ricorrere alla seconda, rimanendo immacolato al servizio fino al 4-1 40-0 quando perde il primo e unico punto del set. Sotto 5-1, il povero Hugo spreca un paio di occasioni per allungare il parziale che termina dopo soli 25 minuti di gioco.

Zverev sembra intenzionato a sbrigare il più in fretta possibile la pratica e infatti nei cambi campo resta seduto il minimo indispensabile. Ma soprattutto il numero 16 del mondo non concede più assolutamente nulla andandosi a prendere di forza il break al primo tentativo utile anche nel secondo parziale. La serenità di Sascha emerge a pieno quando reagisce divertito al primo servizio non in campo della sua partita dopo 22 prime consecutive (forse voleva superare le 39 di Tsitsipas di ieri). Grenier, invece, è palesemente scoraggiato e non lo aiutano un paio di episodi sfortunati (nastri e challenge sfavorevoli). Nel quarto gioco ha due opportunità per cancellare lo zero dallo score, ma anche questa volta sembra non avere i mezzi per chiudere il game e allora Zverev sale in cattedra con il rovescio e vola sul 4-0. Il francese ha un’ultima possibilità per evitare il bagel, ma il tedesco risponde sempre meglio: Grenier decide allora di farla finita e si arrende dopo nemmeno un’ora di gioco sparacchiando fuori una seconda di servizio tirata a tutto braccio senza alcuna velleità.

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