Decathlon e gli sport di racchetta: una chiacchierata con Paolo Ceraudo, leader del settore beach tennis dopo una vita nel tennis

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Decathlon e gli sport di racchetta: una chiacchierata con Paolo Ceraudo, leader del settore beach tennis dopo una vita nel tennis

In occasione dell’evento per i 30 anni di Decathlon in Italia, Ubitennis ha intervistato in esclusiva uno degli sviluppatori del brand Sandever, dedicato al beach tennis. Nel frattempo Artengo va incontro ai giocatori pro

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Lo scorso mercoledì Decathlon ha festeggiato i suoi primi 30 anni in Italia. Lo ha fatto con una presentazione del lavoro svolto e degli obiettivi futuri e con l’esposizione di alcuni suoi prodotti all’Art Point di Milano. Ubitennis era presente, invitata dall’azienda nata in Francia che ha così dimostrato di avere a cuore e di puntare con forza sul tennis e più in generale sugli sport di racchetta, dal ping pong al padel passando soprattutto per il beach tennis. Lo ha ribadito ai nostri microfoni Ezio De Carlo, Country Production Leader, e ne è testimonianza la centralità del marchio Artengo, nato nel 2006 e riservato al tennis, nel business Decathlon.

Tra gli stand presenti nella sala dove si è svolto l’evento celebrativo la nostra attenzione è andata in maniera particolare su quello del beach tennis, uno dei quattro sport al fianco di scherma, pallavolo e sport paralimpici di cui Decathlon Italia gestisce la produzione per tutto il mondo e dunque fiore all’occhiello del distaccamento dell’azienda nel nostro Paese. Ubitennis ha così avuto modo di scambiare due chiacchiere con il Leader del settore, Paolo Ceraudo che, tra l’altro, vanta un’esperienza pluriennale anche nel tennis. Diversi i temi toccati con lui: dalla sua esperienza personale nel mondo Decathlon al boom del beach tennis di circa 15 anni fa, fino all’impegno dell’azienda nel tennis avvalorato dalla collaborazione con Gael Monfils.

D: Che significato ha per l’azienda ma anche per lei il traguardo dei 30 anni di Decathlon in Italia?

Ceraudo: Sono particolarmente orgoglioso perché è una tappa fondamentale. Io ho passato in Decathlon 26 di questi 30 anni. Sono entrato quando in Italia c’erano solo cinque negozi. Ho iniziato a Brescia come venditore durante i miei anni universitari e poi ho avuto la fortuna di vivere questa grande evoluzione di Decathlon nel nostro Paese e nel resto del mondo.

D: Ci può raccontare brevemente la sua esperienza e i ruoli ricoperti in questi suoi 26 anni in Decathlon?

Ceraudo: La mia carriera si è divisa tra Italia e Francia perché sono salito negli headquarters dove ho potuto sviluppare la mia passione per gli sport di racchetta, lavorando sia come Retail supplier che come Direttore commerciale in particolare nel settore del tennis. Cinque anni fa, poi, ho lanciato il nuovo marchio Sandever nel beach tennis, delocalizzato a Cesenatico coerentemente con il fatto che si tratta di uno sport nato in Italia sulla riviera romagnola.

D: In questi anni passati nell’azienda con ruoli centrali nell’ambito degli sport di racchetta ha notato se il tennis ha scalato le gerarchie nel business di Decathlon e di Decathlon Italia nello specifico? Era importante sin dall’inizio o lo è diventato negli anni?

Ceraudo: All’inizio non era sicuramente al centro dei pensieri dell’azienda. Noi appassionati di sport di racchetta venivamo sempre relegati un po’ in secondo piano soprattutto rispetto al mondo della montagna, del ciclismo e degli sport acquatici. Nel tempo c’è stata un’inversione di tendenza, anche grazie all’aumento del numero di appassionati in particolare nel tennis e Artengo, brand nato nel 2006, ha saputo cambiare la sua direzione: all’inizio era una marca che si rivolgeva principalmente al dilettante, a chi iniziava ad approcciarsi al tennis, mentre poi ha cercato di andare sempre di più verso la performance anche di alto livello e oggi ne sono testimoni i partner tecnici che ci aiutano ad evolvere su tutta la nostra gamma di prodotti.

D: Uno di questi testimonial, da inizio 2022, è Gael Monfils. Si tratta di un messaggio importante per quello che vuole essere Artengo. Di quali altri partner vi potete vantare?

Ceraudo: Sicuramente Gael ci aiuta dal punto di vista della crescita perché ci dà dei feedback importanti sia per quanto riguarda le scarpe che per le racchette. Abbiamo con noi anche una top 10 come Daria Kasatkina che ci dà risposte positive sulla racchetta. E un altro partner di buon livello è Panna Udvardy, numero 84 del mondo. Collaborazioni del genere segnano il cambio di passo di Artengo che cerca di andare sempre di più incontro al giocatore pro per attestarsi come una delle marche di riferimento in questo mondo. Non è facile ma Artengo ci sta provando.

D: Lei adesso si occupa di beach tennis. Ci racconti un po’ di questo settore.

Ceraudo: Mi riempie di orgoglio aver lavorato in Francia ed essere riuscito a portare e a sviluppare in Italia una marca come Sandever. Tutto quello che facciamo sul beach tennis parte dall’Italia che è il punto di riferimento in questo sport per tutto il resto del mondo. Abbiamo la fortuna di avere a Cesena il campione del mondo, Michele Cappelletti, e quindi con il suo aiuto siamo cresciuti dal punto di vista della tecnicità dei materiali, in particolar modo di racchette e palline. Cerchiamo di sviluppare dei prodotti che diano sempre più comfort insieme alla performance ai giocatori.

D: C’è il rischio che adesso il padel faccia dimenticare il beach tennis che ha avuto la sua esplosione in Italia poco prima del 2010?

Ceraudo: Sì, il padel sta prendendo piede in maniera incredibile. Decathlon sta accompagnando questa crescita con il marchio Kuikma e i numeri parlano chiaro. Il beach tennis, nel frattempo, si è stabilizzato come movimento, ma la fortuna è che quello che sta succedendo adesso in Italia con il padel succede in Brasile proprio per il beach. I numeri stanno esplodendo: si è passati da poco più di 200mila giocatori di beach tennis a più di un milione e mezzo nel giro di due anni. In Europa il beach tennis sta comunque crescendo anche se più lentamente rispetto al padel: questo perché viene visto come sport prevalentemente estivo. In ogni caso si tratta di un momento veramente fortunato per tutti gli sport di racchetta. Da appassionato sono felicissimo di vedere i nostri campioni azzurri nel tennis. Adesso in Italia si inizia già a parlare di pickleball addirittura, anche se mi sembra prematuro. Ma comunque aspettiamo anche questo sport, una sorta di minitennis con racchette in composito come nel padel e una pallina in plastica forata.

D: Tornando sul tennis, ci sono progetti di Artengo, magari anche approfittando dell’appuntamento degli Internazionali d’Italia a Roma?

Ceraudo: Siamo presenti in Italia in diversi Challenger in cui si gioca con la nostra pallina e saremo a Roma per il terzo anno consecutivo con uno stand dove presenteremo la nostra gamma. Quindi vi aspettiamo.

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