Boris Becker: "Ho visto la finale di Wimbledon in prigione. Alcaraz? Vedo bene anche Sinner e Rune"

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Boris Becker: “Ho visto la finale di Wimbledon in prigione. Alcaraz? Vedo bene anche Sinner e Rune”

“Finchè Novak Djokovic gioca ed è in salute va sempre menzionato tra i favoriti del Roland Garros” dice il tedesco, suo ex-allenatore

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Boris Becker - Queen's 2016 (Alberto Pezzali © All Rights Reserved)
 

Torna a parlare Boris Becker e lo fa attraverso le colonne del The Guardian. Al quotidiano britannico ha raccontato la sua esperienza in carcere durata 231 giorni, vissuta nel Regno Unito: “E’ stato un qualcosa di brutale”, commenta l’ex n. 1 tedesco.

Il Roland Garros rappresenterà il suo ritorno nel box dei commentatori, un nuovo inizio. Nell’intervista parla anche di Emma Raducanu esprimendole l’augurio di pronta guarigione e non nascondendo le preoccupazioni per un suo eventuale ritiro: “Gli interventi che ha subito sono una minaccia per la sua carriera. Sottoporsi a un intervento chirurgico al polso e alla caviglia potrebbe rappresentare un qualcosa di complicato per una giovanissima come lei. Punto sul suo talento perché una tennista che vince uno Slam una volta può ripetersi”, commenta Becker.

Come si pone Becker dinanzi a questo ricambio generazionale? “E’ un qualcosa che si ripete ciclicamente. Il cambio della guardia è già avvenuto, quando Alcaraz ha vinto lo US Open ed è diventato n. 1 al mondo. Ci sono molti altri giovani che bussano alla porta della gloria: Sinner, Rune. Poi dobbiamo menzionare i russi: non ci piace farlo, ma dobbiamo perché sono abbastanza bravi”.

Djokovic favorito per il Roland Garros? “Finchè gioca ed è in salute va sempre menzionato tra i favoriti. Non è la sua superficie su cui si adatta meglio ma è sempre Djokovic”, dice il tedesco che ha allenato il serbo nel 2013.

Poi racconta la terribile esperienza vissuta in carcere: “Ho visto la finale di Wimbledon in prigione dove condividevo il mio spazio con assassini, molestatori di bambini, spacciatori e stupratori. Ci sono state anche due minacce di morte e pensavo che avrei perso la vita a Wandsworth. Un assassino voleva il mio cappotto e voleva soldi e ha detto che mi avrebbe ucciso se non l’avesse ottenuto. Guardare Djokovic alzare il suo settimo titolo a Wimbledon è stato molto emozionante”.

Attualmente il vincitore di sei titoli Slam si dedica alla beneficienza ed è un sostenitore di Laureus Sport for Good, che lavora per migliorare la vita dei bambini nelle comunità svantaggiate: “Abbiamo raggiunto oltre sei milioni di bambini in 140 paesi. Usiamo lo sport come piattaforma per spargere la voce e fare la cosa giusta”.

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