C'era una volta Novak Djokovic

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C’era una volta Novak Djokovic

La vita di un fenomeno, dacché si allenava sotto le bombe, alle due persone cui deve tutto. Passo dopo Passo i successi e gli insuccessi, sul campo e fuori. Merita il Grande Slam come Rod Laver? Nessuno più completo di lui

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Novak Djokovic - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
 

Il prosieguo del video è disponibile nella sezione “Sottorete” del sito web di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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Vi proponiamo, grazie al lavoro di Bianca Mundo, la traduzione integrale di un articolo tanto bello quanto approfondito su Novak Djokovic apparso su L’Equipe del 12 giugno 2023: si tratta di un ritratto del 23 volte vincitore di un torneo dello Slam. Buona lettura.

Immaginiamo una sinossi che vede protagonista un ragazzino sperduto in una piccola stazione sciistica dei Balcani, introdotto per caso al tennis da un’ insegnante che gli fa ascoltare musica classica prima di continuare il suo allenamento sotto il rumore assordante delle bombe. Senza un soldo, il ragazzo decide di partire alla conquista di un mondo occidentale dominato da due supereroi ultrapopolari e indistruttibili, e di raggiungere i suoi obiettivi dopo una serie di partite al cardiopalma, interrogativi metafisici e attivismo politico.

Questa storia sarebbe così folle, così piena di colpi di scena e di domande al punto da poter essere considerata una storia della Marvel. Iron Man, per esempio. Ma in verità  l’eroe in questione si chiama  Novak Djokovic, icona serba,  colui che ha a che fare con folle spesso ostili e che durante Wimbledon 2021 ha dovuto ancora rispondere alla domanda: “Come ti senti ad essere il cattivo?” come se fosse ancora, per sempre, quello che impedisce che tutto vada secondo i piani, una vittima della maledizione del terzo uomo.

Ma senza di lui, senza le sue metamorfosi e le sue stravaganze, avremmo potuto finire per annoiarci nel mondo binario del passato, con l’impeccabile Roger Federer ed il fisicamente straripante Rafael Nadal, incontrastati campioni del politicamente corretto. Djokovic ha rappresentato questa strana creatura, sensibile e implacabile, allo stesso tempo gladiatore e talvolta delirante, sfrenato e di principi granitici, esuberante ed ascetico, quello dei siparietti simpatici e delle imitazioni, a volte leader dichiarato, a volte meno ispirato, per finire come il re del petrolio. Un vero enigma.

Traduzione a cura di Bianca Mundo

A PAGINA 2: JELENA GENCIC, LA PRIMA ALLENATRICE DI NOVAK DJOKOVIC. Quei campi da gioco vicino alla pizzeria dei genitori, un segno del destino
A PAGINA 3: UN GIOCHERELLONE CON UNA FAMIGLIA A VOLTE IMBARAZZANTE. Quando la madre Dijana disse: “E’ morto il re, viva il re”
A PAGINA 4: DISCIPLINATO, TRASFORMATO, L’ERA DELL’ULTRA-PRO. Quel ko con Melzer a Parigi fu un punto di svolta della carriera
A PAGINA 5: UN MAESTRO NEL METTERE A DISAGIO GLI ALTRI IN CAMPO. A volte Novak ha un modo di festeggiare più vulcanico degli altri
A PAGINA 6: “DJOKO”, MR INDISTRUTTIBILE. L’operazione al gomito del 2018 e il ritorno ai massimi livelli

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