Federer bianco e nero

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Federer bianco e nero

La visita di Roger Federer ad Halle vista con gli occhi di due tifosi agli antipodi: Ruggero, ovviamente federeriano e Raffaello (indovinate voi per chi parteggia…)

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Roger Federer e Ralf Weber – ATP Halle 2023 (foto via Twitter @atptour)
Roger Federer e Ralf Weber – ATP Halle 2023 (foto via Twitter @atptour)
 

E così il Messia è riapparso… Non dalle parti del Medio Oriente ma nel verde austero e silenzioso della Westfalia tedesca, precisamente ad Halle. Non si faceva vivo da ottobre, quando lasciò in Laver Cup dopo quel doppio leggendario con Rafa Nadal. È tornato e ha detto che è felice di essere ad Halle e molto contento per l’accoglienza. Insomma, 20 titoli dello Slam e molte frasi di circostanza. Roger Federer non ha eguali ma, piaccia o non piaccia, per molti ultrà divisi tra Roger, Rafa e Djokovic lo svizzero è un campione divisivo, o lo ami o lo odi. Almeno così frulla nella testa di due tifosi, Ruggero e Raffaello, che assomigliano molto ai tifosi reali che con i loro commenti sono stati protagonisti – spesso in negativo – dell’epoca d’oro del tennis. Entriamo nella loro mente, mentre assistono in tv al saluto di Roger Federer ad Halle.

Roger Federer, il GOAT

Ruggero: “Non pensavo di emozionarmi così tanto, mi ero da mesi abituato a tirare avanti senza di lui, a seguire il tennis d.F., dopo Federer. Pensavo di divertirmi invece è stato inevitabile commuoversi. Quando è entrato nello stadio, santo cielo: sembrava un Dio greco, altro che Tsitsipas… che classe, che stile, elegante ma al contempo sportivo, con quell’abito nero e quelle scarpe sportive bianche a staccare: è chiaro, non poteva arrivare con delle scarpe eleganti su un campo di gioco, suvvia. E poi i ringraziamenti ai fan, sempre corretto, mai sopra le righe. E ora i soliti giornalisti in cerca di un titolo lo attaccheranno proprio per questo, perché lo stile e la correttezza non sono mai sensazionali, mentre le frasi a effetto, dette solo per far parlare di sé, quelle vanno benissimo… Peggio per loro, io intanto osservo che poco dopo la sua apparizione sulla OWL Arena è tornato il Sole. Casuale, ma certo, cari haters, ripetetevelo pure, però è un fatto: è arrivato Federer ed è ritornato a splendere il Sole. Mentre stava parlando, pur non capendo una parola di tedesco, pendevo dalle sue labbra. La speranza di carpire qualcosa mi teneva iper concentrato. Che peccato che durato tutto così poco. Non sai quanto ci manchi, Re dei Re!”

Roger Federer, il re delle banalità

Raffaello: “Eccolo, il fenomeno, neanche fosse un eroe nazionale. Tutti a spellarsi le mani per il… terzo titolato Slam! E poi ora che ci faccio caso, ma quanto è abbronzato? Si sarà ammazzato di lampade! E poi quelle scarpette, tipo Stan Smith, con un completo nero: ma come si fa? Vuole equipararsi al gusto di vestire dei crucchi? Ah no, ho capito: crisi di mezza età. Sei entrato negli Anta da un pezzo, ti giri indietro e vedi molti titoli, ma anche molte batoste, come le lacrime di Melbourne (come dimenticare quella finale del 2009, Rafa che lo fa impazzire e lui che durante la premiazione non si tiene più: “Mi sta uccidendo!”). Allora sta tornando ad ancora più indietro, quando aveva diciassette anni ed era un Fabio Fognini ante litteram: capelli ossigenati e testa calda. Quello sì che era un Federer che mi piaceva, diretto, trasparente, quello che pensava diceva. Poi in laboratorio gli hanno fatto il lavaggio del cervello ed è diventato l’incontrastato re delle banalità. Sfido un suo adepto a trovare una sua frase in cui non è piatto e banale. Certo, senza di lui in campo e con Rafa prossimo ad appendere la racchetta al chiodo, quelle giornate fantastiche non torneranno mai. La finale di Wimbledon 2008, che partita leggendaria. Le finali del Roland Garros e tutto il resto, che rivalità. Cosa ci rimane adesso? Zverev e Tsitsipas, stendiamo un velo pietoso, Alcaraz e Medvedev, bravi per carità, ma rispetto a Roger e Rafa, di che parliamo? Per farci consolare, ci dicono che gli italiani vanno forte, ma volete mettere Pel di carota o Mister Velina per Loro, Roger e Rafa. Accidenti che brutto epilogo, non posso mentire a me stesso: mi manchi tanto, Roger!

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