Jannik avanti tutta "Su questi campi mi sono ritrovato" (Chinellato). Bologna casa Italia «Obiettivo finale» (Strocchi). Il derby infinito Sonego-Berrettini amici senza vincitore (Guerrera). Puzzle e coriandoli, a Wimbledon l'invasione degli eco-attivisti (Marcotti)

Rassegna stampa

Jannik avanti tutta “Su questi campi mi sono ritrovato” (Chinellato). Bologna casa Italia «Obiettivo finale» (Strocchi). Il derby infinito Sonego-Berrettini amici senza vincitore (Guerrera). Puzzle e coriandoli, a Wimbledon l’invasione degli eco-attivisti (Marcotti)

La rassegna stampa di giovedì 6 luglio 2023

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Jannik avanti tutta “Su questi campi mi sono ritrovato” (Davide Chinellato, La Gazzetta dello Sport)

Chiude con un servizio a 175 chilometri all’ora, Jannik Sinner. Una bordata che per ora gli vale il terzo turno, dopo aver distrutto Diego Schwartzman in due ore e due minuti. Per come ha giocato, però, quel servizio e questa vittoria proiettano l’obiettivo più avanti, molto più avanti. Addirittura alla semifinale con Novak Djokovic, l’unico altro già promosso al terzo turno in una giornata a Wimbledon ancora condizionata dalla pioggia. Ne hanno fatto le spese anche Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego (il cui derby azzurro si prolungherà in una terza giornata dopo essere stato sospeso per le condizioni del campo) e tutti gli altri italiani nel tabellone. Jannik no: protetto dal tetto chiuso sul Campo 1 prima che calasse la sera, è cresciuto a dismisura contro l’argentino, per una dimostrazione di forza che conferma quanto l’altoatesino possa puntare in alto sull’erba di Church Road. Sicurezza «Sono qui per fare molto, molto bene, ma gioco punto dopo punto: – dice -. Non guardo in avanti e vediamo dove finirò». Sinner gioca e parla con la sicurezza del campione che sa bene quanto vale, che si sente forte e che mette come obiettivo traguardi alti. Come la semifinale con Djokovic a cui il tabellone sembra già averlo destinato. «Parte tutto da me: sono lo che voglio vincere — spiega —. Sento che ho buone armi ormai su tutte le superfici. Qualche volta riesco a gestirlo meglio, altre un po’ meno. Però sono in un’ottima posizione: quando non credi di andare lontano o non hai fiducia non ci arrivi. Dopo Montecarlo sono andato un po’ in difficoltà, ma adesso su questi campi mi sto ritrovando».

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«Finché non ci facciamo male continuiamo», ha detto Berrettini in italiano, con un sorriso per nascondere la rabbia quando ha visto Sonego dall’altra parte della rete andare a sua volta gambe all’aria, tradito dall’erba diventata troppo umida. Aveva già chiesto più volte la sospensione, Matteo, non perché sentisse «una spada infilata nello stomaco», come ha confidato a Vincenzo Santopadre seduto in prima fila dal lato senza tribune, ma per le continue scivolate sull’erba a partire dal terzo set. Il cielo si era rasserenato, dopo che la pioggia aveva prima costretto il programma ad un ritardo di 90′, per poi farlo proseguire a singhiozzo. Ma le nuvole c’erano ancora mentre i due azzurri si sfidavano a colpi di servizio vicini ai 200 all’ora senza respiro. Berrettini, un po’ nervoso e con la condizione ancora da ritrovare *** in pieno, ha mostrato la sua classe, regalato qualche magia, fatto i conti con sé stesso e dimostrato che gli servono tempo e partite per tornare quello che ha giocato la finale a Wimbledon nel 2021. Sonego ha provato a rispondere colpo su colpo ma ha pagato caro gli errori, come il break concesso nel secondo set, l’unico di questa sfida infinita, o il dritto finito lungo al tie-break del terzo per il parziale a Berrettini. Matteo a quel punto ha chiesto di nuovo al giudice di sedia di fermare il match perché l’erba cominciava a tradire. È servito il volo di Sonego per stoppare tutto e spostare il verdetto ad oggi. Anche gli altri italiani si sono arresi alla pioggia il più fortunato è stato Lorenzo Musetti, che già nel primo pomeriggio ha saputo che la sua sfida contro lo spagnolo Munar non si sarebbe disputata. Cecchinato e Arnaldi hanno cominciato ma dovranno riprovarci oggi.

Bologna casa Italia «Obiettivo finale» (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Mancano poco meno di 70 giorni, ma il conto alla rovescia per gli appassionati è già partita Come già lo scosso anno (e fino al 2026), Bologna ospiterà uno dei 4 gironi delle fasi finali di Coppa Davis. E gli azzurri andranno a caccia del pass per le Final 8 di Malaga: l’appuntamento dal 12 al 17 settembre alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno, è stato ufficialmente presentato a Palazzo d’Accursio, nella centralissima Piazza Maggiore. La Nazionale esordirà nel Gruppo A mercoledì 13 settembre alle 15 sfidando i campioni in carica del Canada, occasione immediata di riscatto dopo la sconfitta in semifinale nel novembre scorso contro Auger Aliassime, Shapovalov e compagni, poi vincitori per la prima volta dell’ambita Insalatiera d’Argento. Venerdì 15, sempre alle 15, secondo impegno del team tricolore con il Cile, per chiudere domenica 17 (alle 15) con la Svezia.

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«Non abbiamo paura di nessuno, giocheremo per vincere. La nostra Nazionale riparte dalla semifinale dello scorso anno e ritrova il Canada detentore del trofeo: un motivo in più per iniziare questo cammino con il piede giusta consapevoli di poter arrivare fino in fondo», ha sottolineato nel suo intervento il Presidente Fitp, Angelo Binaghi. Gli ha fatto eco Stefano Bonaccini, presidente della Regione: «Sara una grande festa di sport; che dopo la drammatica alluvione di maggio diventa anche un segnale di fiducia e ripartenza. Per l’ Emilia-Romagna è una straordinaria occasione di visibilità e di promozione del territorio». E ancora Binaghi: «Un anno fa riportammo la Davis a Bologna convinti che passione e professionalità di un magnifico lavoro di squadra avrebbero garantito il successo dell’evento. Credo che il successo organizzativo dello scorso anno, e sportivo della Nazionale, testimonino che abbiamo visto giusto». È possibile acquistare i biglietti sul sito di ticketing ufficiale dell’evento (https://tidsetsitalydaviscup.com/it) e sul sito Ticketone. Per i tesserati Fitp sconto de120% sul singolo biglietto e del HP/o sull’abbonamento. I possessori del tagliando da martedì 12 a domenica 17 nella giornata di validità del proprio biglietto potranno accedere all’impianto anche al mattino e assistere all’allenamento delle squadre sino alle 12 sul campo principale

Il derby infinito Sonego-Berrettini amici senza vincitore (Antonello Guerrera, La Repubblica)

Madonna, gioco una partita all’anno, è normale che sbaglio!», «niente qui non la prendo mai», «non riesco a fare il dritto ancora», «con questi errori di attenzione impazzisco», «ste tr*ie di palle!», ossia i bizzarri rimbalzi del campo numero 12. Prima che contro il gemello diverso Lorenzo Sonego che lo ha fatto piangere a Stoccarda, Matteo Berrettini è in lotta contro se stesso e il destino di una “stagione maledetta” da lacrime e infortuni. A Wimbledon il 27enne romano impreca, esorcizza gli errori mimandoli, cede a smorfie e tic di frustrazione. L’allenatore Santopadre lo solleva: «Ancora ancora, Matteo! Basta poco, lo sai, su su!». La scintilla sul 3-3 del secondo set: Matteo Berrettini si inventa a rete una magia, una volée di spalle, come un gancio di Jabbar, o un tacco di Bergkamp. Di 11 arriva un gran break contro Sonego, divisi da soli 5 mesi, uniti da una lunghissima amicizia iniziata dai primi punti Atp conquistati ad Antalya otto anni fa: passanti infuocati, un martello al dritto, autorità resuscitata. Dopo aver vinto nettamente il secondo, anche il terzo set è di Berrettini, dopo un tie-break tiratissimo, un brutto scivolone a fondo campo e un doppio fallo fatale per il torinese. Questo fratricidio lungo 2 ore e 50 è un peccato nazionale, ma la vita è un palcoscenico, diceva il Bardo. Eppure alla fine, in un match molto speculare, non la spunta nessuno. Perché, dopo Matteo, pure Lorenzo scivola, nella parte più ombrosa e umida del campo.

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Ma questo era solo uno degli 87 match in programma ieri a Church Road, a causa della pioggia che ha martoriato il programma di martedì e ieri mattina. Un’altra decina di partite rinviata a oggi, mentre Jannik Sinner cammina sull’argentino Schwartzman al campo n.1 coperto: 7-6, 6-1, 6-2. Al terzo turno anche Djokovic (facile su Thompson) e la polacca Swiatek mentre al secondo approdano Medvedev, Rune, Fritz e Tiafoe. Tra gli altri italiani, fuori Giorgi, Errani, Bronzetti, Stefanini tra le donne (vince Elisabetta Cocciaretto). Epica la lotta di due giorni tra Tsitsipas e Thiem, con il greco che disinnesca l’austriaco al tie-break del quinto set (3-6, 7-6, 6-2, 6-7, 7-6) dopo 4 ore effettive sul campo 2, quello accanto a Lorenzo e Matteo. L’esaltazione che vi proviene è traboccante. Allora Berrettini sbotta con l’arbitro: «Ma non possiamo fermare queste urla?». E lui: «E come faccio?»

Puzzle e coriandoli, a Wimbledon l’invasione degli eco-attivisti (Gabriele Marcotti, Correre dello Sport)

Due insolite proteste nel giro di un paio d’ore: un inedito assoluto per la compassata platea dei Championships. Che mai nella sua ultracentenaria storia aveva assistito a simili episodi, all’origine della sospensione di due match. Entrambi in programma sul campo numero 18, preso di mira da un gruppo di eco-attivisti. Un fuori programma che, però, non ha raccolto la solidarietà forse auspicata dai suoi promotori, fischiati sonoramente dagli spettatori, prima di essere fermati e denunciati dagli agenti della Met Police. Come se non bastasse il maltempo, che ha rallentato il programma anche del terzo giorno di Wimbledon, ieri ci ha pensato il collettivo “Stop the Oil” a portare alla sospensione (temporanea) di due incontri. Il primo episodio è avvenuto nel primissimo pomeriggio, durante la sfida tra Gregor Dimitrov e il giapponese Sho Shimabukuro: al termine del primo game del secondo set, sul punteggio di 6-1 1-0 per il bulgaro, un uomo e una donna sono entrati in campo, lanciando in aria decine di tasselli di puzzle e coriandoli arancioni, il colore di riferimento degli attivisti del gruppo ambientalista.

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LOTTA.”Stop the Oil”, che ha prontamente rivendicato entrambe le proteste, è un gruppo di eco-attivisti che si batte contro il governo britannico per l’interruzione immediata di tutti i 100 progetti di estrazione di petrolio e gas previsti nei prossimi anni nel Mare del Nord. Dopo essersi resi protagonisti in passato di numerosi blocchi stradali e ferroviari, creando non pochi disagi ai pendolari, di recente il collettivo ecologista sembra aver preso di mira gli eventi sportivi: nelle ultime settimane hanno protestato sia durante la finale della Premiership di rugby che ai campionati di biliardo, facendo irruzione anche durante la giornata conclusiva degli Ashes di cricket Per scongiurare simili episodi, alla vigilia del torneo erano state rafforzate le misure di sicurezza… E se Wimbledon non aveva mai vissuto situazioni simili, una analoga protesta ecologista era capitata nel corso della semifinale del Roland Garros 2022, tra Casper Ruud e Marin Cilic. Mentre ora le autorità britanniche temono per il weekend di Formula 1 a Silverstone, dove i rischi in caso di invasione sarebbero enormemente più alti. 

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