Wimbledon: Arnaldi troppo impreciso, Carballes Baena si guadagna Rune

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Wimbledon: Arnaldi troppo impreciso, Carballes Baena si guadagna Rune

Nonostante 55 vincenti e 9 aces, Matteo Arnaldi esce subito di scena tradito anche dalla scarsa esperienza nel gestire in campo situazioni delicate come un problema fisico o il rinvio della partita

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Matteo Arnaldi - Wimbledon 2023 (foto Ubitennis)
 

R. Carballes Baena b. [Q] M. Arnaldi (0)6-7 6-4 6-3 6-4

Si riparte dal sesto game del quarto set, con Carbaelles Baena al servizio per confermare il break maturato in apertura di parziale nella giornata di mercoledì: Matteo approccia a questo secondo atto della sfida con qualche imprecisione di troppo, soprattutto due gratuiti di dritto che avrebbero potuto avere tutt’altra efficacia e che invece rispettivamente si fermano in rete e ricadono larghi in corridoio dopo l’inside-in.

Il primo punto azzurro in risposta arriva sul 30-0, pizzicando la riga con lo spagnolo che protesta vivacemente dopo che il falco cambia la decisione del giudice di sedia: in ogni caso, Roberto si era già fermato con la chiara intenzione di chiamare il challenge – poi rivelatosi decisivo per l’azzurro – rappresentata dal braccio alzato.

Il tennista iberico, tuttavia, non concede più nulla e tenendo la battuta a 15 consolida il vantaggio portandosi 4-2. Arnaldi riesce a rimanere in scia, rinvenendo da un pericoloso 15-30 forte di una prima di servizio chirurgica, ma la sensazione di vedere una versione del sanremese – rispetto a quella ammirata nel primo capitolo dello scontro – molto più contratta nei movimenti volti a coprire il campo con conseguente perdita di metri su di esso è abbastanza nitida.

Ciononostante, ogni scambio dà sempre la percezione che il 22enne ligure abbia decisamente più margini tecnici e completezza di soluzioni, diversamente dal suo avversario odierno, per controllare brillantemente le operazioni e costruirsi il punto a piacimento. Purtroppo, però, al rientro in campo il n. 80 ATP si sta rivelando troppo falloso: in particolare con il rovescio sta inciampando in diversi errori non forzati, sia in lungolinea che con la traiettoria incrociata.

Il 30enne di Tenerife, da par suo, continua a produrre una solidissima prestazione con il fondamentale d’inizio gioco per quelli che – ovviamente – sono i suoi standard abituali, non certo la migliore freccia nella faretra tennistica dell’isolano iberico, già mostrata nella seconda parte del primo appuntamento contro l’azzurro. Il n. 57 del mondo si è dimostrato, in tal senso, estremamente abile nel modificare l’andamento molto titubante del proprio servizio nelle fasi embrionali della partita: dal ritorno in campo, cede quattro punti in tre game alla battuta e al primo match point conclude il primo turno nel torneo. Ai trentaduesimi incrocerà la racchetta della tds n. 6 Holger Rune, che ha surclassato la wild-card di casa George Loffhagen pur dovendo ricorrere al tie-break nella prima frazione.

Nonostante il KO, prestazione più che positiva per l’unico italiano sopravvissuto al tabellone cadetto di Roehampton: Matteo infatti esce di scena a testa alta, con 9 aces messi a segno ma anche un ottimo 69% di prime palle andate a bersaglio a livello di concretizzazione e la bellezza di 55 vincenti a fronte però di quasi altrettanti non forzati (54; a dimostrazione di come la partita l’abbia condotta abbondantemente il classe 2001 di Sanremo. Come è normale che sia, al giovane ligure è mancata un pò di esperienza a certi livelli nel gestire in campo situazioni delicate come la sospensione e il rinvio di un incontro da riprendere a punteggio già avviato, oppure le difficoltà derivanti dal dover affrontare un problema fisico accusato durante il corso del match. Mentre per Roberto, numeri statistici in perfetto equilibrio: 20 winners e 20 unforced. Il classe ’93 di Spagna, otto anni in più sulla carta anagrafica se confrontata con quella dell’italiano, ha fatto intuire ancora una volta il perché il suo gioco ben si adatti alle superfici rapide contrariamente a quello che si potrebbe presumere data la sua scuola di formazione.

Per Matteo Arnaldi dunque sfuma la prima vittoria sull’erba dell’All England Club, ma siamo sicuri che non tarderà ulteriormente a materializzarsi e che forse sarebbe già arrivata quest’anno se il “nostro” non avesse accusato il malore che l’ha influenzato e non poco nella giornata di ieri.

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