Wimbledon. Federer: «Temevo il ritiro ma è stato un bel momento»

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Wimbledon. Federer: «Temevo il ritiro ma è stato un bel momento»

“Quando l’anno scorso sul centrale ho detto ‘Spero di rivedervi’ lo intendevo davvero come giocatore”. Roger torna a Wimbledon per la prima volta dopo il ritiro e parla anche della sua vita oltre il tennis

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Roger Federer - Wimbledon 2021 (via Twitter, @atptour)
 

C’è sempre qualcosa di speciale nel vedere Roger Federer a Wimbledon (accolto con una standing ovation nel Royal Box), il luogo dove, negli ultimi vent’anni, ha scritto la storia del tennis. È ancora troppo presto per dire di essersi abituati a non saperlo in campo a mostrare tutta l’eleganza del suo gioco. Lui, però, sembra essere a suo agio e si racconta in un’intervista esclusiva alla CNN.

D: Eccoci di nuovo a Wimbledon, vent’anni dopo la tua prima vittoria in assoluto di uno Slam. Ma non sei più un pretendente al titolo. Come ci si sente?
Federer: Adesso va bene (sorride). L’anno scorso è stata dura, perché stavo ancora cercando di giocare, ma stavo soffrendo molto con il ginocchio. Era anche il centenario del Capo centrale e sono tornato. Ho avuto un’incredibile ovazione.

D: Sapevi in quel momento che sarebbe stato probabilmente l’ultimo [da giocatore sul Centrale, n.d.r.]?
Federer: Sapevo che poteva esserlo, visti i problemi che stavo affrontando con il ginocchio. Ma ricordo di aver detto in campo: “Spero di vedervi l’anno prossimo”. E lo pensavo davvero. Non avevo parlato con nessuno in quel momento sulla decisione di dove mi sarei ritirato o come l’avrei fatto. Nemmeno quanto doloroso sarebbe stato o quanto una festa. Alla fine ha significato tanto per me, è stato bellissimo, soprattutto essere circondato da Rafa, Novak, Murray, Borg, McEnroe, Laver, Edberg, la mia famiglia e il mio team. Quindi è stata una bella conclusione, perché temevo molto il momento in cui sarei uscito dal gioco.

D: Tornando al 2003, c’è da dire che non è stato solo l’inizio della tua carriera, ma anche della tua fondazione benefica. Ad oggi, hai aiutato 2.5 milioni di bambini in 6 paesi dell’Africa del Sud e anche in Svizzera. So che di recente sei andato in Lesotho per la prima volta.
Federer: Si, è vero. Come ogni viaggio è stato ovviamente speciale, ma questo in modo particolare perché è stata la prima volta che i miei quattro figli, mia moglie e mia mamma sono potuti venire con me. Siamo stati lì per tre, quattro giorni e abbiamo viaggiato attraverso il Lesotho, un paese dove non ero mai stato prima. È anche l’ultimo stato entrato della rete di paesi che supportiamo per l’educazione primaria. Collaboriamo con loro dal 2020. Una volta lì, è stato più un viaggio per miei figli che per me. Loro hanno potuto giocare con i bambini nelle scuole.

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