Wimbledon: questo Berrettini batterebbe anche Alcaraz. Ma riuscirà a giocare ancora come ieri? [VIDEO]

Editoriali del Direttore

Wimbledon: questo Berrettini batterebbe anche Alcaraz. Ma riuscirà a giocare ancora come ieri? [VIDEO]

Impressionante prestazione del tennista romano. Il Berrettini erbivoro dà 6-3,6-3 al Berrettini terraiolo.

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Riuscirà Carlitos Alcaraz a strappare la battuta a Matteo Berrettini? Questa mia non è una battuta. Credo che l’interrogativo sia legittimo.

Finora dei tre avversari incontrati da Matteo, lungo dieci set nessuno ce l’ha fatta. Né Sonego, né de Minaur, né Zverev. Tutta gente in gamba, di livello e capace di vincere o giocarsi finali sull’erba. In questi dieci set Matteo ha servito per 54 turni di battuta come forse non serve nessuno dei primi 35 del mondo (Kyrgios è n.36) e ha concesso soltanto 6 palle break, 2 a Sonego, 3 a de Minaur e tutte nello stesso game, 1 soltanto a Zverev e proprio nel primissimo game del match, quando astutamente il tedesco che aveva vinto il sorteggio aveva scelto di rispondere, sperando di poter sfruttare il motore non ancora rodato di Matteo.

La strategia stava per risultare vincente. 30 pari e doppio fallo, ecco subito la palla break. Pochi avrebbero immaginato che quella prima opportunità sarebbe stata anche l’ultima per il tedesco.

Sbaglierebbe chi credesse che Zverev abbia giocato male. Salvo che nell’ottavo game del primo set quando ha sbagliato 4 dritti assolutamente gratuiti, il tedesco ha giocato e servito molto bene. Ed è stato aggressivo ogni volta che poteva, anche se a rete non sempre inappuntabile.

Nel primo set perso 6-3 Zverev ha perso solo 6 punti nei suoi quattro turni di battuta, quattro nel game dell’unico break subito più due negli altri tre.

Nel secondo set Il tedesco al servizio è stato ingiocabile, due soli punti ceduti in sei game e uno era stato un doppio fallo. Anche Matteo aveva lasciato briciole sui suoi game di servizio: uno di media a game, sei in tutto. Poi però il tiebreak ha capovolto il verdetto. Sia nel secondo sia nel terzo set.

Tennis essenziale, tipo quello che si vedeva sull’erba una volta, quando l’erba non era erba battuta,  anche se il fisico dei campioni dell’epoca dei Laver e  Rosewall non aveva nulla a che vedere con i giganti di oggi, Zverev un metro e 98 cm, Berrettini un metro e 96 e i servizi non avevano davvero la velocità e la potenza dei campioni contemporanei.

Berrettini ha chiuso il match con il quindicesimo ace, ma avremmo dovuto contare i servizi immediatamente vincente per dare un riscontro reale della loro efficacia. Battendo a quel modo, spesso sopra i 212 km orari come velocità di crociera, la sua percentuale di prime palle, 69% è notevolissima. Ieri avevo scritto che Sinner aveva messo a segno con Halys il 49% di prime palle…

E Sinner non aveva davvero conquistato l’86% dei punti quando aveva messo dentro la prima. 66 punti su 77. Tanta roba.

Onestamente, pur avendolo visto benissimo nei giorni scorsi, il Berrettini vs Zverev ha giocato davvero in modo superiore ad ogni aspettativa. Con una continuità mostruosa. E non solo al servizio. È raro vedere un tennista che si affida così tanto alla potenza come lui, The Hammer, mostrarsi in grado di giocare anche tocchi e smorzate con una manina fatata.

Ricordo che ne scrissi nel 2021 quando, sul campo 12 contro il bielorusso Ivashka, , potei apprezzare da poco più di tre metri la delicatezza di certi suoi tocchi. E ne scrissi estasiato. Nel titolo mi pare che esagerammo provocatoriamente, paragonando la sua mano a quella di McEnroe, quel fenomenale artista dal quale secondo Gianni Clerici “anche senza essere gay varrebbe la pena farsi accarezzare”.

Me ne dissero di tutti i colori. Però quando poi Matteo raggiunse la finale, molte critiche scomparvero.

È dei giorni scorsi invece la mia insistente puntualizzazione sugli evidenti progressi manifestati nel rovescio. Ha giocato delle rasoiate slice a fil di rete che spesso Zverev se la palla si acquattava nell’erba dalla parte del dritto si trovava in palese grande difficoltà. E anche qualche bel passante. Poi certo qualche errore lo commette.

Ma quante volte abbiamo visto il tedesco rivolgersi verso il proprio angolo per lamentare la sua impossibilità a cercare di rispondere ai cannonballs di servizio di Matteo che spolverano quasi sempre le righe.

Mentre sono quasi certo che Sinner, che pure fin qui non mi ha entusiasmato, regolerà le ambizioni di Galan, ripeto l’interrogativo dell’inizio: riuscirà Carlitos a strappare il servizio a Matteo? Quell’Alcaraz che ha sofferto, e non poco, il tennis di Jarry dovrà giocare molto meglio se vorrà battere questo Berrettini resuscitato. Matteo lo ha battuto a Melbourne 76 al quinto nel 2022, e anche Carlitos a Vienna 2021 aveva vinto 76 al set decisivo, mentre aveva vinto 62 al terzo a Rio de Janeiro. Ma Matteo sull’erba dà 6-3,6-3 a Matteo sulla terra rossa. È quasi un altro sport. Se ri-gioca e ri-serve come con Zverev per me Berrettini batte anche Alcaraz.

Ora Matteo si trova per la decima volta negli ottavi di uno Slam e l’accoppiata dei nostri due in ottavi, Sinner e Berrettini, è la quarta di sempre, dopo Cucelli e Del Bello nel ’49, Pietrangeli e Merlo nel ’55, Sonego e Berrettini due anni fa.

Certo per Sinner battere oggi il primo colombiano di sempre a spingersi così avanti a Church Road, Galan n.85 del mondo, sembra affare molto più semplice che per Berrettini confermarsi contro Alcaraz

Ma se i due giungessero ai quarti sarebbe un unicum per il nostro tennis. Sinner sarebbe l’unico tennista italiano a fare i quarti per due anni di fila. Inoltre, Sinner e Berrettini sarebbero i primi italiani a raggiungere due volte i quarti dai tempi di Nicola Pietrangeli. E accoppiate nei quarti le abbiamo raggiunte a Parigi quattro volte (1948,1956,1960,1973), e nel ’62 una in Australia e un’altra allo US Open.

Oggi voglio anche provare a capire se Djokovic è al meglio delle sue possibilità. Con Hurkacz ha vinto 5 volte su 5, ma il polacco gioca bene, se non viene messa in discussione da qualche contrattempo la sua personalità. I tifosi di Sinner faranno il tifo per Safiullin. Shapovalov quest’anno non è quello di due anni fa quando stava per battere Djokovic, ma resta comunque un giocatore di gran talento e capace di grandi exploit. Quanto al match Rublev-Bublik promette spettacolo, come sempre quando gioca Bublik. Che però è capace di “sciogliere” anche da un momento all’altro.

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