Elina Svitolina: “Non è sempre possibile separare sport e politica, la mia posizione dev'essere chiara”

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Elina Svitolina: “Non è sempre possibile separare sport e politica, la mia posizione dev’essere chiara”

“Non posso stringere la mano a russe e bielorusse, i miei amici al fronte cosa penserebbero?” così l’ex n. 3 del mondo. “Apprezzo l’atteggiamento di Kasatkina”

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Elina Svitolina - Wimbledon 2023 (foto Twitter @wta)
 

Grande protagonista degli ultimi due mesi nel circuito WTA, Elina Svitolina, in un’intervista rilasciata ad “Harper’s Bazaar” e ripresa il 25 luglio da “Puntodebreak”, parla appunto di questo splendido periodo agonistico culminato con la semifinale a Wimbledon e di altro, cercando di spiegare le ragioni di alcuni suoi comportamenti in campo, in special modo nei confronti delle colleghe russe e bielorusse.

Su Wimbledon: “è stata per me un’edizione magica del torneo e per questo sono rimasta piuttosto contrariata per la sconfitta che mi ha impedito di giocare la finale e forse di alzare il trofeo. Quello che mi rimane di quest’avventura è il grande sostegno del pubblico inglese che mi ha aiutato non poco a proseguire nel torneo”.

Sempre sui Championships, la tennista ucraina riflette su cosa sia scattato durante il torneo: “Non so esattamente quale sia stata la motivazione che mi ha spinto durante la manifestazione. So che quando ero in difficoltà sono sempre riuscita a reagire e a lottare; riuscendo a superare le prime difficoltà, anche grazie alla spinta della folla, anche il livello del mio tennis è salito”.

L’essere madre è una sensazione nuova che le ha dato un’ulteriore spinta per tornare ai vertici: “Essere genitori vuol dire non sapere mai cosa può succedere. È una sensazione nuova sia per me che per lui (Gael Monfils, ndr), un’esperienza che, devo dire, ha finito per aiutare la mia concentrazione”.

Ovviamente non si può non fare un accenno alla guerra in corso nel suo paese. Impensabile per lei rimanerne al di fuori. “Spesso quando sono online ricevo messaggi dal mio paese. Da un lato provo a isolarmi per mettere insieme il mio tennis migliore, dall’altro il pensiero di casa mi aiuta a dare il giusto peso ai diversi avvenimenti e a capire davvero cosa sia importante. Se in partita le cose vanno per il peggio, penso a quanto io sia fortunata a fare quello che sto facendo, su un campo da tennis, in salute”.

La ventottenne di Odessa parla di come l’evento bellico abbia alterato l’atteggiamento del suo popolo verso la vita stessa, trovando anche dei risvolti positivi: “Molte donne del mio paese mi dicono di come la percezione dell’esistenza sia cambiata. Oggi chi vive in Ucraina cerca di godersi le piccole cose del presente, di vivere l’attimo, di prendersi più cura della propria famiglia. Bisogna fare tesoro di ogni momento della nostra vita”.

Da ultimo la questione della stretta di mano alle colleghe russe e bielorusse. Elina ha detto di aver apprezzato l’atteggiamento di Daria Kasatkina che a Parigi, sapendo che sarebbe stato inutile, non è venuta a rete ad aspettare il saluto della rivale ucraina. “E’ per me frustrante” – conclude Svitolina – “che tante persone non lo capiscano. Per me è normale non stringere loro la mano, perché mi chiedo cosa penserebbero i tanti amici che ho e che in questo momento sono al fronte. Non è sempre possibile separare sport e politica e la mia posizione deve essere chiara”.

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