ATP Umago, Arnaldi: "Tra Challenger e circuito maggiore c'è differenza e la sto gestendo bene" [ESCLUSIVA]

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ATP Umago, Arnaldi: “Tra Challenger e circuito maggiore c’è differenza e la sto gestendo bene” [ESCLUSIVA]

Intervista esclusiva con Matteo Arnaldi dopo la vittoria contro Cobolli al Croatia Open. Le differenze tra i circuiti Challenger e ATP (“Qui nessuno ti regala un punto. E io sto migliorando tanto in questo”), la prossima partenza per i Masters 1000 nordamericani (“Si tratta di fare esperienza”). E la consapevolezza data dalle vittorie

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Matteo Arnaldi - Umago 2023 (foto: Roberto Dell'Olivo)
 

Dal nostro inviato ad Umago

Incontriamo Matteo Arnaldi dopo la vittoria nel derby contro Flavio Cobolli nel secondo turno del Plava Laguna Croatia Open. Per prima cosa gli chiediamo un’opinione sul match appena disputato e sulle sue sensazioni al riguardo.

Si trattava di un derby, c’erano delle condizioni meteo difficili e soprattutto era il secondo match che giocavi come testa di serie in un torneo ATP. Hai sentito un po’ di tensione in più?

“Sinceramente, non ero tanto teso. Abbiamo giocato tante volte, lo conosco bene. Alla fine siamo tanti italiani, se sentissimo la tensione ogni volta che ci sfidiamo non ne usciamo più, quindi va bene. Sicuramente le condizioni non erano semplici: pioveva, non pioveva, soprattutto il freddo… gli altri giorni faceva caldo, oggi faceva freddo. Però sono contento di come ho giocato. Sì, ero per la prima volta testa di serie e credo di averla onorata al meglio per adesso (sorride ndr). E ora pensiamo a preparare bene il prossimo match.”

A Madrid mi avevi detto che la differenza che avevi notato tra il circuito ATP e quello Challenger era il fatto che qui nessuno ti regala un punto, li giocano tutti con la massima attenzione. Dopo ormai quattro mesi a questo livello, è ancora quella, secondo te, la differenza?

Sì, come ti avevo detto per me è quello che fa la differenza. E sicuramente sono migliorato anch’io in questo aspetto. Lo vedo in partite come queste giocate ad Umago, contro De Jong che è n. 180 e Flavio che è n. 148: nei momenti importanti fanno qualche errorino in più, mentre io invece pian piano sto riuscendo a migliorare in questo. Anche perchè ne ho giocate un po’ di partite a livello ATP (13 in totale quest’anno, considerando quelle nei main draw degli Slam ndr), dopo Madrid ho giocato solo un Challenger. Quindi sono contento perchè vedo che sono migliorato e sto migliorando sotto questo punto di vista giorno dopo giorno.

Tu hai avuto una rapidissima ascesa. Sei entrato nei top 200 meno di 12 mesi fa, lo scorso agosto (“Sì, vero, dopo che ho fatto finale a San Marino” ci conferma, ndr) e sei ormai stabile in top 100 da un mese e mezzo. Questa rapida ascesa, secondo te, ha rappresentato un vantaggio, perchè ti ha permesso di giocare magari un po’ più spensierato, con una piccola dose di inconscienza, o forse c’è anche qualche aspetto meno positivo?

Non saprei… Sicuramente è ancora un po’ tutto nuovo, quello è certo. Però nella mia testa, come tutti i giocatori, ti ritieni “forte”. Non dico che pensi di essere il più forte di tutti, però ogni volta pensi che puoi fare di più. E ritengo che questo mi abbia aiutato ad entrare nei match con un pochino di più di consapevolezza. Tanta però ne è arrivata dai primi match che ho vinto a livello ATP, quello con Munar a Barcellona, ma anche quello con Fils nelle quali, e quello con Ruud a Madrid. Ho giocato tanti match in quel periodo, passando le qualificazioni, e mi ha aiutato tanto: perchè se invece ne giochi uno o due, ma non entri in tabellone, poi vai a fare un Challenger, c’è differenza… Ho avuto la fortuna e la possibilità, che credo di essermi guadagnato con qualche bella partita che ho disputato in quel periodo, di giocare con maggiore frequenza a livello ATP. E sono contento di come la sto gestendo. Dall’altro lato adesso arrivano un po’ di punti da difendere, non si può vincere tutte le settimane. Però già sto riuscendo a prendere parecchi punti in queste settimane, che era un po’ l’obiettivo con questi due tornei (Bastad e Umago, ndr), per poi andare a fare le prime esperienze nei Masters 1000 nordamericani.

Quindi saraì a giocare già a Toronto?

Sì, finito qui torno a casa e subito martedì partiamo per Toronto. Si tratta di fare un po’ di esperienza anche lì, quindi per questo cerco di fare il massimo dei punti qui.”

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