Intervista a Lorenzo Musetti: "Fedele ai sogni, non cambio il mio gioco" (Semeraro). Lavagno vs Fognini: "Fabio il mio idolo" (Strocchi). Vavassori sempre più in alto: miglior doppista azzurro (Ighina)

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Intervista a Lorenzo Musetti: “Fedele ai sogni, non cambio il mio gioco” (Semeraro). Lavagno vs Fognini: “Fabio il mio idolo” (Strocchi). Vavassori sempre più in alto: miglior doppista azzurro (Ighina)

La rassegna stampa di giovedì 3 agosto

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Intervista a Lorenzo Musetti: “Fedele ai sogni, non cambio il mio gioco. La differenza con i grandi è mentale” (Stefano Semeraro, La Stampa)

Bello, e possibile. Il tennis rinascimentale di Lorenzo Musetti incanta e vale sempre il prezzo del biglietto. La sua classifica – numero 18, dopo essere stato anche 15 – ad appena ventuno anni suggerisce che l’estetica, in fondo, non è nemica della concretezza.

Musetti, ma davvero non baratterebbe un pizzico di magia con qualche risultato in più?

“No, non cambierei mai il mio tennis. Magari in campo ho bisogno di più tempo di altri, ma credo sia più gratificante rimanere fedeli a se stessi. E ai sogni che abbiamo nel cassetto“.

Ce li racconta?

“Il più importante era diventare un professionista, ci sono riuscito. Ma chiuso un cassetto, nello sport come nella vita, se ne aprono altri. Adesso è raggiungere la vetta del ranking, vincere uno Slam. Se alla fine non riuscirò a raggiungere tutti gli obiettivi che mi ero posto, vorrà dire che non erano alla mia portata. Ma non vorrei essere diverso da quello che sono”.

Se chiude gli occhi contro chi immagina di vincere la partita della vita? Djokovic o Alcaraz?

“Nessuno in particolare. Mi sarebbe piaciuto tanto poter giocare contro Federer, ora non è più possibile”.

Alcaraz lo avete battuto sia lei – l’anno scorso ad Amburgo – sia Sinner, sia Berrettini: però è Carlos il n.1…

“In un anno ha fatto progressi incredibili sotto il profilo tennistico, ma anche fisico e e di consapevolezza nei propri mezzi. Oggi è lui il punto di riferimento, il giocatore da battere. È il Re Mida del tennis: quello che tocca diventa oro. È insieme un amico e una fonte di ispirazione, averlo battuto è un vanto ma anche una motivazione in più per riuscirci di nuovo”.

[…] Il tennis è uno sport magico e maledetto, ogni giorno un esame. Più difficile controllare il rovescio di Sinner o le emozioni?

“Le emozioni. Sono un avversario più duro di qualsiasi colpo. Anche perché nel tennis di oggi non ci sono grandi scarti tecnici e tattici, lo si vede anche dai tanti giocatori a ridosso dei primi 100 che riescono abattere un top 10 o addirittura un top 5. Si va sempre più verso un appiattimento dei valori. La differenza, ad un certo livello, è sul piano emotivo e su quello mentale. E lì i migliori hanno una marcia in più […]. Il tennis è uno sport che può portarti in alto in fretta ma a volte ti fa tanto male che arrivi quasi a rifiutarlo”.

Anche a lei capita di perdere il controllo. È il prezzo da pagare per restare in alto?

“Nelle ultime due ultime settimane si è accumulato tanto stress, dovevo difendere la vittoria ad Amburgo e inconsciamente lo sentivo. Avevo voglia di stare in campo, ma si è riaffacciato un po’ di nervosismo. Non è però andata malissimo (semifinale a Bastad, quarti ad Amburgo, ndr), e oltre a qualche punto sento di aver portato a casa una esperienza in più”.

Il coach di Djokovic, Ivanisevic, sostiene che solo lui e Sinner possono battere Alcaraz in uno Slam. Ha ragione?

“No, non sono d’accordo. Ci sono parecchi giocatori che possono dargli fastidio. E ce ne sono altri che stanno sbocciando e di cui ancora non abbiamo visto il vero valore”.

La prossima settimana con il Canada inizia la trasferta nordamericana che porta agli US Open: anche sul cemento promette bellezza?

“È una tournée lunga, faticosa, ma non ho punti da difendere. In Canada non ho mai giocato, a New York ho ricordi bellissimi legati alla finale da Under 18 e poi è una città incredibile, c’è tanto movimento, tanta energia. Sento di poter far bene anche su quella superficie”.

Lavagno vs Fognini “Fabio il mio idolo” (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Che effetto fa trovarsi dall’altra parte della rete uno dei campioni tuoi idoli di gioventù? È la situazione, non troppo comune, che si trova a vivere stasera Edoardo Lavagno, opposto al 2° turno degli Internazionali San Marino Open (Challenger 125) a un’icona del tennis azzurro come Fabio Fognini.

“È sicuramente un’emozione speciale dal momento che da ragazzino sono cresciuto ammirando proprio un campione corne Fabio e guardando tutte le sue partite” – riconosce il 25enne torinese. “Mi ricordo benissimo certe imprese come la vittoria su Andy Murray, in Coppa Davis a Napoli, o la straordinaria rimonta da due set a zero sotto contro Rafa Nadal agli US Open. Sarà un vero onore poter condividere il campo con chi ha scritto la storia del tennis italiano, unico fin qui a conquistare un Masters 1000, a Monte-Carlo 2019, per poi arrivare fino alla nona posizione mondiale”.

Questo non significa, ovviamente, che il giocatore allenato da Laurent Bondaz non tenti un clamoroso sgambetto al 36enne di Arma di Taggia, per la prima volta in carriera, grazie ad una wild card, in gara sul Titano, dove martedì sera quasi tremila persone hanno assistito al suo esordio.

“Ho seguito anche io per un set e mezzo il match con l’argentino Collarini, fra l’altro mancino come me, e Fognini ha davvero confermato una volta di più tutte le sue qualità e il suo talento. Qualche anno fa ci siamo allenati insieme una volta, ora vedremo come sarà sfidarlo in una partita del tour” – aggiunge Lavagno, che sta vivendo la sua miglior stagione da professionista […].

“Ho perso qualcosa come 4 anni tra infortuni e problemi fisici, ma da un paio di stagioni sto bene e quindi sto riuscendo finalmente ad avere maggiore continuità, anche e soprattutto dal punto di vista mentale. Ho trovato un certo equilibrio e anche la voglia di sacrificarmi per tentare un salto di qualità […]. Per carattere sono un istintivo, amo spingere e far viaggiare la palla, perché questo mi diverte e se questo piace anche agli spettatori non posso che esserne felice”.

Proprio in questi giorni è uscita l’entry list per gli US Open e, con la sua attuale posizione al numero 232 della classifica, dopo aver fatto segnare un mese fa il proprio best ranking al 223° posto, Lavagno […] sta per centrare un obiettivo importante.

“A inizio anno con il mio coach ci eravamo ripromessi di puntare a disputare le qualificazioni di uno Slam e al momento sono fuori di 10 posti, quindi partirò in ogni caso per New York, anche perché di solito con questa classifica alla fine si è sempre entrati nelle qualificazioni degli ultimi Major. Speriamo che non sia l’eccezione proprio questa volta… Quindi la prossima settimana giocherò il Challenger di Cordenons – conclude Edoardo – e poi inizierò gli allenamenti sul cemento”.

Vavassori sempre più in alto: miglior doppista azzurro (Loris Ighina, Corriere Torino)

Luci della ribalta accesissime per due torinesi che stanno continuando a vivere da protagonisti la stagione. Andrea Vavassori, da lunedì scorso, è il nuovo numero uno italiano in doppio. Grazie alla finale raggiunta a Umago ha superato proprio l’attuale compagno della specialità di tandem, il bolognese Simone Bolelli. Vavassori è il numero 41 della classifica ATP, Bolelli il numero 43. Il nuovo sodalidio, iniziato poco prima della stagione su erba e proseguito a Wimbledon dopo i turnei di preparazione, pare destinato a non interrompersi. Una realtà che anche in chiave Davis Cup potrebbe rappresentare una novità in «casa Italia». Vavassori, pur avendo giocato i primi tre quarti d’anno in bella evidenza anche in singolare (dove ora è numero 145), fa del doppio uno dei punti cardine della sua carriera. Preconvocato per la sfida Davis della fase a gironi del prossimo settembre a Bologna, potrebbe essere uno dei due clementi, con Bolelli, a difendere i colori azzurri. Sarebbe la realizzazione di un sogno.

Per la serie «incroci di carriere» l’altro torinese salito in stagione tra i top 300 ATP, Edoardo Lavagno (232 del ranking a inizio settimana) dovrà affrontare oggi nel ricco Challenger di San Marino uno dei personaggi che hanno fatto storia recente del tennis azzurro, Fabio cognini, per anni compagno di doppio con Bolelli: “Un’occasione importante – sottolinea Laurent Bondaz, coach di Lavagno – che ci riempie d’orgoglio. Il fatto di esserci dà il senso del lavoro che stiamo svolgendo e della sua bontà. Inutile nascondere l’emozione ma fa parte del percorso di crescita di Edoardo, quest’anno già in finale nel Challenger di Perugia”. C’è attesa per il testa a testa con Fognini che, pur sceso in classifica (124 ATP), in una partita secca ancora oggi batte i big […]. Non sarà una partita come le altre, considerando l’interesse che suscita tra gli appassionati e non”.

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