Numeri: che carriera sarà quella di Alcaraz? Campioni di precocità a confronto

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Numeri: che carriera sarà quella di Alcaraz? Campioni di precocità a confronto

Quanti Slam può vincere lo spagnolo? Impossibile rispondere in modo sensato, ma si può giocare a fare gli indovini aiutandosi con dei paragoni. L’approfondimento di Ferruccio Roberti

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Carlos Alcaraz - Wimbledon 2023 (Twitter @wimbledon)
 

20 anni, 2 mesi e 11 giorni: l’età precisa di Carlos Alcaraz quando -nemmeno tre settimane fa- ha alzato per la prima volta al cielo la coppa di Wimbledon. Sconfiggendo Djokovic al termine di una finale intensissima e appassionante lo spagnolo si è tolto anche un’ulteriore piccola soddisfazione: è diventato il terzo tennista più giovane di sempre a vincere lo Slam londinese. Meglio di lui in tal senso hanno fatto solo Bjorn Borg, che quando vinse Wimbledon nel 1976 era divenuto ventenne da 27 giorni, e Boris Becker, laureatosi campione sui prati di Church Road nel 1985 a 17 anni 7 mesi e 15 giorni (il tedesco si sarebbe poi ripetuto, da poco maggiorenne, nel luglio 1986). Il tennista nato a Murcia nel maggio 2003, a differenza dei due tennisti citati, ha però conquistato i Championships essendo già il numero 1 della classifica mondiale, dando un’impressione di forza impressionante nel corso del tragitto che lo ha portato alla vittoria. Quel che colpisce di Carlos è la precocità con la quale si è dimostrato competitivo ai massimi livelli: ci è riuscito non solo in episodici casi di picco di rendimento, come quello che gli ha permesso di vincere nel settembre del 2022 gli US Open, diventando il settimo di sempre più giovane a portare a casa uno Slam,in una graduatoria il cui recordman assoluto è Michael Chang,autore della leggendaria vittoria al Roland Garros 1989. 

Tabella 1- Principali risultati raggiunti a 20 anni, 2 mesi e 11 giorni

GiocatoreW-L Finali complessivoW-L Finali SlamW-L Finali Masters 1000W-L Vs top 5 ATPBilancio Vs  6-10 ATPBest ranking
Borg22-16 (57.9)3-0 (100)3-2 (60)15-14 (51.7)18-20 (47.3)2
Wilander17-9 (65.4)2-1 (66.7)3-1 (75)17-10 (63)9-8 (52.9)3
Sampras7-3 (70)1-0 (100)0-1 (0)7-9 (43.8)7-5 (58.3)5
Federer1-3 (25)0-0 (0)0-0 (0)4-6 (40)5-12 (41.6)12
Nadal18-3 (85.7)  2-1 (66.7)6-7 (85.7)9-5 (64.3)8-2 (80)2
Djokovic5-2 (71.4 )0-0 (0)1-1 (50)1-11 (8.3)5-4 (55.5)3
Alcaraz12-3 (80)2-0 (100)4-0 (100)10-6 (62.5)9-4 (89.2)1

La vera unicità di Alcaraz sta appunto nella continuità incredibile di rendimento mostrata sinora, che lo ha portato ad essere il più giovane numero 1 della storia (e sono già 31 le settimane in cui lo è stato), una circostanza che inevitabilmente ha fatto iniziare per lo spagnolo paragoni piuttosto impegnativi. Dove può arrivare? Quanti Slam può vincere? Supererà Djokovic come tennista più vincente della storia del tennis professionistico? Sono domande legittime tra gli appassionati, ma in realtà aleatorie e sbagliate, non solo perché mettono inutile pressione a un giovane ragazzo che deve solo pensare a godersi ogni attimo della sua carriera. Sono quesiti errati perchè è impossibile dare loro una risposta sensata: in prima analisi perché non è in alcun modo possibile prevedere se nei prossimi quindici anni Carlos continuerà ad avere l’attuale gioia nel dedicare quotidianamente la sua vita al tennis e conserverà lo stesso amore per il gioco di cui è dotato adesso. Entrambi sono due ingredienti indispensabili, così come lo è il talento (di cui è più che abbondantemente dotato), per mantenersi tecnicamente e psico-fisicamente al top in uno sport iper competitivo ed equilibrato come il tennis moderno. Non si può nemmeno sapere se il fato non sarà ingeneroso con Alcaraz, facendolo ad esempio incappare in infortuni/incidenti tali da pregiudicare la sua piena efficienza fisica per un periodo più o meno lungo. Per concludere con un ultimo esempio la vasta serie di ipotesi che si potrebbero formulare per aiutare a comprendere come sia impossibile esprimere pronostici sensati sulla carriera di Carlos, non va nemmeno dimenticato come sia imprevedibile a stretto giro di posta, non solo il perdurare dell’elevata competitività di Djokovic (e magari di Nadal), ma, soprattutto, la presenza nel circuito nei prossimi lustri di un grande campione in grado di concorrere ad armi pari con lui. E del resto che l’aver vinto già due Slam prima di aver compiuto 21 anni (come fatto anche da Becker e Nadal) sia solo un ottimo indizio e nulla più per il prosieguo di una carriera ad altissimi livelli è testimoniato anche dalla statistica che vede aver fatto ad oggi meglio di Carlos sia Borg (3 Major) che Wilander (4), poi però fermatisi, per diversi motivi tra loro, prima dei 12 Slam. 

Tabella 2- Bilancio partite vinte-perse a 20 anni, 2 mesi e 11 giorni, scomposto per superficie

GiocatoreterraerbaCementoduro indoor
Borg143-24 (80.8)38-13 (74.5)14-12 (53.8)24-9 (72.7)
Wilander202-57 (78)17-6 (73.9)29-7 (80.6)25-5 83.3)
Sampras5-8 (38.5)13-7 (55)68-29 (70.1)5-3 (62.5)
Federer12-18 (40)11-8 (57.9)23-18 (56.1)31-15 (67.4)
Nadal100-12 (89.3)11-5 (68.8)50-20 (71.4)9-3 (75)
Djokovic36-17 (67.9)12-5 (70.6)30-12 (71.4)13-6 (68.4)
Alcaraz63-14 (81.8)16-2 (88.9)41-13 (75.9)11-6 (64.7)

Tuttavia, non fa male nella calura estiva distrarsi e giocare a fare gli indovini aiutandosi con dei confronti, ancor di più se permettono di fare un salto nostalgico nel passato. Ho così recuperato le statistiche principali sulle varie superfici e nei principali tornei (dove necessario con delle piccole forzature, come nel caso dei Masters 1000, nati solo nel 1990, antecedentemente a tale data sono stati presi tornei assimilabili per importanza) e contro i più forti avversari di alcuni dei più grandi tennisti di sempre. Ovviamente si parla dei Fab 3, ma anche del più forte degli anni 90, Pete Sampras (con i suoi 14 Slam in bacheca) e, appunto, dei due grandi tennisti svedesi, Borg e Wilander, gli unici ad aver fatto meglio di lui -quanto a Major vinti- all’età nella quale Alcaraz ha vinto lo scorso 16 luglio. Dando un’occhiata alle due tabelle che contengono i dati raccolti, balza agli occhi come Carlos non abbia solo il record come best ranking dalla sua parte, ma anche un eccellente score contro i rivali nella top 5, inferiore solo a quello di Nadal (che però considerando solo i confronti fuori dalla terra scendeal 41.7%) e, per mezzo punto percentuale, a Wilander. Alcaraz ha anche il miglior score assoluto contro i colleghi tra la sesta e la decima posizione del ranking, ma, soprattutto, è l’unico ad avere un bilancio partite vinte-perse superiore al 75% sia sulla terra, che sull’erba e sul cemento all’aperto (indubbiamente aiutato parzialmente dalla mitigata differenza tra le superfici avvenuta negli ultimi anni). Una statistica che permette di consolidare la fiducia sulla potenzialità da parte del giovane campione spagnolo di poter raggiungere vari successi in tutti e quattro i Major e mantenere contestualmente sempre molto alta la sua classifica. Ma, appunto, la possibilità teorica di una straordinaria carriera per Alcaraz è indubbia e ormai riconosciuta quasi universalmente nel mondo del tennis, al di là di queste statistiche. Carlos ha dalla sua una muscolatura già molto potente e un bagaglio tennistico capace di trovare vincenti con ogni colpo e da ogni posizione del campo, sfruttando l’eccellente delicatezza di tocco di cui è dotato. Ma soprattutto, l’attuale numero 1 ATP possiede le stimmate del campione, le qualità impossibili da migliorare con l’allenamento: copiose e innate dosi di coraggio e freddezza, risultate decisive anche nel corso della finale di Wimbledon. Ovunque arriverà nel corso della sua carriera, l’augurio più altruistico che gli si possa fare è che continui a giocare divertendosi come fa adesso: sicuramente gli appassionati potranno godere ancora di tantissimo bel tennis grazie alle sue giocate.

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