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Numeri: che carriera sarà quella di Alcaraz? Campioni di precocità a confronto
Quanti Slam può vincere lo spagnolo? Impossibile rispondere in modo sensato, ma si può giocare a fare gli indovini aiutandosi con dei paragoni. L’approfondimento di Ferruccio Roberti

20 anni, 2 mesi e 11 giorni: l’età precisa di Carlos Alcaraz quando -nemmeno tre settimane fa- ha alzato per la prima volta al cielo la coppa di Wimbledon. Sconfiggendo Djokovic al termine di una finale intensissima e appassionante lo spagnolo si è tolto anche un’ulteriore piccola soddisfazione: è diventato il terzo tennista più giovane di sempre a vincere lo Slam londinese. Meglio di lui in tal senso hanno fatto solo Bjorn Borg, che quando vinse Wimbledon nel 1976 era divenuto ventenne da 27 giorni, e Boris Becker, laureatosi campione sui prati di Church Road nel 1985 a 17 anni 7 mesi e 15 giorni (il tedesco si sarebbe poi ripetuto, da poco maggiorenne, nel luglio 1986). Il tennista nato a Murcia nel maggio 2003, a differenza dei due tennisti citati, ha però conquistato i Championships essendo già il numero 1 della classifica mondiale, dando un’impressione di forza impressionante nel corso del tragitto che lo ha portato alla vittoria. Quel che colpisce di Carlos è la precocità con la quale si è dimostrato competitivo ai massimi livelli: ci è riuscito non solo in episodici casi di picco di rendimento, come quello che gli ha permesso di vincere nel settembre del 2022 gli US Open, diventando il settimo di sempre più giovane a portare a casa uno Slam,in una graduatoria il cui recordman assoluto è Michael Chang,autore della leggendaria vittoria al Roland Garros 1989.
Tabella 1- Principali risultati raggiunti a 20 anni, 2 mesi e 11 giorni
Giocatore | W-L Finali complessivo | W-L Finali Slam | W-L Finali Masters 1000 | W-L Vs top 5 ATP | Bilancio Vs 6-10 ATP | Best ranking |
Borg | 22-16 (57.9) | 3-0 (100) | 3-2 (60) | 15-14 (51.7) | 18-20 (47.3) | 2 |
Wilander | 17-9 (65.4) | 2-1 (66.7) | 3-1 (75) | 17-10 (63) | 9-8 (52.9) | 3 |
Sampras | 7-3 (70) | 1-0 (100) | 0-1 (0) | 7-9 (43.8) | 7-5 (58.3) | 5 |
Federer | 1-3 (25) | 0-0 (0) | 0-0 (0) | 4-6 (40) | 5-12 (41.6) | 12 |
Nadal | 18-3 (85.7) | 2-1 (66.7) | 6-7 (85.7) | 9-5 (64.3) | 8-2 (80) | 2 |
Djokovic | 5-2 (71.4 ) | 0-0 (0) | 1-1 (50) | 1-11 (8.3) | 5-4 (55.5) | 3 |
Alcaraz | 12-3 (80) | 2-0 (100) | 4-0 (100) | 10-6 (62.5) | 9-4 (89.2) | 1 |
La vera unicità di Alcaraz sta appunto nella continuità incredibile di rendimento mostrata sinora, che lo ha portato ad essere il più giovane numero 1 della storia (e sono già 31 le settimane in cui lo è stato), una circostanza che inevitabilmente ha fatto iniziare per lo spagnolo paragoni piuttosto impegnativi. Dove può arrivare? Quanti Slam può vincere? Supererà Djokovic come tennista più vincente della storia del tennis professionistico? Sono domande legittime tra gli appassionati, ma in realtà aleatorie e sbagliate, non solo perché mettono inutile pressione a un giovane ragazzo che deve solo pensare a godersi ogni attimo della sua carriera. Sono quesiti errati perchè è impossibile dare loro una risposta sensata: in prima analisi perché non è in alcun modo possibile prevedere se nei prossimi quindici anni Carlos continuerà ad avere l’attuale gioia nel dedicare quotidianamente la sua vita al tennis e conserverà lo stesso amore per il gioco di cui è dotato adesso. Entrambi sono due ingredienti indispensabili, così come lo è il talento (di cui è più che abbondantemente dotato), per mantenersi tecnicamente e psico-fisicamente al top in uno sport iper competitivo ed equilibrato come il tennis moderno. Non si può nemmeno sapere se il fato non sarà ingeneroso con Alcaraz, facendolo ad esempio incappare in infortuni/incidenti tali da pregiudicare la sua piena efficienza fisica per un periodo più o meno lungo. Per concludere con un ultimo esempio la vasta serie di ipotesi che si potrebbero formulare per aiutare a comprendere come sia impossibile esprimere pronostici sensati sulla carriera di Carlos, non va nemmeno dimenticato come sia imprevedibile a stretto giro di posta, non solo il perdurare dell’elevata competitività di Djokovic (e magari di Nadal), ma, soprattutto, la presenza nel circuito nei prossimi lustri di un grande campione in grado di concorrere ad armi pari con lui. E del resto che l’aver vinto già due Slam prima di aver compiuto 21 anni (come fatto anche da Becker e Nadal) sia solo un ottimo indizio e nulla più per il prosieguo di una carriera ad altissimi livelli è testimoniato anche dalla statistica che vede aver fatto ad oggi meglio di Carlos sia Borg (3 Major) che Wilander (4), poi però fermatisi, per diversi motivi tra loro, prima dei 12 Slam.
Tabella 2- Bilancio partite vinte-perse a 20 anni, 2 mesi e 11 giorni, scomposto per superficie
Giocatore | terra | erba | Cemento | duro indoor |
Borg | 143-24 (80.8) | 38-13 (74.5) | 14-12 (53.8) | 24-9 (72.7) |
Wilander | 202-57 (78) | 17-6 (73.9) | 29-7 (80.6) | 25-5 83.3) |
Sampras | 5-8 (38.5) | 13-7 (55) | 68-29 (70.1) | 5-3 (62.5) |
Federer | 12-18 (40) | 11-8 (57.9) | 23-18 (56.1) | 31-15 (67.4) |
Nadal | 100-12 (89.3) | 11-5 (68.8) | 50-20 (71.4) | 9-3 (75) |
Djokovic | 36-17 (67.9) | 12-5 (70.6) | 30-12 (71.4) | 13-6 (68.4) |
Alcaraz | 63-14 (81.8) | 16-2 (88.9) | 41-13 (75.9) | 11-6 (64.7) |
Tuttavia, non fa male nella calura estiva distrarsi e giocare a fare gli indovini aiutandosi con dei confronti, ancor di più se permettono di fare un salto nostalgico nel passato. Ho così recuperato le statistiche principali sulle varie superfici e nei principali tornei (dove necessario con delle piccole forzature, come nel caso dei Masters 1000, nati solo nel 1990, antecedentemente a tale data sono stati presi tornei assimilabili per importanza) e contro i più forti avversari di alcuni dei più grandi tennisti di sempre. Ovviamente si parla dei Fab 3, ma anche del più forte degli anni 90, Pete Sampras (con i suoi 14 Slam in bacheca) e, appunto, dei due grandi tennisti svedesi, Borg e Wilander, gli unici ad aver fatto meglio di lui -quanto a Major vinti- all’età nella quale Alcaraz ha vinto lo scorso 16 luglio. Dando un’occhiata alle due tabelle che contengono i dati raccolti, balza agli occhi come Carlos non abbia solo il record come best ranking dalla sua parte, ma anche un eccellente score contro i rivali nella top 5, inferiore solo a quello di Nadal (che però considerando solo i confronti fuori dalla terra scendeal 41.7%) e, per mezzo punto percentuale, a Wilander. Alcaraz ha anche il miglior score assoluto contro i colleghi tra la sesta e la decima posizione del ranking, ma, soprattutto, è l’unico ad avere un bilancio partite vinte-perse superiore al 75% sia sulla terra, che sull’erba e sul cemento all’aperto (indubbiamente aiutato parzialmente dalla mitigata differenza tra le superfici avvenuta negli ultimi anni). Una statistica che permette di consolidare la fiducia sulla potenzialità da parte del giovane campione spagnolo di poter raggiungere vari successi in tutti e quattro i Major e mantenere contestualmente sempre molto alta la sua classifica. Ma, appunto, la possibilità teorica di una straordinaria carriera per Alcaraz è indubbia e ormai riconosciuta quasi universalmente nel mondo del tennis, al di là di queste statistiche. Carlos ha dalla sua una muscolatura già molto potente e un bagaglio tennistico capace di trovare vincenti con ogni colpo e da ogni posizione del campo, sfruttando l’eccellente delicatezza di tocco di cui è dotato. Ma soprattutto, l’attuale numero 1 ATP possiede le stimmate del campione, le qualità impossibili da migliorare con l’allenamento: copiose e innate dosi di coraggio e freddezza, risultate decisive anche nel corso della finale di Wimbledon. Ovunque arriverà nel corso della sua carriera, l’augurio più altruistico che gli si possa fare è che continui a giocare divertendosi come fa adesso: sicuramente gli appassionati potranno godere ancora di tantissimo bel tennis grazie alle sue giocate.
ATP
ATP Shanghai: Fognini e Schwartzman tra le wild card
Il tennista ligure sarà il quinto italiano presente in tabellone, dopo Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego

Dal 2 al 15 ottobre tornerà sotto ai riflettori il Rolex Shanghai Masters, penultimo appuntamento 1000 dell’anno, assente dal panorama tennistico da quasi un lustro. Infatti, l’ultima edizione risale al 2019 e il campione fu Danil Medvedev, che ai quarti di finale sconfisse proprio Fabio Fognini in due set.
Con un tabellone adeguatosi alle direttive ATP per quanto riguarda l’estensione, il torneo ha potuto concedere cinque wild card e una ci interessa da vicino. Dopo un periodo un po’ arduo a causa di un infortunio, del successivo rientro in campo nei Challenger e, infine, dell’esclusione dalla Coppa Davis, Fognini torna a giocare in un tabellone ATP e lo fa proprio a Shanghai con una wild card assegnatagli dagli organizzatori. Tenterà, dunque, di scalare ancora una volta la classifica, come d’altronde vorrà fare anche Diego Schwartzman, anche lui ex top ten che negli ultimi mesi non se la sta passando molto bene a livello di risultati.
Per quanto riguarda gli altri tre inviti, gli organizzatori hanno prevedibilmente concesso la corsia preferenziale a tre giocatori di casa: il primo è il giovanissimo classe 2005 Juncheng Shang, poi sarà presente il ventunenne Yunchaokete Bu, mentre per finire l’onore di esordire in un tabellone 1000 lo avrà anche Rigele Te, attualmente numero 494 al mondo. I primi due, invece, si trovano rispettivamente al 160esimo e al 187esimo scalino del ranking, e cercheranno senza alcun dubbio di onorare la wild card caricandosi con il pubblico di casa durante i loro match. Grande responsabilità, quindi, ma anche enorme occasione di brillare sotto le stelle della bandiera cinese.
ATP
ATP Astana: Shevchenko vince facile, Medjedovic sfrutta il ritiro di Djere
La WC di casa Mikhail Kukushkin non sfrutta un match point nel secondo set e si arrende a Borges. Prima vittoria da fidanzato per Alexander Shevchenko

Al via anche l’edizione 2023 dell’Astana Open, torneo che l’anno scorso vide alzare il trofeo a Novak Djokovic, che invece quest’anno ha preferito riposarsi e magari giocare a golf nel periodo pre Finals. I pochi match che si sono giocati nella prima giornata hanno visto sfidarsi il neofidanzato di Anastasia Potapova, Alexander Shevchenko, con l’olandese Botic van de Zandschulp non proprio nel suo miglior periodo di forma. Infatti, il n.85 ATP ha sempre mantenuto il controllo del match, imponendosi per 6-4 6-3 in un’ora e trentotto minuti, nei quali ha performato leggermente meglio dell’avversario sia in risposta che al servizio.
Dettagli che gli hanno permesso di vincere il primo scontro diretto con l’avversario – tornando al successo in una partita di un main draw ATP dopo quasi due mesi, ossia dal 500 di Washington – e di accedere al secondo turno, dove se la vedrà con il giovane serbo Hamad Medjedovic. Quest’ultimo ha sfruttato il ritiro del connazionale Laslo Djere, quando il primo era sopra 6-3 2-1 nel punteggio, per passare il turno e onorare la WC ricevuta, proprio come ha fatto Shevchenko.
Più intenso ma anche più infelice alla fine dei conti è stato l’incontro tra il beniamino di casa – sempre WC – Mikhail Kukushkin e il portoghese Nuno Borges, opposti in campo per la prima volta l’uno contro l’altro. È da tempo ormai che il tennista kazako ex n.39 al mondo si dedica principalmente al circuito Challenger, ma nonostante questo il giocatore portoghese ci ha messo quasi tre ore per arrivare al successo, che ha ottenuto con lo score di 5-7 7-6(6) 6-4.
Il 36enne russo, naturalizzato kazako, nel tie-break del secondo parziale era arrivato a match point, ma non è riuscito a chiudere lasciando così il passo al suo avversario, che nel terzo set gli ha strappato il servizio in apertura mantenendo poi il break fino alla fine. Per Borges sfida al secondo turno contro il vincente del match Korda-Popyrin.
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ITIA: sospeso Madaras, il tennista dei record nel circuito ITF
L’Agenzia anticorruzione del tennis ha confermato la sospensione provvisoria del giocatore svedese numero 220 ATP, che avrebbe dovuto essere un avversario degli azzurri in Coppa Davis a Bologna

Non esattamente l’età dell’oro per quanto riguarda il tennis svedese. Negli ultimi mesi lo sport della racchetta ha visto da quelle parti un brusco cambiamento, avviato in primis dal numero uno Mikael Ymer. Come si sa, dopo la sospensione del tennista svedese che aveva mancato, secondo l’ITIA, i tre controlli antidoping con conseguente interruzione istantanea dalle competizioni, l’ex 50 al mondo ha deciso di ritirarsi dal tennis lasciando tutti di sasso. Poi, nella parentesi Coppa Davis la nazionale traghettata dal fratello di Mikael, Elias, non ha certamente brillato in quel di Bologna, dove è arrivata con la squadra meno attrezzata di tutti ed è sprofondata malamente in fondo alla classifica, arrivando quindi quarta nel girone.
Ora, invece, un altro tennista svedese deve fare i conti con l’ITIA (International Tennis Integrity Agency), e si tratta dell’attuale numero 220 al mondo (ex 191) Dragos Nicolae Madaras. Il mancino rumeno, naturalizzato svedese, è stato protagonista di un’annata da record che l’ha visto come leader indiscusso del circuito ITF. Infatti, Madaras è diventato il primo tennista della storia a trionfare in ben dieci tornei Futures nello stesso anno e ci è riuscito con l’ultimo titolo nel mese di luglio, quindi poco dopo metà stagione. Dichiarato come un obiettivo di quest’anno, il giocatore svedese aveva aperto il 2023 vincendo quattro titoli consecutivi con ben ventuno successi filati, che l’hanno condotto partita dopo partita a un’impressionante cifra di, appunto, dieci allori, sessantasette vittorie e solo cinque sconfitte. Inoltre, quest’anno ha partecipato per la prima volta a uno Slam, Wimbledon, dove è riuscito a superare un turno nel tabellone cadetto. Come ciliegina sulla torta, Madaras era perdipiù stato convocato per la Coppa Davis a Bologna ma, infine, non vi ha preso parte. E chissà perché…
Una stagione più che positiva, dunque, per il ventiseienne svedese, salvo il fatto che dal 17 agosto gli è stato vietato di partecipare ai tornei professionistici per “non aver ottemperato a una richiesta”, recita il TACP – Tennis Anti Corruption Program – in riferimento al suo caso. Una sospensione provvisoria, però, che attende accertamenti dall’ITIA. Il giocatore ha già provveduto a presentare ricorso contro il provvedimento, ma il 22 settembre è stata respinta, ed è questo il motivo per cui nel frattempo non ha potuto – e per ora non potrà – presenziare in Coppa Davis e nemmeno in qualunque altro torneo approvato dagli organi di governo dello sport. Rimaniamo quindi attesa di un’eventuale sentenza per ulteriori novità sul caso Madaras.
