WTA Montreal: Wozniacki fiduciosa prima del rientro, Andreescu rivuole la Top 20 e Venus cerca altre vittorie

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WTA Montreal: Wozniacki fiduciosa prima del rientro, Andreescu rivuole la Top 20 e Venus cerca altre vittorie

Iga Swiatek è la giocatrice da battere, ma a Montreal gli occhi sono puntati su Wozniacki che ritorna, sulla beniamina canadese Andreescu e sui 43 anni di Venus Williams che non sembra volersi fermare

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Bianca Andreescu presenta il suo libro per bambini - WTA Montreal 2023 (foto Twitter @OBNmontreal)
 

(dal nostro inviato a Montreal)

Tanto sole e sorrisi nella domenica pre-torneo all’Omnium Banque Nationale di Montreal, versione WTA. Le oltre 25.000 persone che hanno varcato i cancelli nella giornata di sabato (record assoluto, con i biglietti del centrale andati esauriti) hanno lanciato il torneo nel migliore dei modi per raggiungere l’obiettivo delle 200.000 presenze che Tennis Canada si è prefissato per questa edizione 2023: si tratterebbe del nuovo record per un torneo femminile non-combined di una settimana, record che è già detenuto da Montreal con i 181.996 spettatori dell’edizione 2014, quella dell’anno d’oro della stella di casa Eugenie Bouchard, quest’anno sconfitta al primo turno delle qualificazioni da Danielle Collins.

Il nemico più grande di Tennis Canada rimane Giove Pluvio, che promette nubi nere e temporali fino a mercoledì, mentre ad aiutare l’afflusso del pubblico di casa, ormai rientrato dalle vacanze dopo il tradizionale break delle ultime due settimane di luglio, dovrebbero esserci le tenniste biancorosse Leylah Fernandez e Bianca Andreescu, ma soprattutto la rientrante ex n. 1 mondiale, campionessa qui nel 2010, Caroline Wozniacki. “È davvero bello essere di ritorno – ha detto la campionessa danese nella sua conferenza stampa pre-torneo – mi sento molto bene in allenamento, credo di essere in grado di esprimere un buon tennis, ma non ho giocato un match in torneo da più di tre anni e mezzo, quindi è difficile dire esattamente qual è la mia condizione agonistica. L’obiettivo al momento è quello di giocare quante più partite possibili in modo da arrivare al massimo della forma allo US Open. Se gioco al meglio credo di poter battere chiunque”.

La sua decisione di tornare al tennis pro dopo due gravidanze e dopo aver appeso la racchetta al chiodo nel gennaio del 2020 ricorda molto quella di Kim Clijsters, che nel 2009 arrivò addirittura a vincere lo US Open appena rientrata sul circuito. “Sì, mi ricordo molto bene il suo ritorno, è stata lei a battermi nella finale dello US Open” ha ricordato Wozniacki, “si tratta di una grande fonte di ispirazione, quello che ha fatto è stato incredibile, con una bambina di 18 mesi”. Caroline dalla sua parte ha uno straordinario fisico che ha mantenuto allenato anche durante le gravidanze: “Mi sono mantenuta in forma, ho continuato ad andare in palestra tutti i giorni anche dopo il ritiro, anche se non ho toccato la racchetta per tanto tanto tempo. Quindi è stata quella la cosa più difficile, il ritornare a passare così tanto tempo sul campo, a gestire i piccoli dolorini che emergono giorno dopo giorno… si vede che sto invecchiando…”

Wozniacki è a Montreal con i suoi due figli, Olivia di poco più di due anni, e James di soltanto nove mesi.Ero molto preoccupata per il volo, perché dall’Europa a qui è un volo diurno, per cui mi chiedevo come li avrei intrattenuti. Invece sono stati fantastici. Il problema più grande viaggiando con i bambini piccoli sono le camere d’albergo e i sedili per la transportation. Sono tutte cose a cui non avevo mai pensato prima, invece ora mi ritrovo a fare i conti con questi problemi, e a volte si finisce per prenotare quasi un piano intero dell’albergo…

Wozniacki esordirà contro una qualificata, l’australiana Kimberly Birrell, così come Bianca Andreescu, che invece ha pescato la nostra Camila Giorgi. La campionessa dello US Open 2019 che sta cercando di risalire la china dopo un’infinita lista di infortuni e dopo una battaglia per recuperare la propria salute mentale. “Non mi piace vedere quel numero 44 vicino al mio nome, spero davvero di riuscire a tornare nelle Top 20 entro la fine dell’anno. Ma quel numero non mi definisce: non sono solo una tennista, sono anche una persona. Ora sono molto più preparata ad affrontare le sconfitte: nel 2021 mi rinchiudevo in uno spazio isolato e non volevo parlare con nessuno, ora posso anche andare fuori a cena la stessa sera, dopo aver parlato con il mio coach e aver analizzato il match”.

Al momento il gioco di Bianca Andreescu sembra che stia progressivamente tornando, ma le vittorie stanno arrivando più lentamente. “Mi fido del processo, continuo a lavorare con il mio team nella maniera che abbiamo deciso. Sappiamo che manca poco per arrivare ai risultati che vogliamo ottenere, ma nel tennis è sempre così, manca sempre poco. E se qualcuno di noi vuole cambiare qualcosa, credo che la chiave di tutto sia la comunicazione: è necessario parlarsi apertamente. Anche in questo periodo stiamo facendo qualche cambiamento nel modo di lavorare, non voglio dire cosa, ma credo che stia funzionando”.

A Montreal quest’anno c’è anche la 43enne Venus Williams, che ha ricevuto una wild card dagli organizzatori e si è presentata in Quebec per la prima volta dal 2018, quando aveva perso negli ottavi da Simona Halep e dopo la finale raggiunta nel 2014 dopo aver sconfitto la sorella Serena in semifinale. “C’è voluto tanto lavoro per arrivare qui – ha detto la campionessa americana, riferendosi agli infortuni che l’hanno martoriata negli ultimi periodo, e in particolare l’ultimo patito a Wimbledon contro Svitolina – ghiaccio cinque volte al giorno, terapia tre volte al giorno, tante preghiere… ma alla fine sono riuscita a venire”.

Insolitamente ciarliera, Venus ha parlato dello stato attuale della sua carriera e del suo atteggiamento nei confronti del tennis: “Ritornare a giocare tornei è stato davvero istruttivo, ho imparato tante cose, soprattutto nel mio ultimo incontro nel quale ho deciso di continuare a giocare. Mi ci è voluto tempo per imparare di nuovo a competere, ed è strano da dire perché nella mia vita non ho fatto altro che competere”.

La cosa più dura sono le sessioni di allenamento, il lavoro da svolgere giorno dopo giorno che diventa pesante con il passare del tempo, perché ci sono altre cose più interessanti che non sfinirsi sul campo da tennis. Ma tutto ciò è ripagato dal sapore della vittoria, quel sapore che nasce da lontano, dall’eseguire correttamente ciò che è necessario per arrivare a vincere. E c’è anche la sensazione di essere bravi a fare qualcosa, una sensazione che regala tanta gioia”.

Ultima a comparire davanti ai giornalisti è stata Iga Swiatek, che esordisce a Montreal da navigata n. 1 del mondo, in un impianto che curiosamente ha uno stadio con il suo stesso nome. La IGA è una catena di supermercati a Montreal e dà il suo nome al centrale dell’impianto di Parc Jarry. “È davvero un onore…” ha scherzato la tennista polacca, che è arrivata piuttosto presto a Montreal per lavorare duramente sul campo con un paio di sessioni al giorno. “Ho vinto il torneo di Varsavia la settimana scorsa, ma non è stato per nulla semplice. Ho dovuto giocare la fine della semifinale il giorno della finale, sabato sera ero molto nervosa, in ogni modo sono riuscita a superare anche quel momento di tensione, e questo è positivo”.

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