Paolini rilancia e ora US Open (Giammò). US Open in chiaro su Supertennis TV (Bertellino). Nastase, 50 anni fa: «Scherzi, amicizia e quel gatto nero contro Panatta» (Crivelli)

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Paolini rilancia e ora US Open (Giammò). US Open in chiaro su Supertennis TV (Bertellino). Nastase, 50 anni fa: «Scherzi, amicizia e quel gatto nero contro Panatta» (Crivelli)

La rassegna stampa di mercoledì 23 agosto 2023

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Paolini rilancia e ora US Open (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

L’America di Jasmine Paolini si ferma a Cleveland, battuta al secondo turno in due set (6-4, 6-3) dalla cinese Xinyu Wang nell’ultimo torneo prima del via degli US Open. Ma il viaggio è tutt’altro che compromesso, anzi. Inaugurata la settimana con il suo best ranking – n.35 Wta – l’azzurra si è presentata per quello che era il suo secondo appuntamento consecutivo in Ohio sulle ali di un entusiasmo figlio dei recenti risultati collezionati tra Montreal e Cincinnati, dove è stata eliminata agli ottavi dall’americana Pegula e ai quarti da Coco Gauff – entrambe laureatesi poi vincitrici dei due titoli – e in cerca di quella rifinitura necessaria per presentarsi al meglio all’appuntamento dello Slam newyorkese. […] Dopo la bella vittoria al primo turno contro la polacca Frech, ieri contro la cinese Wang la testa di serie n.11 è calata vistosamente nel secondo set, dopo un primo parziale giocato alla pari e ceduto in virtù della sola palla break concessa alla sua rivale nel nono gioco. Un break le cui scorie Paolini ha continuato a pagare alla ripresa delle operazioni, nonostante la grinta con cui a più riprese ha provato a restare aggrappata al match. Scavato il solco, con la cinese al servizio sul 5-2 per chiudere il match, l’epilogo sembrava ormai imminente. E invece c’è stato ancora tempo per lottare e per rendere complicata la vita alla sua rivale, ritrovando lampi di quel tennis che non aspettava altro che accendersi e che ieri, forse, è solo incappato in un passaggio a vuoto.

US Open in chiaro su Supertennis TV (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Giornate storiche, quella di ieri e le prossime per il tennis italiano perché dopo 34 anni gli US Open, ultimo Slam di stagione, sono visibili in chiaro grazie a Supertennis TV, la televisione della Federazione Italiana Tennis e Padel e alla piattaforma streaming SuperTenniX (gratuita per i tesserati FTTP): «E’ un momento storico, per lo sport italiano, per l’informazione, per la nostra Federazione, con orgoglio riportiamo nelle case di tutti gli italiani un torneo del Grande Slam, dopo oltre trenta anni di visione limitata alle pay tv — sottolinea il Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi —. E’ un impegno che ci siamo presi, per cinque anni, perché convinti che SuperTennis debba avere tra le sue mission quella di garantire un servizio pubblico, compito che assolve sempre più egregiamente da quindici anni». Sul campo sono iniziati i match di qualificazione che vedono in gara quindici giocatori azzurri e tre giocatrici italiane. Bella vittoria del faentino Federico Gaio che in rimonta ha avuto la meglio sul francese Hugo Grenier; numero 139 ATP e 32^ testa di serie del tabellone iniziale. Prova perfetta anche di Lucrezia Stefanini, che ha lasciato tre giochi alla svizzera In-AIbon. Eliminata invece Sara Errani. Derby azzurro molto combattuto quello tra Giulio Zeppieri e Riccardo Bonadio, vinto dal primo grazie ad un break colto nel momento topico del terzo set. Oggi si chiuderà il primo turno. In campo tra gli altri anche Andrea Vavassori, opposto al bosniaco Damir Dzumhur: «Conosco abbastanza bene il mio avversario — ha detto il 28enne torinese — perché abbiamo giocato diverse volte contro. Dopo Kitzbuhel ho staccato diversi giorni e poi mi sono preparato sul cemento in vista delle qualificazioni del singolo US Open. La prossima settimana farò anche il doppio in tandem con Simone Bolelli e forse anche il misto insieme a Liudmila Samsonova. Ci iscriveremo, poi vedremo se giocarlo oppure no. Dipenderà da come andranno singolo e doppio. Una nuova avventura questa degli US Open che affronto insieme a mio padre coach e a mio fratello Matteo. Ci alleneremo  anche insieme e cercheremo come sempre di dare il  massimo». […]

Nastase, 50 anni fa: «Scherzi, amicizia e quel gatto nero contro Panatta» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Per sempre il primo. Un record che nessuno gli potrà mai sottrarre. Lo avranno pure soprannominato «Nasty», Cattivo, perché in campo non teneva mai a freno la lingua, ma il signor Ilie Nastase da Bucarest è stato uno straordinario giocatore, uno dei più grandi di sempre. E infatti, quando l’Atp introdusse la prima classifica computerizzata, al numero 1 ci finì lui. Era il 23 agosto 1973, sono passati 50 anni giusti giusti: dopo Nastase, altri 27 giocatori hanno avuto l’onore di occupare il vertice della classifica. Ma il punto di osservazione sul tennis di allora e di oggi che ancora regalano l’arguzia e la conoscenza di «Nasty» rimane una perla di competenza.

Ilie, che ricordo ha di quei giorni di 50 anni fa?

Molto piacevole. Si parlava da tempo di una classifica che tenesse conto dei risultati attraverso il computer: fino ad allora la decidevano i giornalisti. Quando la introdussero, io ero sicuramente nella fase migliore della carriera, nel 1973 ho vinto 17 tornei tra cui il Roland Garros. Si, in quel momento ero il più forte del mondo.

Ma per un giocatore è più importante il numero t o la vittoria in uno Slam?

Di solito le due cose camminano insieme: se fai grandi risultati, sali in classifica. Ma a un giocatore sostanzialmente interessa vincere.

Baratterebbe qualcuna delle 40 settimane trascorse in vetta con quel successo a Wimbledon che le è sempre mancato?

Ho giocato la prima volta sull’erba che avevo 23 anni, gli americani e gli australiani invece ci nascevano sopra. Non ho rimpianti, anche se nel 1972 contro Smith ci andai molto vicino. Nel 1976, invece, Borg era inavvicinabile e aveva dieci anni meno di me. Le racconto un aneddoto: il giorno prima della finale, persi mezza giornata all’Ambasciata per ottenere il visto, perché dopo dovevo andare in America. Ma allora il tennis era cosi, più genuino.

Qualche rimpianto per i guadagni di oggi?

Ognuno vive nella sua epoca. II tennis è diventato uno sport popolare in tutto il mondo e attira grandi sponsor, è giusto che i giocatori siano coinvolti nel business. Se pensa che prima di noi, fenomeni come Laver e Rosewall giocavano gratis… E infatti sono passati al professionismo. E poi forse è stato meglio che ai miei tempi non girassero troppi soldi: li avrei spesi tutti in multe…

Chi finisce ranno al numero uno tra Alcaraz e Djokovic?

Una grande sfida, la loro finale a Cincinnati è stata entusiasmante, ma ho la sensazione che a Djokovic ormai interessino di più le vittorie nei grandi tornei, vuole allungare definitivamente su Nadal negli Slam vinti.

E il nostro Sinner?

Mi piace molto, gioca bene, ha un bel carattere. Sicuramente ha le potenzialità per arrivare lontano, ma in questo momento avvicinare Alcaraz e Djokovic è molto difficile.

A proposito dl numeri 1: lei ha giocato il doppio con Connors.

Gli amici e i colleghi mi prendono in giro dicendomi che sono stato meglio da doppista che da singolarista e in fondo non hanno torto; in doppio ho vinto 5 Slam. Connors me l’hanno messo insieme che aveva 20 anni, abbiamo fatto dei bei numeri, lui fuori dal campo era serissimo e in allenamento lo facevo impazzire con i miei scherzi. Oggi i grandi giocatori evitano il doppio, e fanno male. Quando arrivai sul circuito, chiesi consiglio agli australiani e mi dissero di giocare il doppio perché sarei diventato un giocatore più completo. Pensi che a un torneo ho giocato la finale del singolo, del doppio e del doppio misto nello stesso giorno: ho finito che ero morto, ma mi sono divertito tantissimo

Lei è stato anche il numero 1 degli scherzi II più bello?

Senza dubbio quello a Panatta al Roland Garros. Quarti di finale 1977, Tiriac ed io contro Panatta e Bertolucci. Sapevo che Adriano era superstizioso, cosi diedi 500 franchi al cuoco del torneo e gli chiesi di procurarmi un gatto nero. A un cambio di campo lo feci uscire dalla sacca, Adriano mi riempi di insulti ma non vide più la palla. Vincemmo 6-2 6-4. Ma allora eravamo tutti amici, so che Panatta ha aperto un bellissimo circolo, se mi invita a mangiare un bel piatto di pasta ci vado volentieri. […]

Le piace il tennis di oggi?

Lo seguo con piacere, ci sono grandi campioni. Però mi sembrano tutti dei robot, e soprattutto ci sono troppe regole di comportamento. Io li lascerei liberi di esprimersi di più. Noi di giorno ce le davamo di santa ragione, ma la sera uscivamo insieme a cena.

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