Azzurri pronti per la rivincita (Ercoli). Cercando il Muso duro per una grande Italia (Azzolini). Arnaldi, aria fresca: «Agli US Open ho capito di essere forte» (Cocchi)

Flash

Azzurri pronti per la rivincita (Ercoli). Cercando il Muso duro per una grande Italia (Azzolini). Arnaldi, aria fresca: «Agli US Open ho capito di essere forte» (Cocchi)

La rassegna stampa di mercoledì 13 settembre 2023

Pubblicato

il

Azzurri pronti per la rivincita (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Svezia e Cile hanno aperto le danze, oggi è il giorno dell’Italia. La rincorsa all’insalatiera riparte proprio dalla sfida contro il Canada che lo scorso novembre fu fatale nella semifinale di Malaga. L’Italia “B”, orfana di Sinner, Berrettini e dell’escluso Fognini, al netto delle assenze approccia il girone della Unipol Arena da favorita, sperando di poter trarre grossi vantaggi dal fattore campo. Si parte alle ore 15. Ancora una volta Volandri, un quarto di finale e una semifinale nella sua gestione, non potrà contare sul gruppo al completo, ma potrà comunque permettersi il lusso di avere tre “Top 50” a disposizione, cosa raramente accaduta ai suoi predecessori. La poca profondità di rosa è invece il problema dei nordamericani, già lo scorso anno senza Shapovalov e Auger-Aliassime furono eliminati dai Paesi Bassi nel Play-off, salvo poter beneficiare del ripescaggio che li ha poi traghettati verso il titolo con la truppa al completo. A Bologna sarà assente Felix Auger-Aliassime, protagonista in negativo di una stagione ricca di ombre: ha saltato lo US Open per un infortunio al ginocchio, l’ultimo match disputato è l’ottavo di finale a Wimbledon perso con Safiullin. Mentre Denis Shapovalov è riuscito a recuperare. Nel 2023 il mancino non ha mai ingranato, il bilancio stagionale è di 11 vittorie e 13 sconfitte a fronte di un solo quarto di finale disputato ad Adelaide. Ecco dunque che se l’Italia può permettersi di sostituire Sinner e Berrettini con Arnaldi e Sonego, il Canada invece già alla terza scelta si ritrova a dover schierare uno tra il classe 2000 Gabriel Diallo (158 ATP) e l’esperto Vasek Pospisil (187 ATP). Il 15 settembre contro il Cile e il 17 settembre contro la Svezia sono gli altri due appuntamenti del Girone A che vedranno coinvolti gli azzurri, decisi a guadagnarsi un posto nella fase finale che si giocherà dal 21 al 26 novembre a Malaga; per riuscirci basterà arrivare tra le prime due del gruppo. Attesa e curiosità per gli esordienti Arnaldi e Vavassori, che dovranno essere bravi a entrare in clima Davis e a non soffrire la pressione dell’eventuale debutto. In termini di esperienza il traino potrebbe essere Simone Bolelli, unico veterano con 41 presenze all’attivo in nazionale e da giugno compagno di doppio di Vavassori. […] Le sfide con Canada e Cile sono quelle che dovrebbero indirizzare il girone, i sudamericani nella pre lista erano gli unici insieme all’Italia a portare almeno due top 100; anche se il periodo no di Christian Garin (ora 103 ATP) potrebbe essere un ulteriore vantaggio per i ragazzi di Volandri. Bologna è pronta e nonostante tutto l’Italia è ancora regina dei pronostici.

Cercando il Muso duro per una grande Italia (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Il comandante Musetti deve entrare nel ruolo, ma è già la seconda volta che gli capita di indossare la maglietta da numero uno. Non dipende da lui, non ancora. Forse un giorno. Nemmeno troppo lontano. Al momento, la nomination prende forma nelle stralunate vigilie della Coppa, dove si addensano problemi veri e meno veri, discussioni sensate e un po’ farlocche, e qualche uggia del passato non ancora andata in prescrizione. Così, tra l’infortunio (vero) di Berrettini, quello (presunto) di Sinner, le sortite evitabili di nonno Pietrangeli a cui tutti però vogliamo un gran bene, e la defenestrazione di Fognini con polemica acclusa ma chissà se davvero necessaria (penso che prima di togliere Fabio da una Davis occorra pensarci dieci volte, ma sono anche certo che Volandri lo ha fatto, no?), Musetti è rimasto col cerino acceso in mano, e sarà lui a guidare l’Italia alla riscossa, in una Davis che l’anno scorso fu trionfale nella fase bolognese (scelta opportuna tornare a Casalecchio) un po’ meno a Malaga, che ci vide in bilico tra set finale e finale, incapaci però di reggere l’ultimo scossone, in doppio, con il Canada. Proprio loro, poi vincitori della vecchia insalatiera, con cui torniamo ad aprire le danze (oggi, dalle 15). A Malaga, l’anno scorso, fuori Berrettini e Sinner per infortunio, Musetti (già protagonista in qualificazione con l’Ungheria) fu il nostro numero uno e incontrò avversari difficili. Taylor Fritz e Felix Auger Aliassime erano al massimo della forma, e avevano l’incedere di chi vuol presto raggiungere i piani alti della classifica. Vi riuscimmo in parte, oggi si ritrovano in ambasce e il canadese non ha nemmeno preso in considerazione la possibilità di esserci. Musetti ne usci con due sconfitte quasi inevitabili, ma rispetto a un anno fa (nella fase bolognese della Coppa in particolare) anche lui vive un momento meno brillante. La trasferta americana è girata storta dopo un Wimbledon discreto (terzo turno, sconfitto senza colpo ferire da Hurkacz) e una certa tenuta negli impegni di Bastad (semifinale) e Amburgo (quarti), qui contro la sua bestia nera Laszlo Djere (6-2 nei testa a testa). In realtà, l’unico match che si possa rimproverare a Lollo è quello agli Us Open, primo turno, contro il francese Titouan Droguet, perso tra molte sofferenze e incertezze al quinto set. Un ventiduenne dalle gambe buonissime e dai colpi rapidi ma ancora da affinare, Droguet; affrontato da Musetti però senza quella carica nervosa che aiuta a trarsi fuori dai guai. Ha subito la sconfitta, se n’è reso conto, si è dispiaciuto, ed è arrivato alla Davis convinto che possa fargli bene. «È un po’ come stare in famiglia, ci conosciamo, siamo tutti dalla stessa parte. È un’occasione importante per mettersi alle spalle New York». Alla fine, la missione è questa. Ritrovare il miglior Musetti, o se preferite, agevolare il suo ritorno ai livelli che gli competono. […]

Arnaldi, aria fresca: «Agli US Open ho capito di essere forte» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Dice di imparare più dalle sconfitte che dalle vittorie e questo fa di lui un giovane saggio. Matteo Arnaldi da Sanremo, a 22 anni è pronto per il primo giorno di scuola in Coppa Davis. Gli azzurri di Filippo Volandri esordiscono alle 15 alla Unipol Arena di Bologna contro il Canada campione in carica e Arnaldi è una delle nuove proposte di gruppo. Insieme a lui c’è Andrea Vavassori, pure alla prima esperienza, specialista del doppio che può essere schierato sia con Simone Bolelli sia con Lorenzo Sonego, con il quale è già rodato. Arnaldi arriva dall’exploit di New York con gli ottavi di finale in cui è stato fermato da Carlos Alcaraz. La sua progressione è piaciuta e l’assenza di Berrettini e Sinner ha propiziato il suo ingresso in Nazionale.

Matteo, da New York a Bologna, tutto di corsa. E dire che nemmeno un anno fa era a Milano a giocare le Next Gen ATP Finals…

È vero, è successo tutto in fretta, ma è un lavoro partito da lontano insieme al mio team e al coach Alessandro Petrone. C’è ancora tantissima strada da fare, ma giocare gli ottavi di uno Slam contro Alcaraz ed essere convocato in Davis li considero come due riconoscimenti che mi danno la spinta a impegnarmi sempre di più per mettere più ingredienti possibili nel mio tennis. […]

Nel match con Alcaraz non ha sfigurato. Come si è sentito?

Ero molto curioso di affrontarlo e non avevo paura. Quando devo entrare in campo penso sempre di poter vincere o almeno di avere delle chance. Non parto mai sconfitto. E alla fine, sebbene lui sia un fuoriclasse, sento che la distanza con i più forti non è siderale.

Autostima e talento le potrebbero venire utili in questa settimana di Davis.

Già essere stato chiamato è un sogno, un’emozione incredibile. È una delle tante prime volte che ho avuto dall’inizio della stagione e mi rende molto felice. Poi, arrivare in gruppo è stato emozionante. […]

Lei è arrivato in un momento un po’ turbolento per l’Italtennis, tra le tensioni per l’esclusione di Fabio e la rinuncia di Sinner.

Non sta a me commentare. A volte sono anche i social ad amplificare tutto quello che succede. E non parlo solo della Davis. lo e Jannik ci conosciamo bene, e se non è qui è perché l’ha concordato con il capitano. Siamo un bel gruppo, unito, e non è solo un modo di dire.

Se dovesse scegliere tra un debutto vincente in Coppa Davis o il primo torneo sul circuito Atp?

Non scelgo, anche perché sono cose diverse. Il titolo sarebbe ovviamente fantastico ma la Davis è una gioia che si può condividere e nel tennis non ci sono tanti eventi a squadre. […]

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement