Oggi contro il Cile da dentro o fuori (Cocchi). Contro il Cile in palio c'è il futuro (Ercoli). Spareggio speranza con Arnaldi (Azzolini)

Rassegna stampa

Oggi contro il Cile da dentro o fuori (Cocchi). Contro il Cile in palio c’è il futuro (Ercoli). Spareggio speranza con Arnaldi (Azzolini)

La rassegna stampa di venerdì 15 settembre 2023

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Oggi contro il Cile da dentro o fuori. L’ora di Arnaldi «Sono pronto» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Dentro o fuori. L’Italia di Davis oggi contro il Cile (dalle 15) alla Unipol Arena di Casalecchio gioca la sfida più complicata. Sarebbe fondamentale passare col 3-0 per aumentare le possibilità di un passaggio del turno, ma una sconfitta ci taglierebbe fuori dalla corsa per le Finali di Malaga. L’Italia ha la possibilità di qualificarsi con due vittorie, indipendentemente dal punteggio, nel caso in cui il Canada, che ieri ha nuovamente vinto 3-0 contro la Svezia, battesse il Cile nell’ultima giornata. La sconfitta, netta e inattesa contro i nordamericani ha fatto male, il capitano Filippo Volandri non se lo aspettava e ieri la squadra si è compattata per prendere le decisioni migliori in vista dell’incrocio di oggi con Jarry e compagni. La scelta per il singolare dovrebbe ricadere su Lorenzo Sonego contro Nicolas Jarry (n. 22 del mondo) e Matteo Arnaldi contro Cristian Garin mentre per il doppio, data l’indisponibilità di Andrea Vavassori, si deciderà a seconda del risultato dei singolari. La formula dovrebbe essere Bolelli+1. Con Musetti e Arnaldi pronti ad affiancare il bolognese orfano di Fognini. Non sarà un’impresa facile, Matteo Arnaldi arriva dalla bella cavalcata fino agli ottavi di New York, ma un esordio in singolare con la maglia azzurra è sempre una grande responsabilità: «Esordire in doppio è stato stupendo, io sono pronto a fare la mia parte se ci sarà bisogno», aveva detto il sanremese dopo il k.o. al terzo set in coppia con Bolelli. Il ballottaggio Musetti e Sonego vede al momento favorito il torinese mentre il carrarese, sebbene ieri abbia svolto un lungo e intenso allenamento con Arnaldi, potrebbe osservare una giornata di riposo per ricaricarsi soprattutto mentalmente. Le carte potrebbero cambiare solo se in mattinata, dopo la rifinitura, Sonego dovesse tornare ad avere qualche fastidio muscolare, come era accaduto nel match perso contro Galarneau. Intanto, se col Cile dovesse andare male o comunque non arrivasse la qualificazione, la panchina di Filippo Volandri potrebbe comunque rimanere salda. In ambienti federali filtra un clima di indulgenza verso il capitano, al quale verrebbe confermata la fiducia ma con l’ «ordine» di rasserenare l’ambiente e riaccogliere Fabio Fognini in gruppo.

Contro il Cile in palio c’è il futuro (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Tra polemiche, ballottaggi ed obblighi, l’Italia arriva incerta alla sfida contro il Cile. La squadra di capitan Volandri si gioca una grande fetta del proprio destino in quella che già alla vigilia era considerata la sfida più ostica del girone. Qualche giorno fa il periodo no di Garin ed il doppio Bolelli/Vavassori sembravano fondamenta solide sulle quali basare il confronto con i sudamericani, alla situazione attuale favoriti. Dopo una giornata di silenzio assoluto da parte dei protagonisti azzurri, staff compreso, le scelte non sono ancora ufficiali, anche se la strada sembra tracciata. In singolare i tempi dovrebbero essere maturi per l’esordio di Matteo Arnaldi che, dopo aver assaggiato in doppio il teatro dell’Unipol Arena, è chiamato a caricarsi responsabilità più importanti. Dagli esordi Challenger il sanremese ha compiuto un’escalation caratterizzata da un grande fattore, quello di saper gestire la tensione per esaltarsi sui grandi palcoscenici. Proprio questo servirebbe all’Italia, anche per provare ad accendere il pubblico di Bologna in vista del singolare contro il numero 22 del mondo Nicolas Jarry. Nipote di quel Jaime Fillol (nonno materno) protagonista della finale persa dal Cile nel 1976 contro l’Italia capitanata da Pietrangeli, il tennista classe 1995 sta vivendo la miglior stagione della sua carriera e sta toccando picchi inesplorati anche prima dello stop per doping. Ancora più di Diallo, il tennis di Jarry sulla carta è kryptonite per Musetti. Quest’anno sulla terra di Rio il numero 2 d’Italia ha ceduto per 6-4 6-1 al tennista di Santiago, che con la potenza di servizio e colpi di inizio scambio gli ha tolto tempo e soluzioni. Nella sconfitta contro il Canada, tra difficoltà in risposta ed incapacità di adattare il piano partita in corsa, Lorenzo non è stato in grado di farsi valere. L’atteggiamento non ha convinto, e l’orgoglio non ha mai indotto a tentativi disperati o invenzioni last minute. Il ballottaggio potrebbe dunque premiare a sorpresa Sonego, lontano dalla sua migliore condizione ma per caratteristiche più indicato. La soluzione perfetta non esiste, sicuramente escludere il numero 1 della squadra richiederebbe coraggio, ma nel caso sarebbe una scelta di accoppiamenti che non ribalterebbe equilibri. […] Gli assenti? Usarli come capro espiatorio sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di chi ha giocato e perso sul campo senza attenuanti. I canadesi hanno giocato da top 20? Per noi adesso è il momento di giocare da top 50, almeno.

Spareggio speranza con Arnaldi (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Spalle al muro, allibita da se stessa e dalla facilità con cui avversari lontani per esperienza e classifica l’hanno trascinata in un angolo, ribaltando qualsiasi pronostico logico, forse anche un po’ intontita dal guaio combinato e dal clamore che ne è derivato, del tutto sconosciuto agli azzurri più abituati fin qui allo sguardo indulgente di chi ne ha valutato le prove passate, l’Italia della Davis scopre che una strada per uscirne, dalla palude in cui si è cacciata, ancora esiste, ma è stretta stretta, come la cruna di un ago. Occorre vincere in termini secchi, crepitanti di game, set e match, i prossimi due incontri, oggi contro il Cile, domenica con la Svezia. Inutile girarci intorno: serve un sei a zero! Mi chiedo se restare sulle polemiche che la sconfitta con i canadesi ha inevitabilmente sollevato, sia utile alla squadra. Forse sì, se da esse gli azzurri trarranno quella rabbia che serve per dare forma al rilancio. In modo da dimostrare di essere tennisti ben diversi da come essi stessi si sono auto-rappresentati mercoledì, incerti sul da farsi e alla fine soggiogati da due avversari inesperti (ma occhio a Diallo per il futuro, perché ha colpi e centimetri per diventare giocatore vero), con l’unica scusante che li conoscevano poco. […] Vale comunque ciò che si diceva già ieri. È permesso in tempi di internet non conoscere un avversario? Credo sia il momento di provare Matteo Arnaldi, che ha debuttato mercoledì nelle vesti poco conosciute di doppista, e forse è stato il migliore in campo. Non saprei dire se al posto di Sonego o di Musetti, ritengo però che la tranquilla efficienza che il ragazzo ha trovato nel suo tennis in questo momento di crescita, vada premiata. È sereno, convinto, ha un tennis composto ma con lampi di classe a illuminare una parte di sé ancora da scoprire. Troppo rischioso spedirlo in campo contra il cileno Garin? Può darsi, ma nel breve volgere di pochi mesi (senza mai incontrarsi), i due, un tempo vicini, si ritrovano oggi agli antipodi della classifica, il cileno al numero 103, identica collocazione dello scorso gennaio, l’azzurro al n.47 raggiunto con una prodigiosa scalata di 59 posizioni cominciata dal 106 di metà maggio. l’altro è Nicolas Janry nipote di un nonno e uno zio famosi in Cile, i cui nomi accomunano una volta di più i tre della Davis 1976 che in questi giorni circolano per l’Arena di Casalecchio, Panatta, Bertolucci e Pietrangeli. Quel nonno è Jaime Fillol, punta della squadra cilena cui sfilammo la Coppa. Lo zio è Alvaro Fillol, l’unico a segnare un punto per il Cile in quella sfida. Ma Nicolas, figlio di Cecilia Fillol, pallavolista, e stato cresciuto sul campo da tennis da nonno Jaime. Cresciuto bene, data l’altezza (1,98) e la classifica (22). Trovato positivo a un controllo a inizio 2020, Nicolas subì una squalifica di 10 mesi e riparti con zero punti in classifica. Alla fine ce l’ha fatta a risollevarsi, e a trovare l’assetto migliore del suo tennis, che unisce grandi botte da fondo campo a discese a rete forse un po’ telecomandate, dove più che le qualità tecniche fa valere la sua altezza e una discreta mobilità. Un tennista difficile da battere sulla superficie rapida dell’Arena. […] L’obiettivo non cambia. Servono due risultati pieni, ottenuti senza concessioni, per andare in Davis. La Coppa vive di ribaltoni e di riscatti. I primi risultano amari, ma rendono ancora più dolci le risalite. 

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