Coppa Davis
Feliciano Lopez: “Coppa Davis non interessante? In Italia in 10mila sugli spalti senza Sinner e Berrettini”
Il 41enne di Toledo, nominato tre mesi fa nuovo Direttore della manifestazione in sostituzione di Ferrer, fa il punto della situazione ai microfoni di Punto De Break
Il senso della Coppa Davis, il significato più profondo
“È difficile spiegarlo, i giocatori che hanno giocato in Coppa Davis sanno cosa rappresenta questa competizione. Il fatto che Novak Djokovic sia venuto qui a Valencia ne è l’esempio migliore, al di là del format in essere ora come ora: anche se se ci fosse un altro formato vi avrebbe comunque preso parte. Quello che inoltre bisogna sottolineare è che come in tutte le cose quando si adoperano dei cambiamenti, è naturale che essi no potranno essere apprezzati da tutti. E’ semplicemente impossibile che ciò avvenga, tuttavia noi vogliamo che gli appassionati vengano a vedere dal vivo le partite di Davis in modo tale che la manifestazione occupi lo spazio che merita nel mondo del tennis“.
Sulla polemica di Wawrinka e gli spalti vuoti durante Francia Svizzera
“Questo è un argomento è molto complesso da trattare. Tanto per cominciare, di mercoledì alle 15, in qualsiasi città del mondo si disputi il tie, è veramente un’impresa riempire l’impianto… a meno che non si abbia una mega star in campo come Alcaraz o Djokovic. L’altra possibilità che ciò avvenga si ha poi ovviamente quando a giocare è la squadra che ospita il girone, come è successo l’altro giorno a Manchester con 12mila britannici. Nessuno però ha parlato di quello, hanno solamente evidenziato quando le tribune erano deserte“.
Gli aspetti negativi dell’attuale struttura
“Se ho compreso bene le principali critiche, credo che quella che vada per la maggiore sia il fatto di dover giocare in uno palazzetto vuoto: l’aspetto che probabilmente è anche quello più fastidioso per gli appassionati, ovvero l’assenza della tipica atmosfera incredibile da Davis che con l’attuale format si ha praticamente solamente quando gioca la Nazionale di casa. A noi spagnoli è accaduto per due anni consecutivi a Madrid, fin subito dopo il cambio formato: chiaramente nel nostro caso siamo stati molto fortunati perché abbiamo sempre potuto giocare in Spagna, visto che poi c’è stata Valencia. Dunque capisco alla perfezione le negatività attorno al contesto di giocare la Coppa Davis in un altro Paese con tanto di stadio vuoto… capisco che non dovrebbe essere così. Ecco perché siamo pronti a rimodificare questo formato affinché ciò accada il meno possibile. Ma non è così facile“.
Purtroppo non si può accontentare tutti, ma la vera essenza irrinunciabile della Davis sono i tifosi
“Vorrei soltanto le persone condividessero anche le immagini positive, e non unicamente quelle di critica. Per esempio, l’altro giorno in Italia c’erano 10mila persone con il team privo di Sinner, Berrettini e Fognini. Sonego giocava contro Galarneau e a Bologna c’erano 10.000 persone sugli spalti, questo significa che la gente in Italia vuole vedere tennis e vuole andare a tifare per la propria nazionale. Dobbiamo prendere questi casi come riferimento e lavorare finché ciò accada molte spesso. Poiché la vera bellezza della Coppa Davis sono i tifosi, se togli agli aficionados l’entusiasmo di poter tifare per il proprio Paese sottrai all’evento la sua essenza. Ecco perché siamo completamente disponibili a qualsiasi tipo di trasformazione, se si rivelasse propedeutica a risolvere questo problema“.
In che misura potrebbe influire l’assenza della Spagna a Malaga sulla presenza degli spettatori
“L’anno scorso Malaga in termini di pubblico fu un successo. Non ero ancora in carica come Direttore, ma da quello che mi hanno detto tutti ci fu un’atmosfera meravigliosa. Ovviamente il fatto che fosse coinvolta la Spagna contribuì e non poco alla causa, anche se fu eliminata già ai quarti ciononostante gli spalti continuarono ad essere pieni fino alla fine. Quest’anno spero che sia nuovamente così, anche se chiaramente la Spagna non ci sarà. Tuttavia mi preme ricordare come il grandioso successo del 2023 fu ottenuto nonostante non avessimo in squadra né Alcaraz e né Rafa, questo significa che l’organizzazione svolse un ottimo lavoro. Málaga, poi, sta investendo molto sullo sport negli ultimi anni: le partite di Australia e Canada, le due finaliste, videro gli spalti pieni. Ovviamente per il Paese organizzatore, il fatto che la Spagna non sia presente è ovviamente una aspetto negativo, ma alla fine quando si organizza un evento del genere nessuno può garantire che il nazionale di casa si qualifichi“.
Il prestigio della competizione sembra non riuscire più ad attrarre i migliori, la reintroduzione dei punti ATP potrebbe essere la soluzione?
“Non credo che le competizioni a squadre debbano dare punti, sono sempre stato contrario a questa idea. Né la Coppa Davis, né qualsiasi altra competizione. Ad esempio per quanto mi riguarda non credo che debba dare punti la United Cup, e vale lo stesso per la defunta ATP Cup. Sarebbe un compromesso ingiusto rispetto agli altri tornei che si disputano quella settimana, dove naturalmente non si potrebbero mai in alcun modo prendere gli stessi punti in un proiezione complessiva che invece si guadagnerebbero in una competizione a squadre in cui puoi affrontare un giocatore che è n. 500 del mondo ed intascarti più punti di un altro giocatore che in quella stessa settimana vince contro un top50 e ottiene soli 20 punti. Non sono, dunque, per nulla favorevole alla somministrazione di punti nelle gare a squadre…“
DI SEGUITO LE ALTRE DICHIARAZIONI DI FELICIANO LOPEZ